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«Prima.» Annunciò Piper appena toccata la roccia mentre Annabeth e Hazel la raggiunsero.
«Non è giusto, sei partita prima.» Protestò la bionda.
«Sono partita subito dopo il tre.» Si difese la vincitrice. «Adesso scusate, ma ho da fare.»
Detto questo si allontanò dalle amiche per percorrere un lungo tragitto di nuoto, senza sentire le ragazze che la chiamavano.
Arrivò a una delle tante isole vicino alla sua e salì in spiaggia. Allungò un braccio sopra la sua coda e pensò al calore. Dalla coda rosa emanò fumo e in poco tempo Piper si ritrovò con un paio di gambe. Indossava una canotta bianca un po' trasparente e un top sempre bianco da sotto; un paio di pantaloncini di jeans a vita alta e delle scarpe basse ai piedi. Si inoltrò nel bosco verso il luogo prestabilito.

Hazel si era sempre chiesta dove andasse l'amica quando diceva: «ho da fare». Propose all'altra sirena di seguirla e Annabeth non poté che essere d'accordo. Riuscirono a seguirla fino all'arrivo alle Isole Sisma. Lì la persero di vista. Si divisero e controllarono intorno, senza però ottenere risultati. Decisero allora di andare a vedere sulle varie isola, dividendosi ancora. Hazel andò a controllare sulla prima che trovò sulla sua strada. Arrivò in spiaggia e si asciugò. Indossava un vestito arancio chiaro con qualche disegno di foglia qua e là e dei sandali beige. Iniziò a esplorare l'isola partendo dalla piccola vegetazione che c'era sul quel pezzo di terra circondato dall'acqua. I cinguettii degli uccelli le tenevano compagnia e ogni tanto le capitava di intravedere qualche piccolo animaletto. Finì in una piccola radura, illuminata molto dal sole. Fece pochi passi e finì in una buca scavata nel terreno. Gridò sperando che qualcuno la aiutasse, anche se era consapevole di essere sola su quell'isola.

Annabeth percorreva la spiaggia dell'isola sulla quale era salita. Aveva camminato per un paio di minuti ma di Piper neanche l'ombra. Si chiese dove potesse essere andata. La sabbia cominciava a scottare a contatto con i piedi nudi. Così si riparò sotto l'ombra di una palma e cercò di capire in quale isola poteva essere l'amica. Ci pensò un po', finché non vide un movimento nell'acqua. Curiosa qual era, si avvicinò e le sembrò di vedere una coda. Non perse l'occasione e si tuffò.

Quando Piper si fece vedere, Jason era arrivato già da un po' e aveva iniziato a preparare il picnic promesso alla ragazza. L'aveva trovata bellissima già dal primo momento in cui l'aveva vista, in mare. I due avevano iniziato a frequentarsi e Jason dopo due settimane le chiese un appuntamento vero e proprio. Gli ci era voluto tutto il suo coraggio e aveva dovuto mettere da parte la paura di un rifiuto. Con sua grandissima gioia lei aveva accettato e adesso erano su quell'isola, a fare un picnic. Parlavano di tutto e di più, gli argomenti non mancavano. Poi successe una cosa che il tritone desiderava da tanto. Si guardarono negli occhi e piano piano si avvicinarono l'uno all'altra. Le loro labbra si congiunsero in un dolce e breve bacio.

«Aiuto!»
Eccolo ancora. Era la terza volta che Frank sentiva quel grido di aiuto. Era sicuro che provenisse dalla piccola radura al centro dell'isolotto, ma quando arrivò non vide nessuno. Vagò per il piccolo spazio senza alberi e lo sentì di nuovo. Cambiò direzione; finalmente vide qualcosa: un buco. Era sicuro che provenisse da lì la voce.
«C'è qualcuno?»
Gli rispose subito quella voce.
«Si. Qui sotto.» Era chiaramente una ragazza.
Il ragazzo si chiese come fosse possibile che la ragazza nel buco fosse arrivata sull'isola. Avrebbe giurato di non aver visto barche attaccate. Deve essere una sirena, pensò.
La aiutò a salire, ma non fu una cosa veloce. Ci vollero un paio di minuti prima che la ragazza riuscisse ad afferrare le mani del tritone. Almeno la giovane era fuori dal fosso. Frank la guardò per la prima volta sotto la luce del sole. Aveva dei ricci castani e la pelle color cioccolato. Gli occhi sembravano due pietre d'oro.
«Come ti chiami?» Le chiese.
«Hazel.» Rispose timidamente lei, e questo fece comparire un dolce sorriso sul volto del ragazzo.
«Piacere Hazel, io sono Frank.»

Percy era sicuro che l'avesse visto. Aveva seguito la sirena dai capelli biondi prima che salisse sull'isola. Aveva aspettato un po' e quando capì che la ragazza non sarebbe tornata presto in acqua, decise di andarsene. Purtroppo era vicino alla superficie ed era sicuro che si fosse vista la coda. Poi aveva sentito un tuffo, lui iniziò a nuotare più veloce che poté. Sapeva che la bionda non era lontana da lui. Non voleva fermarsi, aveva paura che appena lo avesse visto sarebbe scappata. D'altronde le sirene odiavano i tritoni e questo andava avanti per generazioni. Solo il suo amico Jason era stato fortunato ad aver incontrato una sirena che non fosse scappata.
«Hey, fermati!» La sua voce era molto vicina e Percy non si rese conto di essersi fermato, per giunta davanti uno scoglio.
Si girò e la vide. Stava nuotando verso di lui, anche se sapeva che nel giro di pochi secondi la sirena avrebbe fatto la strada al contrario, allontanandosi dal tritone. Non aveva via di scampo. Poteva scappare a destra o a sinistra, ma lei lo avrebbe raggiunto sicuro. Stette fermo, aspettando di vedere la sua reazione.
Finalmente stavano faccia a faccia. La sirena dai capelli biondi sbiancò di colpo.
«Tritone...» Sussurrò prima di scappare.
Percy la inseguì. Riuscì a raggiungerla e l'afferrò per un braccio.
«Ti prego, non scappare. Non voglio farti del male.»
Le lasciò il braccio, non appena la ragazza sembrava più tranquilla.
«Percy.» Si presentò il tritone, non sapendo cos'altro dire.
«Annabeth.» Lo seguì lei.

Dopo un anno erano riuniti tutti assieme: Jason e Piper, Frank e Hazel, Percy e Annabeth. Erano tutti fidanzati e se ne infischiavano se le altre sirene o gli altri tritoni non acconsentivano. Erano felici e questo per loro bastava.

Percabeth19

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