1. Un premio appuntito

Una pioggia fitta e cupa scendeva dal cielo carico di una notte densa e buia. Nuvole pesanti oscuravano le stelle e la luna. I riflessi di luce delle lanterne sulla via sembravano granelli di sabbia luminosi sulla strada color inchiostro, chiazzata qua e là da pozzanghere melmose.

Luce si dirigeva come ogni sera al Salto della Morte, la taverna più famosa del villaggio, che si trovava lontano dal centro. Precisamente appartata in una frangia di terra bianca, tra un boschetto di betulle argentate e la spuma frizzante delle onde di un mare che lambiva una piccola spiaggia dorata. Quando vi era l'alta marea poteva essere raggiunta soltanto in barca, o appunto saltando o volando in base di che cosa si era dotati.

L'odore del sale impregnava la brezza che si sollevava dall'acqua scura, nonostante il temporale.

Lei lavorava lì, ogni sera allietava gli avventori con la sua melodica voce dolce. Tutti i clienti affezionati la conoscevano e la soprannominavano Orecchie-a-Punta, per via della forma affilata delle sue orecchie. Nessuno le possedeva così al villaggio. Cosa che per lei era alquanto strana, ma del resto anche il suo nome era fuori dal comune.

Si stringeva nel mantello, sfidando il vento insistente, che ad un certo punto le strappò il cappuccio dalla testa. Lasciando la sua lunga chioma bionda libera di scompigliarsi e bagnarsi. Tremava mentre le gocce le scendevano pungenti sul collo candido, ma ormai era arrivata a destinazione.

Le fiaccole ai lati del massiccio portone di legno erano spente, ma una figura ci troneggiava accanto. Lo riconobbe immediatamente. Si trattava di Yseal, un vecchio mago del ghiaccio, sul cui cappello grigio vivevano tre fatine blu dell'acqua. Luce sospettava ne nascondesse anche altre nella lunga barba bianca e per questo motivo vincesse sempre a carte. Spiavano le mani degli avversari. Si fermò per farle un cenno col capo.

-Buona sera, ma prego prima le donzelle- la salutò prostrandosi in un inchino fin troppo galante. Luce ricambiò sorridendo a malapena, mentre spingeva la pesante porta d'ingresso lasciandosi investire dal tepore caldo all'interno. Un'aria davvero soffocante. Doveva essere già cominciata l'annuale gara di bevuta di birra del villaggio, che si teneva ogni equinozio di primavera. Una sfida stupida a parere di Luce, ma che attirava moltissima gente.

La folla era ammassata al centro e le ostruiva la visuale su ciò che stava succedendo. Ma un gran baccano faceva da protagonista, ed anche chi era seduto ai tavoli più lontani, faceva il tifo battendo le mani o una pinta di birra e idromele per un brindisi ogni volta che il giocatore per cui teneva finiva l'ennesimo bicchiere.

-Orecchie-a-Punta finalmente!- le si avvicinò Tarbh, l'oste nonché suo capo. Le appoggiò le mani callose sulle spalle, mentre un sorriso sornione gli si allargava sulle labbra, proprio sopra al pizzetto sbarazzino.

-C'è troppo rumore per suonare-. Luce non capiva come avrebbe potuto cantare se erano tutti molto presi dai festeggiamenti e non comprendeva nemmeno come mai Tarbh fosse stato in ansia per il suo arrivo.

-Non servirà che tu suoni- le spiegò -Ho intenzione di metterti come premio in palio per la gara. Chi vince passerà la notte con te-.

Negli occhi smeraldini di Luce si dipinse una rabbia cieca. Come aveva potuto farle questo? Senza nemmeno chiederle il permesso. Avrebbe tanto voluto scappare, ma sapeva che l'avrebbe licenziata. Allora non le restava altro che serrare i pugni, mentre le lentiggini le danzavano furiose sul naso all'insù. Guardava l'oste tornarsene dietro il bancone, immaginandosi di spaccargli il mandolino che portava a tracolla su quella sua testaccia pelata.

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