(The 100th Hg)And if Katniss not win?
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Non potrò mai scoprilo.
Un fascio di luce fa capolino dalla finestra, già aperta, e mi fa aprire gli occhi, lentamente.Molto lentamente.
Non voglio alzarmi oggi.
Voglio fuggire, scappare, correre.
Voglio avere un po' di libertà, voglio andarmene da qui.
Voglio che qualcuno mi guardi negli occhi e mi dica che è tutto a posto, che era solo un incubo.
Voglio svegliarmi in una casa con le pareti bianche e con un letto confortevole su cui dormire.
Ma non posso.
Sono certa che al di là di Panem c'è qualcosa.
Qualcosa di bello e sicuro, non può esistere solo Panem, è impossibile.
Mi rifiuto di crederci.
Un giorno vorrei scoprirlo, cosa c'è fuori di qui.
Ma per ora non posso.
*****
Il suono emesso dagli...in realtà non so bene cosa siano...di Capitol City mi fa capire che è ora di andare.
In piazza.
Alla mietitura.
Di nuovo.
Un altro anno.
E un altro anno ancora, e quello a seguire.
Gli anni passano, ma nessuno sembra capire che quel che è successo venticinque anni fa ha un valore.
E i ragazzi continuano a morire, a versare il loro sangue per i potenti.
Ma siamo una società normale del resto.
I poveri pagano e i ricchi prendono, ottengono.
Giusto?
Sbagliato.
Metto un piede fuori dalla porta, e così l'altro, inizio a camminare...anzi più che altro a correre verso la piazza, prima finisce meglio è.
****
-E come sempre...prima le signore.-
Dice Emily Septin, la nuova "estrattrice di bigliettini" se così si può definire.
Capelli azzurri, mini-abitino giallo fluo con piccoli dettagli fuxia e blu sullo scollo, trucco direi molto eccessivo come al solito e tacchi troppo.Troppo. alti.
Ecco a voi Emily.
Silenzio assoluto.
Sento solo il mio cuore battere forte e il fruscio della mano della Septin che mescola i bigliettini con i nomi delle ragazze nella boccia.
Dopo alcuni secondi che sembrano un'eternità afferra un biglietto bianco e lo porta in alto in modo da poterlo vedere.
- Ehm-Ehm -
Si schiarisce la voce prima di aprire il bigliettino che segnerà la vita di una di noi.
Fissa per un po' il foglietto e poi lentamente pronuncia il nome del tributo femmina del distretto 4.
-Il tributo femmina del distretto quattro è..
Cecilia Spring.-
No...Cecilia no.
È la mia migliore e unica amica e...no non possibile.
Mi giro verso lei che subito allenta la presa sulla mia mano.
Sta tremando, una lacrima che le scende sul volto.
Inciampa salendo le scale e dopo essersi aggiustata una scarpa arriva finalmente sul palco.
-Ma non dimentichiamoci che questa è l'edizione della memoria per cui...Cecilia...come si chiama quella bella ragazza che avevi affianco poco fa?-
Esclama cinguettando Emily.
-Q...Quale?-
Risponde Cecilia.
Il mio cuore perde un battito.
Non è possibile, non avevano detto che ci sarebbe stata un' arena speciale?
-Oh avanti, lo sai, quella dalle trecce bionde e il vestitino blu.-
No...non...
-Avanti, dicci il suo nome.-
Cecilia mi guarda sconvolta e pronuncia il mio nome talmente piano che solo chi sa chi sono può capire che ha detto il mio nome.
-Puoi ripetere?-
Chiede Emily avvicinando il microfono alle labbra di Cecilia.
-J...Julie Camlet.-
Sussurra la mia amica da sopra al palco.
-Vieni avanti cara...Forza.Julie Camlet?
Ci sei?-
Si che ci sono brutta...meglio lasciare i commenti spiacevoli per dopo.
Tutti mi fissano.
Cammino verso il palco.
Passo.Dopo.Passo.
La Septin mi porge la mano che io afferro subito;
In questo momento potrei svenire.
Giuro.
Guardo verso mia madre, è scioccata.
Non riesce a realizzare il fatto che...non ci voglio pensare.
Emily estrae i due nomi dei tributi maschi, che molto probabilmente sono migliori amici tra loro come noi siccome erano vicini, e annuncia ufficialmente che siamo i quattro tributi del nostro distretto.
Ci accompagnano nelle "sale d'attesa" dove aspetto che qualcuno venga a salutarmi, ma non viene nessuno.
Neppure mia madre.
"Voglio fuggire, scappare, correre.
Voglio avere un po' di libertà, voglio andarmene da qui.
Voglio che qualcuno mi guardi negli occhi e mi dica che è tutto a posto, che era solo un incubo.
Voglio svegliarmi in una casa con le pareti bianche e con un letto confortevole su cui dormire.
Ma non posso.
Sono certa che al di là di Panem c'è qualcosa.
Qualcosa di bello e sicuro, non può esistere solo Panem, è impossibile.
Mi rifiuto di crederci.
Un giorno vorrei scoprirlo, cosa c'è fuori di qui.
Ma non potrò mai scoprirlo.
"745 parole."
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