È casa mia.
Cara Italia,
non leggerai mai queste mie parole ma neanche questo mi fermerà, perché una cosa voglio dirtela.
Sono tua figlia, o meglio, questo è quello che dovrei essere.
Sono un fiore in realtà, ma non uno di quei fiori belli e colorati che tutti vogliono raccogliere.
Sono un fiore che ha perso la maggior parte dei suoi petali, sono rovinato.
Sono un fiore che in realtà, di fiore non ha più nulla.
Avresti dovuto proteggermi e valorizzarmi al meglio.
Avresti dovuto tenermi qui con te e invece, mi stai lasciando andar via così facilmente che quasi mi sento un piccolo ramoscello, che aveva tanta voglia di crescere, strappato con violenza, sradicato dal suolo.
Perché è vero quando dico che dentro me sento una fiamma che minaccia di incendiare chi ti ha fatta diventare così. Tanta è la rabbia, troppa. Non sei più quel paese meraviglioso di cui tutti mi parlano.
No, non so cosa ti abbiano fatto ma tu mi hai abbandonata.
Come un fiore nel deserto, solo e fragile.
Avresti dovuto importi con tutte le tue forze per tenermi qui con te e custodirmi, e invece mi stai buttando tra le braccia di altri luoghi pronti ad accogliermi e farmi risplendere.
E no, se mi chiedono se sono felice di andar via, non ci penso neanche a rispondere.
Il mio forse sarà un sussurro, forse un urlo. Non lo so.
Avrei dovuto scegliere io se abbandonarti o meno, e credimi, non lo avrei fatto.
La rabbia mi scorre dentro e la sento, la sento forte. Mi fa tremare tutti gli organi, scuote con veemenza ogni parte di me. Scorre dentro le mie vene, e se chiudo gli occhi sento il flusso del sangue scorrere al loro interno con velocità, con pressione. Anche lui è arrabbiato ed io, ho tanta paura che possa diventare nero.
Quando parlo di te, che mi stai abbandonando così, il dolore prende il sopravvento e la mia voce perde la sua intensità. Inizia a tremare anche lei e poi, tremano le dita, il cervello scoppia, gli occhi si tingono di lucido.
Non capirai neanche minimamente ciò che mi stai facendo.
Il dolore che mi stai procurando.
Il solo pensiero di lasciarti, di lasciare qualsiasi cosa che faccia parte di te, mi distrugge e crea un vuoto incolmabile nel mio cuore. Le tue giornate calde, il suono delle tue onde, la vista delle tue spiagge, la bellezza dei tuoi monumenti, la calorosità delle tue persone, pensi che potrò mai paragonarle a quel posto non mio?
Niente di tutto ciò mi aiuterà ad abbandonarti, con un nodo in gola, ogni volta che dovrò prendere un aereo per "andare", e mentre ti accarezzerò dal vetro freddo, ti vedrò svanire sotto i miei occhi che ti vedranno sempre più speciale.
Niente mi aiuterà a ricostruire i pezzetti del mio cuore, che ad ogni viaggio, andranno persi.
Mi sento afflitta perché tra non molto sarai come il mio cuore, e non so neanche spiegarti come ci si senta ad esser vuoti. Ho paura per te perché ti stanno facendo del male, e non manca molto al momento in cui inizierai a soffrire di solitudine, proprio come il fiore di cui ti parlavo prima.
Ti stai frantumando, deteriorando, a causa di questi luridi vermi che, cazzo, non ti comprendono.
Li odio così tanto, mia Italia, perché avrei tanto voluto essere una farfalla, ma la mia metamorfosi sarebbe dovuta avvenire all'interno del tuo bozzolo.
Scusa se mi sto sfogando con te, ma soffro, e devo farlo.
Io non voglio farti male, non potrei mai far male alla mia anima.
Quindi tu non soffrire troppo perché a soffrire, basto già io.
PS: Nonostante tutto, tu aspettami perché io ritorno a casa, sempre.
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