Epilogo

Il vento frusciava fra i rami di Miorn, increspando le acque tranquille dei suoi stagni. Le ninfee danzavano piano, oscillando su quella melodia, quasi gioissero della pioggia caduta in quei giorni, e che ora si era allontanata verso altri luoghi. Le truppe erano entrate a Niraen, avevano oltrepassato le grandi mura e si erano fermate in un piccolo borgo, prima di raggiungere la capitale. L'oste li aveva accolti con gioia e calore, cui loro avevano risposto con un'educata compostezza. Come poteva capire quell'uomo? Tutto ciò che sapeva era che la guerra era finalmente finita, ma non aveva visto neanche una scena di quel teatro di morte. Non conosceva egli il clangore delle armi, il boato delle esplosioni, l'odore del sangue.

Awryn invece sentiva ancora le ginocchia tremare e i polmoni riarsi. Non credeva che quella sensazione l'avrebbe mai potuta abbandonare, come neppure il misto di dolore e gioia che le causava conoscere il destino di Iryil. Si lasciò così cadere sulle lenzuola bianche, ancora sporca di fango e assaporò per un istante sensazioni quasi dimenticate: l'odore della stoffa pulita, il crepitio delle fiamme nel focolare, il silenzio sereno di un'esistenza lontana ormai eoni da lei. Si rese conto, ripercorrendo le pieghe delle coperte con le dita, che le braccia le dolevano e non erano la sola cosa a farlo. Ogni suo muscolo era teso, rigonfio, indurito e al tempo stesso esausto e sfibrato dall'aver mantenuto quella posa per mesi. Il letto, così soffice, le sembrava quasi un'allucinazione, dopo aver dormito per anni in giacigli di fortuna. Decise che non avrebbe voluto coricarsi così lercia. Avrebbe lavato ogni sporcizia, ogni grumo di sangue, ogni residuo di cenere e terra. Così si apprestò al bagno e rimase sulla soglia ad osservare i sanitari ancora un poco. Versò poi con cura la pentola d'acqua calda, che bolliva sul fuoco. Ne riempì ancora un'altra e la fece scaldare, fino a che non ebbe colmato il catino. Slacciò con cura le fibbie del suo equipaggiamento. Lasciò la spada ai piedi del letto, il resto lo fece cadere per terra. Sfilò la tunica che portava sotto alla cotta e lanciò uno sguardo severo al proprio corpo. Le gambe corte riportavano una miriade di cicatrici ora, così come le spalle e i fianchi. Graffi ed ematomi ingiuriavano i suoi seni, mentre mani e piedi erano coperti di calli e vesciche.

Saggiò l'acqua con la punta del piede e lentamente si immerse. Fu come se ogni suo nervo si distendesse. In pochi istanti ogni dolore fisico si era alleviato. Passò la spugna sulle spalle, strofinando via lo sporco. Giocò perfino con una saponetta, soffiando le bolle che riusciva a fare fra le mani. Poi, dopo aver sciacquato anche gli ultimi residui, si avvolse in un morbido panno i capelli ed indossò una tunica pulita. Scoccò un'occhiata al fratello, che russava beato nel letto affianco al suo, abbracciato a Rakm, quindi portò anche l'armatura in bagno e la lavò con cura. Si distese sul letto e, benché sentisse la stanchezza invaderle le membra, non riuscì ad addormentarsi.

***

Il sole splendeva il giorno successivo, anche se la luce era grigia e tenue, e penetrava con ancora più fatica la chioma della vegetazione di Niraen. I plotoni si radunarono: i cavalli erano stati strigliati e gli uomini si erano rasati le barbe. Sembravano quasi altre persone, ora che si erano ben riposati e ripuliti. Awryn vide che Uriel la osservava e sorrideva. La capigliatura bionda stava ricrescendo e il viso si stava riprendendo dalle bruciature grazie alle cure di Rhielorm. Il comandante le si avvicinò e le passò una mano fra i capelli, per la prima volta sciolti e lunghi. –Sei molto bella- le sussurrò, prima di portarsi a capo della formazione. Awryn arrossì, mentre Uriel li riportava sull'attenti.

-Stiamo per concederci un po' di festeggiamenti. Siete pronti?- chiese lui, abbandonando la consueta serietà militare. Gli uomini gli risposero con applausi ed urla, lui sorrise ancora di più.

-Ma prima- disse, alzando la voce per riportare la quiete –alcuni di noi dovranno far rapporto davanti al Consiglio. Chiedo dunque ad Awryn, Moem, Rhielorm e al Khalifa di seguire me, quando entreremo, mentre gli altri si terranno più indietro. Adesso andiamo!-

La colonna si mosse a passo, attraversando i ponti della capitale. All'interno il corteo di persone festeggianti era impressionante: in ogni via c'erano uomini e donne che li ringraziavano e sventolavano stendardi di Dror, cercando di toccarli, come a volerne trarre qualche benedizione. Qualcuno di loro gridava, chiamandoli eroi, altri fischiavano o lanciavano petali e riso. Giunsero così con fatica al palazzo del Consiglio. La pagoda rossa svettava verso il cielo, imponente e maestosa. Entrarono con un certo timore reverenziale, e al loro seguito la gente premeva per sentire e si accalcava nel tentativo di vedere ciò che sarebbe accaduto. Il gruppo di coloro che Uriel aveva chiamato entrò per primo e si dispose al centro della sala, mentre gli altri soldati sfilarono ai lati.

Uriel puntò lo sguardo verso le balconate in alto, imitato a ruota da tutti gli altri. Si udì una campana e la folla si zittì, protesa a cogliere ogni brandello di quell'incontro. Awryn vide i Consiglieri sfilare sulle tribune, uno di loro si fece avanti, il volto coperto da una maschera.

-Oggi è un grande giorno per Dror. Oggi diamo qui il benvenuto ai nostri salvatori, ai nostri eroi!- disse una voce femminile, causando in risposta grida di gaudio. –Vi prego, comandante, a voi la parola, vogliamo sapere di come l'orrifico Gorn è stato battuto grazie all'alleanza con Noume!-

Awryn vide Uriel deglutire prima di prendere a parlare. Notò così che per quanto il comandante fosse un guerriero eccellente, nei discorsi pubblici si sentiva in imbarazzo.

-L'alleanza con Noume è stata fondamentale, poiché le perdite, arrivati ad Acasti sono state così grandi da non permetterci, con le nostre sole forze, di sferrare il colpo di grazia a Gorn. In altre parole, se Noume non fosse arrivata, chiuso nella sua difensiva, Gorn avrebbe vinto- iniziò Uriel.

-Gioiamo dunque di questa rinnovata alleanza! Al Khalifa e ai suoi uomini verrà servito il vino più profumato e le pietanze più prelibate per rinvigorirli e ripagarli dei loro sforzi- replicò la donna mascherata, mentre il Khalifa si protendeva in un profondo inchino. -È desiderio del Consiglio, stringere nuove e più profonde corrispondenze con Noume, motivo per cui, domani stesso, il Khalifa sarà invitato a presenziare in un'assemblea privata. Tuttavia oggi non siamo qui solo per le alleanze, bensì per celebrare questa vittoria!-

Ancora una volta gli strilli dei festeggianti sovrastarono ogni sussurro. Uriel tentò di prendere la parola, ma fu solo con un gesto del Consigliere che venne riportata la calma.

-Non è solo grazie al numero che abbiamo battuto Gorn, Consiglieri. Gli uomini che voi vedete, sono tutti valorosi, ma i miei più fidati sono qui al vostro cospetto, perché testimoni di qualcosa di fuori dall'ordinario.- Fu così che Uriel iniziò a raccontare di Iryil, chiedendo di volta in volta l'intervento di Moem, di Awryn e di Rhielorm. I Consiglieri lo lasciarono parlare, fino a che il comandante non fu giunto al momento della grotta e della resurrezione di Iryil. Uriel si bloccò, i suoi occhi si fecero oscuri, ed eclissò su ciò che era accaduto. Awryn non ne fu del tutto sorpresa: chi d'altra parte avrebbe potuto credere a ciò che era accaduto? Iryil era risorta, e l'aveva fatto come nuovo dio, non più un dio delle leggende o dei canti, ma un essere vero, che tutti loro avevano visto. Awryn scorse il comandante squadrare Aner, il quale sembrava avere qualcosa da dire, ma rimase al suo posto non appena i suoi occhi si incrociarono con quelli del suo superiore.

Il Consigliere rimase in silenzio per qualche istante, come se cercasse di scrutare nell'animo di Uriel, quasi avesse intuito da quel gioco di sguardi che c'era dell'altro. -Ebbene questi spiriti hanno così causato una grande distruzione del nostro mondo, e persino uno di loro viveva proprio qui tra noi, senza che lo sapessimo!- disse poi la donna. –Rallegriamoci della loro scomparsa!-

-Iryil ci ha salvati, Consigliere! Si è sacrificata per noi, scambiando la sua stessa vita per la nostra salvezza!- protestò Awryn, sentendo il sangue ribollirle nelle vene.

-Ma da ciò che mi dite se non ci fosse stata un'aina, non ci sarebbe stato nemmeno un cilyia! Dunque è un bene che siano scomparsi entrambi. Ho una domanda, tuttavia, da porvi: chi ha chiuso il portale nel quale sono scomparsi i due spiriti?- chiese.

Rhielorm aprì la bocca, -io...- mormorò, ma ancora Uriel si interpose. –È stata la nostra guaritrice: ha ricucito lo strappo nel cielo come una ferita su di un corpo!- Tutti scoppiarono a ridere a quella battuta, non comprendendone appieno il significato. –In verità noi non sappiamo come sia andata esattamente, crediamo che sia stato l'Errante stesso a farlo, prima di scomparire al suo interno.-

Il Consigliere annuì, prima di parlare ancora –un'ultima curiosità: chi di voi ha sferrato l'ultimo colpo a Gorn?-.

Fu in quel momento che Awryn si fece avanti, sfidando con lo sguardo il Consigliere. –Awryn Archlorves, disertore e tenente, per servirvi- disse fra i denti. La gente dietro di lei esplose in fragorosi strilli.

-Ebbene ora non più disertore, né tanto meno tenente- disse il Consigliere, -da oggi voi siete Capitano, signorina Archlorves- accompagnò le parole con un gesto della mano, mentre un valletto entrava portando un cuscino con varie spille. L'uomo si affrettò ad appuntarne una al petto di Awryn, la quale ringraziò. Anche altri furono premiati e gli fu consegnata la spilla appartenente al loro grado.

-Purtroppo coloro i quali dovremmo punire non sono qui a festeggiare con noi!- disse ancora la donna, ridacchiando e invogliando gli altri a seguirla.

-Posso chiedere la parola?- domandò Awryn.

-Accordato, capitano.-

-C'è qualcosa di importante da dire dopo tutto questo- mormorò, poi Awryn alzò la voce –la pace che abbiamo riconquistato non sarà perpetua. Ci sarà sempre qualcosa che tenterà di turbarla, ma noi abbiamo il potere di scegliere e di non farci trasportare dagli eventi. Abbiamo l'intelligenza libera, che è necessaria per capire il senso di ciò che è accaduto e per trarne una lezione da tramandare ai nostri figli. Ciò che è accaduto ci mostra come la natura dell'uomo sia facile da corrompere, eppure al contempo come possa resistere alla corruzione, vincerla, superarsi seguendo scelte difficili, ma che lo conservino puro e giusto. Questo è il momento in cui gli uomini devono riunirsi, stringersi nel conforto e cessare l'odio. I discendenti dei Sunek, sono solo uomini, come noi pure lo siamo. Uomini che hanno sbagliato sotto l' egida di un grande ed oscuro potere, ma cui dobbiamo l'occasione di potersi rifare, rimettersi in piedi. Noi stessi forse non discendiamo dai feroci Tarkir? Non è forse questa stessa l'occasione per rifarci noi per primi di crimini commessi in passato e perdonare? La via della pace, lo dice una donna le cui mani si sono sporcate di sangue, non sarà mai facile, ma ora so che è quella che voglio percorrere al fianco di coloro che amo. Tirarsi indietro di fronte alle difficoltà sarà sempre un'idea seducente per i deboli d'animo, ma noi sappiamo oggi che possiamo affrontare anche i sentieri più tortuosi, compreso quello dell'assoluzione e della rinascita.-

-Ebbene, voi stessi –disse il Consigliere, dopo aver tratto un sospiro troppo profondo –sarete testimoni e custodi di questo passaggio. Sarà vostro compito mantenere l'ordine e la pace.- La donna strinse le labbra come se avesse mangiato un frutto particolarmente aspro. –Ora tuttavia è giunto il tempo della festa, dunque andate e gioite dei canti e dei balli in vostro onore!-

A quelle parole la folla intera si sollevò, battendo le mani e spingendo l'intero convoglio fuori dalla sala. Awryn distinse suoni di flauti e tamburi mentre usciva. Il cielo si era fatto scuro e trapunto di stelle, liberando le persone dalle loro inibizioni. Fanciulle si agitavano in danze frenetiche in cima alla colonna, guidandoli verso la piazza di Miorn, dove era stata imbandita un'enorme tavolata ad anello. Furono costretti a sedere e in men che non si dica, fra le luci delle fiaccole sui cui si agitavano falene sprovvedute, furono serviti di pietanze di tutti i tipi: dalle carni, ai vini, alle focacce e ai formaggi più pregiati.

***

Awryn osservò suo fratello servirsi la terza porzione di pollo, rendendosi conto che per quanto potesse sembrare un uomo, aveva sempre e solo sedici anni. Gli passò una mano sui capelli ricciuti e gli sorrise mesta. Lui le ricambiò lo sguardo, perdendo interesse nel pasto per un istante. –Non hai perso l'appetito vedo- lo punzecchiò lei. –Non lo perdo mai- rispose lui, tutto serio.

-Sei felice che sia finita?- chiese la sorella. Lui ci pensò su, poi rispose:

-felice? È una faccenda complicata la felicità.-

Awryn scosse la testa, stupita. –Sei diventato al quanto saggio, fratellino. Sai che noi saremo impegnati qui a Miorn ancora per un po', vero?- Moem annuì, serio. –Cosa farai tu?- continuò lei.

-Credo che tornerò a Loxiet. Ho bisogno di fare ordine nei miei pensieri...- rispose, fissando un punto imprecisato nel vuoto.

-Non sei più sicuro di voler seguire tua sorella ora, vero?- gli chiese Uriel. Moem negò ancora, -penso che forse tutto ciò che fate non sia adatto a me, devo capire cosa lo sia.-

-Forse la tua musica?- chiese Awryn.

-Forse.-

Rhielorm, che era seduta al loro fianco, s'intromise:

-credo che anch'io vi abbandonerò. Voglio trovare Verkela.-

Uriel annuì, -certo, è comprensibile.-

-La troverai, Rhirm- la rassicurò Awryn.

-Voi cosa farete, poi?- chiese la mistica.

Awryn ed Uriel si guardarono, -abbiamo un messaggio da portare, no?- disse lui.

***

Tre lune dopo...

Awryn afferrò la mano che Uriel le tendeva, col fiato un po' corto a causa della salita. Il vento lassù era tagliente e non dava tregua con l'avvicinarsi dell'inverno. La rocca alle loro spalle era tutta un vociare di muratori e volontari che si affaccendavano per tirare su nuovamente le mura. Anche le miniere venivano messe in sicurezza, la ricostruzione di Dror era iniziata, anche se solo dall'Est. La terra rossa di Tirjia rallentava i lavori, così che centinaia di persone erano ancora impossibilitate ad avere un tetto sulla testa e dovevano rifugiarsi negli avamposti militari, dove soldati gli offrivano cibo e riparo. Da quest'attività il comandante e il capitano si erano presi una pausa momentanea e avevano raggiunto la collinetta dei caduti. Awryn scostò le foglie e i cespugli, fino a che non ebbe trovato ciò che cercava. La lapide graffiata giaceva ancora lì. Scelse con cura fiori, bacche e foglie e li dispose in un cerchio di pietre assieme a dei legni. Accese la piccola fiamma, facendo librare un profumo speziato col fumo. Chiuse gli occhi. La mano di Uriel si intrecciò alle sue dita.

-Evandrus aveva ragione quando diceva che una goccia può scavare la roccia- disse lei, risollevando le palpebre e sorridendo appena. Lui la guardò accigliato. –Tu lo hai fatto con me, ed ora sorrido, no?- rispose lei.

-Lo abbiamo fatto insieme- rispose lui, sfiorandole il viso.

Spazio autrice:

e siamo giunti alla conclusione di questo percorso. Come ben sapete questo è il primo volume di una trilogia, quindi non stiamo abbandonando i nostri personaggi ma diciamo che per ora ho tante idee a cui devo dare ordine. Io vi ringrazio come sempre per essere giunti fino a qui.

Devo fare dei ringraziamenti speciali ad Abel2050050201 che ha seguito con passione la storia incoraggiandomi a proseguire, come pure a @GionaGhimenti.

I grazie più grandi tutta via vanno come sempre al mio ragazzo Gabriele, fonte di ispirazione per Uriel. Alle due mistiche @Sayami98 e @Asuna-senpai, perdono se ho disatteso le aspettative di qualche ship, ma spero che abbiate gradito i vostri cammei. Un grazie alla DivinEmpire, glida di cazzoni che non siete altro, anche se vi voglio più o meno bene.

Grazie alla mia mamma e a mia sorella che finalmente, ora che ho messo la parola fine, forse leggeranno e mi dranno un parere. Grazie anche a mio fratello per alcuni spunti, anche se so che non leggerà mai. 

Un'ultima cosa: anche questo primo libro è tutto da revisionare. Alcune cose cambieranno, soprattutto nei primi capitoli. Magari alcuni di voi vorranno ridare un'occhiata prossimamente, chissà. Per tutti gli altri, arriverà presto uno spinoff.

Grazie di tutto, 

Wendy

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top