China Blues

Wang Bao si trovava di nuovo dietro a quel bancone a pulire boccali ancora lievemente ambrati sul fondo e bicchieri di varie forme e dimensioni sporchi di rossetto, alcuni.
Sulle prime provò a contarli per ingannare la noia, uno, due, tre, sei, undici e poi ci aveva rinunciato. Non voleva sapere di quanto la bolletta dell'acqua sarebbe aumentata, quella volta.

Prendi il boccale, apri il rubinetto, spugna insaponata, strofina bene, risciacqua, asciuga, riponi, prendi un altro bicchiere.

Gli parve di non avere fatto altro per tutta la vita.

La mente andò spontaneamente agli ultimi avventori, chi erano quella volta? ah sì, una comitiva di ragazzi e ragazze di cui uno aveva sulla testa una corona di foglie.

Ne aveva già vista passare di gente così nella sua carriera dietro al bancone, e non si erano rivelati diversi dagli altri: vestiti in modo strano e giá rossi in faccia, si erano seduti ai tavolini ridendo e urlando nomi di birre e drink quando si era avvicinato.

Man mano che la serata procedeva, il rumore aumentava nutrendosi di parole dapprima in spagnolo (almeno quello il barista aveva imparato a capirlo, dopo tanti anni vissuti a Valencia) sempre più stentato, poi suoni gutturali e incomprensibili distorti dall'alcol. Niente in mandarino, però. Peccato.

Alla fine molti di loro erano crollati addormentati sui tavolini con la bevanda alcolica ancora in mano, ed erano stati portati via in spalla dai compagni oscillanti.

"Se i vicini non mi denunciano questa volta perché i miei clienti fanno troppo casino, non lo faranno mai più" aveva pensato.

Perlomeno avevano pagato tutto, fino all'ultimo centesimo. Prima avevano provato con le carte di credito, ma dopo molti tentativi falliti di infilare il tesserino di plastica nella fessura o troppo ubriachi per imbroccare i tasti del codice, finalmente qualcuno aveva avuto l'idea di usare il contante.

Tra loro c'era pure chi aveva frugato persino nelle proprie mutande nella speranza di trovare qualche spicciolo. Li aveva rassicurati, spiegando che i soldi erano giusti e poi li aveva gentilmente accompagnati fuori.

Si era tenuto solo dieci euro in più. Ma ehi, se li era meritati; un piccolo risarcimento per lui, che era stato costretto a tenere aperto il suo bar ben oltre l'orario di chiusura, e soprattutto per le sue orecchie.

Loro non sarebbero di certo tornati indietro per reclamare i soldi sottratti.
Magari neanche avrebbero di avere messo piede nel suo locale, quando si sarebbero svegliati chissá dove.

Si era sempre chiesto come facessero gli stranieri a reggere così bene l'alcol, mentre lui e Zhang erano pacificamente ubriachi giá con due bicchierini di vino o una bottiglia di birra.

Suo figlio (di Bao) una volta aveva provato a spiegarglielo, diceva che era colpa del fegato degli orientali che produceva qualcosa meno degli occidentali... benzina?
Il suo corpo quindi poteva produrre carburante? Mah. A dire il vero, non ci aveva capito granchè, ma aveva annuito comunque.

Bao sorrise piano pensando al figlio Long. Long che voleva studiare in Cina e diventare medico. Alla fine il suo sogno si era realizzato per metá: era riuscito a entrare a Medicina, ma in Spagna.
"In Cina semmai dopo la laurea" Bao gli aveva detto al termine di un'aspra discussione. Insomma, con un padre barista e una madre che dava lezioni private di cinese ogni tanto, togliendo affitto, bollette, e varie spese che cosa sarebbe rimasto per lui? Come si sarebbe mantenuto, dall'altra parte del mondo?

La figlia minore, Mei, invece gli dava meno grattacapi; voleva infatti diventare una ballerina. D'accordo, l'accademia di danza alla quale Huan, sua moglie, aveva scelto di iscriverla costava un occhio della testa, ma aveva giá ricevuto inviti per fare i provini da molti teatri e i risultati erano stati molto soddisfacenti. Se tutto fosse andato secondo i piani, Mei sarebbe potuta tranquillamente unirsi a un corpo di ballo subito dopo il diploma.

A proposito di Zhang, il visto mi scade tra qualche mese pensò Bao. Era infatti quell'uomo ad avergli consigliato la Spagna quando lui e Huan, freschi sposini, cercavano un posto dove metter su famiglia che non fosse il villaggio di contadini dove avevano vissuto sin dalla più tenera etá.

Insomma, volevano vedere i loro figli crescere, a differenza dei loro genitori che li avevano lasciati lá per cercare lavoro a Shanghai (?). Indi per cui, quando quell'uomo vestito elegante e pieno di anelli era piombato con la sua auto all'improvviso nella steppa cinese e aveva proposto loro un lavoro in Spagna, avevano accettato con entusiasmo anche se non avevano la minima idea di dove fosse.

Poi però gli venne in mente che in Spagna c'erano i tori che correvano liberi per le strade, come gli aveva raccontato da piccolo un anziano del villaggio, e lui non aveva nessuna voglia di rischiare un'incornata dove non batte il sole. Quando Bao fece presente questo a Zhang, l'uomo rise a crepapelle; calmatosi, gli rispose semplicemente chiedendogli dove mai avesse sentito idiozie simili.

Era una bella giornata di sole quando al termine di un lungo viaggio sempre in treno, non potendo permettersi un aereo, erano finalmente arrivati a Valencia.

Zhang dapprima si era dimostrato molto gentile, li aveva aiutati con i documenti e tutto, e si era pure offerto di accompagnarli al locale: pulito e in ordine come Bao e Huan non avevano mai visto.
Per il primo mese sembrava andare tutto bene, i clienti arrivavano e i soldi fluivano nella cassa.

Poi alla fine del mese era ritornato Zhang. Voleva il quaranta percento del loro guadagno mensile, oltre a tutte le tasse. Huan a quel punto si era arrabbiata, aveva provato a protestare, non era giusto.

L'uomo, però, con tutta la calma del mondo fece un gesto con la mano e due tizi in occhiali da sole e soprabito scuro apparvero nel bar. Uno di loro puntò la pistola alla tempia di Huan, l'altro di Bao. Alla fine non aveva avuto altra scelta che consegnare il denaro senza protestare.

Ricordava quel momento come se fosse avvenuto il giorno prima. Gli parve di sentire il freddo dell'arma sulla sua tempia unito alla puzza di fumo, e gli occhi freddi di Zhang che lo fissavano conficcandosi duri nei suoi, come quelli di un serpente di fronte a una preda inerme.

Avvicinatosi sempre di più, l'uomo parlò.

"Un cortado, prego"

Eh?

Bao scosse lievemente la testa e si guardò intorno. Davanti a lui c'era una ragazza. A occhio e croce, doveva avere l'etá di Long.

"Come?" Bao disse nel suo spagnolo ancora un po' stentato.

"Una cioccolata e un cortado, per favore" disse la giovane adulta con un filo di voce. I suoi occhi rossi e gonfi erano contornati da occhiaie spesse due dita, i capelli spettinati, l'aspetto nel complesso sciatto e trasandato.

La cosa che lo colpì di più fu l'ordine. Un cortado? A quell'ora della notte?

"Arrivo subito" le rispose invece. Del resto, chi era lui per giudicarla?

Mentre la macchinetta del caffé faceva il suo dovere, provò a sbirciare nei tavolini all'esterno per vedere con chi fosse l'avventrice. Non vide nessuno.

Quando le bevande furono pronte, la ragazza uscì e appoggiò il cortado su uno dei tavolini in vimini, per poi tracannare la cioccolata a una velocitá impressionante. Sembrava che non avesse mangiato da giorni.

Il peggio era che stava parlando. Con chi, si chiese. Provò a cogliere qualche frammento della loro conversazione, ma il tavolino era troppo lontano.

Probabilmente era una prostituta che quella notte aveva lavorato poco e aveva assunto qualcosa per ingannare l'attesa (sì, anche quella gente lì capitava nel bar, ogni tanto), ma Bao non ne era del tutto convinto. C'era qualcosa nell'aspetto, nei modi di fare, che non sembrava appartenere alla strada.

Finalmente, quando la ragazza andò al bancone per pagare, il barista vide qualcosa. Prima una figura sfocata e indefinita, poi assunse contorni sempre più precisi, i lineamenti di un uomo di mezz'etá con la barba sale e pepe.

Li seguì con lo sguardo, man mano che si allontanavano l'uomo ridiventò semore più trasparente, fino a svanire.

Guardò l'orologio appeso al muro. Le tre e mezza.
La tazza di cioccolata era vuota, mentre il cortado era ancora intonso, come appena servito.

Scosse la testa e pensò che sua moglie aveva ragione, come al solito. Forse lui aveva solo bisogno di dormire un po'di più.

Per il concorso di Lice_and_catz

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