3 prova-capitolo 1

Una macchia di luce che si accendeva e si spegneva sulla finestra, non vedeva nient'altro.Curiosa di vedere cosa producesse quella luce, decise di avvicinarsi e vide una piccola fatina scintillante che la osservava con curiosità. Era minuscola, tanto che di lei si potevano distinguere solamente le ali diafane sulle spalle. Come tutte le Pixiel, era più simile ad una lucciola che ad una fata. "Sei tu la figlia di Atron?" Chiese a Cailyn.Era solo una domanda di cortesia, dato che chiunque conosceva, almeno di fama, suo padre. Egli era considerato come il mago più geniale di tutti i tempi. Era stato grazie al suo contributo, che i maghi avevano vinto la guerra contro gli Elfi Neri. "In persona" rispose lei con semplicità. La fata, o meglio, la Pixiel, fece una piccola piroetta. "Bene, allora devi venire con me. Tuo padre ci deve un favore. " squittì con voce sottile, appena udibile. Cailyn era incredula. Dubitava che suo padre, mago tra i più stimati del mondo, dovesse un favore alle Pixiel, piccole creaturine quasi insignificanti. "Non verrò con te" obiettò con decisione, incrociando le braccia sul petto. "Devi. Questo è il prezzo da pagare per l'aiuto ad Atron " disse la Pixiel con, per quanto le fosse possibile, voce perentoria. Cailyn non ignorò il disprezzo con cui aveva nominato suo padre. Se ne chiedeva la ragione, ma del resto l'intero significato della frase era a lei oscuro. "Cosa vuoi da me? Io non ho fatto nulla! E nemmeno mio padre! " sbottò. La Pixiel parve arrabbiarsi. "Non hai scelta." Queste furono le ultime parole che udì la maga, prima di essere trascinata in un vortice di luce.

Cailyn si risvegliò su un pavimento duro e freddo. Non era certo il confortevole parquet dell' Accademia a cui era abituata.Tentò di alzarsi ma la testa le pulsava dolorosamente. Chiuse gli occhi e, quando il dolore passò, fu in grado di mettersi seduta. La stanza dove si trovava era abbastanza piccola. Era dotata di un giaciglio addossato alla parete e, dall' altro lato era posato un vassoio contenente un pezzo di pane e una brocca d'acqua. Davanti a lei, sbarre di ferro sigillavano l'ingresso. Una prigione, dunque. "Queste Pixiel sono proprio determinate. Addirittura la galera!" Pensò Cailyn, stizzita.Del resto, lei era una maga e rompere le sbarre sarebbe stato davvero facile. Si alzò in piedi e protese la mano verso di esse per aprirsi un varco. Esse però rimasero immobili. Ritentò, invano. "Non riuscirai a fuggire, piccola figlia di Atron.Questo luogo è immune alla magia" L'appellativo che quella misteriosa figura le aveva rivolto era carico di disprezzo. Si protese e infilò la testa fra le sbarre. Innanzi a lei, si stagliava una donna corpulenta, come testimoniavano i possenti bicipiti.Lunghi capelli neri come la notte scendevano sul viso dai tratti spigolosi. Un naso aquilino si protendeva verso l'esterno mentre la bocca voluttuosa era arricciata in un piccolo broncio. Gli occhi invece, dello stesso colore dei capelli, la scrutavano con freddezza. Aveva sentito parlare di elfi neri che prestavano servizio militare nelle corti. Non era certa che ci si potesse fidare di loro, dato che erano considerati le fecce della società. Dall'abbigliamento infatti,Cailyn capì che ella era una guerriera. Indossava un corpetto di pelle nera, che le lasciava scoperto l'ombelico. Le gambe erano fasciate da morbidi pantaloni larghi. Dalla cintura pendevano un pugnale e un coltello. "Perché mi avete rapita?" Ringhiò la maga. L' elfa passeggiò avanti e indietro, con le mani congiunte dietro la schiena. "Che domanda stupida" osservò in tono ironico, fermandosi davanti alla cella. "Sai perfettamente perché ti trovi qui.". Certo, la pixiel aveva parlato di un favore fatto al padre, ma lei stentava a crederci. Inoltre, non aveva ancora capito il suo ruolo nella faccenda. Insomma...era proprio necessario rapirla? "Quel che so che una pixiel pazza si è inventata una scusa legata a mio padre, e mi ha rapita!" Urlò, in preda all'isterismo. L'elfa scoppiò in una fragorosa risata, rivoltando il capo all'indietro. La maga era sempre più convinta che quello fosse un covo di pazzi. Quando si fu ripresa, la carceriera, perché quello era, avvicinò il viso al suo, lasciando uno spazio di pochi centimetri. "Così credi che le pazze siano le pixiel, eh? Mi spiace deluderti, ma non è così. Voi maghi, siete coloro da biasimare! Con le vostre sciocche manie di superiorità!" Concluse, allontanandosi un poco.Cailyn scosse la testa. Ora, era davvero confusa. Era successo tutto troppo in fretta. La sua magia non funzionava e lei non sapeva che fare. Era frustrante per la maga dover attendere nella nullafacenza. " la tua espressione denota confusione."esordì l'elfa. "Ma devi stare tranquilla, non vogliamo farti niente di male. Se ubbidirai, tornerai a casa sana e salva."la rassicurò, aggiungendo un astuto sorriso. Cailyn non si fidava della carceriera, dimostratasi volubile ed incostante. Le sue criptiche parole più che tranquillizzarla, la mettevano in allarme. "Ubbidire a cosa? Cosa volete farne di me?". Tutte queste domande parvero provare la pazienza della carceriera."Smettila di fare domande! Voi maghi e la vostra smania di sapere tutto!" Essendo un ' elfa nera, naturalmente odiava i maghi. "Fai ciò che ti diremo e non ti accadrà nulla." Concluse. La maga diede un pugno alle sbarre, stizzita. Quella carceriera non voleva dirle nulla! Nulla! Ritirò la mano dolorante mentre l'elfa si allontanava. "Ah, un'ultima cosa." Aggiunse fermandosi un momento. "Ti consiglio di non far arrabiare la Suprema.Si infiamma facilmente." Poi, sparì nell' oscurità.

Poche ore dopo, il rumore della chiave nella toppa destò l'attenzione di Cailyn. La cella si aprì con un cigolio e comparve una guardia. "La Suprema ti aspetta. " dichiarò in tono autoritario. Poi, senza lasciarle il tempo di dire nulla, le pose una mano sulla schiena e la sospinse fuori. Imboccarono il corridoio a destra, fiocamente illuminato da alcuni fuochi sospesi a mezz'aria. Al termine di esso, si e estendeva una lunga scalinata. Cominciarono a salirla. Nel tragitto silenzioso, la maga ebbe tutto il tempo di tormentarsi. Non aveva mai incontrato la regina delle pixiel, chiamata Suprema. Non aveva la benché minima idea di cosa volesse da lei. L'unica cosa che sapeva era che presso le pixiel essere la figlia di Atron era motivo di biasimo, mentre nel resto del mondo era un privilegio. Probabilmente, era quella la sua unica colpa. Del resto, se avevano davvero dei conti in sospeso con suo padre (cosa di cui dubitava) perché mettere in mezzo lei? Sospirò.Sperava che la Suprema potesse dare una risposta ai suoi quesiti.
Dopo un interminabile salita, si ritrovarono nell' ennesimo corridoio, che li condusse alla sala del trono. Cailyn si arrestò davanti all' imponente portone di legno intagliato. Un brivido le percorse la schiena, raggelandola. Temeva la Suprema, inutile negarlo. Avrebbe potuto costringerla a fare di tutto, dato che la sua magia non funzionava. "Entra" le ordinò con voce perentoria la guardia. Lei afferrò la maniglia con mano tremante, tirò ed entrò, seguita dalla guardia. Mosse qualche passo in avanti, se ne sentiva l'eco. Si guardò intorno, meravigliata dalla grandezza della sala del trono, soprattutto se paragonata alle dimensioni delle pixiel. Il soffitto voltato a botte era alto almeno dieci metri. Sulle pareti dipinte di blu, spiccavano raffigurazioni di pixiel impegnate in una danza leggiadra. Dalle loro ali, scaturiva una luce dorata che rischiarava il salone. In fondo invece si stagliava il trono della Suprema,alto circa un metro.
Era d'oro massiccio. Degli smeraldi adornavano i braccioli mentre la seduta era di morbida pelle di dainafroenus, un tipico esemplare della foresta. Sopra però non vi era nessuno. Stupita, si girò verso la guardia che le fece cenno di avanzare. Si avvicinò dunque al trono. Solo allora notò la piccola figura che vi risiedeva. Eccetto che per una minuscola corona di rubini sul capo, la Suprema non si distingueva dalle altre pixiel. "E così tu saresti la figlia di Atron, eh? Gli somigli."osservò la Suprema, alzandosi. Cailyn sollevò il mento e, con i pugni stretti lungo i fianchi, sibilò a denti stretti "figlia di Atron, mi chiamate tutti così. Io però ho un nome e una mia identità indipendente da mio padre. " Il tono di voce era tagliente. La pixiel si accostò a lei e assunse la forma di una donna. Alta, flessuosa, i lunghi capelli ramati le ricadevano sul viso dai tratti alteri e raffinati. Era una peculiarità delle pixiel potersi trasformare in altre specie. La fece un sorrisetto e le girò intorno con passi lenti e misurati. "Cara, io non dubito affatto che tu sia una persona con la tua propria identità" disse con tono falsamente gentile."il punto è " proseguì appoggiandole una mano sulla spalla "che tu mi servi, a causa di tuo padre." Mi servi ...quelle parole avevano un suono sinistro alle orecchie di Cailyn. "Perché mai dovrei servirti? Se hai questioni irrisolte con mio padre, parlane con lui!" Sbottò divincolandosi dalla presa della Suprema. Ella scoppiò in una roca risata amara. "Oh sciocchina" esordì afferrandole il mento "con tuo padre non avrei chances. Ma con sua figlia" fece un sorriso compiaciuto, che disgustò la maga. "Posso ottenere la mia vendetta!" Disse, alzando trionfante le braccia al cielo. I suoi occhi scintillavano di una luce maligna. La ragazza ne ebbe paura. Chissà cosa avrebbe potuto capitarle per mano di quella pazza. "O meglio" aggiunse la donna, una volta essersi ricomposta "restituirà il favore che noi pixiel gli rendemmo, molti anni or sono." Cailyn aggrottò la fronte, perplessa. "Favore!? Ne parlate tutti! Che cosa avete fatto per lui, eh? Gli avete regalato un po di polvere fatata?" La derise. Questa era la sua tattica:mascherare la paura attraverso la spavalderia. Gli occhi della Suprema assunsero una sfumatura rossastra. "Non ti conviene scherzare col fuoco, ragazzina." la avvertì con tono di voce basso e tagliente, da cui trapelava tutta la sua ira."Da me dipende la tua sorte. " proseguì in tono calmo e controllato. Cailyn rabbrividì. Lei era una maga potente, figlia di un mago stimatissimo. Come poteva il suo destino essere determinato da quella pixiel? No, semplicemente non poteva essere. Qualcuno la sarebbe venuta a cercare e l'avrebbero salvata. La Suprema si risedette sul suo trono, accavallando le gambe con grazia. "Forse pensi di aver scelta, ma non è così. Nessuno ti verrà a cercare, perché tu.." fece un radioso sorriso maligno. "Non sei mai andata via" concluse. Poi, con un gesto della mano fece apparire una sorta di sfera magica, che mostrava ciò che succedeva all' Accademia. In quel momento, mostrava lei intenta in un incantesimo. Cailyn si portò una mano alla bocca. Era. ..era. ..sconvolta. Davvero non poteva credere che una vile pixiel avesse preso il suo posto all' Accademia. "Come, come avete potuto?" Sussurrò con voce carica di risentimento. "Fossi in te, mia cara, non mi preoccuperei tanto di questo, ma piuttosto di quello che ti aspetta." La maga sgranò gli occhi, leggermente sorpresa dalla minaccia contenuta in quella frase. "Perché hai quell'espressione?" Le chiese la Suprema in tono apertamente derisorio. "Eppure sapevi che ho bisogno di te, per una missione." Sorrise in modo sadico. "Immagino di averti incuriosito." Fece una pausa e si alzò, ponendosi di fronte a Cailyn. "Ebbene, dovrai recuperare un oggetto appartenuto al nostro popolo, ma ingiustamente sottratto dai maghi." La ragazza finse indifferenza. "E allora? Avete già una dei vostri all'interno dell'Accademia" obiettò. La Suprema scoppiò nuovamente a ridere. Cominciava ad innervosire Cailyn. "Che sciocchina! Lo Scettro di Gaudiel si trova nella Camera Oscura che, come ben sai, è accessibile solo ai veri maghi." La maga si irrigidì, ma tentò di nasconderlo ai vigili occhi della pixiel regina." Mai. Non tradirò mai il mio popolo" sibilò con determinazione. Sapeva infatti che rubare all'interno di quella stanza significava essere marchiati come traditori. La pena era l'ostracismo. Non era certo sua intenzione disonorare lei e la sua famiglia.Se avesse recato vergogna al nome del padre, non se lo sarebbe mai perdonato. "E invece lo farai" ordinò la Suprema. "Altrimenti. .." indicò nuovamente la sfera. Stavolta in essa c' era la madre di Cailyn, di spalle. Osservandola attentamente, seminascosta dai lunghi capelli biondi, si trovava una piccola piastrina azzurra. La maga tirò un lungo respiro, cercando di calmarsi. Sua madre era figlia di maghi ma, come talvolta succede, era priva di poteri.A causa di ciò, la maga era alquanto preoccupata per la sua incolumità. "Che.le.avete. fatto?" Ringhiò Cailyn, con i pugni stretti lungo i fianchi. A stento, controllava la rabbia. Se avesse potuto usare i suoi poteri, la Suprema sarebbe già stata scaraventata contro la parete. "Nulla" disse la donna con finta noncuranza. "Solo" proseguì guardandosi le unghie " se io dassi l'ordine...." fece una pausa e si allargò in un sorriso compiaciuto. Cailyn cominciava ad odiare quella creatura. Come poteva una sovrana essere così subdola e vendicatrice? "Una scossa attraverserà tua madre, con la stessa carica elettrica di un fulmine."Il tono di voce freddo e controllato contribuì a turbare la maga. La Suprema non lo disse, ma Cailyn completò la frase nella sua mente:e la ucciderò. La maga si immobilizzò con gli occhi sbarrati. Non poteva permettere che sua madre. ..che lei... sentì gli occhi inumidirsi ma impedì a se stessa di asciugarseli. Non voleva, ne poteva dimostrarsi debole. Avrebbe significato che la Suprema avrebbe vinto. Alzò il mento con fierezza. Avrebbe resistito, in attesa di trovare una soluzione. "Allora. ..mi aiuterai?"

#spazio autrice.
Ecco il primo capitolo per la terza prova! Che ne pensate? Commentate, dai! I vostri pareri sono sempre graditi.

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