Coda d'argento-capitolo 2
Louis è muto ormai da un paio di minuti. Il suo sguardo non ha mai lasciato la mia figura. I suoi occhi penetranti percorrono con estenuante lentezza ogni centimetro della mia coda. Tento di spiegarmi ma un nodo in gola m'impedisce di parlare. Le lacrime mi pungono gli occhi ma m'impongo di non lasciarle sgorgare. Ho la certezza di averlo perso. Di aver perso l'unico amico che mi abbia ascoltata e sorretta in questi ultimi tre anni. "T-tu..sei. ..una.." la sua voce mi fa sussultare. Lo vedo deglutire profondamente, tentando di vincere la sua incapacità di parlare. Io lo scruto ansiosa, in attesa che pronunci le fatidiche parole. "Una sirena"mormora infine. Dal suo tono strascicato capisco che deve essergli costata una grande fatica. Passeggia nervosamente avanti e indietro sugli scogli, passandosi una mano tra i capelli. "Una sirena" ripete atono, quasi tra sé e sé. Sono preoccupata per lui. Non l'ho mai visto così sconvolto, il viso è una maschera impassibile. "Louis" lo chiamo per riscuoterlo dal suo torpore. Appoggio le mani sulla dura roccia mentre Louis mi si accosta. Mi prende il viso tra le mani e m'impone d'incrociare il suo sguardo. In quegli occhi leggo una tempesta di emozioni a stento trattenuta. Confusione, turbamento, rabbia...e delusione. "Perché non me lo hai detto?" Mi domanda a bruciapelo. È un sibilo da cui trapela dolore, il dolore di chi sente tradita la propria fiducia. Il respiro diventa affannoso,non riesco a sostenere quello sguardo d'acciaio. Chino il volto. "Io..." comincio. Miriadi di sensazioni m'invadono, impedendomi di ragionare coerentemente. "Jasmine" mi chiama in tono severo. Sospiro. Mi si affacciano mille scuse alla mente ma scelgo la via della verità, l'unica praticabile in questo momento. "Avevo paura della tua reazione" ammetto con esitazione. Lui si rialza e si lascia andare ad una piccola risata liberatoria. È visibilmente sollevato. "Solo per questo? Avevi paura che ti considerassi strana?" Mi chiede senza smettere di ridere. "Oppure un mostro?"continua sorridendo. Mi sta chiaramente prendendo in giro. Ricambio il sorriso, lieta che abbia smorzato la tensione. Assume un cipiglio severo, puntando le iridi del colore delle nembi nelle mie. "Jasmine, tu sei la mia migliore amica. Non potrei mai considerarti un mostro" mi sussurra con dolcezza. Per me è un grande conforto. Il peso che mi opprimeva il petto si scoglie sotto l'influsso di quelle parole. "Certo, ora si spiegano tante cose, come la tua repulsione a mangiare il pesce" dice con luccichio negli occhi, riprendendo il consueto sarcasmo."Scemo" lo canzono, ma con il sorriso negli occhi. Poi mi afferra le braccia e mi trascina sugli scogli. Sul suo volto leggo perplessità mentre le squame si ritirano, ma è di breve durata. "Le sirene nella mitologia sono creature affascinanti, esperte ammaliatrici, giusto?"mi dice con fare pensieroso.Lo scruto con curiosità, non capendo il suo ragionamento. "Allora perché non sei fidanzata?" Se ho avuto ancora un barlume di preoccupazione riguardo alla sua reazione, ora è svanito nel nulla. Louis è il solito provocatore irriverente. Reprimo un sorriso e gli do una pacca sulla spalla. Insieme torniamo alla festa dove, con un certo imbarazzo, racconto che mi ero nascosta in attesa che miei vestiti si asciugassero. La festa riprende ed io dimentico la mia sgradevole avventura.
Dopo alcuni giorni, lo scherzo di Ryan è ormai superato ma l'incontro con la sirena è ancora un mistero da svelare. Non conosco neppure il suo nome. ..eppure lei sembra sapere parecchie cose sul mio conto. In questa faccenda, ci sono più punti oscuri, più domande che risposte. Decido dunque di fare andare al mare, nella speranza d'incontrarla. Quando giungo sulla spiaggia, scorgo Louis. Da quando ha scoperto il mio segreto, mi segue in ogni mia nuotata. È molto curioso riguardo alla mia natura e non si risparmia affatto in domande imbarazzanti. Appena mi vede, mi corre incontro. Un sorriso smagliante appare sul suo viso mentre s'appresta a parlare. "Jasmine, ma quando sei una...sirena, tu come.." lo interrompo con un cenno della mano. "Louis, smettila con queste domande!"esclamo esasperata. "Non ti dirò quante squame ho sulla coda, né come espleto i miei bisogni in acqua!" Concludo a voce più bassa, imbarazzata. Quando me l'ha chiesto, ero sul punto di tirargli uno schiaffo. Non so ancora cosa mi abbia trattenuta. Vedo che è di nuovo in procinto di parlare così blocco sul nascere l'ennesima domanda. "Louis, non so dove finiscano i miei vestiti!" Grido, pensando di anticiparlo. Lui s'illumina. "Questo significa che, mentre ti trasformi sei nuda.." afferma con un luccichio malizioso negli occhi. Maledico mentalmente la mia stupidità. "In realtà, come hai potuto constatare di persona, ho un reggiseno di squame...e poi sono solo dieci secondi per cui.." mi blocco, con le guance in fiamme. Perché mai glielo sto dicendo? Lui fa una risatina. "Dai, sirenetta, andiamo a farci un tuffo" mi dice, appoggiandomi un braccio sulle spalle. Sono lievemente sorpresa dalla sua volontà di distogliermi dalla vergogna. "Speriamo che l'acqua fredda spenga l'incendio sulle tue guance."Scuoto la testa, meravigliata dalla buona fede che ripongo in lui. Ci tuffiamo da uno scoglio. Appena tocco l'acqua, i miei nervi si distendono, regalandomi una sensazione di relax. Louis mi raggiunge pochi istanti dopo. Nuotiamo per circa mezzora. Mantenere il suo ritmo-alquanto lento per me- non è facile, ma mi sforzo ugualmente. Louis continua ad osservare la mia coda, rapito dai movimenti eleganti e precisi. Gli rivolgo un sorriso, decisa a stupirlo naggiormente.Con uno sprint, mi allontano da lui di parecchi metri. La velocità dei miei movimenti crea una spirale di bollicine intorno a me. Io mantengo lo stesso ritmo, inebriata dalla sensazione di libertà che mi procura solo la mia coda, ora scattante come una saetta. Mi fermo un attimo e mi volto per godermi l'espressione di Louis. È atterrito, noto con compiacimento. Anzi. ..è impallidito ed i suoi occhi sono sbarrati. È certamente spaventato...ma da cosa? Alza le mani indicando freneticamente qualcosa alle mie spalle. Nel momento in cui mi giro, comprendo che è troppo tardi.
Un mulinello d'acqua procede a gran velocità nella mia direzione. Rimango immobile, stupita da quel fenomeno. È un attimo d'esitazione fatale. Ormai è talmente vicino che percepisco d'essere entrata nel suo raggio d'azione. Mi sento trascinare all'interno, come spinta da una raffica di vento. Muovo disperatamente la coda, tentando di sottrarmi alla sua forza d'attrazione.Mi attira a sé, come un predatore che agguanta la sua preda, senza lasciarle possibilità di fuga. Mi sento risucchiare lentamente tra le spire di quel vortice, rassomiglianti a quelle di un boa mentre stritola la sua vittima. Mi oppongo strenuamente, invano. Louis intanto mi si avvicina e mi tende una mano. Con uno sforzo immane, riesco a protendermi per afferrarla. Ora sono in stasi tra due forze contrapposte. Louis tenta in ogni modo di strapparmi a quel mulinello, invano. Nell' attimo in cui smette di trascinarmi a sé, trattenendomi però la mano, il tempo si ferma per un istante. I nostri occhi s'incrociano, in un intreccio di disperazione e rassegnazione. Scuoto la testa lentamente. Cesso di lottare, certa della sconfitta. L'acqua allora mi attira definitivamente dentro il vortice. Noto con orrore che la mano di Louis è ancora allacciata alla mia. Gli faccio cenno di lasciarmi ma lui nega con forza, con una determinazione mai vista prima. Ormai, ho solo la testa fuori dal vortice. Esso si avvicina pericolosamente a lui. Cerco di disssuaderlo a lasciare la presa ma lui la mantiene ben salda. Inaspettatamente, il mulinello avvolge, sotto il mio sguardo impotente, anche Louis, inglobandolo a sé. Ora, siamo entrambi nell' occhio del ciclone.
"È davvero lei, non ci posso credere!" "Ha la coda d'argento!" "E l'umano? Che ci fa lui qui?"
Voci a me sconosciute mi sovrastano. Tento di aprire gli occhi ma una fitta lancinante alla testa mi fa desistere. In realtà, un dolore acuto percorre ogni mio muscolo, come se avessi corso un giorno intero.Muovo un poco le dita delle mani e le pinne, entrambi indolenzite. Un momento. ..pinne!? Per quale motivo sono ancora una sirena? Apro gli occhi lentamente, con cautela, per trovare una risposta. Con mio sommo stupore, decine di sirene e tritoni mi osservano con curiosità. Alzo leggermente il capo, inarcando un sopracciglio. Mille domande mi si affacciano alla mente, prima fra tutte dove mi trovo. Cerco di parlare ma la gola secca m'impedisce di articolare qualsiasi suono. "È davvero Eiremar!" Esclama qualcuno. "Si è svegliata!" Io non gli presto attenzione. Il dolore che mi pervade da capo a piedi è al momento l'unica cosa che la mia mente annebbiata è in grado di percepire. Le domande non hanno spazio ora. Così, poso nuovamente la testa a terra, abbandonandomi alle braccia di Morfeo, nel dolce oblio del sonno.
Mi risveglio su qualcosa di morbido, simile ad un materasso. Probabilmente sono ancora nel mio letto. E quelle strane visioni di sirene sono solo frutto dei miei sogni. Sollevo il busto, ancora indolenzita, e mi appresto ad alzarmi. Appena lo faccio però constato che questa non è la mia camera. In particolar modo, le pareti sono...d'acqua, con rilievi di corallo. Stranamente però, l'intero arredamento ha un aspetto solido. Inoltre, sono ancora trasformata in sirena. Logico, data la presenza dell'acqua. domande si susseguono nella mia mente senza interruzione, la confusione regna sovrana. Indubbiamente le più impellenti riguardano le mie vicende e il luogo dove mi trovo. La mia attenzione è calamitata da una sirena, appena entrata in stanza.
Il viso pallido è solcato da efelidi,mentre le labbra piene sono incurvate in un sorriso tale da coinvolgere anche gli occhi ambrati. Capelli color fiamma, naturalmente lunghi, le svolazzano intorno al volto e le giungono presso l'attaccatura della coda verde smeraldo.
Spero che lei possa dare una risposta ai miei quesiti. "Ehm, io" un colpo di tosse mi costringe a bloccarmi. "Non ti preoccupare. Il viaggio interdimensionale ha sempre un effetto deleterio la prima volta." La squadro rapidamente con le sopracciglia aggrottate, stupita e confusa dalle parole. "Il vortice" mi spiega lei, notando il mio smarrimento. Ricordi cominciano a riaffiorare. Sono uscita con Louis per nuotare, ci siamo imbattuti in un vortice e siamo stati risucchiati. Il resto, è buio. Mi porto una mano sulla bocca. Louis! Lui non può respirare sott'acqua! Il panico mi assale, mentre un brutto presentimento si fa strada dentro di me. "Louis, dov'è?" Chiedo con fatica. La voce risulta poco più di un rantolo rauco. "Ti riferisci al tuo amico? Lui sta bene. Respira, se te lo stai chiedendo. Come te, del resto." Dice, indicando l'ambiente circostante. Effetivamente, pur essendo in parte umana, non ho alcuna difficoltà a respirare. Mi guardo intorno con circospezione. Suppongo che la stanza sia arieggata, anche se non capisco in che modo sia possibile. "Avrai bisogno di riposarti, immagino." Scuoto la testa. "Voglio vedere Louis" dichiaro decisa. La sirena mi scruta con aria incerta. "Hai dormito per due giorni, non credo che..." la fermo. "Due giorni? Sono rimasta svenuta per due giorni?" Si limita ad annuire. Simulando una sicurezza che sono ben lungi dal provare, affermo "Ho dormito abbastanza, non ti pare?Voglio vederlo" La sirena sospira ed esce.
Dopo alcuni minuti, Louis entra in camera, senza ferite apparenti. Sembra solo un po' spossato, come me d'altronde. Lo abbraccio forte, sollevata che sia sano. Rimaniamo così per almeno un minuto, finché Louis mormora contro la mia spalla "Jasmine, così mi fai male." La sua voce solletica il mio orecchio e stranamente ciò mi fa rabbrividire. Sciolgo dunque l'abbraccio farfugliando delle scuse. Lui si accomoda sul mio letto, incrociando le braccia sul petto. "Allora, mia cara sirenetta...i tuoi...colleghi, simili" fa un gesto con la mano, come per scacciare via qualcosa "chiamali come vuoi..ci hanno rapiti e portati nel loro covo. ..per cosa? Esperimenti?" Mi chiede con la sua consueta ilarità, strappandomi un sorriso. "Nel caso, non credo di voler essere sezionato" per un attimo, la sua espressione assume un cipiglio severo. "Poi, cosa dico alle ragazze?" Scuoto la testa, certa che che non cambierà mai. "Non so perché ci hanno portato qui. E nemmeno dove siamo." Sospiro. Mentre ero svenuta, ho captato alcune parole, alquanto simili a quelle pronunciate dalla sirena incontrata al mare pochi giorni fa. Purtroppo, non so a cosa si riferiscano. "Temo che lo scopriremo presto" afferma Louis, indicando qualcosa alle mie spalle. Sulla soglia, c'è la sirena che ho incontrato il giorno della festa. Ci fa cenno di seguirla. Noi ci scambiamo un'occhiata e, seppur esitanti, obbediamo, desiderosi di risposte.
La sirena ci conduce, attraverso numerosi corridoi dalle omonime pareti ad acqua, in un ampia sala circolare. Questa è decisamente più maestosa rispetto alla mia camera. L'azzurro delle pareti contrasta con il rosso vivido dei coralli appesi come decorazione. Il pavimento, naturalmente d'acqua, è solido ma al contempo così limpido da lasciare intravedere i pesci al di sotto. Ammiro estasiata la scultura di ghiaccio raffigurante una sirena posta al centro, intorno alla quale è disposta una folla di sirene e tritoni. La nostra guida ci fa cenno di avanzare. Benché timorosi, io e Louis ci poniamo accanto alla statua. La sirena, dichiarando di chiamarsi Itril, si apre in un sorriso dolce. "Certamente vi starete chiedendo in che luogo vi trovate." L'irritazione cresce nel mio petto. Questa domanda mi pare piuttosto impertinente, dopo essere stata portata qui contro la mia volontà. Emetto un sospiro, in procinto di sfogare la mia frustazione.Louis mi appoggia una mano sulla spalla per confortarmi. È un implicito messaggio, volto a calmarmi. Espiro lentamente, decisa a placare le mie emozioni. Non è auspicabile lasciarmi travolgere da esse, in questo momento. Itril si accosta a noi. "Questo è il nostro regno,Atalantial, il luogo in cui noi, i tuoi simili, abitiamo." Mi rivolge un'occhiata penetrante che io ignoro volutamente, decisa a mantenermi impassibile. "Perché sono qui?" Scandisco ogni parola, ansiosa per la risposta. "Tu hai la coda d'argento." Risponde con ovvietà. "Me lo ripetete tutti!" Esclamo esasperata. "Ma cosa significa?" Gli sguardi di quella folla cominciano ad innervosirmi. Preferirei fosse un colloquio privato. La sirena sospira, scuotendo lievemente la testa. Pare immersa nei suoi pensieri, totalmente incurante della folla che ci circonda. "Tu sei Eiremar, la sirena della profezia."
#spazio autrice
Allora. ..che ne pensate del capitolo? Vorrei farvi notare la copertina . È la prima che realizzo in modo più "professionale" diciamo. Vi piace? Scrivetemelo nei commenti!
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