3 prova-capitolo 3

Cailyn battè nervosamente un piede a terra, sfregandosi contemporaneamente le mani. Poi si alzò in piedi di scatto e cominciò a passeggiare avanti e indietro con le mani congiunte dietro la schiena. Non riusciva a stare ferma. Era ossessionata dal ricordo dell' impresa, ben poco nobile, che aveva appena compiuto. Lei. ..aveva trafugato la Camera Oscura! L'inviolabile Camera Oscura. Il rimorso non le dava tregua. S'insinuava tra le pieghe della sua mente, tormentandola in modo crudele. "Come hai potuto farlo? Come hai potuto tradire il tuo stesso popolo?"l'assilava una voce nella sua mente . Si susseguivano poi  immagini di sua madre e suo padre che scuotevano la testa, con uno sguardo ferito colmo di disapprovazione. Cailyn si sedette sul letto,  si prese la testa fra le mani e impose alle voci di tacere. "Io l'ho fatto per mia madre! Solo per lei! " ripeteva dentro di sé. Purtroppo, non riusciva a convincersi di aver fatto la cosa giusta.

Le sette del mattino arrivarono troppo presto per Cailyn, che si era addormentata solo qualche ora prima, sfinita. Grace le lanciò un cuscino. "Svegliati, pigrona!" Cailyn la ignorò, mugolando sonoramente. Grace sbuffò e la scrollò due o tre volte, senza successo. "D'accordo. Poi dimmi che non ti avevo avvertito." Sussurrò la bionda con fare da cospiratrice. Con un dito proteso, sollevò lentamente l'amica dal letto, tenendola sospesa a mezz'aria. Cailyn annaspò, muovendosi convulsamente. Rivolse un'occhiata omicida a Grace. "Va bene, va bene, mi alzo. Ora però mettimi giù! "Disse con le braccia alzate in segno di resa. L' amica ubbidì con un sorriso compiaciuto sul volto, facendo atterrare Cailyn con un tonfo sonoro.

Le due amiche avevano già indossato le divise, pronte per la scuola, quando un bussare sommesso attirò la loro attenzione. Cailyn si scambiò un'occhiata interrogativa con l'amica. Poi andò ad aprire, curiosa di scoprire chi le facesse visita a quell'ora. Per un terribile attimo, credette che l'avessero scoperta. Sospirò di sollievo dunque quando vide che il visitatore non era altri che suo padre. "Papà!" Lo accolse con un sorriso forzato,non poteva dimenticare il terribile atto della notte precedente. "Tesoro! " le sorrise lui, dandole un buffetto sulla testa. Suo padre era ancora un uomo di bell'aspetto, riconobbe Cailyn compiaciuta. Alto, dal fisico asciutto,sempre impeccabile nel suo completo scuro,  trasudava eleganza e pacatezza. Il viso aveva dei lineamenti ben cesellati;Il naso ritto, il mento squadrato, la mascella volitiva e i suoi stessi occhi azzurri gli conferivano un'aria seria e  tranquilla.  Completavano il quadretto i ricci e corti capelli neri.
"Che cosa è successo alla tua mano?"le chiese con preoccupazione.Cailyn si osservò la mano fasciata. "Oh...ehm, ho avuto un problema con la magia del fuoco.
"Perché sei venuto qui a quest'ora?" Gli domandò in fretta, per distogliere l'attenzione dalla sua mano.Il padre la scrutò con aria dubbiosa. "Non ricordi che giorno è oggi?". Cailyn frugò nella sua memoria. "È. ..è il giorno in cui si celebra la fine della guerra con gli elfi neri!" Atron sorrise. "Già. Quest'anno vogliono tessermi un elogio pubblico." Fece una piccola smorfia. "Signor Atron" intervenne Grace. "Dovrebbe esserne orgoglioso. Dobbiamo a lei la vittoria dei maghi." Disse la bionda, tenendo la testa bassa per nascondere il rossore che le imporporava le guance. Cailyn ci era abituata. Chiunque parlava con suo padre, manteneva un atteggiamento remissivo, in segno di rispetto. Atron sospirò lievemente. "Certo. Il motivo della mia visita è però un altro. Sarete invitati tutti voi studenti." Fece una pausa, poi si rivolse alla figlia. "Cailyn, tu sarai in prima fila." Si ondeggiò sui piedi."Naturalmente, dovrai indossare un abito adeguato." Le rivolse un'occhiata significativa. Cailyn capì al volo cosa intendeva. Con quell'avvertimento sul vestito, in realtà Atron le stava comunicando di non farlo sfigurare. Lei doveva essere il suo orgoglio. Per questo era una dei migliori maghi dell' Accademia. Prendeva anche lezioni extra di magia, per mantenere gli ottimi voti. Era suo dovere, sin da piccola,   essere all'altezza delle aspettative del padre. Cailyn annuì. "Non so se ho un vestito adatto per quest'occasione." Il padre le scompigliò i capelli in modo affettuoso. "Non ti preoccupare. Ti manderò alcuni modelli tra cui potrai scegliere." Disse prima d'uscire dalla stanza.Cailyn si puntellò sui piedi. Si era completamente dimenticata delle celebrazioni di quella sera. Ciò rappresentava un problema non trascurabile. Quella sera si sarebbero riuniti i più importanti personaggi del mondo magico per assistere alla cerimonia.  Lei sospettava che  il     la Suprema avesse scelto il momento d'agire con accuratezza. La sovrana delle pixiel era più astuta di quanto immaginasse. Cailyn non si sentiva affatto tranquilla.  Era più che probabile che la Suprema si preparasse ad un attacco.

Come promesso, Atron nel pomeriggio le portò alcuni abiti da provare.  Lei li indossò tutti senza però preferirne alcuno. Non era dell' umore adatto per una sfilata.  "Che ne dici di questo? Addosso ti sta bene" la incoraggiò Grace, sollevando un abito rosso vermiglio. La maga scosse la testa. "No, il colore è troppo acceso."
L'amica si lasciò andare ad un sospiro di esasperazione. "Hai posto obiezioni a tutti gli abiti che hai provato!" Protestò. "E non credo sia colpa dei modelli."proseguì in tono più dolce." In questi giorni sei strana." Osservò. "Cosa c'è che non va?"le chiese, poggiando le mani sui fianchi.
Per la seconda volta in pochi giorni, Cailyn s'apprestò a mentire alla sua migliore amica. "Ecco, il prof Penfargh mi ha detto di..."Grace la interruppe con un cenno brusco della mano. "Basta bugie. Voglio la verità." Disse in tono deciso, accompagnando la frase con uno sguardo carico di determinazione. Cailyn conosceva quello sguardo. L' amica sarebbe stata irremovibile. Sospirò. "Va bene." Concesse infine. In fondo, poteva esprimerle i suoi timori per quella sera, senza rivelarne le motivazioni. "Ho paura per stasera" confessò, incrociando le braccia sul petto. Grace aggrottò le sopracciglia. "E perché mai?" Cailyn le si avvicinò. "Be, stasera saranno presenti le più importanti personalità del nostro mondo, compresi i maghi più potenti." Tirò un respiro profondo. "Ebbene, temo che qualcuno approfitti di quest'occasione per sferrare un attacco." Grace fece una risatina. "Maddai! Proprio la presenza dei maghi più potenti garantirà sicurezza! Chi oserebbe avvicinarsi a loro, quando sono tutti insieme?" Ribattè. Ovvio che non le credesse, dato che aveva esposto solo parzialmente le sue paure, pensò leggermente infastidita. Era pur vero che Grace aveva ragione, ma la sua obiezione non teneva conto di un oggetto magico alquanto potente nelle mani della Suprema. "Dai, ora basta con queste sciocchezze. Scegliamo il tuo vestito! Dovrai essere bellissima stasera!" Gridò estasiata. Cailyn non poté fare a meno di acconsentire.

La maga si osservò allo specchio e non poté trattenere un sorriso. L'abito che aveva scelto era meraviglioso e le calzava a pennello. Di un intenso blu notte, il corpetto con la scollatura a cuore era ornato da perline blu cobalto che formavano una spirale sinuosa. Appena sotto la vita, il vestito si allargava in una gonna vaporosa di tulle. Il motivo del corpetto era ripreso sull' orlo. Grace le aveva realizzato uno chignon, impreziosito da un fermaglio d'argento. "Oh, Cailyn..sei stupenda" l'amica era dietro di lei, un sorriso radioso sul volto."È solo merito tuo" replicò la mora. "Sciocchezze.Ora va da tuo padre a farti ammirare." Cailyn uscì dalla stanza e si diresse allo studio del padre. "Disturbo?"chiese appena arrivata."No. Entra pure Cailyn." Atron alzò la testa dalle carte su cui stava lavorando. Appena la vide, spalancò la bocca. "T-tesoro, sei bellissima". "Grazie" ribattè Cailyn con un sorriso, lieta del complimento. Si sedette su una delle sedie poste di fronte alla scrivania, ammirando l'arredamento barocco. La colpì in particolar modo la tapezzeria delle pareti; era identica a quella della Camera Oscura. Ripensando alla sua impresa, la maga si rabbuiò. Sarebbe mai stata in grado di superare il pentimento?
Mentre Cailyn indugiava in queste riflessioni, entrò un professore che avvisò il padre di un avvenimento. Lei non udì le parole, ma dal tono concitato del prof e dall' espressione severa e composta di Atron, capì che era accaduto qualcosa di grave. "Cosa è successo?" Chiese non appena il professore uscì dallo studio. Atron corrugò la fronte.  "Qualcuno si è introdotto nella Camera Oscura e ha rubato lo Scettro di Gaudiel." Disse in tono gravoso. Cailyn sentì il colore defluire dal suo volto, mentre l'ansia d'essere scoperta s'impossessò di lei. "S-sapete già chi è stato?" Chiese con un filo di voce. "Non ancora." Si avvicinò a lei e le prese entrambe le mani. "Ma non temere, figliola.Troveremo quel vile traditore e lo imprigioneremo." La rassicurò, lasciando trapelare la sua collera. Cailyn sentì l'aria mancarle. Respirò profondamente ma il panico la tenne stretta nella sua morsa. "Ah, ehm.." picchiettò le dita sul tavolo. "Bene." Deglutì sonoramente. "Io però ora. .devo proprio andare." Farfugliò. Non attese la risposta e corse via. 

Arrivò in camera sua tutta trafelata. Per fortuna Grace non c'era, così lei fu libera di sfogare la propria frustazione. "Maledizione!"urlò a pieni polmoni. Le lacrime, le scesero sul volto. Avevano il sapore amaro della colpevolezza. Si sedette sul letto e se le asciugò. "Perché? Perché io?"pensava. Dopo essere stata rapita, vessata e ricattata dalle pixiel le sarebbe toccato il disonore di essere arrestata. Cosa avrebbero detto i suoi amici di lei? E suo padre? Era stata persino privata del diritto di difendersi. Nessuno avrebbe creduto al rapimento, né tantomeno al ricatto, dal momento che lei non si era allontanata dall' Accademia. Tutti l'avrebbero accusata di essere una traditrice.  Avrebbe perso tutto. Famiglia, amici, reputazione, il rispetto dei maghi.  Battè un pugno sul muro con la mano sinistra. La Suprema! Era tutta colpa sua! La rabbia le infiammò le guance. Aveva organizzato tutto perfettamente, senza lasciare tracce. Aveva ordito un piano per rovinarla e c'era riuscita.
Due ore dopo, Grace l'avvertì che la stavano aspettando poiché la cerimonia stava per cominciare. Cailyn ormai aveva domato la tristezza e la rabbia, ora le rimaneva solo la certezza di essere sul punto di perdere tutto. Sul suo viso non aleggiava alcuna emozione.Non voleva mostrarsi in pubblico, ma decise di scendere comunque per assistere al trionfo del padre. Se Grace si accorse della sua anomalia, non lo diede a vedere. Si limitò ad accompagnarla nell' ampio salone dal pavimento di lucido marmo, ben illuminato da un'imponente lampadario di cristallo. La sala dei ricevimenti dell' Accademia era già gremita di alunni, professori e personaggi illustri, ognuno seduto su una confortevole poltroncina. Cailyn raggiunse il suo posto in prima fila e salutò educatamente le personalità importanti presenti. Il preside, un uomo anziano corpulento, salì sulla pedana allestita per l'occasione e diede inizio alla cerimonia. "Benvenuti"esordì con voce tonante. "Siamo qui oggi riuniti per assistere alla cerimonia di uno dei più grandi trionfi dei maghi. .." Cailyn smise di ascoltare il pomposo discorso e si dedicò all'osservazione del soffitto. Era interamente affrescato con i momenti più rappresentativi della storia dei maghi. Al centro, c'erano i quattro elementi, i principi  della magia stessa. Ai lati di essi erano ritratti i due poli della magia. A destra mago Merlino, in rappresentanza della magia bianca, a sinistra, Morgana, l'incarnazione della magia oscura. Ogni mago, prima di apprendere ad usare la magia, era tenuto a compiere questa scelta. Lei aveva naturalmente optato per la magia benefica, ma, per il furto della scorsa notte, aveva messo la sua magia a servizio della malvagità. Bianco o nero? Cailyn in quel momento credeva semplicemente d'essere il grigio. "....ora vorrei passare la parola a colui che,  con l'elaborazione del suo piano, ha conquistato la vittoria. Chiamo ora sul palco l'onorato Atron."  Cailyn captò queste parole e riprese a prestare attenzione alla cerimonia. Suo padre, tra gli applausi generali, salì sul palco, pronto ad esibirsi nel suo discorso. "Innanzitutto grazie per questi calorosi applausi."disse con un sorriso. Un improvviso vento gelido attraversò la sala, accompagnato dal tonfo sordo delle porte che sbattevano. "Immeritati. Assolutamente immeritati." Protestò una voce. A Cailyn si gelò il sangue nelle vene. Conosceva quella voce. Era la Suprema in persona a parlare. E c'era di più:in mano, aveva lo Scettro di Gaudiel.

Mormorii concitati e spaventati percorsero il salone come un onda. La Suprema, come da lei previsto, stava seminando il panico. I professori cercarono di calmare gli alunni e li portarono al di fuori del salone principale. Rimasero solo Cailyn, suo padre e altri potenti maghi. Atron aveva un'espressione allibita, notò Cailyn. Anche gli altri ma lui sembrava più scioccato che sorpreso. Perché mai? "Vattene finché sei in tempo!" Le intimò Castrelm. La Suprema scoppiò in una risata sguaiata. "Non vado proprio da nessuna parte." Disse con un ghigno, prima di lanciare un raggio azzurro contro il mago che aveva parlato.Castrelm fu sbalzato qualche metro più in là. Cailyn si portò una mano alla bocca. Non credeva che lo Scettro fosse tanto potente da tramortire Castrelm, uno dei custodi dei principi della magia. Gli altri indicarono lo Scettro con aria preoccupata. "Chi vuole fare la stessa fine di quel custode barbuto?" Urlò ebbra di potere, avanzando. Atron intanto rimaneva immobile, incapace di reagire. Cailyn corse sul palco e lo scuotè."Papà! Papà!" Lo chiamò. "Dobbiamo fare qualcosa!" Solo allora il genitore si riscuotè dal suo torpore. "Cailyn" disse appoggiandole una mano sulla spalla. "Va a chiamare aiuto! Presto!" La maga tentennò "Papà, io.." "Vai!" Le urlò. A quel punto lei corse giù dal palco e si diresse al portone principale. Questo, non appena lei ci giunse davanti, si chiuse di scatto. Spaventata, si ritrasse e volò fino alla finestra, che fu ugualmente chiusa. In pochi attimi, tutte le uscite furono sigillate. "Nessuno uscirà da qui" li avvertì la Suprema in tono lugubre, ormai giunta davanti alla pedana sopraelevata. Gli altri maghi, nel frattempo, si posero alle sue spalle e uno di loro le lanciò una sfera di fuoco. La Suprema si voltò di scatto e, sotto gli occhi allibiti di tutti, assorbì il colpo con lo Scettro. "Qualcuno ha ancora l'ardore di attaccarmi?" Domandò in tono retorico. Cailyn sentì i sensi di colpa stringerle lo stomaco in una morsa dolorosa. Era colpa sua. Quell'intera situazione era colpa sua. Se solo lei...scosse la testa.Non era il momento di crucciarsi. Ormai il danno era fatto, piuttosto doveva escogitare un modo per risolvere il problema. Suo padre si avvicinò alla Suprema con i pugni chiusi e le lanciò un fulmine che fu prontamente intercettato dallo Scettro. "Siete ridicoli" li canzonò. "Non capite che, attaccandomi, aumentate il mio potere?" Una domanda giunse sulle bocche di tutti maghi presenti. Come avrebbero fatto a sconfiggerla, senza attaccarla? "Dobbiamo sottrarle lo Scettro" sussurrò uno. Gli altri convennero e si avvicinarono silenziosamente alla donna. Con un cenno del capo, si avventarono contemporaneamente su di lei. La Suprema, rapida con una gazzella, fece scaturire un fulmine dallo Scettro, e tutti caddero a terra rovinosamente. "Ingenui." Li schernì. Ora nel salone erano rimasti solo la Suprema, Atron e Cailyn.

La maga affiancò il padre, pronta per la battaglia. "Ma che bel quadretto familiare."osservò la Suprema in tono derisorio. "Chi hai corrotto per portarti lo Scettro?" Le domandò Atron con voce alterata dalla rabbia. Cailyn ammirò la tattica di temporeggiare del padre,in attesa che escogitassero un piano per sconfiggerla. D'altra parte però la domanda che aveva posto la fece agitare. Si augurava che la Suprema mentisse ma non osava sperare tanto. "Non ho corrotto nessuno. Me lo ha portato di sua spontanea volontà." Si fermò per rivolgere un'intensa occhiata alla maga. "Non è vero, Cailyn?" La ragazza sbarrò gli occhi e cominciò a respirare affannosamente. Era accaduto ciò che temeva. Ciò che immaginava sono nei suoi peggior incubi. Il padre spalancò la bocca. "Non...non è vero! Mia figlia non avrebbe mai fatto una cosa simile!" Urlò con decisione. "Se non credi a me" proseguì con noncuranza.  chiedilo a tua figlia." Il padre si voltò verso di lei, pregandola con gli occhi che non fosse vero. "No! No!" Pensava Cailyn, le pulsazioni in aumento. Non doveva andare così. Non avrebbe dovuto scoprirlo in quel modo."Padre, io..." la voce le uscì in un sussurro. Ecco. Ecco quello sguardo che Cailyn si augurava di non leggere mai negli di suo padre. Confusione, disapprovazione ma soprattutto... delusione. Suo padre era deluso da lei, che si era sempre sforzata di compiacerlo."Perché? Perché?" Il tono di voce straziante, più che una domanda era una supplica. Gli occhi di Cailyn si riempirono di lacrime. Un forte tremore le percorreva il corpo. "Traditrice"risuonò nella sua mente. Cailyn si posò le mani sulle tempie, tentando disperatamente di mettere a tacere i sensi di colpa. "Vi prego, basta" mormorava tra i singhiozzi. Il padre le si avvicinò e la strinsè a se in un abbraccio. Cailyn si rilassò.  "Oh, ma che scenetta commovente" commentò sarcasticamente la sovrana delle pixiel. Suo padre non la voleva disconoscere. Lui era lì, per lei.  Rincuorata da questo pensiero, la maga si asciugò le lacrime e si staccò dal padre. "Cosa vuoi tu da noi?Lasciaci in pace!"urlò diretta alla Suprema. La rabbia s' impossessò di lei, permettendole di combattere.  Non le lasciò il tempo di parlare e le scagliò addosso stalattiti di ghiaccio affilato. La Suprema le evitò con destrezza. "Non riuscirai a battermi, piccola insolente" la reguardì. "Insieme però sì"intervenne il padre. Alzò le mani, così da intrappolarla tra dei rampicanti. Le afferrarono braccia e gambe ma mantenne salda la presa sullo Scettro. Divincolandosi un poco si liberò e sferrò il suo attacco. I due maghi evitarono i raggi di luce. "Dobbiamo toglierle lo Scettro." Sussurrò Atron alla figlia. "Magari con un po d'aria.." propose Cailyn in tono malizioso. Padre e figlia si levarono in volo e unirono le mani. Attorno a loro cominciò a spirare un forte vento. Turbinava sempre più veloce,a spirale,  fino a formare un vortice. Quando furono pronti, i due maghi disgiunsero le mani e indirizzarono il vortice d'aria alla Suprema. Lei, colta di sorpresa,  fu sollevata in aria e divenne l'occhio del ciclone. Inevitabilmente, lo Scettro le scivolò dalle mani. Ella digrignò i denti, furiosa. Quei maledetti maghi avevano vinto. O forse no...un sorriso, più simile ad un ghigno, le comparve sul volto. Le rimaneva un'ultima carta da giocare. "Atron, perché non parli a tua figlia del favore che noi pixiel ti facemmo esattamente vent'anni fa?" Il mago impallidì e deglutì profondamente. La sua reazione suscitò la curiosità di Cailyn. Perché era tanto turbato?

Approfittando  della distrazione dei due maghi, la Suprema si liberò e si riprese lo Scettro. "Atron, tua figlia sembra dubbiosa. Non è l'ora della verità?" Lo incalzò.
Cailyn, ancora sospesa in aria, lo scrutò. Il padre aveva una maschera impassibile. "Papà, di cosa sta parlando?" Atron rimase muto, senza avere il coraggio di guardare negli occhi la figlia. "Toccherà a me, allora" disse la Suprema, alzando gli occhi al cielo. "Vedi cara, vent' anni fa venne da noi per ristorarsi. Era disperato." Il tono era prettamente teatrale. "La sua gente era in guerra con gli elfi neri. .e aveva bisogno d'idee." lasciò volutamente la frase in sospeso. Cailyn sgranò gli occhi, man mano che la verità le si faceva strada nella mente. Lo stratagemma che aveva usato Atron per sconfiggere gli elfi, ovvero il catalizzatore di raggi solari  che li aveva accecati, non era stata un'idea sua, bensì delle. ..delle...si portò una mano alla bocca. No. Si rifiutava di crederci. La Suprema rise, estasiata dall'espressione sorpresa della ragazza. "Papà! Dimmi che non è vero!" Lo implorò. Atron rimase silenzioso. "Papà!"lo richiamò lei. Atron si sforzò di guardare in faccia la figlia. "Mi dispiace." Disse. "Mi dispiace." Ripeté con voce affranta. I suoi occhi, dello stesso colore di quelli della figlia, imploravano il perdono. "No" mormorò Cailyn, incredula. "Non può essere". Senza che lo potesse impedire, le lacrime cominciarono a sgorgare copiosamente. Suo padre, per ben vent'anni, si era arrogato il merito di aver sconfitto gli elfi neri, con i relativi onori e privilegi. Aveva fatto credere all'intero mondo magico d'essere un eroe. Lei, in tutta la sua vita, l'aveva ammirato, sognando di poter seguire le sue orme. Ora di quei sogni non rimaneva che cenere. Suo padre era solo un codardo. "Mi dispiace interrompere questo momento delicato ma ho una vendetta da portare a termine." Colpì con un raggio più potente degli altri Atron, che, ancora sconvolto, cadde a terra. "Papàaa!"gridò Cailyn, precipitandosi da lui. Lo scosse più volte, ma il padre rimase immobile con gli occhi chiusi. "No, no, no" disse la maga, tra i singhiozzi che la scuotevano."Papà, ti prego". Lo supplicò. "Svegliati". Non riusciva più a parlare perché il nodo in gola si era fatto troppo stretto. La Suprema intanto rideva fragorosamente. "Questo era il prezzo da pagare"si giustificò. Quella donna perfida meritava di pagare.La rabbia sostituì rapidamente il dolore. Si rialzò, pronta a fronteggiarla. C'erano solo loro due, e lo Scettro, dato che gli altri maghi giacevano ancora sopiti. Lo Scettro...l'illuminazione la colse improvvisamente. All'interno era racchiusa l'anima di Gaudiel, forse poteva convincerla ad uscire. Era un piano disperato, lo riconosceva, ma non poteva arrendersi. Lo doveva a suo padre. "Gaudiel"urlò, evitando un attacco della pixiel regina "so che sei rinchiusa la dentro. Non vorresti uscire? Non vorresti respirare la libertà?" La incalzò. La sovrana delle pixiel la scrutava come se fosse pazza, ma lei non si arrestò.  "La Suprema che ti ha sostituito ti sta usando crudelmente per i suoi scopi. Le vuoi davvero permettere di compiere la sua ingiusta vendetta?" Un piccolo guizzo involontario illuminò lo Scettro. Cailyn sorrise, capendo di essere sulla strada giusta. La Suprema invece era sempre più confusa. La maga sferrò il suo colpo finale. "Vuoi davvero che altre persone siano ingannate o oppresse, come è accaduto a te?" Riprese fiato. "Desideri davvero che qualcuno subisca la tua stessa sorte?"Una luce improvvisa proveniente dallo Scettro rischiarò il salone.  Le due contendenti si coprirono gli occhi con una mano. Quando li riaprirono,  apparve davanti a loro una magnifica creatura. Simile ad un'elfa, era alta e aggraziata. I fini e lunghi capelli verde acqua le arrivavano alle caviglie. Gli occhi, della stessa tonalità dei capelli, erano incastonati in un viso dai tratti graziosi. Indossava una lunga veste leggera verde chiaro, punteggiata di azzurro. Era Gaudiel, nella sua versione di elfa. "Non posso più servirti, Suprema." Esordì con voce calma. "Finora l'ho fatto solo perché mi sentivo in dovere verso il mio popolo, nonostante ciò che ho subito." Nelle ultime parole, aveva abbassato lo sguardo. Evidentemente il tradimento la feriva ancora. "Ora però non voglio più essere soggiogata" Proseguì in tono più deciso, alzando fieramente il mento. "In quanto paladina dei deboli, è mio dovere aiutare questa giovane maga." L'espressione esterefatta  della Suprema restò nei ricordi di Cailyn. Stavolta  era lei ad essere senza parole, constatò Cailyn con un sorriso. Gaudiel la affiancò e le prese la mano. Si levarono in aria con gli occhi chiusi. Una luce  si sprigionò dalle loro mani congiunte. Avvolse le loro figure come un manto. La luce aumentò d'intensità stringendo in un abbraccio l'intera sala. La Suprema cercò di ripararsi ma, senza la potenza dello Scettro, fu sconfitta. I maghi presenti in sala, compreso il padre di Cailyn, si rialzarono. La luce della speranza, dell' innocenza e della libertà aveva trionfato sulla superbia e sulla violenza. Quel giorno fu scritto un nuovo nome nella storia dei maghi:Cailyn Mareyen.

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