Aurora

Spocchioso, arrogante e figlio di puttana.
Sono in cucina a rimuginare sull'accaduto di poco fa e sembro una completa deficiente, il nuovo capochef, scelto per il rotto della cuffia, mi guarda di sottecchi, probabilmente pensa che sia pazza.

Non so perché Elia mi faccia incazzare così tanto, in modo così esagerato ed eccessivo, so solo che lo prenderei a schiaffi molto volentieri.
Mi ero fiondata fuori dalla cucina poco dopo di lui perché volevo vedere Edoardo e invece mi sono ritrovata in una quasi-rissa. La faccia di Domenico era viola per lo sforzo di trattenersi ma se avesse toccato Elia probabilmente sarebbe finito al pronto soccorso. Quel bestione fa sicuramente palestra altrimenti non si spiega quella stazza.

Edoardo mi è sembrato in soggezione per tutto il tempo, come se avesse perso il suo cipiglio e la sua dialettica in una botta sola.
Un po' mi stranisce, di certo il suo rapporto con Elia non deve essere semplice, a una prima occhiata sembra che si odino, tuttavia l'istinto mi dice che c'è qualcos'altro.
La signora Francesca Stasiani entra per la quinta volta in cucina, sto seriamente pensando di buttarmi dal balcone.

"Hai visto come si comportano?" Si riferisce sicuramente ai figli, le sorrido dolcemente e cerco di rassicurarla, anche se non fa parte dei miei compiti, garantire che la serata non vada a puttane è una priorità.

"Tra fratelli può succedere, non ne so molto perché sono figlia unica, ma sono certa che ci tengono l'uno all'altro, da quello che ho visto sembra più che abbiano caratteri diversi"

"Non sono fratelli, o almeno, a Elia piace sempre ricordarmelo"

Mi poggio sul bancone della cucina, perplessa.
"La madre di Edoardo l'ha lasciato che era molto piccolo, non andava d'accordo con Sebastiano. In certi giorni non è semplice nemmeno per me, soprattutto quando si intromette Elia, ma ha sofferto molto per causa mia quindi tendo a essere troppo protettiva. Forse l'ho viziato"

La osservo attentamente. Vedo una donna che ha bisogno di essere ascoltata, che dopotutto ha ancora ansie e paure per i figli malgrado siano grossi come montagne.
Una donna che ancora deve dare conto a qualcuno per le scelte che ha fatto.
Mi avvicino cauta, non so fino a dove posso spingermi, ma conosco perfettamente quello sguardo.

"Noi donne ci sentiamo sempre inadeguate, almeno una volta nella vita. Penso che i figli siano anche i peggiori giudici, non è così?"
Annuisce mesta, il mio lato empatico si attiva immediatamente.

"A Elia non piace proprio Sebastiano, in verità lui avrebbe preferito che rimanessi da sola"

Che egoista bastardo.

"C'è un motivo?"
Chiedo, non riuscendo a tenere a freno la lingua. Lei rialza la testa dapprima dubbiosa, manco fossi un paparazzo, poi si rilassa e mi sorride.

"Sì, c'è un motivo"
Annuisco e non chiedo oltre, non voglio inimicarmela facendo l'impicciona, anche se a dire il vero sono molto curiosa di saperne di più. Credo che Elia abbia un lato sensibile che forse nemmeno suo fratello comprende bene.

I preparativi procedono spediti, soprattutto grazie a Monica, che con il suo fare da despota incute timore e riesce a tenerli tutti in riga. Siamo in quindici tra addetti ai lavori, chef e camerieri, tutto per soddisfare un uomo solo: Sebastiano Stasiani. Ho la netta sensazione che anche la moglie e i figli facciano parte della mia crew. Forse dovrei dire che siamo in diciotto al suo servizio.

Non sono ancora riuscita a spiccicare parola con Edoardo, c'è ancora molto lavoro da fare e per me la professionalità è al primo posto. Proprio per questo decido di tenermi a debita distanza da Elia, altrimenti potrei lanciargli accidentalmente un coltello da cucina e allora addio professionalità.

Il capochef esce dalla porta sul retro per fumarsi una meritata sigaretta dopo ore passate a rendere questo posto il suo regno, devo dire che Marzio è davvero un professionista. Sento la porta alle mie spalle, quella che conduce al salone, aprirsi. Giuro su Dio che se è ancora la signora Francesca lancio un urlo.
Non faccio in tempo a girarmi che Edoardo mi abbraccia alle spalle, incavando la testa nel mio collo, ispirando il mio profumo.

Il cuore mi balza nel petto.

"Credevo di non riuscire ad avere un momento con te, avevo già pianificato otto scuse diverse da dire al capochef per lasciarci soli un secondo"

Sorrido come una scema, quest'uomo mi fa tremare le gambe.
Stringo le mie braccia sulle sue, rilassandomi subito.
"Mi sei mancata da morire"
Mi bacia il collo, un brivido di eccitazione mi percorre la spina dorsale.

"Ci siamo visti solo ieri" Fa no con la testa, come un bambino dispettoso.
"Voglio altri dieci appuntamenti" È talmente dolce che mi volto a guardarlo, prendendogli il viso tra i palmi.

"Sei bellissimo" Lo bacio di slancio e lui ricambia immediatamente, le nostre lingue si intrecciano, sa di liquirizia.
"Venti, venti appuntamenti" Mi dice a fior di labbra.

Sento la porta sbattere ma quando mi stacco da Edo non c'è nessuno.

"Cazzo" Lo sento imprecare. Forse lui sa chi ci ha visti.

"Che casino, merda" Si passa una mano tra i capelli, non l'ho mai visto così nervoso.

"Stai bene?" È come se mi vedesse solo in quel momento, ritorna composto, si scusa.

"Edo, mi avevi detto che potevo raccontarti tutto, sai che questo vale anche per te, sì?"
I suoi occhi diventano lucidi, per la prima volta non riesco a leggerlo. È come se mi stesse nascondendo qualcosa.

Mi bacia la fronte e mi dice che deve andare di là, quando la porta si chiude sento un vuoto alla bocca dello stomaco.

Il capo chef torna un paio di minuti dopo, ma sono ancora troppo scossa senza nemmeno sapere la ragione.

Esco in salone e lo vedo immediatamente, sta discutendo animatamente con suo fratello, forse è lui che ci ha visti?

Sara viene nella mia direzione e mi copre completamente la visuale, mi dice qualcosa in merito a uno stronzo arrogante ma sono troppo concentrata su quei due per seguire il filo del suo discorso.
Tuttavia quando si decide a spostarsi di loro non c'è più nemmeno l'ombra.

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