26.

Ema
-Mi piace!-
Ripetè Said dandomi una pacca sulla spalla.
Alzai gli occhi al cielo.
-Ti piace un po' troppo forse.-
Lo presi in giro io voltandomi per lanciare un occhio all'interno del locale.
Mila stava finendo di bere la sua birra e rideva per qualcosa che Fiona le stava dicendo.
La serata era andata benissimo. Mila si era rivelata ironica, socievole e vitale. Aveva tenuto banco lanciandosi in aneddoti divertenti ed era stata estremamente versatile; qualsiasi argomento trattato, lei era in grado di gestirlo.
Sorrisi attraverso il vetro quando si voltò verso di me e mi fece una smorfia.
Posai la sigaretta elettronica sulle mie labbra e feci un tiro.
-Stai sotto come un treno.-
Mi fece notare Said facendomi trasalire.
-Non è così. Siamo solo..-
-Amici.-
Finì la frase per me.
-Perché ti precludi una cosa così bella? Si vede lontano un miglio che vi piacete.-
Scossi la testa mentre lui si accendeva un'altra sigaretta.
-Non è semplice. Guarda lei e guarda me..-
Said spiaccicò il suo viso contro il vetro prendendomi in parola e io lo afferrai per la spalla per farlo allontanare.
-Idiota.-
-Non è Elisa. Non mi sembra che le dia fastidio stare qui al Taurus a bere birra. Mi sembra che se ne sbatta del tuo stato economico.-
Mi morsi il labbro.
-Sai stato tu il primo a dire che era una situazione destinata a fallire.-
-Prima di conoscerla.-
Alzò il dito Said per rimarcare il fatto.
-Quando pensavo fosse una ricca viziata che mangiava solo caviale e champagne. Poi ho scoperto che rutta a fine pasto e ho cambiato idea su di lei.-
Scoppiai a ridere.
-Sì, diciamo che più che una principessa è Fiona di Shrek.-
-È quindi dove sta il problema? Se non ci provi tu, finirà per farlo un altro.-
Mi alterai al solo pensiero sentendomi subito nervoso e agitato.
-Che cazzo amico!-
Gli diedi un pugno sul braccio e questo scoppiò a ridere.
-Una così avrà la fila dietro. Te la vuoi fare scappare?-
Scossi la testa.
-Abbiamo solo bisogno di tempo.-
-Per cosa?-
-Per capire dove ci porterà tutto questo.-
Said congiunse le mani e finse di pregare.
-Sei una brava persona ma con le donne sei peggio di un panda.-
Mi misi a ridere.
-Un panda?-
-Sì, un cazzo di panda che non è capace di riprodursi perché troppo pigro per scopare. Muovi il culo e fai qualcosa.-
Lo spintonai andandogli addosso come facevamo di solito.
-Non sono un cazzo di panda e so riprodurmi. È che è iniziato tutto per gioco e ora questa cosa mi mette sotto pressione.-
-Perché?-
Chiese Said alzando le spalle.
-Perché lei ha più volte detto di non essere pronta per una relazione e io non voglio forzarla. E poi ha un casino immenso con suo padre e non voglio fare altre pressioni. Lasciamo andare le cose così e vediamo come vanno.-
Said sorrise.
-Sei molto saggio sai? Mila è fortunata ad avere qualcuno a fianco che è pronto a darle tempo. Io non glielo darei.-
Aggiunse scoppiando a ridere mentre si girava lanciandole l'ennesima occhiata.
A Said non era mai piaciuta Elisa. Era una cosa che aveva percepito a pelle. Le aveva parlato per meno di mezz'ora prima di dirmi che avrebbe portato solo guai.
Era estremamente selettivo con le persone e il fatto che Mila gli piacesse significava molto per me.
-E tu invece? Con Bryan?-
Chiesi allora facendolo sussultare.
Scosse la testa.
-Non va.-
Mi avvicinai a lui dandogli una spallata.
-Che succede?-
Said si rattristò.
-Sono troppo bello per lui.-
Risi.
-Questo sicuramente. E?-
Spense la sigaretta nel posacenere e mi prese sotto braccio.
-E non capisce perché per me è così difficile dire di essere omosessuale. Non capisce che nel mio paese si può finire in carcere o addirittura morire per una cosa del genere. È sbagliato? Sì. Però non riesco a svegliarmi domani mattina, andare in salotto e dire una cosa del genere a mio padre. So che succederebbe dopo.-
Rabbrividii a quelle parole.
-Casa mia è aperta per te, in qualsiasi momento e qualsiasi cosa succeda.-
Said sapeva di essere omosessuale da sempre. Quando eravamo poco meno di adolescenti e io guardavo le donne, lui si fermava ogni giorno ad osservare Michael, un ragazzo che ballava hip hop in strada. Diceva che era lui il suo sogno erotico e pochi anni dopo, era diventato il suo primo amore.
Peccato che durò poco, come tutti gli amori seguenti.
I suoi genitori non dovevano sapere, Said era terrorizzato da questa cosa e in un momento storico come questo dove si voleva uscire allo scoperto, amare alla luce del sole ed essere finalmente, aggiungerei anche giustamente, liberi di essere sé stessi, il fatto di stare con qualcuno che nascondeva tutto era difficile.
-I miei genitori non lo accetteranno mai.-
Gli girai un braccio intorno alle spalle.
-Non può essere un problema tuo. Non puoi vivere una vita di menzogne per renderli felici. Troverai il modo.-
Mi guardò poco convinto.
-Ti ricordi come era tuo padre?-
Mi mancò la terra sotto ai piedi per un istante quando lo nominò.
-Purtroppo sì.-
-Allora immaginati di fare qualcosa contro il suo volere. Qualcosa che esce totalmente dai suoi piani.-
Annuii con la testa.
-Posso capirlo.-
Said sorrise.
-Un giorno dovrò scegliere tra me stesso e i miei genitori ma ancora non sono pronto. Così come tu e Mila non siete pronti ad avere una relazione. Non preoccuparti per me. So cosa voglio e so chi sono. Non mi pento di nessuna delle mie scelte. Ho solo paura di quello che verrà.-
Alzai la mano e strinsi la sua.
-Ma so che potrò contare su di te e so che non sarò solo perché sei la famiglia che ho scelto.-
Appoggiò la fronte sulla mia e gli sorrisi quando lui sorrise a me.
-Puoi contarci.-
Quando ci staccammo, notai che Mila ci osservava sorridendo dall'interno.
-Ora rispondi a questo cazzo di telefono. Sono stufo di sentire questa vibrazione.-
Sbuffai ed estrassi l'aggeggio dalla tasca.
-È un numero che non conosco.-
Dissi ad alta voce pensando per un istante che potesse essere il padre di Mila che mi minacciava di morte.
-Pronto?-
-Sono Sandra.-
Staccai il telefono dall'orecchio controllando di nuovo il numero.
-Ciao.-
-Come siamo scontrosi. Ti scoccia che ti ho chiamato?-
-Sono solo sorpreso.-
Le dissi buttando un occhio verso Mila. Stava ancora ridendo per qualcosa che le era stato detto.
-Non mi hai mai telefonato prima. Anzi, non ricordavo nemmeno di averti dato il mio numero.-
Said alzò un sopracciglio chiedendosi chi fosse al telefono.
Sandra era stata quasi ossessionata da me per un periodo, però di fatto, ci incontravamo solo a scuola o al club. Non era nato nulla di più. E poi, quando avevo messo in chiaro il fatto che non c'era nulla tra di noi, si era risentita come se le avessi dato un calcio.
Cambiava strada quando mi incontrava, sparlava di me ogni volta che ne aveva occasione, mi guardava colma di disgusto e disprezzo.
Non aveva mandato giù che un povero pezzente avesse detto di no ad una come lei che si sentiva una semi dea. Non era una persona cattiva, è che sapeva benissimo di avere una posizione privilegiata rispetto a tanti e pretendeva di essere al centro dell'attenzione sempre. Si era costruita un piedistallo e si aspettava una folla osannante al suo cospetto. Come poteva accettare che uno come me non fosse in prima fila?
-Già. Le cose cambiano.-
Scossi la testa turbato. Non riuscivo a capire.
-Ti serve qualcosa?-
Le domandai allora facendola ridere.
-Volevo darti delle ripetizioni per le lezioni di Donatini, se ne hai bisogno ancora. Sempre che il tuo cane da guardia te lo consenta, ovviamente.-
Mi sentii scocciato immediatamente per la sua battuta.
-Sandra, ascolta..-
Mi interruppe all'istante prima che potessi proseguire.
-Sto scherzando Ema. Mila è una a posto e so che non entra in competizione con gli altri..-
Sorrisi alle sue parole. Non la conosceva un granché.
-So anche che non state insieme. Me lo ha detto Marco..-
Strinsi i pugni a quelle parole e Said mi tirò una pacca sulla schiena.
-Sandra, scusa. Devo andare..-
-Sei di fretta? Non volevo disturbarti.-
-Sono al bar con degli amici. Grazie per la tua proposta.. Se dovessi averne bisogno ti farò sapere. Okay?-
-Okay.-
Rispose lei con un filo di voce prima di salutarmi.
Appesi il telefono senza lasciarla parlare oltre e mi voltai incontrando gli occhi di Mila.
-Forse hai ragione.-
Dissi al mio amico.
Lui si voltò ad osservarmi dubbioso.
-Mila ha sicuramente una fila di ragazzi dietro di sé che sono pronti a provarci con lei in ogni modo.-
Said fece un segno di assenso.
Sospirai.
Sapevo che quella storia mi avrebbe portato un sacco di preoccupazioni in più.

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