Settimo tema - scritto troppo in fretta per pensare a un titolo

BOLLETTINO N.1
Un manipolo di ardimentosi, al comando del generale Kira, severa ma giusta, armati di valore e ingegno e sotto la sua benevola e materna guida, ottemperano alfine al desiderio a lungo covato di conquistare le alte e impervie cime delle inviolate dolomiti venete. Ordunque, fieramente decisi a tornare trionfanti, intraprendono i lunghi e sfiancanti  1.200 chilometri che separano il caldo e familiare quartier generale dall'oggetto dei loro scopi, fermamente convinti di raggiungere la ridente cittadina di Cortina D'Ampezzo, ultimo avamposto prima degli invitti giganti rocciosi.
A testimoniare l'alto e mai piegato morale delle truppe riportiamo vari dialoghi tra la giovane novellina V., pupilla della truppa, e il resto di essa.
"Mamma. Devo fare la pipì."
"È fuori discussione. L'hai appena fatta."
"Ma io la devo fare."
"E io non ti porto!"
"E io la faccio qui!"
"A. Portala tu."
"E, ma io sto guidando!"
"Tanto se la deve fare ti devi fermare comunque, quindi fermati."
"Ma dove vuoi che mi fermo, se siamo in autostrada??"
"Non la devo fare più."

BOLLETTINO N.2
Le nostre ardite truppe, giunte al compimento del lungo esodo, scorgono con piacere il luogo che ospiterà il loro campo base, dal quale si propongono di partire ogni giorno alle prime luci per giungere in vetta di una differente montagna. Sistemato prontamente e celermente il necessario equipaggiamento, i coraggiosi esploratori s'incamminano nel centro cittadino, ansiosi di conoscere il luogo che costituirà una calma culla al confronto con le acute e infide cime con le quali presto avranno da misurarsi.
Riportiamo nuovamente alcuni momenti di conversazione.
"Che carina, no A.?"
"Sì, è proprio un bel posto. Voi che ne dite?"
"Papà..."
"Sì, piccola?"
"Devo fare la pipì."

BOLLETTINO N.3
I coraggiosi esploratori, alle prime luci recate dalle nove di un fresco mattino radunano armi e bagagli, avendo in animo la conquista di Coda da Lago, sul massiccio delle Tofane, e in particolare di porre il loro dominio sul Becco di Mezzodì, solitario rilievo teso a sfiorare il cielo. Giunti a Croda a bordo dell'unico mezzo atto a tener testa alla ripida e pericolosa salita - una solida Land Rover che abilmente si destreggiava saltando sul sentiero come un capriolo selvatico - si profila agli occhi dei nostri un ampio lago lucente e lo stretto sentiero che conduce a Forcella Ambrizzola e dunque al Becco di Mezzodì. Fieramente si slanciano verso la meta imboccando l'impervia pietraia che costituiva il cammino. Ognuno dimostra un diverso spirito durante l'avanzata: la piccola V. salta di masso in masso come un coniglio, salvo poi cadere di faccia e scheggiarsi un incisivo. E., assieme ai suoi sbalzi d'umore, segue la recluta incombendole addosso come un avvoltoio in bigodini, talvolta sgridandola e talvolta complimentandosi. Un tricheco spiaggiato si trascina in retroguardia, col pensiero rivolto al ristorante lasciato ormai alle spalle. Il generale conduce la salita, eroicamente inciampando e strillando come un'aquila nella stagione degli accoppiamenti. Giunti in cima dopo la sfiancante inerpicata, a fiero vessillo dell'impresa riuscita i nostri ardimentosi pongono le mutande di A, usate ma poco. Riportiamo come sempre alcune frasi salienti.
"Quanto manca?"
"Poco. Perché?"
"Devo fare la pipì."

BOLLETTINO N.4
I nostri eroi, bloccati in città dalla pioggia, hanno avuto modo di osservare le specie del luogo. La più frequentemente notata è un esemplare femminile di età stimata tra i 50 e i 70. I capelli biondi sono immancabilmente cotonati e ossigenati, una fabbrica di cosmetici è spalmata sul loro viso e una gioielleria disseminata sul corpo coperto da abbastanza pellicce da far urlare il WWF. I tacchi sono di altezza compresa tra l'Empire State Building e la distanza Roma-Bangkok. Questo soggetto è stato denominato Oca Anziana Che Non Si Sente L'Età. A fronte il commento di V.
"Mi viene da fare la pipì."

BOLLETTINO N.5
I nostri, dopo cinque giorni di pioggia si ritirano in buon ordine. Oppressi non dalla montagna, ma dal tempo avverso, durante il viaggio di ritorno sfogano il loro malumore in lunghe chiacchierate piene di rimpianti. D'improvviso però una voce primeggia fra le altre: "Mamma. Fermati. Devo fare pipì."

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