Capitolo 2
Avvertenze: Se siete troppo sensibili tralasciate l'inizio e passate direttamente alla parte delimitata da questo segno:~ Motivo: Tematiche forti
Chat Noir era di nuovo in quel vicolo; la puzza di alcol si sentiva con prepotenza, ma c'era un odore ancor più pungente che sovrastava il tutto: sangue.
Il ragazzo era in ginocchio. Dei tagli profondi gli segnavano il polso, mentre gli occhi erano spalancati e vuoti. Lo vedeva muovere le labbra in modo insicuro, biascicando parole sconnesse e senza significato.
Tra le dita tremanti stringeva un pezzo di vetro e, da esso, delle gocce vermiglie scendevano giù pronte a schiantarsi contro il suolo.
Tentò di allungare la mano nella sua direzione, ma sentiva ogni cellula del suo corpo bloccata.
Lo osservò mentre combatteva con sé stessa; il ragazzo strinse di nuovo quel frammento e con cautela lo portò al braccio iniziando a segnare un'altra scia rossa.
-Finalmente posso farla finita- sospirò in modo quasi appagato. Il sangue scorreva veloce e il suo volto diveniva sempre più pallido; ebbe quasi paura si potesse trasformare in un fantasma.
Lottò con se stessa per spezzare quelle catene immaginarie e riuscì finalmente a fare un passo. Determinata continuò ad avanzare strenuamente verso l'amico, ogni movimento era una sofferenza, ma doveva andare ad aiutarlo.
Vide Chat Noir tagliare anche l'altro braccio e sentì una paura cieca impossessarsi di lei. Tentò di strillare, ma le sue furono urla mute.
Lo vide accasciarsi al suolo subito dopo, aveva gli occhi chiusi e un sorriso amaro. Lei piangeva, però i suoi singhiozzi spezzarono solo il suo corpo.
Nella testa un'unica frase si ripeteva per tormentarla: "Non sei riuscito a salvarlo.
~~~~~~
Si svegliò di soprassalto, grondante di sudore e con la bocca spalancata nel tentativo di urlare una mano, però, coprì le sue labbra impedendole di emettere qualsiasi suono.
Poco dopo gli occhi verdi e accesi di Chat Noir le si presentarono davanti facendole segno di stare in silenzio. Marinette cercò di regolare il suo respiro, anche se vedere il ragazzo di fronte a lei la rincuorò abbastanza.
Dopo qualche minuto di silenzio, il biondo lasciò scivolare il suo palmo dal volto dell'altra.
-Scusami, ma avevo sentito tua madre cucinare- le spiegò parlando sottovoce.
Lei annuì distratta, troppo impegnata a osservarlo: la curva decisa delle spalle, la tensione dei bicipiti, il collo sudato furono dei dettagli che la fecero arrossire sul posto.
Chat sorrise appena per non mostrare quanto reputasse la scena tenera, dentro di lui però avrebbe voluto stringere la ragazza tra le braccia e non mollarla più.
Marinette, come a leggergli nel pensiero, gli si buttò addosso, stringendolo in un abbraccio di ferro. Biascicava delle parole con la fronte schiacciata sul suo petto e, nonostante il suo udito sviluppato, gli fu impossibile intendere le frasi che stesse ripetendo.
Sentì delle lacrime, o almeno dedusse fossero ciò, scendergli sul petto, bagnandogli anche il tessuto della tuta.
Capì bene che la ragazza avesse avuto un incubo, anche il sonno agitato che l'aveva tormentata durante la notte. A un certo punto aveva anche iniziato a tremare ed era stato lì che lui si era svegliato, notando come fosse terrorizzata.
Stettero abbracciati per dei minuti, lei si faceva accarezzare la testa, mentre lui fissava le pareti della stanza.
-Chat, non farlo mai più- gli sussurrò Marinette, scostandosi di poco da lui.
-Che intendi? -
-Non ridurti mai più in quello stato- sentenziò con determinazione. -Promettimelo-
-Te lo prometto- affermò con sicurezza. Era arrivato il momento di chiudere con quella storia.
Marinette stava per dirgli altro quando il suo telefono, poggiato sul comodino, iniziò a squillare.
-Sarà la sveglia- pensò a voce alta la ragazza, affrettandosi a prendere il cellulare. Sul suo volto comparve un'espressione preoccupata dopo aver osservato il nome sullo schermo, eppure non esitò a rispondere.
-Alya? - chiamò la sua migliore amica con calma, anche se le sembrava strano ricevere una sua chiamata a quell'orario.
-Marinette, grazie al cielo hai risposto. - Ci fu una pausa di qualche minuto tra le due, poi Alya riprese parola. -Adrien è scappato di casa. Vieni immediatamente a scuola- la informò chiudendo subito dopo.La corvina spalancò gli occhi incapace di parlare. Prima l'incubo su Chat Noir, poi la scomparsa di Adrien; non credeva che quel giorno avrebbe avuto pace.
-Marinette, che è successo? - le chiese Chat Noir preoccupato dal suo comportamento.
-U-un mio compagno è scappato di casa... I-io devo andare- mormorò con sguardo assente; subito dopo si alzò dal letto e scese dal soppalco per cambiarsi.
Il ragazzo sussultò sentendo quella risposta, probabilmente lo scomparso era proprio lui. Velocemente uscì dalla finestra senza neppure avvisare Marinette, lo sentiva come una cosa superflua; lei era troppo preoccupata per capacitarsi anche un minimo di quello che gli avrebbe detto.
Chat Noir si ritrovò di fronte alla finestra della sua camera, lasciata aperta la sera precedente. Sgattaiolò in fretta dentro la camera e prese la borsa con i libri. Sperò vivamente che quella sua idea funzionasse...
Si ritrovò di nuovo a saltare tra i tetti di Parigi; il vento gli sferzava i capelli facendolo sentire finalmente libero. Solo sotto quelle sue spoglie da supereroe Adrien sentiva di essere pronto a spiccare il volo.
Arrivò in fretta a scuola trovando tutti i suoi amici e compagni riuniti; Alya e Marinette stavano organizzando delle squadre e dettavano ordini agli altri. Si allontanò con cautela, non potendo permettersi di essere visto dagli altri, e si ritrasformò.
Plagg gli spuntò davanti adirato come non mai.
-Il mio padrone è un cretino! - strillò con la sua voce acuta; avrebbe iniziato la sua lunghissima serie d'insulti se Adrien non gli avesse tappato la bocca con un pezzo di camembert. Prese il kwami tra due dita e lo nascose sotto la sua giacca, per poi dirigersi verso l'ingresso di scuola.
Nino incrociò il suo sguardo e, in un attimo, tutti i suoi amici esultarono felici di averlo di nuovo davanti.
Tutti si accalcarono intorno a lui ponendogli una serie di domande, ma Alya li fece allontanare trascinando Adrien via con sé.
Angolo fangirl fusa
Okay, okay. Ho scritto questo capitolo all'una di notte solo perché ne avevo troppa voglia e non sapevo cosa fare. E aspettate aspettate:
Proverò ad aggiornare una volta al giorno o più, dipende solo dal fatto che le idee che mi ronzano in testa riescano a trovare le giuste parole per uscirne.
Detto ciò vi ringrazio per aver letto il capitolo, ci vediamo domani con una nuova parte un saluto da
GAIA
Riscrittura
Avevo detto che oggi avrei pubblicato due capitoli ma purtroppo non ne sono stata in grado, domani però vi prometto che ne usciranno due per recuperare l'aggiornamento mancato di ieri sera.
[riscritto il 10/07/2019]
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