Conclusione

No, non poteva finire in quel modo. Non voleva.
Si alzò, con molta fatica, e fissò i due combattenti. Ankush sembrava in grave difficoltà e l'uomo dava i primi segni di cedimento, ma troppo lievi per essere notati. La ragazza sospirò e raccolse tutta l'energia che potè.
Non sapeva cosa avrebbe fatto, e nemmeno se avrebbe funzionato, sapeva solo che doveva fare qualcosa, perché lei era l'unica in grado di poterlo fare.
Si concentrò ed avvertì di nuovo quella sensazione di pericolo. Ma non capiva da chi provenisse. Pensò al suo amico, ma se fosse stato realmente lui, sarebbe dovuta esserci già da un po'. Forse veniva da Phyant, ma non le sembrava in pericolo al momento. Dall'uomo? No, non credeva proprio. Allora chi? Chi per tutto quel tempo era stato in pericolo?
Aprì gli occhi e la risposta le parve chiara. Quel mondo. Quel mondo era stato in pericolo per tutto quel tempo e lei, in qualche modo, lo percepiva. Ma se era in sintonia con esso, forse sarebbe stata in grado di attingerci anche la forza per contrastare quel nemico? Sperò vivamente di sì.
Cercò di immaginarsi come delle correnti che venivano attratte verso di lei. Sentiva le forse tornargli, decisamente abbondanti, e si ritrovò ad urlare il nome di Phyant, che già da tempo considerava il suo drago.
Percepì il tetto della stanza scomparire e il suo drago vicino. Ora lo sentiva, lo sentiva come se fosse parte di se, forse quello significava il legame?
Non capì bene cosa successe nei momenti successivi, forse avevano distrutto il nemico, forse no. Sentiva solo il suo corpo sempre più leggero, dopodiché, di nuovo il buio a farle compagnia.
***
Si risvegliò nella stessa stanza dove si era svegliata il primo giorno in cui si era arrivata lì. Questa volta, però, era vuota.
Subito un martellante mal di testa le fece visita imponendole di non alzarsi. Si prese le tempie fra le dita, iniziando a massaggiarsele per cercare di alleviare il dolore che sembrava non aver alcuna intenzione di volersene andare.
«Credo che quello non si possa evitare, mi spiace.»le disse una voce. Aprì gli occhi e mise a fuoco la figura di Ankush che teneva in mano un bicchiere. Sembrava stare bene, a parte una fasciatura al braccio destro e... Sbagliava o si era alzato di un paio di centimetri?
«Oh, dici?»gli chiese, afferrando il bicchiere e sperando che contenesse qualche strano intruglio in grado di farle passare magicamente il dolore. Il ragazzo le sorrise e poi si sedette sul letto, osservandola.
«Mi hai salvato la vita, grazie.»le disse, dopo che ebbe finito di bere. La ragazza alzò un sopracciglio. Quindi aveva sul serio sconfitto l'uomo?«Quando ti sei rialzata, hai chiamato Phyant e poi, insieme, tramite il vostro collegamento, che non credevo esserci, avete sconfitto l'antico.»le spiegò, a voce bassa per non aumentare il suo disagio. La ragazze sbattè le palpebre più volte.
«Ma quindi lui, che fine ha...?»chiese, curiosa. Sconfitto poteva significare tante cose, a suo parere. Voleva sapere esattamente il modo, ma non per vantarsene, dubitava di potersi vantare di qualcosa del genere, semplicemente lo voleva sapere. Voleva conoscere le sue nuove capacità.
«Sparito nel nulla. Disintegrato? Teletrasportato? Non lo so. L'ho solo visto sparire da davanti i miei occhi.» ammise, alzando le spalle. La ragazza rimase un po' sorpresa. Non aveva mai creduto di essere in grado di sconfiggere l'uomo, mai, nemmeno per un momento. Cercava di non pensarci imponendosi di doverlo fare, ma ora che c'era riuscita... Beh, le faceva una strana impressione, doveva ammetterlo.
«E... Tu? Stai bene?»chiese poi la castana, cercando
cambiare argomento. Se aveva davvero ucciso un uomo, seppur non direttamente, preferiva non soffermarcisi troppo.
«Mi riprendo in fretta.»la rassicurò, poi sembrò quasi ricordarsi di una cosa e infatti si mise la mano in tasca alla ricerca di qualcosa.«Eccolo!»esclamò.«L'abbiamo fatto come gesto puramente simbolico, ma... Hava ha tanto insistito così...»annunciò, passandosi l'oggetto fra le mani. Crystal porse il braccio e il ragazzo depositò l'oggetto nella sua mano.
La ragazza se lo portò vicino agli occhi per guardarlo meglio e notò che si trattava di un fischietto. Le venne da sorridere, ripensando a come era iniziata quella stramba avventura. Ripensandoci, era davvero un'oggetto strano con cui iniziare un'avventura. Probabilmente si sarebbe immaginata una spada magica o un ciondolo dai poteri mistici, ma non un fischietto. Me, effettivamente, per richiamare qualcuno, quello era l'oggetto più adatto.
In quel mondo funzionava così, ogni cosa veniva usata per il suo scopo, come teoricamente sarebbe dovuto essere, senza strani trabocchetti o riferimenti simbologici vari come spesso accadeva nelle storie che amava leggere e guardare.
«Grazie.»gli disse, sorridendo.
«Grazie a te.» le rispose il ragazzo.
«Per cosa?»
«Per averci insegnato a non condannare il diverso.»

Ciambella198 parla a vanvera(il quale continua imperterrito la sua operazione "ignoramento del donut"):
Allora, così la nostra(?) storia ha termine. Della serie tutti felici e contenti.
La canzone è Bring Me To Life, che non c'entra molto con la storia, ma io la trovo bellissima quindi l'ho scelta (a caso come al solito).
Non so se verrà accettata per il concorso al quale sta partecipando per il semplice motivo che... Ecco, insomma, andava consegnata ieri, ossia 8 ore fa, ma a causa del mio fantastico wi-fi combinato al mio sonno non ci sono riuscita, quindi spero che i giudici siano clementi e l'accettino lo stesso, pls🙏🏻, I'm bagging your pardon🙏🏻🙏🏻
La morale, nell'improbabile, ma non impossibile, caso in cui non si sia capito, è quella di non temere il diverso, come il nostro istinto ci suggerirebbe di fare, e di provare a conoscerlo, senza condannarlo a priori. Tema che io trovo personalmente bellissimo e molto attuale.
Che altro dire... Mi sono divertita a scriverla, vista la quantità di volte in cui la protagonista è svenuta, ma non ho resistito, sorratemi.
Nulla di più, spero vi sia piaciuta e...
See ya soon!

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