Capitolo 16
A quelle parole Marinette rimase un po' spiazzata; normalmente avrebbe gentilmente rifiutato, dato il suo essere fidanzata, ma in quell'occasione non vedeva altre opzioni.
-Accetto- affermò con sicurezza e Nath le fece spazio per entrare in casa.
Entrambi si sedettero intorno all'isola, l'uno di fronte all'altro. Sentiva lo sguardo del ragazzo addosso e si vergognò per lo stato in cui fosse; lui non le piaceva però avrebbe almeno voluto essere presentabile.
-Da dove inizio?- le chiese inclinando leggermente la testa di lato, i capelli rossi gli si spostarono di poco rivelando la fronte pallida.
-Da dove vuoi tu, ho bisogno di fare un po' di chiarezza nei miei ricordi- rispose distogliendo le sue iridi da Nath e posandole sugli oggetti di arredamento della cucina.
-Sei stata tanto tempo con Adrien. Avete combinato un po' di cavolate- parlò con uno strano sorriso sulle labbra. -È stato divertente vederti vomitare su Chloé; credo tu abbia vendicato molte persone in quel momento- continuò informandola della sua azione disgustosa. Si pentì leggermente di aver voluto sapere tutto, quella cosa era stata tremenda. -Comunque dopo quella scena ti ho visto uscire con l'Agreste e poi non sei più rientrata- terminò scrollando le spalle.
-Tutto qui?- chiese, cercando mentalmente di collegare tutti i fili di quella vicenda.
-A quanto pare...- si fermò e avvicinò il suo busto in avanti, -Eri troppo drogata per ricordarti tutto- disse sottovoce, quasi per sfidarla.
Si alzò di fretta indispettita da tutto quello che fosse avvenuto e rifletté sul fatto che nessuno fosse riuscito a darle una ricostruzione dettagliata.
Sarebbe stata una lunga, lunga ricerca.
Era pronta ad andarsene finché la mano gelida di Nath non le strinse il polso, facendola inevitabilmente sussultare: l'aveva colta di sorpresa.
-Dimmi tu quando puoi per l'appuntamento, ma deve essere entro un mese- le comunicò, sciogliendo la presa su di lei.
-Non mi hai detto praticamente nulla- constatò Marinette adirata.
-Ho detto tutto ciò che ricordo, non è un problema mio- le aveva risposto in modo arrogante eppure, nonostante ne avesse molta voglia, non potè dargli torto.
Sbuffò contrariata prima di uscire definitivamente dall'appartamento; avrebbe voluto evitare per sempre Nath dopo quel giorno, ma le promesse si dovevano mantenere.
La corvina stava camminando lentamente per le strade di Parigi cercando di capire il motivo del comportamento del suo fidanzato, analizzando ogni cosa che le era stata raccontata dal rosso, ma non riusciva proprio a capire che cosa avesse fatto scaturire quella reazione all'eroe di Parigi. Poi, come un lampo di genio, le passò per la testa che il ragazzo-gatto fosse solo geloso; ma non era sicura fosse quello il motivo: insomma, se l'amava di sicuro non l'avrebbe lasciata da sola solo per un po' di gelosia!
No; di sicuro anche quell'opzione era da scartare: Chat Noir non era quel tipo di ragazzo.
Fatto sta che, dopo quel racconto, nella testa di Marinette rimaneva ancora un punto vuoto, di cui non ricordava assolutamente nulla, e l'unico modo per saperlo era chiederlo alla sola persona che era rimasta con lei: Adrien.
La sua kwami, rimasta in silenzio per tutto il tragitto, uscì dalla borsetta di nascosto e la osservò preoccupata. -Mari, credo sia il momento di tornare a casa, non sembri nelle condizioni di stare ancora in giro- disse notando la stanchezza eccessiva sul volto della sua portatrice.
-Si, hai ragione Tikki. Devo anche prendere un aspirina per questo mal di testa. É insopportabile!- esclamò Marinette, portandosi una mano alla fronte per massaggiarsela come se quel gesto potesse lenirle il dolore.
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A villa Agreste invece il più giovane della famiglia era stato tutta la mattina a dormire; purtroppo il suo sonno non fu affatto tranquillo e ogni volta che si svegliava gli riaffioravano le immagini di Marinette che, piangente, cercava di fermarlo.
Dopo l'ennesimo brusco risveglio si arrese al non poter dormire oltre, così si mise a sedere sul letto. Il suo sguardo vagò tra le pareti della sua stanza, così familiari e pregne di ricordi, sia felici che tristi. Quella stanza aveva ospitato i giorni trascorsi con sua madre, ma anche quelli passati a litigare con suo padre; eppure era anche stata la sua prigione e la sua fuga.
-Oh ma basta!- disse Plagg arrabbiato: il kwami aveva dormito poco e niente per tenere sott'occhio Adrien, si sentiva responsabile di lui e vederlo in quelle condizioni lo faceva inevitabilmente preoccupare. -Ragazzo, non puoi continuare così!- affermò prima di addentare un pezzo di camembert.
Il biondo non rispose a quel rimprovero e si alzò, ignorandolo con facilità. Entrò in bagno e si chiuse la porta alle spalle, per poi togliersi gli indumenti e infilarsi sotto la doccia.
Un getto d'acqua gli andò sulla fronte bagnandogli il volto e i capelli; lasciò andare un sospiro di sollievo e portò i suoi ciuffi biondi all'indietro, assaporando per bene la sensazione dell'acqua fredda sul volto: sperava che quella doccia gli potesse lavare via anche i problemi.
Continuava a tenere le palpebre chiuse mentre un mare di pensieri gli scorrevano per la testa; aveva perso il conto di quanti insulti si fosse lanciato.
Si sentiva così sporco, sia dentro che fuori, da non saperlo descrivere. Sapeva quanto le sue mani fossero piene di peccati e si maledisse per aver lasciato che quei suoi arti sfiorassero Marinette; lei era così pura e dolce, mentre lui era solo un essere insignificante, un semplice numero nella popolazione.
Si era promesso così tante volte di non diventare come suo padre, che era finito col trasformarsi in un qualcosa di ben peggiore e l'odio che provava verso il suo genitore si unì ben presto con quello che provava verso sè stesso.
Poggiò la testa contro le mattonelle bagnate della doccia; l'acqua gli scorreva imperterrita sulla schiena, mentre le guance venivano bagnate dalle sue lacrime.
Che senso avevano le sue ribellioni se nulla di lui fosse diverso da suo padre?
Angolo fangirl fusa
Io non capisco il perché ogni volta che ho voglia di scrivere qualcuno mi debba interrompere! É una cosa fastidiosa!
Comunque sapete che io mi dilungo moooooolto 😅 ma non posso farne a meno; me ne sono resa conto anche io perché dalla trama che ho programmato la storia doveva avere 30 al massimo 34 capitoli, invece se continuo di questo passo nel descrivere nei minimi dettagli anche una semplice doccia dubito che la storia finisca tanto presto (cosa di cui sono sicura a voi non dispiaccia😉).
Lasciamo perdere che é meglio.
Grazie per aver votato, commentato o semplicemente letto lo scorso capitolo perché mi fa sempre molto piacere.
Noi ci leggiamo martedì (o per chi segue la mia altra storia domenica) .
Ciao ciao mie piccole pervertite (si ho letto i commenti iniziali del capitolo 3 e siete pervissime!😂)
GAIA💚
[Riscritto il 26/08/2019]
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