Capitolo 14

La mano di Adrien scivolò con una lentezza straziante all'interno della scollatura di Marinette. Lo sentì sorridere contro le sue labbra mentre la passione dominava i loro sensi.

La sensazione del suo respiro sulla pelle e delle sue mani che la sfioravano la mandarono in visibilio, completamente incapace di ragionare.

Sospirò, piegando leggermente la testa all'indietro e lasciando il suo collo scoperto, preda del volere di Adrien.

Le baciò la mascella con calma, tracciando una scia umida sul suo volto, prima di scendere.

Fu lì che Marinette si oppose, che si rese conto di cosa stesse avvenendo. Sentì chiaramente il morso di Adrien segnare la sua clavicola e d'istinto strinse le sue labbra tra denti per impedirsi in qualsiasi modo di gemere e, in quell'esatto momento, la consapevolezza si presentò sotto i suoi occhi.

Le sue iridi azzurre si spalancarono impaurite dalle sue stesse azioni e in quel momento agì. Scagliò un pugno contro la schiena di Adrien cercando vanamente di farlo scansare da lei; un altro lo seguì con più forza, ma il ragazzo continuava a esplorare il suo corpo indisturbato.

Si pentì amaramente dei suoi gesti, anche solo l'essersi ubriacata fino a quel punto era stato sconsiderato. Quella festa era stata il suo peccato: così tentatrice da indurla a sfiorare il baratro; e ora si disse che quella sarebbe stata l'unica punizione adatta per il tradimento fatto all'unica persona che amasse.

Le mani di Adrien si mossero verso la cerniera del suo vestito, incurante dei pugni sempre più violenti di Marinette.

Sentì l'ennesimo marchio sulla sua pelle segnarle l'animo indelebilemente e lì le lacrime si fecero spazio sul suo volto, rigandole le guance e le labbra che poco prima erano piegate in un sorriso.

Era sbagliato, completamente sbagliato: lei non sarebbe dovuta essere con lui a baciarlo e farsi toccare.

I gemiti e gli ansimi terminarono, sostituiti dai suoi ripetuti e disperati singhiozzi; non voleva assolutamente tradire Chat Noir.

Adrien rialzò lentamente il volto, osservando le gocce salate che bagnavano le gote della ragazza. Si allontanò in fretta da lei, spaventato dal punto fino a cui si era spinto.

Si maledisse mentalmente per quelle sue azioni, compiute senza un minimo di lucidità. Uscì velocemente dalla fontana, allontanatosi di fretta da Marinette e da quello che le stava facendo.

Si sentiva le mani sporche di un qualcosa impossibile da pulire e si disse che fosse una brutta persona per arrivare a compiere un tale gesto.

Le gocce d'acqua che impregnavano i suoi capelli si scontravano contro il pavimento della piazza, creando degli aloni scuri, mentre correva lontano. A ogni suo passo sentiva le sue colpe appesantirsi, ma l'idea di aver lasciato sola Marinette lo faceva sentire anche peggio.

Qualche minuto dopo, la ragazza notò una figura vestita interamente di nero prenderla in spalla come un sacco di patate e portarla chissà dove.

Lei stava ancora piangendo, ma ora iniziò a urlare. -Fammi scendere! Lasciami in pace!- strillò a pieni polmoni, non avendo ancora riconosciuto il ragazzo. Si ribellò, dimenandosi e contorcendosi con prepotenza.

Chat Noir si sentiva la bocca serrata mentre riportava la sua fidanzata a casa, gli eventi di quella sera si ripetevano in una ripetizione continua nella sua testa. Riusciva a stento a guardarla negli occhi, figuriamoci a tranquillizzarla.

La adagiò sul letto, con cura, e poi si diresse alla botola pronto ad andarsene come era venuto; ma una mano gli strinse il polso, bloccandolo sul posto.

-Chat, scusami. Ti prego, perdonami. Non co che mi sia preso, m-mi dispiace- mormorò Marinette con la voce bloccata dalle lacrime. -Non mi lasciare, per favore...- lo pregò, stringendo maggiormente la presa sul suo arto.

Ma lui andò via, scomparve nella notte in modo impassibile; abbandonandola sola sul suo letto, come un'amante spogliata della sua bellezza.

-----------

Adrien arrivò con calma alla sua magione, se suo padre avesse scoperto dove fosse andato quella sera la sua punizione sarebbe stata così terrificante da ricordarsene per tutta la vita. Eppure non era il pensiero di quello che gli sarebbe accaduto a spaventarlo; la sua mente era occupata solo dal volto in lacrime di Marinette, che lo pregava di fermarsi e poi di rimanere con lei.

In quella lunga strada di ritorno aveva realizzato quanto tutto il loro rapporto fosse stato costruito su un'utopia; si era chiesto come aveva anche solo potuto desiderare che lei potesse essere la ragazza di Chat Noir, il super eroe di Parigi.

Quella loro relazione su cosa si sarebbe basata? Non avevano certezze, neppure la speranza di potersi incontrare incolumi ogni giorno. Chiedergli di compiere quella scelta, anzi farla innamorare di lui, era stato un gesto menefreghista ed egoista fatto solo per accontentare il suo smanioso desiderio di felicità e tranquillità. Ma in quella situazione come poteva assicurarle quegli stessi sentimenti, se lui stesso non sapeva come fossero?

Se lui diceva di amarla come aveva fatto, non avrebbe mai dovuto porla in quella situazione. Il suo animo da super eroe gli avrebbe dovuto impedire in qualsiasi modo di metterla in una situazione di pericolo, ma instaurare un tale rapporto con la sua controparte la rendeva un preda fin troppo facile per le mire di qualsiasi cattivo.

Per non parlare di ciò che gli aveva fatto quella sera, trattandola davvero come un oggetto. Si sentì meschino a pensare come in realtà la stesse sfruttando, sia sotto forma del suo alter ego, sia nei suoi panni civili.

Era un mostro accecato dall'amore e incapace di vedere quanto stesse distruggendo Marinette.

Quando tornò a casa fu tutto troppo veloce per la sua mente: sentiva l'acqua e le lacrime offuscargli la vista e, in mezzo a quella confusione dei sensi, riuscì solo ad afferrare un braccialetto, conservato con minuziosità nel cassetto del suo comodino.  

Fu su quel braccialetto, che anni prima la ragazza gli aveva regalato, che lui lo promise: promise a se stesso di lasciarla in pace, perché lei non meritava un tale scempio come lui.

Angolo fangirl fusa

Altro nuovo capitolo in cui Adrien ha allungato troppo le mani e Marinette, dopo una notte insonne, deve affrontare un dopo-sbronza.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto anche se non é un granché.

Ci leggeremo domenica con I possessori e la nube oscura che é una mia nuova storia ed AU, mentre per questa dovrete aspettare martedì.

Ciao ciao miei tortine al cioccolato

GAIA💚

[Riscritto 23/08/2019]

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top