capitolo 12
Come spettri al buio camminiamo lungo il corridoio, lontano uno dall'altro, come se fossimo venuti qui per conto proprio. Ad ogni passo che faccio un ricordo riaffiora nella mia mente.
Mi ricordo da piccola mentre camminavo tra queste mura con i miei amici, nessuno era diverso dall'altro: tutti abbandonati.
Uno tra gli orfanotrofi più grandi di New York. Da piccola rimanevo nascosta dietro l'angolo insieme ai miei due migliori amici, chiedendoci "Sono venuti per me questa volta?", e la risposta era sempre no. Ogni volta che la signora Judy camminava tra di noi, guardandoci uno ad uno controllandoci come se fossimo quasi dei detenuti, mi faceva venire i brividi.
Se obbedivi e non facevi danni, si comportava bene con te. Ma chi osava disobbedire, veniva punito. Una volta sono rimasta chiusa in cantina tutto il giorno, senza mangiare. E così avevo imparato la lezione.
Avevo imparato ad essere più furba, a non farmi beccare, ma molte volte Reed ha preso le mie parti.
E poi ricordo quella sera, quando siamo andati tutti a dormire, e il giorno dopo il nostro migliore amico non c'era più. Nessun abbraccio, nessun "Ci rivedremo", nessun saluto.
E mi soffermo ad osservare la porta del grande salone dove ci riunivamo tutti dopo pranzo e dove la signorina Clarisse suonava il pianoforte per noi, quando la signora Judy non c'era. "Facciamo un piccolo strappo alla regola" diceva. E noi la guardavamo con sguardi sognatori, sorrisi innocenti e sentivamo un po' di calore per pochi minuti. Quel calore che dovrebbe fare pensare alla famiglia, il posto che chiami casa.
«Ehi, stai bene?» la voce di Dark mi arriva come un tuono che rimbomba nel cielo quando ancora splende il sole.
«Sì, sto bene.» rispondo, distogliendo lo sguardo e proseguendo dritto.
«Deve essere stata dura per te...» si lascia sfuggire questo commento, non tenendo conto di un piccolo dettaglio.
«Ti ho confessato che sono stata adottata?» gli chiedo, sbarrando gli occhi.
Un lampo di confusione si fa spazio sul suo viso, mi guarda per un paio di secondi poi risponde: «Quella sera, quando tu e il tuo migliore amico vi siete intrufolati in un posto che... non fa per voi» alza un sopracciglio «Reed sì è lasciato sfuggire qualcosina riguardo voi due.»
Lo scetticismo che giace nei miei occhi lo fa girare dall'altra parte, prendendo nuovamente le distanze da me.
Sembrerò anche ingenua, ma non sono stupida. Non ricordo di averglielo mai detto, e Reed non è il genere di ragazzo che spiffera questa cosa agli altri, nemmeno da ubriaco.
«Con quale scusa siamo venuti qui, comunque?» chiede all'improvviso, non trovando il coraggio di guardarmi negli occhi.
«Possiamo dire che...siamo volontari?» sparo la prima cosa che mi passa per la testa.
Dark si ferma e mi guarda di sguincio. Stringe i denti e si acciglia, abbassando lo sguardo sulle piastrelle.
«Non ci serve un'autorizzazione prima? Non puoi spuntare a caso dicendo che vuoi fare volontariato.» in effetti, non ha tutti i torti. Non so nemmeno se negli altri orfanotrofi sia possibile, ma mi ricordo che da piccola venivano delle ragazze più grandi che giocavano con noi una volta a settimana. Sento lo schiamazzo di alcuni bambini e mi fermo davanti alla porta dello studio della signora Judy. Non ho voglia di rivedere la sua faccia.
«Judy Anderson...» sussurra Dark, soffermandosi a lungo sulla scritta appiccicata alla porta.
Alzo la mano e busso due volte, aspettando che qualcuno si faccia vedere.
«Magari non c'è.» suggerisce Dark, mordendosi il labbro sempre più forte.
«Ti senti a disagio?» domando.
«Non mi piacciono i bambini.» risponde con un sorriso forzato.
«Strano, sei stato bambino anche tu.» replico con un sorriso sarcastico.
La porta si apre di colpo e una donna minuta, con capelli biondi, riccioluti e la ricrescita bianca in evidenza, un scialle rosso sulle spalle e una gonna nera a tubino, lo sguardo confuso e indagatore puntato su di noi, alza il mento e aspetta una parola da parte nostra.
«Salve, signora Anderson!» cinguetto in un modo talmente orribile che perfino Dark mi lancia un'occhiata come se volesse dirmi "Che diavolo è successo alla tua voce?".
«Salve...» dice fermandosi e aspettando probabilmente che le diciamo i nostri nomi.
«Daniel e Cleo.» risponde Dark al posto mio. Questa volta sono io che lo fulmino con lo sguardo.
«Posso esservi d'aiuto?» chiede Judy, con la stessa diffidenza dipinta sul viso di sempre.
«Abbiamo saputo che si può fare volontariato una volta a settimana, quindi siamo interessati.» Dark la fa così breve ed è così poco credibile, che mi fa venire voglia di battere la testa contro il muro.
Tra di noi cala un silenzio sospettoso e inquietante. Dark guarda me, io guardo lui e Judy guarda noi. Un sorriso imbarazzante prende vita sulla mia bocca e la Judy sembra sorpresa.
«Le vostre facce non mi sembrano nuove.» le rughe sulla sua fronte sono la prova che non ci crede del tutto.
«In passato i nostri fratelli sono venuti a fare volontariato, forse per questo vi ricordiamo loro.» dentro di me sto sorridendo perché l'impegno che ci mette Dark ad aiutarmi e a mentire è da apprezzare.
Judy si fa da spazio e ci fa entrare nel suo studio, chiudendo la porta.
«Ci fa molto piacere sapere che ci sia ancora qualcuno disposto a darci una mano.» commenta con un sorriso sincero. Si siede dietro alla sua scrivania e fa intrecciare le dita delle mani, facendo vacillare lo sguardo tra me e Dark.
«Dovrete rispondere ad un paio di domande» dice e mentre Dark si offre a rispondere per entrambi, analizzo lo studio, cercando e leggendo i vari numeri sugli scaffali.
«Cleo, giusto?» la sua voce mi fa sobbalzare.
«Eh? Sì, mi chiamo Cleo.»
Judy sorride e inizia a controllare tra la pila di fogli, ma nel momento in cui emette uno sbuffo, Dark sorride in modo furbo.
«Mi dovete scusare un attimo, abbiamo finiti i moduli. Torno subito.» moduli? Serve un modulo? Questo orfanotrofio ha sempre funzionato a modo suo. Appena Judy si alza e va via, chiudendo la porta, mi alzo in fretta e mi avvento verso gli scaffali dove sono riposti tutti i documenti.
«Psst» Dark attira la mia attenzione. Mi fa un cenno del capo verso l'angolo della stanza, in alto. Una piccola telecamera è puntata dritto verso di noi.
«Ci penso io.» mi sussurra e mentre lui se ne occupa della telecamera, io mi appresto a chiudere la porta a chiave e continuare a cercare tra i vari dossier.
Dark, una volta coperto la telecamera, anziché darmi una mano, resta seduto sulla scrivania e mi osserva.
«Aiutami.» gli dico, con l'ansia che divampa dentro di me. Dark sogghigna e dice: «Ho già fatto abbastanza, Cleo.» mi prende in giro.
«Va bene, Daniel.» ricalco il suo nome, facendolo sorridere di più. So che Judy potrebbe arrivare da un momento all'altro, so che potremmo finire nei guai, ma corro il rischio. Prendo la sedia e ci salgo di sopra, controllando tra i vari fogli, cercando disperatamente il suo nome. Non trovando nulla, scendo e controllo tra i cassetti con il numero di sopra.
Trovo il mio nome. Il suo deve essere vicino.
«Sembri davvero determinata.» commenta alle mie spalle Dark. Non gli rispondo, ma continuo a frugare tra i documenti.
Prendo un dossier tra le mani e un piccolo foglio scivola via, cadendo ai piedi di Dark. Lui si abbassa per prenderlo, lo legge e poi solleva di nuovo lo sguardo.
«Fammi vedere.» gli dico, ma nel momento in cui mi sto per avvicinare a lui, dietro di lui crollano un sacco di libri dritti sul pavimento. Sono semplicemente caduti.
«Cosa cazzo...» esclamo, guardando prima Dark e poi i libri a terra.
«Faresti bene ad iniziare a metterli a posto, non voglio finire nei guai per colpa tua, sono passati oltre dieci minuti.» il suo tono arrogante non mi piace. Sembra sia cambiato così, in una frazione di secondo.
«Ma-» tento di dire, lui alza una mano fermandomi.
«Non hai trovato ciò che cercavi, Moon. Non puoi stare qui a vita a cercare il nome che ti serve. Verremo un altro giorno.» mi rassicura, ma so che sta mentendo. Glielo leggo negli occhi.
Corro verso i libri e inizio a rimetterli a posto, lui viene a darmi una mano.
Indispettita dal suo repentino cambio di umore, decido di ignorarlo.
«Scusa, non volevo essere brusco con te.» Si è davvero scusato? Faccio spallucce e continuo a mettere i libri al loro posto.
Come diavolo sono caduti così dal nulla? Mi guarda intorno e inizio a grattarmi dietro il collo, dove spesso sento un prurito, che a volte equivale ad un bruciore strano e inspiegabile.
Dark si alza, va ad aprire la porta, poi mi incita a darmi una mossa e raggiungerlo.
«Ce ne andiamo così?» gli chiedo. Si porta la mano dietro la nuca, compiendo quasi la stessa mossa che ho compiuto io poco fa.
«Andiamo, muoviti.» sbraita e mi alzo in fretta, correndo verso di lui. Mi afferra il braccio con poca delicatezza, il bruciore si intensifica dietro la nuca.
«Mi fai male.» gli dico, ma non so nemmeno il perché di questa mia affermazione.
«Dove?» chiede, confuso. Osserva la stretta sul bracciolo, che non è così forte da farmi così male, e rispondo: «Niente, è solo l'ansia penso...»
Lui, però, non sembra convinto. «Cosa ti fa male, Anemoon?»
«Non è proprio dolore... è solo un leggero bruciore, dietro la nuca.»
Le sue pupille sembrano dilatarsi e mi mette ancora più fretta. Usciamo dallo studio e corriamo lungo il corridoio, quasi fossimo due ladri.
So che ci hanno ripresi con le telecamere, so che saremo fottuti, ma spero soltanto che Joseph sia calmo e si dimostri comprensibile nei miei confronti per una volta.
Superiamo il cancello e andiamo verso le nostre rispettive moto.
«Dove hai messo il foglietto che era caduto per terra?» gli chiedo e si affretta a rispondere: «Al suo posto.»
Salgo sulla moto e lui sulla sua, metto il casco e prima di andare via vedo un foglietto fuoriuscire dalla tasca posteriore dei suoi jeans. Mi ha mentito?
Scuoto la testa e do gas, lasciandomi alle spalle questo posto.
Un quarto d'ora dopo mi ritrovo al posto di partenza. Mi tolgo il casco e sento Dark fermarsi dietro di me. Scendo dalla moto e guardo verso il locale, attraverso l'enorme finestra. Reed è seduto da solo al tavolo, mentre si rigira tra le dita il cellulare e sorrido, perché so che mi sta aspettando.
«Wow.» commenta Dark, con il solito sorriso sfacciato.
«Mi piaci di più quando non fai lo stronzo, sai?» gli dico, anche se questa volta non ha fatto qualcosa di male.
«Oh, quindi ti piaccio?» chiede, trattenendo un sorriso.
«Piantala, Dark.»
«Come vuoi tu, Moon.» e mi sorride in modo così genuino che per un secondo mi perdo nel suo sguardo e mi piace. I suoi occhi sono così simili a quelli di...
«Ops...» dice all'improvviso, guardando verso Reed. Una ragazza si siede davanti a lui, al posto dovrei esserci io.
Quindi... non è venuto qui per fare pace con me. Non è qui per me. Inizio ad indietreggiare, delusa e triste.
«Stai male?» chiede, quasi come se fosse davvero interessato a me.
Stringo i pugni, e mi giro verso di lui. «No, è solo che... Sono delusa. Sono arrabbiata, sono-» lo sguardo perplesso di Dark, che osserva attentamente il fumo che fuoriesce dal tombino, attira la mia attenzione.
«Cosa...» mormoro, confusa.
«Che ne dici se ti calmi un po'?» suggerisce, tornando con lo sguardo su di me.
«Sai cosa? Vaffanculo. Torno a casa.»
«Non puoi.» mi fa sapere.
«Scusami?» metto le mani sui fianchi, arrabbiata.
«Volevo dire... Vieni in un posto con me? Non ti lascio tornare a casa così triste.»
Scoppio a ridere. «Sì, molto gentile da parte tua, peccato che mi stai mentendo.»
Lui solleva le sopracciglia, incassando il colpo.
«Okay, va bene essere arrabbiati, ma non te la prendere con me.»
«Allora dammi il foglietto che tu hai preso!» allungo la mano verso di lui.
«Non so di cosa stai parlando.» si finge indifferente.
Mi avvicino a lui e gli afferro il braccio, facendolo girare e controllando le sue tasche posteriori. Era lì. Giuro di averlo visto, non ho le allucinazioni.
«L'hai buttato via? Era lì.» gli dico in tono accusatorio.
«Moon... Devi calmarti, non so di cosa stai parlando. Ora, sali sulla tua bella moto e vieni con me.» le sue parole sembrano ipnotizzanti. Mi perdo nell'azzurro dei suoi occhi e faccio come ha detto. Salgo sulla mia moto e lo seguo. Non so nemmeno dove mi sta portando.
Hello 😍❤️ come state? Vi incuriosisce la storia? Io non vedo l'ora di svilupparla sempre di più ☀️
Secondo voi perchè Dark è spuntato così all'improvviso nella sua vita?
E perché Reed si comporta in modo strano?
Dark sa qualcosa in più rispetto a Moon? 💕
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