Traccia 4
"IL DIARIO DI UNA PERDENTE"
La notizia era su tutti i giornali e sui notiziari: ...ragazza di sedici si suicida buttandosi giù dalla finestra di camera sua...
Un gruppetto di persone era al cimitero quel giorno, per salutare quella ragazza che tanto aveva sofferto.
Dopo il funerale, Maya tornò verso casa sua. Aveva appena perso la figlia.
Prima il marito, poi la sua bambina.
Entrò nella sua stanza, era uguale a come l'aveva lasciata. Sì guardò intorno.
Ad attirare la sua attenzione fu un piccolo libricino verde con su scritto "Diario di una perdente". Lo prese e incominció a leggere.
Caro Diario,
Il mio nome è Maysilee Square, e sono una perdente.
O almeno è quello che mi dicono sempre i miei compagni. Ormai mi hanno etichettata così.
Perdente, a quanto pare questo nome si addice a chi come me ha i capelli color cioccolato e gli occhi verdi. Si addice agli innocenti, a chi non ha fatto niente.
Non mi ricordo più quand'è stata la prima volta che mi hanno affibbiato questa soprannome, forse ce l'ho da quando sono nata.
So solo che mi perseguita dovunque io vada, perfino al supermercato, quella volta che mia madre mi aveva mandato a comprare la frutta.
Ad aspettarmi c'era Danny, mi ha tirato addosso dei mandarini davanti a tutto il supermercato, e intanto, sentivo le urla Delle persone che dicevano -senza mai fermarsi- «perdente, perdente, perdente...».
E pensare che in realtà io volevo solo Delle pesche da portare a casa.
A quanto pare non avrò mai pace, anzi, non so neanche se esista la pace.
Se dove vivo io la normalità è soffrire gli insulti delle persone, in altri paesi è la guerra.
Non se neanche che colpa ho io per essere maltrattata in questo modo.
Che colpa abbiamo avuto io e mia madre per perdere mio padre per colpa di un incidenti stradale.
È morto che avevo nove anni, e da quando se ne è andato sono rimasta sola con mia madre.
Peccato che lei sia già impegnata a combattere la sua guerra, per combattere anche la mia.
Caro diario,
non sai quanto dolore e quanta gioia sto provando in questo momento. Ho dei lividi su tutte le braccia, e qualche graffio qua e lá.
Stamattina, mi sono recata a scuola come tutti i giorni, con la cartella sulle spalle, lo sguardo affranto, il capo chino e un grosso peso sullo stomaco: la paura di soffrire.
Pensavo sarebbe stato tutto come al solito: qualche insulto e due pugni qua e là.
Ma loro, avevano un'idea diversa quest'oggi: buttarmi giù dalle scale. Spero non sia diventata la nuova moda dell'anno.
Devo dire che ha fatto piuttosto male, soprattutto, quando hanno avuto la brillante idea di prendermi a calci.
Ma nonostante tutto, in realtà io, sono contentissima, perchè indovina cos'è successo dopo questo incidente?
Mi si è avvicinata una ragazza! Sì chiama Vivi, e frequentiamo entrambe il corso di chimica. Mi ha detto che le dispiaceva per quello che era successo, e che stavolta erano andati troppo oltre. Non sai quanto sono felice, FINALMENTE un'amica, e non qualcuno che sta con me solo per poi prendermi a calci.
Ci siamo sedute insieme in mensa, abbiamo chiacchierato tutto il giorno, e ci siamo scambiate i numeri di telefono. Non posso credere che stia succede proprio a me! Ora non passerò più i miei intervalli a piangere!
Caro diario,
la mia vita di bene in meglio: adesso passo tutte le mie giornate con Vivi e con suo fratello Roger. Non posso credere che stia capitano proprio a me! Non sono mai stata più felice. E indovina un po' ?Roger mi ha invitato a uscire! Non avrei mai creduto di poter piacere a una ragazzo, soprattutto a una ragazzo carino, dolce e gentile come lui.
Io che prima, ero una Perdente, mi ritrovo ad essere una Delle ragazze più fortunate della terra.
Caro diario,
Non sai quanto sono triste.
Proprio in questo momento, mi trovo in ospedale insieme a mia madre.
Non ho voluto dirle cos'è successo, non voglio farla preoccupare.
Mi fa malissimo tutto e vorrei tanto sparire dal resto del mondo.
Anzi, vorrei che sparissero quei brutti s*****i. Non so neanche chi erano, ho riconosciuto solo Roger e Vivi.
Ho ricordi piuttosto offuscati di ieri sera, ricordo solo il viaggio in macchina, la fermata, il dolore e le urla.
Credevo stesse andando tutto bene, l'appuntamento era appena finito, e Roger mi stava riportando a casa, o almeno PENSAVO mi stesse riportando a casa.
E invece, se ne era andato da un altra parte. Credevo facesse parte del programma, e così non ho detto niente.
Ho incominciato ad avere paura solamente quando ho visto il quartiere in qui mi aveva portato.
Era losco, orribile e pieno di brutta gente, come prostitute o persone del genere.
Roger ha accostato su un marciapiede, e tirandomi i capelli mi ha fatto scendere, per poi buttarmi giù dalla macchina e darmi in pasto a quella gente.
Hanno incominciato a toccarmi in posti estremamente intime. Mi sono messa a piangere, speravo di scaturire un po' di pietà, e invece loro continuavano a ridere, come se fosse la cosa più divertente di questo mondo.
Sentivo una fitta di dolore che mi squarciava il petto, lasciandomi senza fiato. Ero appena stata tradita dalla mia migliore amica e dal ragazzo che mi piaceva.
Ormai era confermato: io ero una Perdente.
Caro diario,
ho una notizia incredibile da darti: sono incinta.
Non so neanche chi è il padre, e sinceramente non mi importa.
So solo, che dentro di me c'è una piccola vita che non posso abbandonare.
Nonostante questo/a piccola/o sia solo un errore, ucciderlo sarebbe un vero crimine. Questa dolce creaturina non ha colpa.
Semmai, la colpa mia, che mi sono lasciata abbindolare come una bambina dell'asilo nido.
Ma infondo cosa mi aspettavo? Che tutto d'un tratto la mia vita cambiasse in meglio? Che la gente smettesse di considerarmi una perdente? Che finalmente capisse che sono una persona e non un animale! Vane speranze. Sul serio.
Caro diario,
oggi, per la prima volta ho marinato la scuola, ho troppa paura di vedere le loro facce e fare brutte figure o robe del genere.
Ho paura che vedano che quello che mi hanno fatto mi a ferito non solo esteriormente, ma anche internamente.
Ho paura che scoprano il mio del bambino.
Ho paura che sappiano che li temo, che hanno potere su di me. Che capiscano che davvero sono una Perdente.
Ho paura, punto e basta.
Non sono mai stata brava ad affrontare le cose sin da bambina.
Non ho affrontato la morte di mio padre.
Non ho affrontato le persone che ogni giorno mi fanno soffrire.
Non ho affrontato l'abbandono da parte dei miei falsi amici.
Non ho ancora affrontato il mio stupro.
E ancora non ho affrontato il mio bambino.
Non solo sono una Perdente, ma anche una codarda.
Caro diario,
finalmente mi sono fatta coraggio.
Sono stanca di nascondermi da persone stupide.
Sono stanca di versare lacrime per niente.
Sono stanca di vedere gli altri avere potere su di me.
Sono stanca di vergognarmi per niente.
Proprio ieri, ho visto un film veramente bello, e c'era una frase che mi ha colpito molto : "non puoi nasconderti se sei nato per emergere".
Ebbene, io sono una di quelle persone. Loro, devono sapere che esisto, che esisto e voglio combattere.
Che esisto e che non sono una nullità.
Che esisto, e non ho paura.
Caro diario,
li ho affrontati, e ne vado fiera. È stato bellissimo, mai in vita mia mi sono sentita così viva, così felice. Neanche quella volta che Vivi si è avvicinata a me.
È stato bello, far sapere agli altri che ho un cuore, e che non mi sono mai arresa davanti a loro.
Sono entrata in classe, con la cartella sulle spalle, lo sguardo fiero, a testa alta e l'adrenalina a mille.
Mi hanno lasciata stare per le prime ore di lezione, e poi all'intervallo, hanno attaccato.
Hanno cercato di ferirmi con dei pezzi di vetro, trovati sotto la finestra della 4° A dopo che un ragazzo giocando a calcio l'aveva distrutta. Ma non mi sono lasciata mettere i piedi in testa. Ho mollato un calcio a uno dei ragazzi che mi si erano avvicinati, e sono andata avanti anche usando le mani, finché non mi hanno lasciato stare.
Caro diario,
Albert è morto.
Se ti stai chiedendo chi è Albert, lui è mio figlio, il bambino che portavo nel mi grembo.
A quanto pare non avrei dovuto fare quella rivolta la settimana scorsa.
La ginecologa ha detto che si è strozzato con il cordone ombelicale. Ma a me non importa. Sono abituata ad essere abbandonata. Ma per questa volta sarò io a ad abbandonare il mondo.
Addio.
Nonostante tutto, ho amato con tutto il cuore ogni secondo che ho passato in vita, a quanto pare io non ero fatta per emergere, mi sbagliavo. Ma so che andarmene non è un errore. Dio ha voluto così. Ormai, ho affrontato i miei demoni. Il mio lavoro è finito.
Mi mancherai mamma, e anche tu caro diario. Ma ora sono pronta, non appena varcherò il bordo di quella finestra rivedrò mio padre e Albert.
Addio.
Prima di tutto, ci tengono a scusarmi per il ritardo.
Spero che la parte introduttiva non sia un errore, se sì mi spiace.
_Ery06_
esistenza_
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