𝐔𝐬𝐭!𝐉𝐮𝐝𝐲 & 𝐔𝐬𝐭!𝐔𝐧𝐝𝐲𝐧𝐞 (Oneshot per @xherlyx)
Qualche ora prima nel piccolo paesino di Snowdin soffiava un forte vento e il clima dava un particolare tepore nell'aria; ma all'improvviso l'ambiente innevato si era riempito di gelo e serenità, come se qualcuno avesse cambiato a suo piacimento l'atmosfera di quel vecchio luogo abbandonato da anni dall'umanità.
Il solito vociare degli abitanti si era fatto pian piano sempre più rado, fino a scomparire del tutto.
Ora gli unici rumori udibili erano il frusciare delle foglie verdi e lo scorrere dell'acqua nel fiume.
Una sottile brezza ricopriva la città, mentre la popolazione sembrava scomparire nel nulla. Prima uno, poi l'altro... e così via.
I pochi rimasti non ci pensavano nemmeno ad uscire di casa, per cui la città era deserta, sebbene qualcuno ancora osava mettere piede sopra quel terriccio congelato dal freddo intenso.
Era Frisk, la settima umana caduta.
Aveva subito fatto amicizia con tutti, sembrava una pacifista... ogni mostro di quel luogo la considerava tale.
Eppure già da ore oramai si era sporcata le mani di sangue, o meglio polvere.
Nessuno capiva cosa le fosse preso, pensavano solo fosse impazzita.
Al primo omicidio si era sparso il panico, tutti erano fuggiti via come lepri, ma la ragazza non si fermò comunque.
Non aveva un briciolo di pietà per nessuno, nemmeno per i suoi amici più cari.
Ora stava lì, in piedi, tra le macerie di un'altra vittima. Ma quella non era una vittima come le altre, quella era speciale: era giovane, ingenua, solare... il suo nome era Papyrus.
Lo scheletro era stato così coraggioso da cercare di fermarla, di farle cambiare idea... di aiutarla!
Ma fallì, come tutti gli altri.
Però proprio mentre loro parlavano, un bambino ne approfittò per fuggire via dalla città.
Era abituato a correre, infatti le gambe erano sempre state la sua ancora di salvataggio da bulli e pericoli, e senza mai guardarsi indietro continuò ad avanzare rapidamente.
In poco tempo percorse sia Waterfall che Hotland e per tutto il tragitto non fece altro che urlare: «Aiuto! Aiuto! Guardie reali, Undyne!» fino a sentire un intenso bruciore in gola.
Ma nessuno rispose...
Almeno finché non arrivò al centro delle Hotland.
Dovete tenere ben presente che ogni guardia reale ha la sua zona da perlustrare giornalmente e per questo non si può mai sapere chi è di turno in una determinata area ogni giorno.
Quella volta capitò a Judy, la cugina di Undyne.
Julian era una ragazza giovane di appena 23 anni, piena di voglia di vivere. Purtroppo però non aveva una buona attitudine verso gli altri, era molto impulsiva e irascibile, specialmente vendicativa.
Questo era il motivo per cui aveva voluto a tutti i costi il lavoro di guardia reale: voleva cambiare in meglio, voleva davvero fare la differenza!
Quel giorno era di pattuglia a Hotland, ma dopo sarebbe dovuta andare anche a Snowdin.
Per questo è stato un perfetto tempismo quello di MonsterKid, che correndo come un forsennato riuscì a raggiungerla e tra una boccata d'aria e l'altra poté dirle di Frisk: «Judy! La prego, ci aiuti! Frisk è impazzita, sta uccidendo veramente delle persone! Sono serio, questo non è uno scherzo, deve aiutarci!»
Per un attimo però lei volle prenderlo come tale, ma solo perché non riusciva ad accettare il fatto che la sua amica potesse davvero farle una cosa del genere.
Si sentì tradita nel profondo, neppure saprebbe descrivere perfettamente ciò che provò in quell'istante se non odio e rancore.
Frisk per lei era una buona amica, una fantastica persona, una ragazza che era contro la discriminazione dei mostri e che non avrebbe mai potuto alzare un dito su delle persone innocenti, su dei civili come altri, soprattutto solo perché "mostri".
Cosa mai aveva scatenato tutto quell'odio? L'aveva fatto di colpo, senza preparazione, o aveva già in mente di farlo da tempo?
Era caduta in quel buco infernale, eppure piuttosto pacifico se lo si conosce appieno, da appena qualche settimana e già stava dando dei problemi? Dopotutto ciò che aveva detto sull'amicizia e quelle storielle dolci e gentili che sembrano uscire dalla bocca di una persona sincera...
Erano solo menzogne? Bugie inventate che servivano solo a darle una bella reputazione prima di distruggerla con piacere giorni dopo?
Tutte queste domande per la povera Judy erano senza risposta, ma una cosa era certa: non se ne sarebbe rimasta lì impalata senza fare nulla come un'idiota.
Una persona di buon senso avrebbe avvisato i compagni e organizzato alla svelta un piano per fermarla, ma lei era diversa dagli altri.
Una parte di sé stava sparendo, la stessa che aveva amato Frisk come un'amica: non c'era tempo per fare nient'altro se non intervenire.
Subito disse al ragazzino di mettersi al riparo e di avvisare le altre guardie reali, mentre lei si sarebbe diretta verso quella che non sapeva sarebbe stata la sua fine.
Non le importava nemmeno un po' che l'umana avesse già ucciso metà Snowdin poiché lei era una guardia reale, una ragazza profondamente impavida e implacabile. In quel momento non c'era spazio per rimorsi e cose varie: doveva ucciderla, o quantomeno fermarla.
Mentre tra un passo e l'altro Judy avanzava nell'umida Waterfall, Frisk ammazzava un altro innocente. L'umana stava facendo troppo danno, la cittadina di Snowdin era terrorizzata e di questo passo non si sarebbe salvato più nessuno.
E quando arrivò, Judy scoprì che la città nevosa era messa ancor peggio di quello che si aspettava essere: invece del putiferio che credeva la popolazione avesse scatenato, in realtà tutto era tranquillo. Soffiava una lieve arietta fresca che rendeva il luogo freddo come al solito, ma le abituali voci dei nativi erano spente.
Nessuno era per strada, non c'era anima viva.
Proprio per questo a Julian bastò qualche altro passo in avanti per scorgere in lontananza esattamente la persona che stava cercando: Frisk.
L'assassina era girata di spalle e stava calpestando qualcosa con molto ardore. Si intravedevano i pugni stretti e un coltello in una mano, mentre i vestiti parevano macchiati di sangue.
Di corsa la donna-pesce raggiunse la ragazza e la sorprese da dietro.
«Frisk» disse ad alto tono in modo che l'umana potesse sentirla bene.
E la sentì.
Frisk si voltò subito, apparendo sorpresa, ma appena vide la guardia reale le sorrise. Non era il solito sorriso che le rivolgeva quasi ogni giorno, era un sorriso omicida. Gli occhi erano spalancati e arrossati agli angoli, i capelli arruffati...
Probabilmente Judy non sarebbe stata la prima a combattere contro di lei.
«Judy» rispose Frisk, nascondendo le mani dietro la schiena.
«So che sei armata, non hai alcun bisogno di nasconderlo, screanzata».
La ragazzina ridacchiò un po' e mise le mani sui fianchi alzando un sopracciglio. I suoi vestiti erano interamente sporchi di polvere oltre che di sangue e nella mano destra teneva un coltello tanto meno lurido.
«Ma che brutto temperamento! Brutta giornata?»
«Non sai quanto».
Judy mise un piede indietro e spalancò le mani come un gatto che prepara i suoi artigli per graffiarti.
«E sai per colpa di chi?»
«No, illuminami».
La guardia reale finse di ridacchiare e di divertirsi alla battuta della ragazzina, dopotutto Frisk sapeva bene il motivo, e le mostrò un falso sorriso.
«Come sei spiritosa oggi. Per te è invece è andata meglio?»
L'umana dall'anima rossa si rigirò il coltello tra le mani e si preparò a combattere.
«Non sai quanto...»
Mentre le due parlavano una leggera foschia si innalzava dalle mani della guardia reale portando Frisk a doversi sfregare gli occhi per il bruciore; Judy invece fu costretta a fare un balzo all'indietro e a trattenere il fiato per una decina di secondi così da non essere presa dal veleno: era uno dei suoi poteri, forse uno dei migliori.
Tutto intorno a loro divenne bianco e nero a sfumature monocromatiche e davanti alle due ragazze apparsero due anime: una rossa sangue e una bianca neve, girata sottosopra.
«Hai tradito la mia fiducia... pensavi davvero che te l'avrei fatta far franca? Assolutamente no! E ora ti giustizierò qui, dove hai strappato via vite innocenti».
Con un fulmineo slancio in avanti, Judy si diresse verso l'umana e cercò di colpirla ripetutamente con i suoi artigli non molto affilati, ma la ragazza li schivò quasi tutti rimanendo leggermente ferita al braccio sinistro.
La settima umana caduta si portò una mano al tessuto intriso di sangue fresco, ma a dispetto del forte dolore decise di non arrendersi: aveva perso solo 5 hp e gliene rimanevano ancora altri 55: era ancora troppo presto per tirare le cuoia.
Una scritta le apparse davanti: "Una nuvola di fume ti avvolge, stordendoti".
Senza pensarci due volte presse il bottone d'attacco e si precipitò dalla malcapitata brandendo in alto il suo coltello e provando a colpirla, sebbene sapesse di essere confusa, e difatti nemmeno la sfiorò.
Con il fiatone l'umana rimase svantaggiata rispetto all'avversaria, la quale con agilità cercò di colpirla usando un martello di grandi dimensioni avvolto da quelle che sembravano essere fiamme colorate di blu e arancione.
Malgrado i suoi sforzi, Frisk fu colpita in testa e perse altri 15 hp.
Nello stesso momento in cui cadde a terra con uno schianto, una voce familiare le attraversò la mente: «Ti pentirai di quello che hai fatto, Frisk».
Era Judy. Grazie alla sua lanterna luccicante che le pendeva dalla fronte poteva parlare telepaticamente con chi volesse e in questo momento stava comunicando con la piccola assassina.
«Finiamola qua: arrenditi e lascia che io ti punisca come meriti».
L'umana ridacchiò e rimettendosi in piedi afferrò il suo coltello cadutasi affianco stringendolo forte nella mano fino ad avere le nocche bianche.
«Nemmeno fra un milione di anni».
Frisk attaccò di nuovo Julian e lei ne rimase ferita.
In preda all'ira per non essersi riuscita a difendere, la guardia reale impugnò il suo martello con entrambe le mani e colpì a sua volta la ragazza, ma questa volta per ben tre volte consecutive.
In tutto l'omicida fu privata di ben 40 hp, gli stessi che le erano rimasti nel turno precedente.
La sua anima rossastra implose in tante piccole particelle magiche che si sparsero nell'aria, facendo emettere alla sua nemica qualche risolino di vittoria.
Tutto quello che Frisk si lasciava alle spalle era un cadavere e degli amici delusi, tuttavia quella messinscena non durò a lungo.
La povera Judy non fece in tempo a festeggiare nemmeno per un minuto che il mondo si contorse e il salvataggio precedente venne ripristinato.
Gli hp di Frisk tornarono ad essere 60 e anche la donna-pesce aveva la barra della vita completamente piena.
Sarebbe stato così piacevole se almeno se ne fosse accorta...
«Hai tradito la mia fiducia... pensavi davvero che te l'avrei fatta far franca?».
Tutto era tornato alla normalità, se così si può definire, e la battaglia fra le due doveva ancora cominciare.
Ma non ci volle molto prima che iniziò: Judy rifece i suoi attacchi identici a quelli del ripristino precedente, ma stavolta Frisk non fu nemmeno sfiorata né dal suo gas né dai suoi artigli: stava imparando come muoversi, aveva solo bisogno di un po' di tempo.
La ragazza dai capelli color nocciola attaccò l'adulta che incassò il colpo e perse qualche hp, tuttavia erano insignificanti in confronto a quelli che aveva ancora.
Julian eseguì il suo attacco con il martello e ancora una volta Frisk lo schivò come se sapesse già perfettamente cosa fare.
La guardia reale ne rimase impressionata per qualche altro secondo, ma si vendicò in poco tempo al turno successivo.
Sia per la fatica che per suo volere, il liquido che a inizio battaglia aveva cercato di svantaggiare l'umana si riformò sulle mani della combattente con quantità doppia rispetto a prima; difatti a Judy bastò un salto in avanti verso l'umana ed uno subito dopo indietro per circondarla con quel grigiastro fumo stordente.
La genocida prese a tossire incessantemente durante tutto il suo torno, mentre i suoi hp scendevano di uno ogni 30 secondi.
Provò a muoversi, così da uscire da quella zona di soffocamento, ma notò di essere incapacitata a farlo: era completamente immobilizzata.
Una nuova frase le risuonò in testa: «Se non ti arrendi adesso, giuro che ti uccido io seduta stante con queste stesse mani».
In ogni parola si poteva percepire l'odio che la donna stava provando in quel momento: non era semplicemente delusa, ma davvero adirata: Frisk aveva tradito la fiducia di tutti e per Judy non meritava più nemmeno di vivere.
Però l'umana la pensava in modo ovviamente diverso; infatti l'odio che aveva demolito la bontà di Frisk la stava consumando lentamente, divorando la sua anima pezzetto per pezzetto.
Non era più in sé e quel sorriso che le spuntò sulle labbra non era davvero il suo.
«Ti sfido a provarci allora».
Senza farselo ripetere due volte, accecata dalla bramosia di vendetta, la ragazza-pesce si precipitò dalla malcapitata e cercò di colpirla con il suo martello, colpo che andò a segno e che spedì Frisk a terra con altri 10 hp in meno.
Bastò però una scossa di capo e qualche colpetto sulla fronte alla ragazza dai vestiti viola per riprendersi e colpire la rivale una terza volta, togliendole più hp di prima.
Mentre la donna dalla pelle blu-viola si dimenava nel tentativo di difendersi con i suoi artigli, a Frisk scappò il coltello di mano e rimase disarmata per più di un minuto, il tempo necessario che Judy impiegò per ucciderla, grazie al suo martello e alle sue unghie, colpendola come fosse un sacco da box.
Era già la seconda volta che l'umana moriva in quella battaglia, ciò nonostante non poteva fermarsi adesso: oramai era andata troppo oltre e in ogni caso non aveva alcuna intenzione di smetterla.
Ricaricò il salvataggio e rientrò nella partita: il combattimento riprese.
Attacco dopo attacco, però, Frisk sentì un qualcosa di strano dentro di sé che purché percepisse già da ore, in questo momento lo avvertiva più forte che mai: una forza esterna la stava controllando e sebbene sapesse che tutto ciò fosse sbagliato non riusciva più a controllarsi.
Non voleva mollare, ma soprattutto non poteva.
Il suo corpo non era più suo, la sua mente era stata depravata da qualcuno che l'aveva riempita d'odio e rancore.
Judy prese tre colpi e restò priva di un quarto dei suoi hp: si stava sentendo per la prima volta in vita sua una vera guerriera, una persona degna di farsi chiamare "guardia reale".
Non solo non si stava pentendo di essere andata da sola contro questa "creatura", ma si stava addirittura sentendo fiera per averlo fatto.
Credeva davvero di potercela fare, di poterla sconfiggere e di liberare il sottosuolo da questo cancro che ancora si definiva umano, bensì più nessuno oramai lo ritenesse tale.
Alla fine, dopo aver schivato tutti gli attacchi di Julian, Frisk fu colpita dal suo martello in un fianco e perse 15 hp.
«Allora non sei così invincibile come tutti dicono, eh umana?» le disse mentalmente la giovane.
Frisk ridacchiò un poco e approfittò della battuta di Judy per farle una finta e colpirla alle spalle, ma il suo tentativo andò a vuoto e la ragazzina rimbalzò sulla candida neve.
Subito cercò di alzarsi e di tornare alla svelta in posizione d'attacco, ma un piede la tenne ancorata al suolo.
«Dove credi di andare?» le chiese la donna, questa volta a voce.
Mentre l'umana si dimenava sotto il suo peso nella speranza di spostarsi, la guardia reale caricò il martello e le diede un colpo in testa così forte da farle perdere ben 20 hp.
Poi riprese e gliene diede un secondo, poi un terzo, un quarto...
Infine la testa della ragazzina si aprì in due e la sua anima si spezzò come vetro caduto a terra.
E questa fu la sua terza morte.
Adesso quella in preda all'ira era Frisk, la quale si sentiva come se ci fosse un enorme macigno sul suo cammino che proprio non riusciva a superare o demolire, sebbene sapesse che alla fine ne sarebbe uscita vittoriosa: non c'era persona che potesse batterla poiché i suoi salvataggi non potevano essere modificati in alcun modo e grazie a ciò sarebbe stata sempre e solo lei ad avere il coltello dalla parte del manico.
Quando ebbe finito di riascoltare la cantilena di Judy, l'umana decise di provare una nuova tecnica: stancarla.
Con maestria e disinvoltura schivò uno dopo l'altro gli assalti che le faceva la donna, ma al contempo durante ogni attacco corpo a corpo faceva del suo meglio anche per farsi rincorrere da tutte le parti, ovviamente da ultimo evitando il colpo.
«Che ti è successo, Frisk? D'un tratto sei diventata una codarda?» le domandò mentalmente la ragazza-pesce emettendo un risolino e brandendo in alto il suo martello.
«Al contrario, Julian. Sto solo temporeggiando» rispose Frisk balzando nuovamente da un punto ad un altro.
Intanto mentre gli hp della guardia reale scendevano in picchiata, quelli della ragazzina rimanevano costantemente invariati: evitava ogni tipo di urto, pareva imbattibile.
L'unico colpo che aveva ricevuto in quei 10 interminabili turni era stato per una scivolata sulla neve: il terreno ghiacciato non aiutava di certo nel combattimento.
Entrambe erano esauste, ma solo Frisk era praticamente intatta.
«Già stanca?» chiese ironicamente la genocida puntandole contro l'arma appuntita che stringeva in una mano.
«No, mai» replicò Judy provando a ricolpirla con i suoi artigli.
Nel tentativo, mentre l'umana cercava di farsi inseguire, delle piccole nuvolette di gas si formarono attorno a loro e Frisk ne rimase colpita: si bloccò di scatto sul posto, come se il suo cuore avesse smesso improvvisamente di battere, ed iniziò a tremare peggio di una foglia: sentiva il gelo del luogo penetrarla da sotto la pelle e la sua mente farsi meno lucida.
Fu proprio l'esatto istante in cui venne colpita alla spalla dal martello della nemica.
La ragazza cadde a terra, quasi senza nemmeno accorgersene, e la sua vista divenne pian piano sempre più offuscata portandola a vedere solo i contorni delle cose.
«Sai, vorrei tanto dire che mi dispiace ucciderti così, ma non è vero. Infondo è quello che ti meriti, lurida traditrice».
Quelle furono le ultime parole che sentì prima di essere uccisa da Judy.
La ragazzina portatrice di strisce gialle sulla maglietta si stava davvero stancando, era fin troppo stufa di morire.
Così, dopo aver ricaricato per la quarta volta il mondo, mentre Judy ripeteva sempre le stesse identiche parole, presa dalla collera le fece un attacco a sorpresa e cercò di tagliarle il ventre: il colpo improvvisato andò alla perfezione e sul petto della donna si formò un enorme squarcio; il sangue prese a colarle ininterrottamente fuori dalla profonda ferita sporcandole di non poco la canottiera.
Ma non fu solo il suo corpo ad essere ferito, pure un ciondolo che portava al collo e a cui lei era molto affezionata: esso si scheggiò appena, però bastò soltanto quello a scatenando una forte rabbia nell'animo di Judy.
Senza battere ciglio o dire una parola si precipitò verso Frisk e la ferì al volto con i suoi artigli: un attacco talmente fulmineo e inaspettato che l'umana lo prese in pieno.
Entrambe sanguinavano e avevano il fiato corto, eppure erano anche vogliose di continuare a lottare. Non era più un uno contro uno, ma un uno contro centinaia.
Judy non stava lottando solamente per la sua gente, per sé stessa... ma per tutti coloro che sono venuti e verranno poiché proprio ora questa creatura potrebbe star pianificando di uccidere città su città, regni su regni; la sua malvagità andava oltre limiti inimmaginabili e toccava a lei porre fine a questa pazzia.
«È stato un colpo basso da parte tua, Frisk, attaccarmi così mentre ancora parlavo. Ora capisco che le mie parole non muoveranno nulla dentro di te, ormai sei andata troppo oltre. Devo fartela fare finita qui, adesso».
La guardia reale allargò le braccia e lasciò che il gas proveniente dalle sue mani si spargesse più in là possibile: non cercò nemmeno di scappare da esso così che potesse concentrarsi solo sull'intrappolare la ragazzina.
Frisk si mise un braccio davanti alla bocca e prese a respirare attraverso il tessuto della maglia, però non bastò comunque: il veleno le prese i polmoni portandola a tossire parecchie volte.
L'aria non era più stordente, ma completamente velenosa.
Gli hp di entrambe precipitarono verso il basso mettendole in una situazione di svantaggio tale e quale: essi smisero di scendere solo dopo un bel po' facendole inizialmente pensare che sarebbe stata questa semplice nuvoletta di gas a portarle alla loro totale rovina.
«Sei impazzita Judy? Così togli tutto il divertimento» disse l'umana tra un colpo di tosse e una risatina.
«È soltanto strategia, ora vedrai...» rispose l'altra impugnando stretto il martello.
Con uno scatto e parecchia agilità si mosse prontamente verso Frisk e fece finta di volerla graffiare di nuovo, ma appena la ragazzina si spostò nel tentativo di schivare l'attacco lei le tirò contro la sua arma e la prese in pieno stomaco; tuttavia subito dopo le scivolò l'utensile di mano e non riuscì a riprenderlo all'istante poiché caduto troppo vicino all'avversaria.
Emettendo qualche gemito di dolore, la genocida si alzò ed afferrò l'oggetto che l'aveva appena ferita tirandolo più lontano che potesse credendo così che la sua nemica non fosse più in grado di riprenderselo, ma invece a Judy bastò allungare una mano verso di esso per farlo volare direttamente nel suo palmo.
Frisk allora la guardò con uno sguardo di sfida: non aveva paura, sapeva che ce l'avrebbe fatta, non dubitava né in sé stessa né nella sua determinazione; l'instabilità che aveva in circolo la stava aiutando parecchio e la sua forza aumentava di turno in turno.
Stessa cosa per Judy, però più la battaglia andava avanti più la sua fiducia in sé stessa si assottigliava: le erano rimasti più o meno 3500 hp mentre a Frisk 38.
Ovviamente se paragonati quelli della donna erano nettamente superiori a quelli della ragazzina e con una statistica del genere tutti avrebbero pensato che sarebbe stata lei la vincitrice, ma la sua avversaria era molto più forte di qualunque altra e soprattutto poteva ricaricare la partita quando più le pareva, una cosa particolarmente non ordinaria.
La ragazzina, vedendo la sua rivale col respiro affannato a causa della fatica, le rise dietro prendendola spudoratamente in giro.
«Non sei forte come sembri, eh?»
Judy scosse la testa e ribatté: «Ti sbagli, sto solo riprendendo fiato» e puntandole contro il martello aggiunse: «Pur di ucciderti, mi sforzerei al limite».
«Allora buona fortuna, perché ne avrai bisogno...».
Appena terminata la frase, con un balzo, Frisk si volse verso la donna e cercò di trafiggerla col suo coltello, però la guardia reale la schivò lanciandosi direttamente al suolo: oramai ogni colpo avrebbe cambiato la direzione della battaglia per cui non poteva rischiare di essere colpita.
Dopo la caduta prese la sua arma e con quanta più forza avesse la tirò contro l'umana, ma lei la schivò e ne approfittò per buttarsi addosso a Judy cosicché potesse ferirla più facilmente: le prese la mano destra e gliela strinse così forte da ancorarla completamente al terreno nevoso, poi con l'altra mano alzò il coltello sopra la testa e fece per ferirla al petto, tuttavia Judy riuscì a far ritornare il martello da sé con la sinistra giusto in tempo ed obbligò Frisk a spostarsi per non essere ferita a sua volta, benché nel farlo la donna-pesce si beccò una accoltellata alla spalla.
Un urlo risuonò in tutta la città fantasma mentre l'umana cadeva da sopra la guardia reale e questa si copriva la lesione con una mano impregnandosi di sangue violaceo.
Con molto dolore in viso Julian fissò intensamente Frisk e solo in quel momento capì che non ce l'avrebbe mai fatta da sola: non aveva la minima speranza di batterla.
Cosa fare allora? Fuggire via? Per una come lei non era nemmeno una possibile opzione: i cittadini di Snowdin erano stati decimati come pane e ormai a quest'ora Undyne, Gerson e gli altri stavano già evacuando le altre località per mettere tutti al sicuro.
Fuggire avrebbe provocato la morte di chissà quante altre persone e questo Judy non poteva permetterselo: era scritto nel suo codice d'onore.
Quindi le possibili cose da fare erano solamente due: resistere il più possibile e cercare di trattenere questa bestia fino all'arrivo dei soccorsi, oppure ucciderla seduta stante.
Ucciderla, però, avrebbe significato la morte di entrambe.
La donna aveva provato di tutto... tranne una cosa: il suo "attacco speciale".
Esso consisteva nel generare degli esplosivi che avrebbero danneggiato tutte le cose attorno a sé, lei compresa.
Ormai gli hp che le rimanevano erano meno di 2000 e non avrebbe sicuramente resistito per più di dieci minuti: un tempo davvero limitatissimo.
Non aveva altra scelta: doveva farlo.
Con calma fece un respiro profondo e si decise: lo avrebbe fatto, ma prima avrebbe avvisato Undyne: era troppo importante per lei, doveva saperlo.
«Tocca a te, Dyna. Io qua ho fatto tutto quello che potevo...» le disse mentalmente grazie ai suoi poteri telepatici, lasciando che una lacrima le scendesse giù per il viso, per quanto lo ritenesse un grande segno di vergogna: «Disintegrala anche per me».
Così quando Frisk riprovò a colpirla, dopo essersi riassestata un attimo, Judy schioccò le dita in un modo talmente semplice e veloce che nessuno avrebbe mai sospettato potesse essere stato lui la causa di quell'esplosione: ci fu un rumore fortissimo e tutte le case attorno a loro tremarono; la neve di quella zona era stata completamente spazzata via e la terra su cui prima stavano la guardia reale e l'umana era ora un pochino scavata a causa della potenza dello scoppio.
Senza forze, esausta e ferita, Julian cadde al suolo e non riuscì più a rialzarsi: aveva solo 2 hp rimasti, a questo punto non poteva fare più nulla.
Però era viva.
Pensò a Frisk e a come si fosse senza dubbio sbriciolata avendo davvero molta meno vita di lei.
La donna-pesce iniziò a ridere e non fu più in grado di fermarsi: non era una risata da psicopatico, ma da persona entusiasta.
Ce l'aveva fatta.
«Cos'hai da ridertela? Se è una battuta voglio sentirla anch'io» disse una voce poco distante da lei.
Julian si immobilizzò e smise immediatamente di ridere, come percorsa da un fulmine.
Le bastò alzare di poco la testa per vederla: era Frisk, perfettamente in salute, che le sorrideva stando a pochi metri di distanza.
Con passo lento la genocida arrivò esattamente davanti alla malcapitata e continuò a sogghignare capendo di aver già vinto.
«Judy Judy Judy... ti sei proprio sprecata, lo sai? Buttare via così tutta la tua vita, in uno scontro! Poteva capitarti davvero di meglio».
La nominata era ancorata al terreno con gli avambracci poggiati a terra e gli occhi puntati sulla ragazzina di fronte a lei: non riusciva a muoversi, era congelata.
«Sai una cosa? Voglio essere magnanima. Infondo ucciderti così, con una coltellata, sarebbe un po' noioso, no? Tu mi hai tolto il divertimento della fine della battaglia suicidandoti in questo modo orrendo, ma io voglio ricambiare diversamente lasciandoti ad una morte divertente».
Il sorriso dell'umana si allargò in modo piuttosto inquietante e la sua voce sembrò glitchare un pochino: «Divertiti a crepare qui da sola».
Judy non ebbe le parole per replicare; era stupefatta e tutto ciò che cercava di dire le moriva in gola.
Frisk non aggiunse altro, l'unica cosa che fece fu andarsene via come se nulla fosse.
Intanto a Waterfall, dove stava Undyne, era in corso l'evacuazione degli abitanti come Judy aveva saggiamente immaginato; però appena la capa delle guardie reali ricevette telepaticamente il messaggio della cugina si impanicò e non seppe più che fare: andarsene e raggiungere l'amica o restare e continuare ad aiutare?
Tuttavia la risposta le parve subito piuttosto ovvia: Judy aveva bisogno di lei e per questo non poteva rimanere lì un secondo di più.
Per Undyne Julian era la persona più importante in assoluto, al pari solo di Alphys: non poteva morire, lei non l'avrebbe permesso per nulla al mondo.
Doveva salvarla.
«Jerson!» urlò la guardia reale presa un po' dalle emozioni: «Pensaci tu agli altri, io devo andare ad aiutare Judy!»
E senza nemmeno aspettare una risposta dall'amico si voltò di spalle e si precipitò nel paesino delle nevi dove non sapeva bene cosa aspettarsi e il pensiero di ciò la faceva completamente impazzire.
Passo dopo passo cercò di affrettarsi come meglio poté senza neanche preoccuparsi del fiatone o dei continui sassi situati sulla sua strada in cui inciampò parecchie volte: Judy era il suo unico pensiero.
Appena entrata in città notò che l'aria era diversa da tutti gli altri biomi del sottosuolo: regnava il silenzio, non si muoveva neppure una foglia. Dopo due soli secondi aveva già la pelle d'oca: sembrava un paese fantasma.
Con un'andatura costante si avviò verso il centro del posto stando bene attenta se ci fosse l'umana o un possibile superstite nei paraggi.
Poi a meno di una cinquantina di metri da lei scorse una persona: per la lontananza non ne vide le fattezze, ma solo che era distesa a terra.
Pensando fosse morente, e sperando in cuor suo che non fosse la cugina, Undyne iniziò a correre verso di lei e la raggiunse in un battito di ciglia.
I suoi incubi si realizzarono: era proprio Judy e come la guardia reale temeva stava morendo piuttosto in fretta: gli occhi erano chiusi e il suo respiro davvero lieve mentre il corpo era ricoperto di sangue fresco.
«Julian! Hey hey, ti prego svegliati...!» la implorò la donna posando una mano sulla sua guancia e scuotendola, ma non troppo forte.
Sentendo la voce della familiare, Judy alzò di poco le palpebre ed intravide la figura sfocata di Undyne.
«Dyna, sei qui...» sussurrò sorridendole a malapena.
«Stai tranquilla Judy, andrà tutto bene, vedrai che Alphys riuscirà a riportarti al tuo stato naturale, non preoccuparti...» disse la guardia reale tra un singhiozzo e l'altro mormorando delle parole che servivano a rassicurare più sé stessa che l'amica.
«Ormai è troppo tardi, devi andare...» balbettò la donna in fin di vita mentre spariva lentamente fra le sue braccia trasformandosi in polvere grigia.
«A-andare... a ucciderla...» continuò con parecchia fatica poggiando completamente la testa sulla mano della cugina.
«No, devo rimanere con te... non posso lasciarti andare, non posso permettermelo!» quasi urlò Undyne tirandola per i fianchi e cercando di prendersela in braccio così da poterla portare via da lì più facilmente.
«Resisti, ti prego resisti...» disse ancora avanzando ciondolante con la donna stretta in grembo.
«No, fermati, Dyna...»
Tra un mormorio e l'altro la donna in fin di vita tirò con un filo di forza la canottiera dell'amica e tentò di farsi mettere giù continuando a ripetere che non c'era più tempo e che oramai era troppo tardi.
«Stronzate! Non è tardi! Devo solo sforzarmi un po' di più...» ma proprio mentre finiva questa frase e cercava di aumentare la velocità del passo, il peso della compagna la fece sbilanciare in avanti e scivolò sulla neve fresca finendo abbastanza rovinosamente a terra.
Subito la guardia reale si alzò e volle riprendere con sé Judy per andare ad Hotland, però notò che quasi tutto il suo corpo era scomparso; le lacrime sul proprio viso si fecero più numerose e nemmeno sfregandosi svariate volte gli occhi riuscì a smettere di piangere.
In preda all'angoscia e distrutta dalle emozioni che le percorrevano l'animo, Undyne cadde in ginocchio e strinse il rimanente della donna al petto.
Julian, commossa dalle sue gesta, cercò di sorriderle e di ricambiare l'abbraccio.
«È-È okay... v...vai ora...» sputò fuori le parole dalla bocca con tutta la determinazione che le rimaneva in circolo, poi si accasciò nella sua stretta e chiuse gli occhi per abbandonarsi al suo destino.
Non è che voleva morire, ma semplicemente non aveva altra scelta...
Però c'era ancora del tempo per fermare quella cosa che ora stava camminando tranquillamente per le strade del suo paese pronta ad uccidere ancora ed ancora.
«N-Non posso...» balbettò Undyne sentendosi all'improvviso completamente persa: aveva la mente offuscata dai pensieri e non riusciva a ragionare lucidamente sul da farsi; sebbene cercasse di trattenere le lacrime esse uscivano fuori comunque seguite da un terribile mal di testa.
«V-va... ai...» le parole di Judy apparirono biascicate e a malapena comprensibili, i suoi occhi verdi si chiusero di scatto a causa della fatica e il suo respiro si fece molto debole.
La cugina provò a dirle qualcos'altro, ma la sofferenza che provava in quel momento le stava divorando ogni possibile parola e quando apriva la bocca per risponderle o pronunciare le ultime parole che l'altra avrebbe mai sentito in tutta la sua vita, un peso sul petto glielo impediva.
Così scosse la testa e cercò di stringere il più possibile la testa e il mezzo-busto della donna per far passare il forte dolore che stava sentendo, però finì solo per avere più sconforto di prima.
Dopotutto se hai un familiare morente tra le braccia e non c'è più nulla che tu possa fare, comportarti in modo diligente e comprensivo è piuttosto difficile.
Quegli ultimi istanti che saranno stati si e no cinque/dieci secondi ad Undyne parvero un'infinità: Julian si dissolse in polvere nelle sue stesse braccia e il suo sorriso sparì per sempre insieme agli occhi coraggiosi e all'estrema vivacità.
Prima la povera sopravvissuta pianse per il dolore e mugugnò alcuni gemiti di tristezza, poi si alzò in piedi e stringendo i pugni tenne la testa china a causa delle lacrime che ancora le rigavano il viso: fu in quel preciso istante che giurò vendetta per sua cugina; non si sarebbe mai più data pace finché non avrebbe ucciso quella psicopatica di Frisk, questo era certo.
Infine, dopo essersi asciugata il naso gocciolante e gli occhi con il dietro di una mano, si chinò sopra il mucchietto grigio simile a cenere e da lì raccolse un pendolo su cui era legata una pietra focaia piuttosto appuntita dotata anche di due perle ai lati.
Sebbene un po' nascosta dalla canottiera, sotto di essa addosso ad Undyne ci stava un ciondolo identico a quello di Judy che avrebbe dovuto rappresentare la loro forte amicizia.
Stringendo l'oggetto nella mano, alla guerriera sembrò che la cugina le ripetesse nella mente le sue ultime parole: "Vai".
...aveva proprio ragione, doveva andare.
«Stai tranquilla Judy, ti vendicherò, te lo prometto» disse al vento la giovane creatura iniziando a camminare verso la fine di quella città coperta dalla neve e dalla distruzione.
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