Dubbi -Capitolo tre

Era passato oramai un mese da quando alloggiavo in casa Gallagher.
Io e Carl avevamo instaurato un rapporto di amicizia, non lo avevo più provocato e tanto meno lui aveva più provato a spingersi oltre.
Era come se da quella sera quando lo avevo chiamato in stazione di polizia durante il servizio, lui fosse cambiato.
Quella mattina come oramai tante mi svegliai che lui non era in camera. Ah si avevamo preso l'abitudine a dormire assieme così che nessuno dei due dovesse dormire scomodo nel divano in soggiorno; inizialmente tutti facevano commenti sarcastici su questo fatto ma dopo che Carl mise in chiaro che tra noi non ci sarebbe mai stato nulla, nessuno più fece commenti, nessuno eccetto Mickey.
Mickey ecco era un capitolo apparte.
Era diventato così tanto in questo mese, mi riempiva di attenzioni, si curava di come stessi, era come un fratello; era un po' stupido alle volte è chiuso di mentalità però si vedeva che mi voleva bene.
Come dicevo mi svegliai senza trovare Carl a letto o in stanza; mi alzai dal letto e preparai il tutto per la doccia mattiniera.
Salì le scale ed arrivai in cucina dove c'era già Liam e Ian seduti a fare colazione.
"Buongiorno principessa! Ho preparato degli ottimi pancake stamattina!"
"Buongiorno a te Ian! Ciao piccoletto tu non mi saluti?"
"Si ciao! Oggi ho il compito di matematica, ho ansia di non riuscire a superarlo..."
Mi avvicinai a Liam e lo strinsi a me.
"Sei troppo intelligente per non superarlo, vedrai che andrà tutto bene tesoro! Io vado a fare la doccia... vi assicurate voi che il barbone in salotto non salga?"
I ragazzi annuirono ed io mi incamminai verso il piano di sopra.
Mickey era appena uscito dal bagno, aveva ancora i capelli bagnati.
"Quante volte dovrò dirti che con i capelli così bagnati ti farai venire un febbrone?"
Lui alzò il dito medio in tutta risposta.
"Come stai tesoro? Dormito bene con quella testa di cazzo di poliziotto?"
Io annuì sorridendogli.
"Sisi come ogni sera, tranquillo. Comunque io vado a lavarmi, fate attenzione a Frank."
"Tranquilla ci penso io." Mi lasciò un bacio sulla guancia e scese al piano di sotto.
Io mi feci una doccia serenamente, mi vestì, misi un pantaloncino color panna corto e sopra una canotta leggera grigia.
Scesi al piano di sotto dove trovai tutti in cucina.
"Ei Jes buongiorno ma tu oggi non hai niente da fare che sei in tenuta da casa?" Deb rise vedendomi vestita comoda.
"No all'alibi ho il giorno libero quindi pensavo di meritarmi un po' di relax e starmene in casa a far nulla."
"Si, oggi vengono dei colleghi quindi mettiti qualcosa di consono che così non puoi stare."
Carl doveva imparare a farsi i cazzi suoi.
Non gli risposi nemmeno e mi sedetti a mangiare.
"Ottimi i pancake Ian. Milkovich hai preso proprio il Gallagher migliore!"
Ci fu un dissenso generale proveniente da Debbie, Liam e persino Frank.
"Ovviamente scherzavo, il mio Gallagher preferito è quel muso lungo del poliziotto dai!"
Tutti ridemmo tranne Carl.
"Oh che palle sei! Fattela una risata cazzo!" Calò il silenzio, lui non parlava, solo sbatté la forchetta nel piatto e salì al piano di sopra.
"Io vado a scuola! Ti voglio bene Jess!"
"Io portò Franny a scuola e poi vado a fare delle commissioni, ciao Gallagher!"
Frank si alzò ed uscì senza dire nulla e rimanemmo io, Ian e Mickey.
"Io inizio a preparare il furgone per il lavoro di oggi. Mic ti aspetto fuori."
Ian si alzò mi lasciò un bacio sulla nuca ed uscì.
"Vuoi che vada a rompergli il muso a quell'idiota?"
Mickey era troppo premuroso con me.
"No, l'ho istigato io, volevo una sua reazione, non so che cazzo abbia stamattina."
"Qualsiasi cosa chiamami e lo gonfio. Ti voglio bene Jè."
Mi abbracciò, mi baciò la guancia e raggiunse fuori Ian.
Io scesi nel seminterrato e mi sdraiai.
Cosa potevo fare per risolvere questa situazione, avevo bisogno di parlargli.
Mi alzai e salì nuovamente al piano di sopra.
Lui ancora non era uscito dal bagno quindi salì le scale e bussai.
"Mi sto lavando!"
"Carl parliamo... perché sei incazzato?"
"Cazzo ma potrò lavarmi in pace o no? Dai entra."
Entrai e abbassai subito lo sguardo; c'era lui con un accappatoio in vita poggiato al lavandino che mi guardava.
"Quindi? Cosa cazzo vuoi? Non ho tempo da perdere. Tra poco arrivano dei miei colleghi passano la mattina qua e devo sistemare quello schifo di soggiorno."
"Volevo solo capire perché sei incazzato con me... è dalla sera che mi sei venuto a prendere in centrale che mi eviti."
"Io non ti evito. Semplicemente non abbiamo nulla in comune e non ho nulla da dirti."
Ma come? Prima mi voleva scopare e ora non aveva nulla da dirmi?
Alzai il viso e incrociai lo sguardo.
"Allora cambia quest'atteggiamento del cazzo. Se il tuo problema è che alla fine non c'è stato nulla tra di noi non è colpa mia, sei tu che non hai voluto quella sera, perché eri in "servizio"."
Lui si staccò dal lavandino e si avvicinò a me.
"Ti spiego bene la situazione: con una ragazzina del cazzo, sicuramente verginella, non ci avrei fatto assolutamente nulla. Adesso direi che ho raggiunto il limite della sopportazione, quindi esci e per favore mettiti un reggiseno sotto quella canotta, non voglio problemi mentre arrivano i miei colleghi."
Voleva la guerra. Mi aveva chiamato verginella del cazzo. Gli avrei dato io una lezione.
Andai nel seminterrato e mi cambiai, misi la mia minigonna di jeans e sopra mi lasciai la canotta ricamata in pizzo molto leggera senza reggiseno.
Aspettai del tempo prima di salire, dopo aver sentito il campanello suonare aspettai una mezz'oretta prima di salire.
Appena salì vidi Carl seduto sul divano in soggiorno, insieme a dei ragazzi più o meno della sua età alcuni in divisa da giorno ed alcuni con la divisa che Carl usava per allenarsi.
"Oh scusate, non pensavo foste già arrivati, mi preparo del porridge e torno al piano di sotto."
"Ciao bellezza! Io sono Rey, Carl non ci aveva detto di avere una sorella così carina. Se vuoi puoi restare qui con noi a fare due chiacchiere."
Mi avvicinai al soggiorno.
"Oh no dai non voglio dare fastidio."
"Una Gallagher non dá mai fastidio." Si affrettò ad aggiungere un altro ragazzo.
"Ma lei non lo è. Non è mia sorella, è una ragazza che ospitiamo in casa, amica di famiglia diciamo."
Aggiunse Carl.
"E allora falla rimanere con noi. Io sono Daryl, molto piacere." Mi avvicinai al ragazzo che mi tese la mano e la strinsi presentandomi.
"Allora se non vi dò fastidio rimango qui volentieri. Io sono Jessica molto piacere."
"Accomodati pure qui sul divano dai." Rey era molto gentile si alzò lasciandomi il posto centrale del divano accanto a Carl ed un ragazzo biondino di nome Andrew.
"Quindi dicevamo.... L'avete vista l'ultima recluta, proprio bona."
Io ascoltavo i loro commenti e me la ridevo, erano poi abbastanza simpatici e forse anche un po' stupidi.
"E tu Jessica giusto? Che ci racconti di te? Una ragazza così bella di sicuro sentirà questi commenti ogni giorno."
Rey cercava di attirare la mia attenzione, ma quella che attirava era in particolar modo di Carl, che in tutta risposta aveva teso il braccio su di me e mi aveva avvicinato a lui.
"Lavorando in un bar si sicuramente... ahahah, vi va una birra? Ne abbiamo di fresche in frigo."
Tutti annuirono ed io mi alzai per andarle a prendere, al mio ritorno però il mio posto era occupato.
"Eii quello era il mio posto!"
Rey di tutto tono rise e si indicò le sue gambe.
"Puoi sederti anche qui, ti assicuro che a terra è scomodo."
Guardai Carl per capire se mi stavo mettendo nei guai e quando vidi il suo viso teso ed incazzato decisi che effettivamente ero già nei guai.
Ridacchiai un po' e mi avvicinai al divano. Carl mi afferrò il braccio e mi fece sedere su di lui.
"Forza prendete tutti una birra." Disse Carl passando le birre ai suoi amici.
"Hai esagerato e tirati giù la gonna che ti si è alzata." Mi sussurrò all'orecchio, stringendomi il suo braccio in vita.
Passò la mattinata tra risate e commenti.
"Vabbè ragazzi è ora di andare, noi oggi pomeriggio abbiamo servizio mica come Carl che se ne sta qui con una strafica." Rey si alzò dal divano e mi lasciò un bacio sulla guancia.
"Ci vediamo presto spero."
"Oh assolutamente super volentieri."
Ricambiai il suo bacio con un abbraccio.
"Tesoro fatti dare il mio numero da Carl." E detto ciò Rey raggiunse gli altri ragazzi fuori dalla porta.
Io e Carl non ci eravamo mossi dal divano.
"So che ti piace stare seduta sul mio cazzo, però ora scendi che mi hai già dato abbastanza fastidio oggi. Scordatelo! Rey non te lo farò rivedere più."
Decisi di non muovermi nemmeno leggermente.
"Se ti dispiace così tanto che stia su di te, perché non mi hai lasciata sedere con Rey?"
"Perché non l'hai capito che quello voleva solo infilarsi nelle tue mutande?"
"E a te che importa? Magari anche io volevo solo farci qualcosa, senza sentimenti..."
La sua mani si riappoggiò sulle mie cosce e il suo braccio mi cingeva di nuovo la vita.
Il suo respiro batteva sul mio collo.
"Se solo volessi ora ti potrei scopare... ma vuoi sapere una cosa? Io sarei capace a non metterci sentimento, invece tu i moriresti dietro ancora di più. Ecco perché non voglio che tu scopi con Rey, perché conosco il personaggio e conosco te."
Gli tolsi il braccio dalla mia vita e mi misi a cavalcioni su di lui.
"Caro Gallagher, ci sono tante cose che ancora non sai di me. Perché non provarci?"
Le sue labbra si avvicinarono al mio collo.
Iniziò a concentrarsi su un punto e prese a mordicchiarlo e baciarlo.
Le sue mani si stavano insinuando sotto la mia canotta e le sue labbra, dopo essersi staccate dal mio collo, si fiondarono sulle mie.
Gli lasciai accesso alla lingua, quando lui si staccò mi morse il labbro e con la sua mano sotto la canotta strinse il mio seno.
Mi lasciai scappare un sospiro di piacere.
"Te lo avevo detto che dovevi metterlo il reggiseno. Forza scendi." Mi diede una pacca sul culo e mi poggiò sul divano.
Io mi sdraiai senza parole, lui salì su di me, si tolse la sua felpa e rimase a petto nudo.
Iniziai a scorrere le mie mani lungo il suo petto e mi misi a giocare con la sua collanina d'oro che gli pendeva dal collo.
"Sei sicura? Niente sentimenti?"
Annuì, gli poggiai la mano sulla sua nuca e gli spinsi le sue labbra sulle mie.
Riprese a baciarmi mentre la sua mano scese lungo i miei fianchi fino ad arrivare al bordo della mia gonna.
"Posso?"
In tutta risposta tesi le mie mani verso il suo jeans e gli slacciai la cintura.
Lui afferrò la mia minigonna e me la sollevò; iniziò a passare le sue dita lungo il mio interno coscia per salire pian piano.
Mi accarezzò da sopra le mutandine e nel mentre scese a baciarmi il collo.
"Sei già bagnata? Se sto andando troppo veloce mi fermo..."
"No Carl ti prego..."
Entrambi stavamo ansimando, ci fermammo però al sentire aprire la porta sul retro.
"Cazzo Gallagher! Perché non te ne andavi in camera con la tua amica, chiedevi a Jes di stare lei in soggiorno e voi stavate di sotto."
Cazzo, cazzo, cazzo. Mickey.
Se si accorgeva che ero io Carl era morto.
"Carl che cazzo facciamo..."
Eravamo tutti e due immobili.
"Ma chi cazzo... Carl ti ammazzo!"
"Cazzo Carl corri!"
Carl si sollevò da me e si prese la premura di riabbassarsi la gonna.
"No Mickey posso spiegarti."
Carl uscì dall'ingresso ed io non riuscì a bloccare Mickey che gli correva dietro.
Ora sì che ero nei casini, però ero davvero contenta.

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