Cap 9

Mi risveglio nel mio letto , apro gli occhi e vedo le pareti verde acqua , il quadro che rappresenta delle conchiglie sulla sabbia , il divanetto e la porta del bagno.

Mi giro su un fianco come se mi aspettassi di veder qualcuno ma sono sola.

Sono quasi sicura di essermi addormentata sul divano , come sono arrivata poi qui ?

Mi alzo, mi vesto e vado nel salottino.

Sul tavolo c'è una teiera e due tazze immacolate , una zuccheriera ed un piattino con due croissant ancora tiepidi.

Busso timidamente alla porta di Alex, il quale mi apre la porta senza dire nulla. In una mano ha un asciugamano con il quale si sta asciugando il volto , l' altra è appoggiata alla maniglia. Si è appena rasato e la pelle appare così fresca e compatta . Ha un buon profumo di crema solare.

" Buongiorno principessa , pronta per il viaggio ? Suor Cristina ha chiamato prima dicendo che avrebbe fatto colazione con le consorelle quindi ho ordinato solo per noi due, spero che non ti dispiaccia !"

" Certo che no! Ho una gran fame e quei cornetti emanano un profumino meraviglioso ! Se hai intenzione di viziarmi così per le prossime quattro settimane potresti avere delle difficoltà poi a liberarti di me !"

" Mhmh , hai fatto bene a dirmelo , agirò di conseguenza !" Finge di essere serio ma ormai so riconoscere il suo tono di voce, sta facendo il giullare come il solito!

Addentiamo la nostra colazione guardandoci negli occhi e , sarà una mia impressione ma mi sembra di leggere tenerezza nel suo sguardo.

Come fa un uomo ad essere così intelligente, sensibile ,deciso , tenero e divertente allo stesso tempo !

A volte non mi pare nemmeno reale, come il ricordo della notte precedente.

Non oso dire nulla in merito, probabilmente ho sognato tutto e farei per l'ennesima volta la figura della ragazzina imbranata perché per qualche strano motivo , da quando sono scesa da quell'aereo e l' ho visto in aeroporto mi sembra di essere tornata indietro nel tempo e di avere ancora tredici anni.

Mi fissa e con un gesto delicato mi toglie lo zucchero a velo dalla punta del naso rivolgendomi uno dei suoi sorrisi disarmanti.

Poi si alza e chiama la hall per far portare i nostri bagagli in auto.Suor Cristina è già nella hall ad attenderci con Suor Monica.

Appena arriviamo ci saluta raggiante e inizia a parlare alla velocità della luce raccontandoci quanto sia stata piacevole la sua serata in compagnia delle consorelle e dei bambini ospiti da loro. Quando parla dei piccoli le si illumina lo sguardo e la voce diventa un po' più acuta per

l'emozione , è un peccato che abbia preso i voti perché credo che sarebbe stata una madre straordinaria.

Salutiamo la consorella e ci dirigiamo verso il pick up che è già comparso come per magia fuori dalla porta.

Partiamo e ci immergiamo nel traffico già molto intenso nonostante siano solo le nove del mattino.

Passiamo per il centro città e come aveva promesso , Alex ci mostra i famosi Robot semaforo , mi provocano strane sensazioni , sono alti due metri e mezzo , in acciaio e danno indicazioni con voce metallica , sembra di esser in uno degli episodi di guerre stellari .

Continuo a pensare che sia molto strano vederli nel centro di una città africana e non in una metropoli europea o americana.

Proseguiamo per la via principale e per qualche minuto tutto scorre tranquillamente, con un traffico non troppo intenso mentre intorno a noi si stagliano edifici eleganti e venditori ambulanti.

E' incredibile come il paesaggio intorno a noi cambi e si trasformi all'improvviso, passiamo da una città caotica e moderna ad una lunga strada asfaltata che pare infinita, costeggiata da costruzioni sempre più povere .

Allontanandoci dal centro, le auto diminuiscono sensibilmente e si vedono tantissime persone ai lati della carreggiata, alcuni hanno una sorta di bancarella improvvisata , altri svolgono dei piccoli lavoretti all' esterno delle case , frantumano pietre , trasportano merci con dei carretti a mano o sulla testa.

Improvvisamente l'asfalto scompare e ci ritroviamo su una sorta di enorme sentiero in terra rossa, non vi sono corsie o segnalazioni, solo qualche raro cartello che sembra essere stato messo in modo casuale.

Dobbiamo procedere molto lentamente per evitare i numerosissimi pedoni che occupano la via incuranti dei rari veicoli in circolazione e della nuvola di sabbia rossastra che si solleva al nostro passaggio per poi riscendere lentamente ed imbrattare tutto ciò che ci circonda.

Ci sono moltissimi giovani e bambini, ma la maggior parte di loro sta lavorando o comunque svolgendo le stesse attività degli adulti. Pare che l'età media sia molto bassa ma non si respira aria di fanciullezza e allegria.

Affrontare le difficoltà della vita quotidiana quando non hai cibo , elettricità e acqua potabile a portata di mano , convivere con la paura di furti o aggressioni senza sapere esattamente cosa aspettarsi dal domani deve essere una tortura.

Li osservo con attenzione e le espressioni dei loro volti sono incredibili , non sorridono ma non sembrano nemmeno disperati , so che sembra assurdo ma io riesco solo a scorgere serenità e consapevolezza e mi torna alla mente il discorso di ieri sera . E' vero pare che gli africani abbiano un modo di affrontare le cose così diverso dal mio.

I miei compagni di viaggio sono ormai abituati, infatti non sembrano particolarmente stupiti , io invece sono letteralmente sbalordita .

Proseguiamo il nostro viaggio , Village Begin dista solo un centinaio di chlometri ma per raggiungerlo ci vogliono quasi quattro ore , almeno così mi aveva spiegato Alex la sera precedente.

Mi accorgo solo ora che nell' abitacolo regna il silenzio, io ero troppo concentrata a guardarmi intorno per parlare ma anche gli altri non hanno detto una parola negli ultimi minuti.

Mi volto a guardare Cristina e la vedo a con gli occhi chiusi e una corona del rosario tra le dita , probabilmente sta recitando mentalmente le preghiere del mattino ed è assorta nel suo mondo.

Alex invece è insolitamente teso, ha la mascella serrata e le labbra strette , un muscolo sotto il suo zigomo destro si sta muovendo velocemente in modo quasi impercettibile, quel genere di movimento che si verifica involontariamente quando sei particolarmente agitato o concentrato. Lo sguardo è fisso sulla strada e osservando il suo bellissimo collo noto sotto la pelle abbronzata e compatta un tendine teso , come una corda che parte dalla spalla destra e raggiunge la zona sotto il lobo dell' orecchio. Anche i muscoli delle braccia sono tesi , e le mani sono strette a pugno sul volante.

Guardo di fronte a me e mi rendo conto che il paesaggio è nuovamente cambiato , ora ai lati della strada non si vede nessuno , non ci sono costruzioni ma solo una larga striscia di terra piena di buche e una fitta vegetazione , ci stiamo avvicinando alla foresta e alla nostra destinazione .

Sono emozionata , non vedo l' ora di vedere il villaggio ma nell' aria percepisco una forte tensione e non riesco a comprenderne a fondo il motivo.

Quasi sobbalzo sul sedile quando sento la voce di Alex " Eccoli , mettiti subito il cappello e gli occhiali scuri, copri il più possibile il volto e fingi di dormire. Non dire una parola e fai in fretta non abbiamo molto tempo ! "

Ha pronunciato queste parole in tono freddo, quasi tagliente.

Mi sento come se avessi appena ricevuto un pugno nello stomaco e il mio istinto mi dice di rispondere a tono e non fare cio che lui ha detto .

Come si permette di parlarmi con questo tono autoritario? Chi si crede di essere?

Respiro profondamente ma prima che io possa aprire bocca, Cri mi infila in testa il berretto e mi sussurra a bassa voce " Ascoltalo , per favore !"

Ubbidisco mio malgrado ma sono molto offesa. Chiudo gli occhi e fingo di dormire come da istruzioni ma nel frattempo rifletto.

A volte sono un pò irruenta , mi offendo rapidamente ma la mia rabbia svanisce anche in poco tempo . Ora mi sono calmata e cerco di razionalizzare la situazione , il tono di Alex era deciso e perentorio ma non trasmetteva prepotenza e arroganza , piuttosto dal suo tono si coglieva una sorta di urgenza, sembrava quasi preoccupato.

L' auto si ferma e sento il rumore del finestrino che si abbassa, riesco a percepire l'aria calda umida e pesante che invade l'abitacolo .

Sento delle voci, qualcuno sta parlando in un francese strascicato , con uno strano accento.

Saluta Alex come se lo conoscesse e gli chiede chi siamo, lui risponde che sta portando al villaggio una suora ed una nuova volontaria europea , lo sconosciuto annuisce e chiede di avere un pacchetto di sigarette , sento Alex che chiede gentilmente a Cri di aprire il cassettino di fronte a lei e di passargli una stecca intera , apro leggermente gli occhi , sotto le scure lenti spero che nessuno se ne accorga , e riesco a vedere lo scambio.

L'uomo fuori dall'auto ha una sorta di divisa mimetica, ha occhiali nerissimi , un viso allungato dai lineamenti duri , una lunga cicatrice parte dalla mandibola destra e arriva fino a sopra il naso , nel punto esatto in cui si incontrano le sopracciglia . Quando vede il bottino si esibisce in una sorta di ghigno mostrando una dentatura decisamente singolare , un raggio di sole lo colpisce e riesco a vedere il riflesso sui suoi denti metallici .

Guardarlo mi fa venire i brividi .

Fa un gesto con il mitra che tiene in mano verso altre persone che non riesco a scorgere, saluta Alex e pronuncia una sola parole "Allez!" , il tono è secco e tagliente , mi ricorda il rumore della frusta che schiocca quando il domatore da istruzioni ai felini sulla pista del circo.

Ripartiamo e il silenzio invade l'abitacolo ancora per un po'.

Non so quanto tempo sia passato, a me sembra un'eternità ma probabilmente sono passati solo pochi minuti.

Alex si rivolge a me , questa volta con un tono dolce e carezzevole . " Cloe , ora puoi togliere cappello ed occhiali " Appoggia la mano sul mio ginocchio e sento una scossa percorrere tutto il mio corpo , si tratta solo di un tocco rapido e delicato , ma appena sposta la mano ne sento già la mancanza , vorrei chiedergli di riappoggiarla ma mi sento troppo infantile quindi taccio.

Ora sorride ed è più rilassato .

La mia curiosità ha il sopravvento e mi faccio spiegare chi fosse quell'individuo . Mi spiegano pazientemente che in questa zona ci sono parecchie truppe ribelli , alcune più pericolose di altre , il tizio poco raccomandabile che abbiamo incontrato prima e' uno dei capi di uno di questi gruppi , generalmente non attaccano gli europei , cercano solo di ottenere denaro o sigarette , ma sono uomini molto violenti e considerano le donne come oggetti , non osano fare nulla alle religiose ma io sono una civile e per un attimo Alex ha temuto seriamente per la mia incolumità. Mi confessa di aver avuto paura , a quel punto Cristina ci guarda e dice " Cloe , so che per te e' difficile comprendere , e' la prima volta che vieni in Africa e sei cresciuta in Europa dove tutto e' differente ma Alex ha ragione . Conosce questo paese meglio di noi e sicuramente non farebbe mai nulla per metterti in pericolo . Oggi siamo stati fortunati ma nessuno può garantirci che la prossima volta andrà tutto bene, temo che possano essere pericolosi anche i viaggi verso la città che farete nei prossimi giorni , ma forse c'è un modo per limitare i rischi."

"Cioe' ? " , sembra un coretto , abbiamo parlato in perfetta sintonia e anche se l'argomento è serio non possiamo evitare di sorridere.

" Semplice , ti presto una tonaca e un velo ! Quando andrete in città sembrerai una suora !"

La soluzione era semplice ma non ci avevamo pensato.

" Cri , sei unica, grazie !!!"

Ormai siamo tutti più rilassati e tranquilli , la nostra meta si sta avvicinando e parliamo tranquillamente di tante cose .

Cri ci ha raccontato che da piccola adorava fare il gioco dell'elastico e che non vede l' ora di spiegarlo alle bambine del villaggio.

Io invece le ho spiegato che per insegnare un po' di Italiano ai più piccoli abbiamo fornito Camp Jesus di un lettore CD e abbiamo inviato molti cartoni animati che vengono mostrati nel pomeriggio.

Il paesaggio cambia ancora, ai lati della strada iniziamo a vedere dei sentieri che si addentrano nella vegetazione e ad un certo punto vediamo una sorta di spiazzo con parecchi bambini che portano delle taniche di plastica e delle donne con bambini piccoli sulla schiena e delle giare in testa.

Con orgoglio Alex ci spiega che si tratta di uno dei tanti pozzi pubblici che Next Africa ha realizzato , noi non obblighiamo nessuno a stabilirsi nel villaggio ma abbiamo costruito dei pozzi , a distanza di circa cinque chilometri l' uno dell'altro per permettere a coloro che vogliono vivere nella foresta , di avere acqua potabile e quindi condizioni di vita più dignitose.

Proseguendo possiamo ammirare sulla sinistra una grossa distesa pianeggiante ricoperta di pannelli solari , siamo sempre più vicini alla meta . La strada e' sconnessa e gli ammortizzatori del nostro pick up sono piuttosto vecchi , inizio a sentire dolori alla schiena e non vedo l'ora di arrivare a destinazione .

Sono in Africa da meno di un giorno ma sono frastornata, da quando sono arrivata sono affascinata e spaventata al tempo stesso.

Credevo di conoscere questa realtà perché ho contribuito alla nascita e alla realizzazione di questo progetto , ne ho parlato un milione di volte con Alex , solo ora mi rendo conto che la realtà è molto differente dall' immaginazione.

" Eccoci arrivati !" Davanti a noi vedo una palizzata in legno colorato , mi ricorda un po' la recinzione intorno ad un finto villaggio western in un parco divertimenti . Un grande cancello con un cartello con la scritta Benvenuti a Villaggio Begin , in italiano e francese e' di fronte a noi.

L'auto si ferma e Alex scende per aprire manualmente il cancello.

Mi sento emozionata ma anche titubante, questo viaggio si sta rivelando più complicato del previsto.

Avevo sottovalutato alcuni aspetti e non avevo preventivato questa altalena di emozioni . Mi ero preoccupata di vaccini , tempistiche , creme solari , spray anti insetti e simili ma non mi ero concentrata sui possibili impatti emotivi di questa esperienza.

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