IN UN POMERIGGIO D'AUTUNNO
Titolo: In un pomeriggio d'autunno
Autrice: @La_Effe
Quello che l'autrice dice di sé:
Mi chiamo Federica, ma per rendermi una "scrittrice" più intrigante e misteriosa ho deciso di chiamarmi La_Effe e di firmarmi con F. M. Robert.
Ok, ok non ci sono riuscita. Poco importa come mi firmo ora, questo non oscura le mie capacità e ovviamente sta a voi lettori decidere se ne ho o meno.
Ho 19 anni di confusione in testa, a breve 20.
Mi sono auto diagnosticata la sindrome di Peter Pan: ho paura di invecchiare dal momento in cui ho raggiunto la maggiore età, ed ora che l'ho quasi superata da due anni...Signore!
Per questo mi sono prescritta la cura: fare tanto e tutto nella mia vita, provare diversi tipi di lavori, viaggiare per vedere con i miei occhi il mondo, leggere per poter viaggiare con la testa e vedere con gli occhi degli altri.
Scrivere è il mio modo per viaggiare con la testa, per immaginare un altro mondo, per descrivere ciò che provo o per denunciare la realtà in cui viviamo.
La storia in breve:
Racconto incentrato maggiormente sull'amore fra fratelli/ sorelle.
Una ragazza cinica che crede di avere il mondo contro, un parco dalle calde tinte autunnali e una signora anziana persa nei vecchi ricordi.
Una storia dura e dolce che porterà la ragazza a capire cosa sia davvero l'amore.
Estratto dal capitolo:
"Ma quei suoi occhi così forti e pieni di amore. Quegli occhi che non mostrarono mai paura nemmeno per un secondo, se non quando temette di perdermi per colpa di quel delinquente, furono in realtà il suo ultimo saluto. La corsa verso la salvezza finì appena arrivati al pronto soccorso, sentì il paramedico pronunciare le fatidiche e formali parole: "la paziente è deceduta alle ore ventidue e trentasei, prima del raggiungimento dell'ospedale. Non c'è più niente da fare, mi dispiace."
Distolgo nuovamente lo sguardo dalla nonna, mentre altre dolorose lacrime si fanno strada nei miei occhi.
Faccio un gran respiro profondo, provo a tranquillizzarmi, e ne faccio altri quattro ancora prima di tornare a prestare attenzione all'anziana.
"Così voi due non faceste mai pace, non vi scusaste mai. Sono davvero dispiaciuta."
Sento il cuore chiudersi in una morsa così dolorosa, mi sento davvero un idiota per averle risposto così male fino a poco prima.
Dannata boccaccia, sono così stupida e così "superficiale".
Aveva ragione veramente a darmi della frettolosa e della superficiale.
"È vero, noi non ci scusammo mai veramente a parole, ma non è proprio corretto dire così.
All'inizio non capii nemmeno io e piansi lacrime così dolorose e amare che credetti di morire lì con lei in quell'istante, e in parte fu vero. Quella sera una parte di me morì con lei, perché lei era parte fondamentale di me. Mi ci volle molto tempo e tutto il sostegno che poté darmi la mia famiglia e il mio amato ragazzo, per guarire dal mio stato di depressione. Solo quando inizia a riprendere coscienza della vita, capii che in realtà io e Alex c'eravamo dette molto di più, quella notte.
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