Monster made of Memories
I ricordi erano tutto ciò che gli rimaneva della loro relazione, li adorava, in quanto gli davano la possibilità di rivivere quegli splendidi momenti ma, al contempo, li odiava per lo stesso motivo. Che senso aveva riviverli quando in realtà Nash non ne aveva memoria? Quando lo aveva rivisto per la prima volta aveva sperato che avesse recuperato tutto ma non era così, si trattava solo di frammenti, sparsi e confusionari, che lo avevano lasciato interdetto e diffidente nei confronti di quella che sarebbe stata la sua nuova vita.
"O meglio quella che è sempre stata la tua vita prima che Vector decidesse di intervenire" lo odiava per questo ma sapeva di non poter fare nulla per rimediare ai suoi danni.
Si avviò silenziosamente verso la stanza di Nash, vederlo era diventata la sua unica forma di consolazione, il modo in cui cercava di convincersi che tutto sarebbe tornato come prima con il passare del tempo.
"Nash, va tutto bene?" Gli chiese, trovandolo assorto nei suoi pensieri
"Sì, stavo solo cercando di ricordare qualcosa in più, è così strano avere solo stralci di memoria... Sono ricordi miei ma, al contempo, mi sembrano così distanti e alieni che mi risultano difficili da accettare" Dumon incassò quell'ennesima pugnalata e si preparò a confortarlo, come faceva sempre.
"Hai solo bisogno di tempo, vedrai che, una volta ristabilitoti su Barian, tutto ti sembrerà avere più senso"
"E se non volessi stare qui? Se preferissi la vita che mi sono costruito in mezzo agli umani?" Dumon lo scrutò interdetto
"Non puoi dire sul serio, un intero pianeta conta su di te" "io conto su di te" "non puoi deluderli, hanno aspettato a lungo il tuo ritorno e ora non puoi abbandonarli di nuovo"
"Non è mia intenzione farlo ma ho paura di non essere all'altezza, non ricordo come usare i miei poteri o cosa comporti essere il leader dei sette, ho paura Dumon, paura di fallire o di combinare qualche disastro"
"Questo non succederà, sei sempre tu che te lo ricordi o meno, vedrai che, con il tempo, riuscirai a tornare a pieno regime e ad essere il leader carismatico che sei sempre stato" lo vide sorridere incerto per poi avvolgerlo in un abbraccio. Il tripudio di sensazioni che quel semplice gesto scatenò in lui era difficile da descrivere. Sentiva calore ma anche gelo perché sapeva che quel gesto non aveva lo stesso significato per entrambi. I suoi sentimenti, a lungo sopiti, si risvegliarono prepotentemente spingendolo ad aggrapparsi nuovamente a quei ricordi dolceamari della loro relazione. Desiderò ardentemente che Nash ricordasse, ma le sue preghiere non furono esaudite e quel gesto, così significativo per lui, si interruppe con la stessa semplicità con cui era iniziato.
"Che cosa ricordi esattamente?" Gli chiese, guidato dall'emozione del momento
"La mia vita precedente a quella di imperatore, le battaglie che abbiamo combattuto insieme e poi c'è una sorta di strappo, come se avessi scordato qualcosa di importante, e si passa al periodo qui su Barian, ai miei compiti di imperatore e al conflitto con il mondo astrale"
"Quindi è così, non ricordi davvero nulla della nostra relazione, del profondo legame che ci univa, ma io continuo a sperare che un giorno ti possa rimembrare e tutto torni come prima"
"Ci vorrà del tempo ma sono sicuro che rammenterai ogni cosa" "o almeno è ciò che spero"
"Lo credi davvero? Ormai è passato parecchio, credevo ci sarebbe voluto meno"
"La memoria è complicata, spesso ci nasconde ciò che non vuole vediamo o ci offre semplici flash di ciò che era un tempo. Aspetta ancora e vedrai che, gradualmente, riavrai i tuoi ricordi"
"C'è qualcosa che non mi stai dicendo vero?" Dumon si irrigidì, colpito da quelle parole
"Sì, è così ed è meglio che tu non sappia quello che ti nascondo, potrebbe turbarti o farti sentire in dovere di compiere gesti che non sei pronto a fare"
"Voglio saperlo Dumon, valuterò io cosa sono pronto a fare"
"D'accordo... Allora, prima di diventare Bariani, ma anche successivamente in realtà, noi due abbiamo avuto una relazione. Stavamo insieme, condividevamo ogni cosa, insomma avevamo un rapporto meraviglioso. Quando ti ho visto tornare ero al settimo cielo, convinto che tu sapessi e che tutto sarebbe tornato come prima ma non è andata così. Tu non hai memoria di questo e io vorrei cancellare la mia per smettere di soffrire e mettermi l'anima in pace, ma non posso. Sto cercando di starti accanto, come consulente e come amico, ma è così dannatamente difficile... Non so per quanto potrò proseguire facendo finta di nulla"
Nash sembrò colpito dalle sue parole e fece un gesto inaspettato, gli si avvicinò e posò le sue labbra su quelle di Dumon. Il ragazzo sbarrò gli occhi, confuso, ma accettò di buon grado quel gesto, ricambiandolo e sperando che il tripudio di sensazioni che sentiva fosse condiviso anche da Nash ma, quando si separarono, gli fu chiaro non fosse così.
"Perché lo hai fatto?"
"Non lo so, pensavo ti avrebbe reso felice "
"È stato così, per un momento, ma poi ho visto l'assenza di coinvolgimento da parte tua. Non devi sentirti costretto a ricambiare i miei sentimenti, io te ne ho parlato perché mi hai chiesto di farlo ma non mi aspetto che tutto torni come prima... O meglio lo spero ma so che è improbabile"
"È che penso di essermi innamorato sulla Terra, di una persona con cui ho condiviso molto e alla quale mi sento profondamente legato. Temo che, anche se dovessi recuperare i miei ricordi, tra di noi non possa più esserci nulla" Dumon incassò il colpo in silenzio, aveva immaginato sarebbe finita così ma una piccola parte di lui continuava a sperare e, ora che aveva sentito quelle parole, faticava a rassegnarsi.
"Lo capisco" si limitò a dire, cercando di soffocare i ricordi che iniziavano ad affollarsi nella sua mente.
Da quel giorno fu tormentato dagli incubi, continuava a vedere Nash scappare via da lui, abbandonandolo ad un destino di solitudine e poi, puntualmente, un ricordo felice, che sembrava volerlo confortare, restituendogli la speranza. Si svegliava puntualmente in lacrime, tormentato da quelle memorie ingombranti che sembravano artigliarlo come un mostro. Fece molta fatica a lasciarlo andare e ancora di più ad accettare la sua relazione con un terrestre. Continuò ad essere tormentato a lungo, incapace di lasciare andare quegli attimi di gioia in favore di un'arida realtà ma alla fine fu costretto a farlo ed iniziò, lentamente, a sentirsi più leggero.
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