Capitolo 80

Aleksander

Incredulo che si possa provare tutto questo e così intensamente me la stringo a me accarezzandole la schiena fino a sentirla addormentare. Mi sento vivo. Ogni parte di me sembra tornata in vita, sento il sangue pulsarmi nelle vene.

Fisso il soffitto sopra di noi con le suo ombre, ma stanotte non ho paura. Lei è con me. Lei è veramente con me ora. Siamo appena tornati da un nuovo luogo fatto solo di noi e io ringrazio il cielo che mi ha permesso di trovarla quel giorno. Una fatalità, un miracolo che per poco non si trasformava in un incubo per lei ma nonostante tutto lei vuole me. Lei continua a volere me e io voglio lei. Ho sempre voluto lei.

Il mio petto si riempie di brividi nel punto in cui la sua bocca socchiusa sfiora la mia pelle. Con lei sono pronto ad affrontare tutto e a dimenticare le cose orribili che ho fatto. Mi fa sentire migliore, migliore come ero un tempo senza questo mostro che mi schiaccia.

Sento ancora l'appagamento nel mio corpo steso, siamo nudi, pelle contro pelle, senza niente a coprirci ed è proprio come mi sento con lei da quando ci siamo conosciuti.

Una donna incredibile che si è donata a me con una fiducia disarmante e per questo si è definitivamente impossessata del mio cuore. Io la amo, non ho dubbi ma so che non è ancora il momento per confessarle questo sentimento che mi riempie il cuore e mi fa sospirare. Inspiro il suo profumo chiudendo gli occhi ed ecco quella vibrazione che mi da la certezza di ciò che penso. Arriverà il giorno giusto ne sono certo, bruceremo le tappe anche in questo ma non me ne preoccupo, sono certo che il destino ci vede uniti.

Il mio palmo le stringe il braccio e con un ultimo sorriso mi addormento anche io con una serenità che mi mancava da tanto tempo.

Infastidito apro gli occhi alla prima luce del sole, l'alba mi saluta con i suoi bagliori. Porto la mano a coprire gli occhi e un lieve movimento sopra di me mi fa sorridere. Non abbiamo tirato le tende ieri notte, troppo concentrati a spogliarci e questo mi permette di guardare la giovane donna stretta a me.

Sbadigliando alzo il capo e il suo viso mi si mostra innocente. Le nostre gambe sono intrecciate e la sensazione della sua pelle nuda su di me non mi è più indifferente, anzi, e ben evidente l'effetto che mi fa.

Ritorno sul cuscino cercando di placare il desiderio che serpeggia nel mio sangue, porto la mano a scompigliarmi i capelli e poi sul viso a placare i miei bollori, cosa non facile, visto la meravigliosa sensazione che mi danno i suoi seni premuti su di me e del suo desiderio sul mio fianco destro.

Forse dovrei scivolare via e farla riposare ma non voglio che si svegli sola nel letto. Alzo ancora il capo e il suo corpo bianco steso sul mio dorato è un dipinto perfetto e incantevole. Il mio respiro accelera dispettoso e non mi accorgo di aver aumentato la pressione sulla sua schiena ne che proprio in questo momento anche il respiro di qualcun altro ha appena accelerato desideroso di un risveglio all'altezza della nottata.

«Se vuoi saperlo lo voglio anche io.» Scatto a guardare i suoi occhi dopo che la sua voce mi fa sussultare.

«Lo voglio, cazzo, se lo voglio.» Sgrano gli occhi alla sensazione della sua mano che scivola sul mio corpo, mi sembra mi stia marchiando dal fuoco che mi brucia. Torno a stendermi arreso al suo assalto.

Non ho bisogno di guardare per sapere dove le sue dita si posano lievi, ne dove si lasciano andare a una maggiore pressione. Sospiro mostrandole il potere che ha su di me anche con un semplice contatto, il mio cuore riprende la corsa e la mia anima si lega alla sua, non ne potrei più distinguere i contorni.

«Ah...» gli ansimi ci fanno da sottofondo suoni profondi e estasiati. Dolci lamenti che sostituiscono nei miei ricordi ogni orribile suono di bombe e armi.

Le nostre bocche si cercano con cupidigia le stringo il capo insinuando le dita fra i suoi capelli e le mordo il labbro quando la sento posizionarsi su di me.

Con lentezza estenuante mi lascia scivolare fra le sue pieghe, ne sento la morbidezza avvolgere tutta la mia lunghezza ed entrambi apriamo la bocca guandandoci con bramosia.

I suoi occhi luccicano quasi commossi e io ne percepisco fino in fondo all'anima la meraviglia.

«Mi fai sentire nuovamente me stesso.» Le mormoro ansimando sulle sue labbra con le iridi ancora legate fra loro. Non mi stanco di dirglielo.

Lei in risposta passa la lingua sul mio labbro inferiore e accenna un lieve movimento del bacino che mi fa correre a stringerle un fianco, mentre con una mano le tengo ancora la guancia. Le sue mani corrono a stringere il mio polso e io chiudo gli occhi per quella dolce tortura che è il suo muoversi su di me come se volesse godersi ogni sfioramento fra i nostri corpi.

«Sei così importante per me.» Mi mormora nell'orecchio facendomi riaprire le palpebre a fatica. La mano lascia il suo fianco e le accarezza la schiena.

«Cosa mi hai fatto?» io non lo capisco. Come si può tenere a qualcuno così tanto, così intensamente ancor più della propria vita.

In risposta si tira su posando i palmi bollenti sul mio petto. I capelli scendono a coprirle i seni e io emetto quasi un lamento estasiato dalla sua bellezza. Mi godo lo sfiorare del suo corpo che in quella posizione si mostra alla mia curiosità erotica senza vergogna, fin quando sento l'impulso di dettare io i tempi.

Con un colpo di reni inverto le posizioni, il suo sorriso divertito mi invita a baciarla e il suo bacio mi invita a prendere di più. Spingo in cerca di ogni emozione, ogni calore, ogni piccolo frammento di sentimento che mi riguarda. Spingo donandole ogni cellula, ogni pensiero, ogni infinitesimo sentimento che mi scuote.

La danza è incalzante, travolgente, i fiati si perdono, i corpi si rincorrono, l'orgasmo si avvicina sollevandoci da quel giaciglio per portarci in alto, sempre più in alto, ancora più in alto e poi ci abbandona giù in picchiata nell'ultimo decisivo affondo dentro quel ventre di piacere sublime.

«Mi mandi fuori di testa.» Mi godo quel calore ancora un po' fino a imprimere quella sensazione ben in fondo nella mia mente e nel cuore. Quando me ne sento pieno e soddisfatto mi sfilo lentamente e poi mi lascio andare al suo fianco spalla a spalla. Sento il suo sguardo sul mio profilo e io sorrido beato a occhi chiusi. «Non credevo esistesse davvero quel posto.» Le confesso portando la mano fra i miei capelli mentre il petto si alza e abbassa velocemente.

«Quale posto?» Sento la curiosità nella sua voce affannata.

Mi giro a guardarla rimanendo sempre più incantato. I suoi capelli sono sparsi sul mio cuscino, le gote arrossate, le labbra gonfie per i miei baci, le iridi brillanti e il dolce profumo della nostra unione che mi solletica la libido. Adoro quel piccolo contatto fra i nostri corpi, quella sensazione della sua pelle calda sulla mia spalla bollente e lo interrompo solo per un lieve bacio proprio in quel punto.

«Il paradiso, che altro?» La sua mano mi colpisce il petto e ora sono io a studiare il suo profilo. Ci guardiamo in silenzio, esso stesso parla di noi e di cosa questa notte abbia significato per due ragazzi che si sono trovati.

«Ti va la colazione?» Il suo capo si abbassa in segno di assenso e io allungo il braccio per ordinarla in camera. «Cosa vuoi che ordini? Un caffè nero?» al campo prendeva sempre caffè nero.

«In realtà no, preferisco caffellatte e un cornetto vuoto ai cereali.» Si alza posando il capo sul palmo aperto con il gomito sul mio petto.

«Mi sembrava lo prendessi sempre così.» Mi dispiace aver sbagliato, forse ricordo male. Il suo sorriso è così dolce da sciogliermi.

«Sì, hai ragione, sei grazioso a ricordartene, ma lo facevo perché il latte era orribile.» Fa una smorfia adorabile e io mi sollevo per baciarle le labbra. «Tu, invece, lo prendevi così perché ti piace?» Ora sono io ad apprezzare le sue attenzioni.

«Grazioso?» Le pizzico un fianco e lei scoppia a ridere e io la seguo con piacere. «Comunque lo prendevo così perché il latte era orribile.» Apre la bocca stupita per la mia risposta e io le strizzo l'occhio prima di ordinare.

«Ecco, ora sappiamo una nuova cosa l'uno dell'altra.» Le faccio presente.

«Già.» Mi risponde soddisfatta.

«In realtà forse più di una.» Le faccio il solletico riportandola sotto di me. «Ora so come sia da mozzare il fiato stare dentro di te.» Le struscio il naso sul collo. «E conosco ogni centimetro della tua splendida pelle...» le mordo la mascella.

«Ahi!»

«E il suono del mio nome quando insieme raggiungiamo l'orgasmo.» Scendo a riprendermi le sue labbra intrattenendo entrambi in attesa della colazione.

E come palpita il mio cuore ad averti accanto... ma questo pensiero si incastra fra i nostri baci.

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