Elia
Sono stato avventato a confessare a Edoardo i miei sentimenti verso Aurora, probabilmente avrei fatto meglio a tenerli per me. Tuttavia volevo che sapesse che un filo che ci lega c'è ancora, anche se lui si ostina a spezzare sempre tutti i legami con me.
Mi alzo presto stamattina, perché da quello che ho capito oggi verranno qui, a casa mia.
Mi decido a sistemare un po' perché il mio orgoglio è stato ferito da quella nana tutta tette.
Come si è permessa di giudicare la mia tana?
Ripulisco tutto borbottando come un vecchio davanti a un cantiere, quella donna mi fa fare cose impensabili.
Quando durante la lite con Edo mi è corsa incontro per abbracciarmi mi sono sentito perso, fragile, distrutto.
È stato come se fosse riuscita a rompere gli argini di un dolore che stavo trattenendo da troppo tempo e questo mi ha fatto vergognare.
Odio sentirmi così, figuriamoci esternarlo.
Tuttavia i suoi occhi dolci, la sua comprensione e dolcezza, mi hanno fatto sentire al sicuro, come se potessi farle vedere come mi sento veramente senza essere pugnalato ancora.
Del resto lei non è Edoardo, ma mi ci devo abituare. Ho passato la vita a essere distrutto da quel pezzo di merda, in perenne ansia perché lui non era mai sicuro di un cazzo.
Mi faceva una rabbia assurda se per strada mi lasciava la mano o se si divincolava dal mio abbraccio.
Lui probabilmente non ha nemmeno idea del male che mi faceva in quei momenti, vedeva solo il suo imbarazzo e la sua paura verso la società.
Io invece volevo solo lui, vedevo solo lui.
Non c'è mai stato altro, prima di Aurora. Il fatto di provare queste strane sensazioni a cui non riesco a dare nemmeno un nome mi fa incazzare, vorrei non provare niente per nessuno, per una volta, vorrei sentirmi libero di scegliere.
Sento il campanello suonare e guardando l'orologio mi rendo conto che non ho nemmeno pranzato, perso nei pensieri e nelle pulizie. Apro la porta e sono entrambi lì, belli come solo Dio sa.
Sembrano già una coppia sposata visti così, probabilmente dovrei lasciarli andare solo per non complicare le loro esistenze.
Li faccio entrare e passo dal guardare il culo di Aurora, pieno e sodo a ricordare quello di Edo, che con quei pantaloni slim lascia poco all'immaginazione.
Che dire, ho una certa ossessione per i culi.
Faccio loro strada anche se ormai conoscono bene questa casa, uno perché ci viveva, l'altra perché ci è piombata senza invito.
Ci sediamo a tavola, Edoardo a capo, noi ai suoi lati. Sembra più un brainstorming.
"Volete qualcosa prima di iniziare questo comizio?" Mamma, grazie sempre per l'educazione che mi hai impartito, ogni tanto la metto in pratica -quando non mi vengono gli istinti omicidi-
Fanno entrambi no con la testa, Edoardo sorride, sembra sicuro per qualcosa, mentre Aurora è molto tesa.
Penso che Edo si stia illudendo per qualcosa e non abbia notato quanto Aurora sia nervosa, probabilmente questa conversazione non piacerà a nessuno dei presenti, anche se devo ancora capire che cazzo c'entro in tutto questo.
"Edo, al nostro primo e unico appuntamento ti avevo detto di amarti, ed è ancora così, malgrado tutto"
Ah ecco, sarei io il malgrado tutto.
Mi muovo a disagio sulla sedia, incrociando le braccia.
"Mi avevi detto che oggi mi avresti dato una risposta. Ti chiedo di non darmela"
A questo punto vedo letteralmente morire il sorriso dalla faccia di Edoardo, mi ero accorto che qualcosa stesse per andare a puttane.
"Perché?" Stende una mano verso di lei, che la prende senza remore. È palese che si amino, sono stato stupido a pensare che Edoardo avesse solo preso una sbandata, perché ora sembra davvero disperato.
"Sono successe tante cose questo mese, i miei sentimenti sono forti, ma anche i vostri. Non posso fingere che Elia non esista, perché lui c'è e ti ama tanto quanto me, se non di più"
Sorrido malinconico, almeno lei ha la decenza di rispettarmi.
"Edoardo ha preso la sua decisione quattro mesi fa" Le ricordo, a cantilena, esattamente come mi ha ripetuto lui fino alla nausea.
"Sono convinta che non sia così, Edoardo non è quello che ho visto ieri, non posso pensarlo, altrimenti dovrei smettere d'amarlo"
Edo è nel panico totale, i sensi di colpa lo stanno mangiando e si vede benissimo.
"Aurora ti prego, mi stai abbandonando?"
Come ci si sente, bastardo?
Un sorriso soddisfatto mi spunta sulle labbra senza che riesca a controllarlo, Aurora se ne accorge e mi tira uno schiaffetto sulla mano.
"Smettila" Mi ammonisce.
"Non sto facendo un cazzo" Ma il mio sorrisetto non si decide a sparire.
"Mi dispiace tanto, sono un fallimento totale. Non sono riuscito a superare le mie paure ma vi amo talmente tanto che sono disposto a fare tutto pur di sapervi felici. Se non mi aveste incontrati ora non saremmo in questa situazione di merda"
Stavolta è Aurora a sorridere, come se avesse avuto ragione su qualcosa.
"È questo che hai pensato fino a ora?"
Non capisco, davvero.
"Già, vedi, Edoardo certe volte non è facile da capire, non ci riesci tu che lo conosci da sempre, come potevo farlo io. Però ho avuto una conversazione con tua madre stamattina"
"Mamma? Mia mamma?"
Annuisce, questa cretina sorride come se sapesse cose che noi ignoriamo.
Edoardo si alza, spazientito.
"Ti ha raccontato tutto, non è così?"
Tutto cosa? Sono l'unico qui a non capire un cazzo?
"Sì. Mi ha detto del tuo desiderio più profondo. Ci ha osservati, in effetti in alcuni momenti il suo sguardo addosso diventa inquietante, però ha una tecnica più affinata della mia nel capire le persone"
Si alza anche lei, fa il giro e si siede a capotavola, poggiando il culo sul tavolo, proprio davanti ai miei occhi.
"Cazzo però così riesco a seguire ancora meno il filo del discorso"
Mi alzo anche io perché non solo sono nervoso, ma anche sessualmente frustrato.
"Elia, tuo fratello ci vuole entrambi..." Non riesce a finire il discorso perché il suo telefono squilla, vedo di nuovo sul suo bellissimo viso l'espressione spaventata dell'altra volta.
"È di nuovo quella merda?"
Fa sì con la testa, poi accetta la chiamata.
Le faccio segno di mettere in vivavoce e stranamente mi ascolta senza polemiche inutili.
"Amore mio, come stai?"
"Stavo meglio prima di sentirti, cosa vuoi?"
Un moto di orgoglio si fa spazio nel mio petto, amo la sua forza.
"Sai, quando mi hai visto a letto con Sandra ho dovuto punirti, ho dovuto, capisci?"
Le affiorano le lacrime agli occhi, l'orgoglio verso di lei viene sostituito dalla rabbia cieca verso questo pezzo di merda. Edoardo è attonito, so che probabilmente non l'ha mai vista così, perché Aurora è come me, non si fa vedere fragile spesso.
"Mi hai mandato al pronto soccorso con due costole incrinate e un trauma cranico"
"Spero che tu abbia ancora le cicatrici, sarebbe così bello se portassi addosso il segno del mio amore"
Mi viene da vomitare, vomitare e tagliarlo in pezzi molto piccoli. Edoardo si porta una mano alla bocca, si avvicina ad Aurora, penso per confortarla, ma lo blocco con una mano sul petto. Mi chiede il perché solo guardandomi, ma scuoto la testa.
Lei sa che ci siamo, ma dobbiamo lasciarle anche spazio e fiducia per agire.
L'ho imparato a care spese sulla mia pelle, per anni, con mamma.
"Che cazzo vuoi ancora?"
"C'è un ordine restrittivo nei miei confronti, mi hai denunciato. Dovevo punirti, lo capisci vero?"
Comincia ad ansimare, le manca il respiro. Le metto una mano sul viso ed è come se tornasse in se, sta piangendo ma non emette un suono, mi guarda soltanto mentre le cola il mascara sul viso.
Bella, bella e forte.
"Che cosa hai fatto?" Torna a guardare lo schermo del cellulare, Edoardo dietro di me cammina avanti e indietro come un dannato dell'inferno.
"Tu non hai nessuno, sei sola. Tuo padre ti ha cacciata di casa e non sono riuscito a rintracciarti però... Però c'è sempre stato qualcosa che hai amato anche più di me, non è vero?"
"No, bastardo non ti azzardare..."
"Troppo tardi amore mio, apri whatsapp"
Stacca la chiamata e scorre i messaggi velocemente.
Si porta una mano alla bocca e comincia a singhiozzare, prima che la voce le si mozzi in gola.
Non riesco a vedere cosa le abbia mandato, so solo che è nel pieno di un attacco di panico e devo immediatamente aiutarla.
Edoardo in questo caso è inutile perché sembra pietrificato.
"Ascoltami, ehy, guardami. Stai avendo un attacco di panico, mi capisci?"
Annuisce, si tocca la gola e mi dice con la voce strozzata che non riesce a respirare.
"Non provare a respirare, devi prima calmarti, se non ti calmi l'aria non entrerà, ascolta la mia voce"
Prendo le sue mani, incrociandole sulle sue stesse braccia. Sono pratico di attacchi di panico perché per anni ho gestito quelli di Edo. A lui venivano sempre di notte, quando sognava sua madre che l'abbandonava.
Picchietto le sue dita sulle braccia con un ritmo continuo, il suo viso sta diventando viola per la mancanza di ossigeno. Cerco di farmi vedere sicuro, forte, così che possa appoggiarsi a me e tornare alla normalità.
Lentamente il suo viso comincia a tornare rosa, l'aria riprende a circolare nei suoi polmoni. Solo a quel punto Edoardo si avvicina e ci stringe in un abbraccio a tre.
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