Descrizione
Non avevo mai visto prima una creatura del genere. Mi sembrava di essere ritornato bambino, a quei tempi in cui la mamma mi raccontava storie su personaggi fantastici che compivano imprese eroiche ed io, ragazzino ancora ingenuo, immaginavo quei mondi che lei mi descriveva con tanta cura e precisione immergendomici completamente, come se fosse la realtà.
A prima vista, non riuscì subito a capire cosa, o meglio chi, mi si fosse parato davanti agli occhi. Eppure, nel grande salone di casa mia era letteralmente piombata dal cielo una donna, se così possiamo definirla.
Era un esserino esile e minuto dai capelli ambrati con decise sfumature rosa. Nel suo corpicino asciutto e delicato, ogni cosa era al giusto posto e non stonava con l'incarnato argenteo che lo ricopriva. Ma quello che più mi colpì fu il viso. La mia mente non aveva mai registrato qualcosa di così meraviglioso prima di allora. Lunghe ciglia contornavano occhi cerulei e limpidi, sopracciglia dorate rendevano l'espressione del volto dolce e amorevole, la bocca rossa e carnosa racchiudeva bellissimi denti bianchi, orecchie piccole trattenevano ciocche ribelli e svolazzanti, sui zigomi alti erano tatuate delle stelline viola che rendevano il suo aspetto magico e misterioso. Tuttavia, due elementi mi fecero subito intuire che si trattava di una creatura non umana, appartenente chissà a quale mondo fatato: le due lunghe ali trasparenti che le spuntavano dalla schiena.
Provai ad avvicinarmi, ma lei era così impaurita che prese una sedia e la usò come arma di difesa.
"Ehi, calma! Non voglio farti del male, tranquilla". Di immediato puntò i suoi grandi occhi nei miei e iniziò a tremare. Allora decisi di avvicinarmi ancora un po' per rasserenarla. I miei movimenti erano così delicati che le suggerirono di abbassare la guardia.
"Mi sono persa" - disse con la sua voce vellutata e melodiosa. "Potresti aiutarmi a tornare a casa?" - continuò guardandomi speranzosa.
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