DON'T BLAME ME
FABIO x SOPHIE
Fabio Quartararo da bambino aveva un sogno, solo uno: diventare un pilota di MotoGP. Quando lo è diventato sognava di vincere un Gran Premio nella classe regina, ed è arrivata la prima vittoria in Spagna nel 2020. Raggiunto questo obiettivo, ora la sua ambizione è vincere il titolo mondiale. Sarebbe stato tutto molto più semplice senza infortunio, ma a Fabio non sono mai piaciute le cose semplici.
Per questo, quando taglia il traguardo terzo al Gran Premio di Francia - il suo Gran Premio di casa - a pochi giorni dall'intervento al braccio, si sente felice come quando da bambino saliva in sella alla sua prima moto. Il suo viso non nasconde nemmeno una delle sue emozioni quando si toglie il casco al termine della gara; è felice, soddisfatto, orgoglioso di sé stesso e affaticato. Ma è soprattutto il suo urlo liberatorio tra le braccia di Tom, suo fedele compagno d'avventura e migliore amico, che allontana definitivamente la piccola paura che si attanagliava nel suo cuore prima di scendere in pista.
Non lo ammetterà mai a voce alta, ma aveva paura di farsi male di nuovo, di sentire troppo dolore, temeva di aver fatto il passo più lungo della gamba e che i dottori lo avessero mandato al macello a sole due settimane dal suo infortunio. Invece no. È sopravvissuto. È addirittura arrivato terzo. A casa sua. A Le Mans. In uno dei circuiti più importanti del mondo. Perché la voglia di salire sulla sua moto e correre veloce scaccia via qualsiasi pensiero negativo dentro il casco negli interminabili secondi prima della partenza.
<<Bro, stasera ti voglio così ubriaco da dimenticarti anche il tuo nome>> esordisce Tom entrando nel motorhome di Fabio, un'ora dopo la fine della gara e della miriade di interviste per le più importanti emittenti televisive europee. Fabio scuote la testa ed accarezza il trofeo conquistato prima di appoggiarlo sul tavolino bianco alla sua sinistra. <<Sei sempre il solito imbecille>> Fabio gli dà una gomitata amichevole e inizia a togliersi - non senza fatica - l'aderentissima tuta blu della Yamaha. Tom si gode lo spettacolo appoggiato allo stipite della porta trattenendo una risata, dati i movimenti buffi e decisamente poco virili del suo amico pilota per togliersi la tuta.
<<Invece di stare lì come un coglione vieni a darmi una mano>> lo schernisce Fabio con uno sguardo truce che subito dopo rimpiazza con una risata, conscio di essere ridicolo. Tom si avvicina e inizia ad aiutare Fabio, come fa da sempre, anche se ogni volta non vuole risparmiarsi questo siparietto divertente.
È passata quasi un'ora quando Fabio è finalmente fresco da una doccia, vestito con abiti civili - ma non per questo non appariscenti - e stacca gli occhi dallo schermo del suo cellulare. Cammina per il paddock semi deserto e raggiunge Tom, intento a scambiare due chiacchiere con la sua fidanzata, anche lei dentro al mondo delle due ruote. <<Ti propongo una pazzia>> esordisce Fabio appoggiando un gomito sulla spalla del suo migliore amico e mettendosi gli occhiali da sole sulla testa, bagnando le lenti con i capelli ancora bagnati.
L'espressione di Tom è a metà tra il confuso e lo spaventato: sa che Fabio è imprevedibile e non si può mai sapere che cosa gli passa per la testa. Un secondo è il ragazzo più tranquillo del mondo che festeggia la vittoria sul divano di casa con una birra analcolica; il secondo dopo si trasforma nella versione del discount di Lewis Hamilton a ballare musica trap a Las Vegas circondato da modelle di Victoria's Secret poco vestite e molto ubriache.
<<Stai attento a cosa dici perché potrei picchiarti>> risponde sarcastico Tom alzando un sopracciglio, seguito a ruota da Mathilde al suo fianco. <<Se partiamo adesso verso le dieci arriviamo a Nizza e possiamo andare a ballare>> spiega Fabio digitando freneticamente qualcosa sul suo telefono. Tom spalanca gli occhi e fa una smorfia, contando fino a tre e scambiando un'occhiata di intesa con la sua fidanzata prima di rispondere al suo amico. <<Non possiamo dormire qui stanotte e tornare domani?>> piagnucola Tom stropicciandosi gli occhi.
<<Dai, non sono stanco io figurati tu>> lo prende in giro Fabio dandogli una gomitata amichevole accompagnata da un sorriso beffardo. <<Martedì ho la visita di controllo in ospedale e mercoledì è il compleanno di mio nipote, dai>> il pilota della Yamaha quasi supplica e Tom non può rifiutare l'offerta davanti al labbruccio infantile di Fabio che rivela tutta l'innocenza dei suoi vent'anni. <<E va bene>> accetta Tom con un sorriso amichevole e una stretta di mano mentre si avviano verso l'uscita del paddock.
<<Sophiiiiiie>> la voce squillante di Grace arriva fino al cervello di Sophie quando risponde al cellulare. <<Ti prego, vieni a prendermi>> aggiunge Grace circondata da musica assordante. Sophie si alza dal letto immediatamente, accenda la luce della sua camera e si stropiccia gli occhi. <<Calmati>> le dice, la voce ancora impastata dal sonno. <<Dove sei? Cos'è successo?>> chiede preoccupata mentre si precipita davanti all'armadio per prendere un paio di jeans e una maglietta pulita.
<<Sono al Les Trois Diables>> risponde Grace sovrastando la musica per farsi sentire dell'amica. <<Ho bevuto troppo, mi viene da vomitare>> riprende dopo una breve pausa. <<Ti prego, non posso andare a casa in questo stato>> Grace quasi singhiozza al telefono, segnale che fa accelerare i movimenti di Sophie. <<Stai lì, arrivo subito>> sono le ultime parole di Sophie prima di terminare la chiamata, infilarsi le scarpe da ginnastica, prendere le chiavi della macchina e la borsa al volo e uscire di casa.
Ci mette poco più di quindici minuti ad arrivare al locale e più di venti per trovare parcheggio. Il Les Trois Diables è un locale abbastanza popolare di Nizza, molto frequentato soprattutto nel weekend, ma Sophie non si aspettava una tale affluenza anche la domenica sera. La musica fa compagnia a Sophie mentre cammina svelta verso l'entrata della discoteca, gli occhi che schizzano a destra e a sinistra per avvistare Grace nel caso si sia allontanata dal caos.
Non senza difficoltà, riesce ad entrare nel locale e inizia a sgomitare a destra e a sinistra per cercare la sua migliore amica. <<Grace? Grace?>> cerca di sovrastare la musica con la sua voce ogni qual volta vede una ragazza con i capelli biondissimi ed un stuolo di ragazzi attorno. Mentre si dirige verso il bagno della discoteca, recupera il cellulare dalla borsa e compone velocemente il numero di Grace.
Quando, dopo il sesto squillo a vuoto, la voce di Grace arriva alle sue orecchie, l'intero locale esplode in un urlo quasi assordante. Sophie assume un'espressione disgustata ed infastidita, si tappa l'orecchio cercando di aprirsi un varco per il bagno, dove spera di trovare un po' di pace da quel branco ululante impazzito che sono diventate le persone attorno a lei.
<<Grace, Dio santo, dove sei?>> domanda seccata Sophie quando raggiunge un angolo in cui riesce a sentire la voce della sua amica. <<Sono in bagno>> risponde Grace dopo qualche secondo. Sophie ci mette meno di un attimo a smascherare la sua migliore amica. La conosce troppo bene. <<Grace Constance Apolline de Bourgeois>> basta il suo nome completo per far ammutolire Grace, specialmente se detto dalla voce ferma di Sophie.
<<Okay, non è vero che sto male>> sospira Grace dopo qualche secondo di silenzio imbarazzante. <<Sono vicino al guardaroba, se vuoi possiamo andarcene>> si scusa implicitamente cercando con lo sguardo Sophie. Anche Sophie, dal lato opposto del locale, cerca con gli occhi la sua amica e, quando la trova, tutta la rabbia svanisce. <<Sei la peggiore>> Sophie scuote la testa mentre si dà la spinta con le spalle e si stacca dal muro camminando verso Grace. <<Lo so>> ammette la bionda facendo una smorfia divertita andandole incontro.
<<E non chiamarmi più con il mio nome completo, sembro una snobbettina aristocratica>> aggiunge Grace quando finalmente si ricongiunge con Sophie e si stringono in un abbraccio. La rabbia di Sophie sparisce quando avvolge le braccia attorno alla sua amica e lascia il posto al sollievo di vederla stare bene. <<Ma tu sei una snobbettina aristocratica>> la prende in giro alzando leggermente le spalle.
Grace scoppia in una fragorosa risata e lascia un bacio sulla guancia di Sophie, marchiandola con il suo rossetto rosa lampone. Improvvisamente gli occhi di Grace catturano una figura all'interno del locale, alle spalle di Sophie. Aspetta qualche secondo prima di guardare la sua migliore amica e appoggiarle le mani sulle spalle.
<<Non dare di matto>> la avverte, gli occhi verdi che schizzano da Sophie ad un punto indefinito dietro la sua testa. <<C'è il pilota>> dice in tono neutro. Sophie si blocca all'istante, come se dopo quell'informazione sia diventata cosciente di non essere invisibile. Il suo cuore manca un battito, si sente nervosa e non sa nemmeno lei per quale motivo.
<<Andiamo via>> la sua bocca articola quelle parole prima ancora che il suo cervello riesca ad elaborarle correttamente. Grace spalanca gli occhi, incredula. <<Ma no che non andiamo via!>> esclama con gli occhi al cielo. <<Vai a salutarlo>> la incoraggia, anche se Sophie non è della stessa opinione. Scuote più volte la testa, così a disagio in questa situazione. <<No, dai, sono anche vestita malissimo>> si giustifica Sophie guardando in basso, con le punte dei piedi verso l'interno e le dita che tirano le maniche a coprire le mani, in piena crisi nervosa.
<<E da quando te ne frega di come ti vesti?>> Grace aggrotta le sopracciglia con le mani sui fianchi, troppo sveglia per farsi abbindolare da una tale banalissima scusa. <<Vai>> insiste, dandole una leggera spinta sulla schiena e guadagnandosi un posto in prima fila per assistere da lontano a quel momento storico.
Non appena Sophie vede Fabio nel suo campo visivo, il suo primo pensiero è quello di girarsi e correre più veloce che può. Non sa cosa fare, non sa cosa dire, non sa come comportarsi, non sa attirare l'attenzione. Fabio sembra non vederla, agli occhi di Sophie lui sembra divertirsi tranquillamente con il suo gruppo di amici. Vede che attira gli sguardi delle persone che gli passano accanto, vorrebbe sentirsi abbastanza a suo agio con sé stessa da avere la faccia tosta di piazzarsi davanti a lui e farsi ricordare da un ragazzo che incontra migliaia di persone ogni giorno. In questo momento vorrebbe essere spigliata e sensuale come Grace, così esuberante e intrigante da non passare mai inosservata. Ma Sophie non è come Grace. Non sarà mai Grace.
È ormai a pochi passi da Fabio quando si ferma in mezzo alla pista. È una pazzia, non può farlo, e cosa potrebbe mai dire a Fabio Quartararo, pilota di MotoGP? Una vocina nella sua testa le urla di tornare alla realtà, di aprire gli occhi e fare la cosa migliore che possa fare: girare i tacchi e scappare lontano.
Rimane immobile, bloccata, ha le mani sudate. Contro ogni pronostico, è Fabio che si avvicina a lei. Come può averla riconosciuta? Sono passate settimane dal loro incontro e da quella chiacchierata di circostanza. Sta davvero succedendo tutto questo? Oppure sta sognando? Il cervello di Sophie la bombarda di domande mentre Fabio accorcia le distanze tra loro.
Ormai le è di fronte, alza gli occhi verso di lui e gli sorride, apre la bocca ma non le esce alcun suono compiuto. Fabio le sfiora la spalla con il braccio e si volta brevemente verso di lei. Il sorriso pieno di speranze di Sophie si sposa malamente con l'espressione senza emozioni che Fabio le rivolge. La sorpassa velocemente, come se fosse in pista, e si perde tra la folla alle sue spalle.
Sophie sente gli occhi riempirsi di lacrime, si maledice per aver pensato che podeva nascere chissà che cosa con un ragazzo che non si ricorda nemmeno la sua faccia, è arrabbiata con sé stessa per averci creduto, anche solo per un momento. A lei non capita di essere il qualcuno di qualcun altro e forse questa delusione era la spinta definitiva che le serviva per mettersi l'anima in pace.
<<Soph...>> la voce di Grace le arriva lontana alle orecchie. Sophie scuote la testa e abbassa gli occhi, trattenendo a stento le lacrime che iniziano a rigarle le guance. <<Non dire niente>> le intima con un filo di voce mentre si gira verso Grace con il volto basso. <<Portami a casa>>.
😈😈😈
Eh già, la vita non è un film.
Vi chiedo scusa per il ritardo fottuto di questo capitolo, è stato un mese impegnativo e super concentrato. Vi aspettavate una cosa del genere o siete tipo 😱🫢😮😢?
Fatemi sapere con stelline e commenti che cosa ne pensate di questo capitolo e della storia in generale. Vi aspetto su Instagram (nowhereissafe_) dove possiamo parlare di tutto quello che volete (Wattpad, Formula Uno, MotoGP, film, serie tv e chi più ne ha più ne metta)!
A presto 🎈
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