"Giro dentro il vortice"
Quando alcuni dicono di essere dentro un tunnel buio, dal quale non si riesce a scorgere neanche una piccola luce, mi sento sollevata perché queste persone non sanno cosa si prova all'interno di un turbine.
Il tunnel è così tranquillo nonostante il buio opprimente e proprio per questo pagherei per essere al suo interno, ma purtroppo per me non è possibile. Io sono travolta da una violenta tempesta che continua a picchiare su di me e mi scaraventa dentro questo vortice che continua a risucchiarmi sempre più in profondità. Non è tutto tranquillo come nel tunnel, qui è tutto molto più turbolento ed io non riesco a vedere neanche uno scorcio di luce, neanche una piccola scintilla. Tutto questo però non mi travolge né tantomeno mi sconvolge come faceva prima, perché penso ci sia qualcosa di peggiore. Il mio animo. Il mio animo è ridotto in brandelli, continua ad essere scosso da un violente tormento più potente di questo forte vento che continua a scagliarmi qui dentro. Questo moto rotatorio non ha pena per quei pochi pezzetti rimasti e cerca di lacerarli ancora di più, facendoli diventare piccole briciole. Come quando un fiume in piena straripa e travolge tutto ciò che incontra nel suo cammino, come quando un violento terremoto non si preoccupa di ciò che distrugge, come quando un piccolo fiore viene strappato dal terreno da un soffio di vento. Così sono io. Tutto quello che mi circonda mi strattona per bene, si approfitta di me e delle mie fragilità. Io giuro che provo, a volte, ad immaginare qualcosa di positivo, anche andando contro ciò che penso veramente e con tutta la mia volontà affermo quanto sia bello il mondo. Quando penso di aver toccato il fondo, e credetemi qui si pensa sempre di averlo toccato ma in realtà si scende sempre di più come se non ci fosse un fondo, recito una piccola frase per provare ad autoconvincermi che questo sia vero. "Giro girotondo quanto è bello il mondo" ripeto, anche se ormai non ci credo più. La mia mamma mi diceva sempre quanto fosse bello questo mondo ma dalla sua morte e dalla morte di papà, tutto sembra esser andato a rotoli. Le critiche che mi venivano mosse prima di quel maledetto incidente e che non mi toccavano minimamente, adesso iniziavano ad avere un peso ed erano pesanti come un macigno sullo stomaco. I pregiudizi, i giudizi, gli standard da rispettare per far sì che tu possa valere qualcosa all'interno della società, la strafottenza, l'indifferenza, il bullismo di cui spesso sono stata vittima. Mi sento sola, incompresa, triste, emarginata e questo vortice non vuole lasciarmi andare via. Non che io voglia questo perché non riuscirei neanche ad immaginare la mia vita, se questo dovesse mai succedere. Ne uscirei completamente diversa e totalmente senza forze per affrontare il mondo. Ormai mi sono abituata a questo trambusto qui e se non riesco a vedere una via d'uscita, so per certo di non riuscire più a sopportarlo. Non sono forte abbastanza per sopportare i giudizi della gente o forse, non lo sono stata mai. La piccola frase che recito a volte, ha bisogno di un finale e penso di averlo trovato. "E tutti giù per terra" e chiusi gli occhi per sempre, sentendo un dolore lancinante. Non provo rancore. Con me cessa tutto ciò che mi ha spinto a questo. Forse adesso, la gente tapperà la bocca e smetterà di offendere, deridere, sottomettere, giudicare e chi più ne ha, più ne metta. Io ho già perdonato tutti e sono diventata un angelo che non è più scaraventato dentro al buio infernale che continua a ruotare.
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