Recensione 7: Khumba

Anno 2018. Gironzolavo in un negozio di dvd, vicino a una scuola che frequentavo, e mi saltò all'occhio un blu-ray con in copertina una zebra senza metà strisce, chiamato appunto Khumba. In quel momento, non avevo soldi per comprare il blu-ray, ma mi ripromisi che avrei visto il film il prima possibile. Passò un po' di tempo e io mi ammalai. Dovetti assentarmi da scuola, quindi ne approfittai per ricercare il film. Lo trovai in streaming e lo guardi, mentre tremavo per la febbre. Ciononostante, mi piacque un sacco e, esattamente come per il cartone del 97 di White Fang, cercai quante più immagini e fanart su Khumba. Qui sotto vi lascio il poster del film, simile a quello del blu-ray che avevo visto nel negozio, per poi parlare della trama (come sempre, metto spoilers, per cui saltate i prossimi paragrafi e andate all'ultimo).

Deserto del Karoo, Sudafrica. All'interno di un recinto di rovi, vive un branco di zebre, che ha una grande riserva di acqua e passa il tempo a divertirsi. Un giorno, nasce un puledro di zebra senza strisce nella parte posteriore del corpo (se vogliamo essere pignoli, le strisce le avrebbe, ma sono molto sbiadite), che viene battezzato Khumba. Il branco subito deride il piccolo e lo accusano della mancanza di pioggia.

Il tempo passa e non cade neanche una goccia di pioggia. Khumba cresce (anche se nel film rimane adolescente per tutto il tempo) e gioca con la sua unica amica, Tombi, una giovane zebra leggermente più grande di età. La riserva d'acqua va sempre più scemando e le zebre devono razionarla. La madre di Khumba, ammalata fin dalla nascita del figlio, peggiora. Il puledro, un giorno, stufo di essere costantemente preso in giro per la sua mancanza di strisce, si isola dal branco. A un certo punto, appare una mantide, che disegna qualcosa sulla terra inizialmente incomprensibile per Khumba. Subito dopo, quest'ultimo sente delle voci fuori dal recinto di rovi e scopre che si tratta di un gruppo di orici gazzella (non sapevo nemmeno che specie di animale fossero, finchè non ho trovato il nome su wikipedia), la cui guaritrice ha bisogno di acqua. Questa riferisce a Khumba che le zebre sono sempre state vicino a loro molti anni prima e il puledro scopre il mondo esterno, quando "apre" il recinto. Il branco viene a sapere dell'entrata degli orici gazzella e li manda via, siccome considerano la riserva di acqua esclusivamente delle zebre. Quando gli orici gazzella escono, arriva Phango, un leopardo cieco da un occhio, che cerca di entrare dall'apertura del recinto, che Khumba aveva lasciato. Per fortuna, suo padre e le altre zebre riescono a chiudere in tempo e il leopardo minaccia il capobranco, Mkhulu, che prima o poi dovranno andarsene e lui li aspetterà. Il padre di Khumba, Seko, ribadisce che saranno tutti al sicuro dentro il recinto, rassicurando il branco.

Khumba, poco dopo l'accaduto, va a trovare sua madre e le offre una sua razione di acqua. Si sfoga con lei, dicendo che non somiglia né a suo padre né a nessun altro. Allora la madre inizia a raccontargli la storia sulle origini delle strisce delle zebre. Molto tempo prima, le zebre non avevano nessuna striscia, ma un giorno, una giovane zebra viaggiò per il Karoo e trovò una sorgente magica ai piedi di una montagna. Questa zebra ci si tuffò dentro e, quando riemerse, sul suo manto erano apparse le strisce e da allora tutti gli altri vollero essere come lui. Quindi anche le altre zebre nuotarono in questa sorgente magica per avere le loro strisce. Alla fine della storia, Khumba si convince che la storia di sua madre sia vera e capisce che la mantide aveva disegnato la mappa per trovare la sorgente magica. Il puledro è entusiasta all'idea di avere le sue strisce, ma qualcosa lo ferma. Il branco è radunato dove di solito stava la madre di Khumba, segno che è successo qualcosa. Khumba scopre che sua madre è morta, perciò decide di partire alla ricerca della sorgente magica.

Appena fuori dal recinto, Khumba si imbatte in Skalk, un licaone non troppo intelligente che lo vuole raggirare per mangiarlo. Il puledro lo segue, convinto che Skalk voglia aiutarlo ad avere le sue strisce. Quando Skalk lo porta dal suo branco, Khumba incontra Mama V, una femmina di gnu, e Bradley, uno struzzo, entrambi compagni di avventure. I 3 vengono circondati dal branco di Skalk e riescono a sconfiggere tutti, collaborando. Khumba decide di farsi accompagnare da loro fino alla sorgente, grato per avergli salvato la vita. Quando si fermano a riposare in un campeggio abbandonato, Bradley parla di ciò che ha sofferto in passato, cantando ed esibendosi (si ritiene un artista), mentre Mama V preferisce non dire niente su sé stessa. Nel frattempo, nel branco di zebre, Tombi e Seko si accorgono dell'assenza di Khumba. Seko decide di uscire a cercarlo e chiede a Tombi di rimanere a prendersi cura del branco.

Khumba, Mama V e Bradley proseguono il loro viaggio verso la sorgente magica, incontrando vari animali del deserto del Karoo. Quando i 3 raggiungono un parco nazionale, sono convinti di essere arrivati a destinazione. Khumba si immerge nella pozza d'acqua della riserva, ma scopre con delusione che il suo manto non è per niente cambiato. E' ancora senza strisce. Subito dopo, viene adocchiato dagli umani, che fanno di tutto per catturarlo. Grazie all'aiuto di un rarissimo coniglio, Khumba riesce a scappare e a capire dove deve andare per trovare la sorgente magica. Lui e gli altri hanno bisogno del consiglio dell'aquila nera, che vive sulle montagne. Nel branco di zebre, Seko torna abbattuto, poiché non ha trovato tracce di Khumba dopo un certo punto. Pensa di aver perso tutta la sua famiglia, ma Tombi è convinta che Khumba non sia affatto morto. Intanto, Phango trova Skalk, che gli parla del suo incontro con Khumba, e il leopardo ne segue le tracce, poiché è sicuro che mangiando il puledro senza strisce la sua cecità guarirebbe.

I 3 viaggiatori raggiungono la montagna, ma solo Khumba può andare a parlare con l'aquila nera, chiamata con orrore dagli iraci le ali della morte. Il puledro scopre che persino l'aquila nera è diversa da tutti, poichè nata con il piumaggio interamente bianco. Khumba cerca il suo aiuto per la sorgente magica e l'aquila gli spiega la strada da fare. Tuttavia, la sorgente è nei pressi della caverna di Phango. L'aquila racconta la sua storia. Il leopardo era nato cieco da un occhio e quindi abbandonato dal suo branco. Una volta adulto, Phango uccise tutto il suo branco per vendicarsi e da allora da la caccia a una zebra speciale, appunto Khumba. Il puledro torna sui suoi passi insieme a Mama V e Bradley e, a metà strada, a causa di una pecora impazzita, deve confessare dove si trova veramente la sorgente magica. Mama V ne è chiaramente scioccata perchè Phango ha ucciso sua figlia. Allora Khumba, per non turbare ulteriormente i suoi amici, va avanti da solo, ricordando tutte le prese in giro che gli abbiano rivolto. Il branco di zebre, avendo finito tutta la riserva di acqua, decide di andarsene sulle montagne e sul cammino trovano gli animali, con cui Khumba, Mama V e Bradley hanno incontrato, inclusi quelli del parco naturale e persino Skalk.

Dopo tanta fatica e con l'aiuto dell'orice gazzella guaritrice, Khumba arriva alla grotta della sorgente magica. Vede le pitture sulle pareti, riguardanti le zebre, proprio come nel racconto di sua madre. Ma, quando fa per tuffarsi nella sorgente magica, Khumba si rende conto che poi sarebbe stato uguale a tutti gli altri e che la sua unicità non ha niente di sbagliato. Phango, intanto, lo ha raggiunto, grazie al suo olfatto più sviluppato, e inizia a lottare contro il puledro per ucciderlo e mangiarlo. Anche tutti gli altri animali, compresi Mama V e Bradley, che avevano deciso di tornare indietro per aiutare Khumba, sono arrivati alla montagna, ma non possono fare nulla, poiché è scoppiato un incendio provocato da un tuono. La pioggia si sta avvicinando. Phango e Khumba combattono anche fuori dalla caverna e le loro colluttazioni ne causano il crollo. Phango rimane ucciso schiacciato dai massi, ma non prima di aver ferito Khumba. I branchi di zebre, di gazzelle, di antilopi, Mama V, Bradley, Skalk e persino la pecora pazza piangono il puledro, apparentemente morto anch'egli. La pioggia inizia a cadere e, con gioia di tutti, in particolare di Seko, Tombi e di Mama V, Khumba riprende i sensi. Adesso i branchi vivono sotto la montagna, con tanta riserva di acqua e mettendo da parte le loro rivalità. Khumba si sente finalmente a casa e accettato.

Non avevo idea che questo film fosse stato realizzato in Sudafrica nel 2013. L'animazione in CGI è graziosa, hanno saputo disegnare molto bene gli animali di quei luoghi, soprattutto le zebre. Io e mio fratello abbiamo pensato che Khumba potrebbe diventare amico di Marty, la zebra protagonista dei film di Madagascar (io li ho persino disegnati insieme, senza contare gli altri disegni che ho fatto con lui e me versione lupo). La musica è ricca di canti africani, come nel re leone, e spesso la ascolto quando voglio scrivere qualche storia. In ogni caso, il film in sé può sembrare qualcosa di già visto, ma lo rende piacevole e persino commovente. Ora che ci penso, ha qualche similitudine con Happy Feet, altro film che adoro (su Youtube ho messo i video sul videogioco per PC). Khumba e Mambo, in un certo senso, hanno cose in comune; il fatto di essere protagonisti emarginati per un loro difetto fisico (Khumba per il suo manto e Mambo per non essere capace di cantare) e in viaggio con alcuni amici per risolvere una calamità naturale (anche se nel caso di Khumba non è causata dall'uomo). Gran parte dei personaggi sono simpatici, altri sono un po' rompiscatole, ma per fortuna non danneggiano il film. Lo ammetto, mi immedesimo molto in Khumba, sono (stata) un'emarginata anche io, non tanto per l'aspetto quanto per il mio carattere timido e pauroso. Ma il puledro sa farsi valere e io ci sto provando in ogni modo. Il doppiaggio italiano è bello, sono stati molto bravi per questo film. Non ho idea di come sia quello inglese perchè non l'ho mai sentito, ma nei titoli di coda (che hanno arricchito con una bella canzone e i concept art del film) ho riconosciuto alcuni attori, tra cui Liam Neeson (Star Wars e Batman Begins) e Richard E. Grant (Logan, Star Wars e Loki). Chissà, magari un giorno me lo guarderò in inglese. Khumba, come voto, prende un 8 e mezzo. Un bel film di un'ora e 20 quasi da vedere una serata in famiglia, raccomandato soprattutto a chi ama l'Africa e le zebre.

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