Capitolo 23

«Secondo me è più bella la libreria ad angolo. Quella che intendi tu è troppo semplice e piccola mentre in quella scelta da me ci stanno più cose e prenderebbe tutto l'angolo.»

Lennon e Axel avevano deciso di fare un po' di compere, sia per loro che per la casa. E adesso stavano discutendo su quale libreria scegliere per il salotto. C'era una zona della stanza, proprio accanto al tavolo da pranzo, vuota. Un angolo del salotto che Lennon aveva scelto di riempire con un mobile che gli permettesse di appoggiarci sopra libri, CD musicali, vinili e DVD. Al momento quelli di Axel erano ancora nei scatoloni mentre i suoi, ovviamente, a casa sua.

Stava ancora pensando ad un modo per dirlo ai suoi genitori ― nel frattempo viveva insieme al batterista all'insaputa di chiunque, a parte sua sorella a cui aveva deciso di raccontarlo. Greta aveva accolto la notizia con felicità. Del resto non era da tutti i giorni venire a sapere che il proprio fratellino andava a convivere con un ragazzo conosciuto da poco ma di cui si stava velocemente innamorando. E poi era contenta del fatto che non si stesse più struggendo per quella stronza di Tiffany.

«Va bene, Neon, prendiamo quella che preferisci tu. Sei tu il falegname della coppia» le guance di Axel si tinsero di un rosa accesso per la definizione che aveva appena usato per loro due, «Situazione. Volevo dire situazione» ribadì più volte.

Lennon si sforzò di non sorridere apertamente, ma dentro di sé gioiva immaginando Axel come suo ragazzo.

«Lo compriamo, allora?»

«Sì, ci serve.»

Axel gli disse di aspettare un attimo in quel punto poi sparì in un'altra corsia per una decina di minuti. Tornò poco dopo con in mano due lampade rotonde e annunciò che le avrebbe messe sui comodini nella loro camera da letto. Peccato che Lennon avesse la sua stanza, ma evitò di farglielo notare perché sembrava così felice di averle trovate per loro due.

Non fu l'unico commento che fece, anzi ne capitarono almeno altri tre, reindirizzando la loro relazione senza etichetta verso quella di una coppia di fidanzati. Quelle parole gli uscivano dalla bocca senza che nemmeno se ne accorgesse e Lennon le ascoltava con attenzione mentre i battiti del suo cuore aumentavano per la felicità.

Dopo aver finito di prendere roba nel reparto per la casa, decisero di andare a comprare delle lenzuola nuove.

Mentre Lennon si era immerso nell'osservare con circospezione tutto ciò che gli circondava, Axel aveva iniziato a notare come la maggior parte delle persone che stavano facendo compere lì dentro, erano coppie di fidanzati o coniugi e il disagio si fece spazio dentro di lui. Da fuori lui e Lennon sembravano in una relazione? O davano l'impressione giusta, ovvero che erano solamente amici?

«Lex, guarda che carine queste con i gattini» Lennon gli mostrò fiero il set di lenzuola che aveva adocchiato mentre sorrideva contento, non consapevole del fatto che nell'altro stessero riaffiorando le sue ansia e la sua ragione stesse riprendendo possesso del suo corpo.

Che cazzo sto facendo? Non siamo una coppia. Devo smetterla di comportarmi come se fossi il suo fidanzato!!

Axel annuì, sforzandosi di ricambiare il sorriso.

Si era finalmente reso conto di ciò che aveva fatto e stava iniziando a pensare di dover fare un gigante passo indietro. Non voleva che la sua relazione con Lennon prendesse quella piega. Non voleva ritrovarsi in mezzo all'amore, a quel sentimento che odiava. Doveva mettere le distanze tra lui e Lennon, prima di venir schiacciato da quelle vecchie emozioni rimaste per troppo tempo rinchiuse in un baule in fondo al suo cuore e che stavano lottando per riaffiorare a galla.

«Che succede?»

Lennon aveva capito che ci fosse qualcosa che lo turbava dal semplice fatto che tutta la felicità gli era scomparsa dal viso e ora sembrava voler scappare il più lontano possibile da lui.

Axel scrollò le spalle con indifferenza. «Niente. Vado a vedere se trovo un cestone per la biancheria» annunciò sbrigativo e senza lasciar tempo a Lennon di replicare, scappò via.

Una brutta sensazione gli risalì dal fondo dello stomaco. Si irrigidì. Voleva mettere le distanze tra loro?

Cosa ho fatto di male per farlo scappare? Pensò lui, esalando poi un profondo sospiro e rimettendo al suo posto le lenzuola che per un attimo aveva pensato potessero piacere al batterista, ma a quanto pare erano solo servite a farlo allontanare da lui.

Axel si era rifugiato nel primo reparto incontrato durante la sua fuga. Era quello dedicato agli elettrodomestici e altro per la cucina. Gli bastò dare un'occhiata in giro per mettersi all'istante a pensare a Lennon e a quale frullatore, microonde e quant'altro avrebbe preferito lui. Sapeva fosse una cosa del tutto normale, del resto vivevano insieme, ma non riusciva a smettere di pensare che quella, in realtà, fosse una cosa che facevano più le coppie che gli amici. Nonostante non fosse nemmeno sicuro che la definizione giusta per la loro relazione fosse quella.

Esalò un sospiro. Si stava complicando la vita per una cretinata. E stava facendo preoccupare Lennon per un problema che si era creato da solo. È normale. Due amici possono fare compere insieme per la casa che condividono. Se lo continuava a ripetere nella mente mentre fissava un punto indefinito tra una macchina del caffè e un'impastatrice.

Doveva tornare da Lennon. Non voleva che pensasse male. Non voleva che iniziasse a credere di aver fatto qualcosa di sbagliato. L'unico a far casini era lui, la sua ragione, la sua paura di amare e il suo cuore costantemente in disaccordo.

Girò i tacchi e con passi molto veloci, tant'è che quasi rischiò di scontrarsi con altri clienti, tornò nella zona per le camere da letto, ma del ragazzo nessuna traccia. Deciso a trovarlo, setacciò ogni corsia, ogni reparto e poi finalmente lo trovò davanti ai cestoni per la biancheria. Il punto in cui si sarebbe dovuto recare lui.

Lennon era andato a cercarlo a sua volta. E ciò lo fece sorridere, ma dentro di sé si sentì un bastardo perché non meritava di essere trattato freddamente da lui, dato che lo stava aiutando in ogni modo possibile ed era una brava persona.

«Neon, eccoti.»

Il ragazzo si voltò verso di lui e lo fissò con un sopracciglio alzato. Si vedeva chiaramente che non stava capendo il suo comportamento, ma non disse nulla.

«Ti ho trovato il cestone. Quale preferisci?» stava fingendo di niente, però dentro di lui aveva un'infinità di domande che avrebbe voluto fargli, soprattutto per capire cos'avesse detto o fatto di sbagliato per farlo fuggire da lui.

Ma preferì far tacere la sua curiosità. Non voleva che scappasse ancora.

Axel sorrise e con un braccio gli avvolse le spalle larghe, avvicinandolo a sé, «Quello in cui ce ne stanno di più».

Non aveva senso allontanare quel ragazzo, si disse, era buono e lo faceva stare bene.

Lennon sbuffò sonoramente poi sulle sue labbra nacque un accenno di sorriso, «Fin lì l'ho capito anche io. Intendo il colore. Quale?».

«È importante?»

«Dai, Lex, fallo per me». Gli schioccò un bacio sulla guancia per cercare di convincerlo, guardandolo poi con sguardo da cucciolo bastonato.

Il batterista scoppiò in una grossa risata. Lo trovò dannatamente carino in quel momento. Gli diede un pizzicotto sul naso e poi ne baciò la punta.

«Verde» gli sussurrò a pochi centimetri dalle labbra ma stando ben attento a tenere lo sguardo incollato a quello luminoso dell'altro.

Il ragazzo capì il riferimento al colore, i suoi occhi e immediatamente le sue guance decisero di prendere fuoco e il suo incarnato divenne rosso come un peperone.

Quando Lennon provò a distogliere lo sguardo, Axel gli intrappolò il mento tra le dita e gli tenne il viso alzato, impedendogli così di fuggire dai suoi occhi enigmatici.

«Va bene il colore, Lennon?» il suono della sua voce si fece molto più bassa e roca quando pronunciò il nome dell'altro, il quale venne scosso da brividi che gli percorsero la spina dorsale.

Lennon si mordicchiò l'interno della guancia poi annuì, «Prendilo e andiamo a pagare tutta 'sta roba che poi dobbiamo fare la spesa».

«Pure?! Che palle» si lamentò Axel, facendo roteare gli occhi per la noia.

«Vuoi mangiare, giusto? Il frigo è vuoto quindi sì, pure la spesa dobbiamo fare.»

Un altro sbuffo, «Va bene, andiamo, allora».

Prese il cestone verde e seguì Lennon che stava spingendo a fatica il carrello pieno di roba pesantissima. Menomale che il condominio dove abitavano aveva l'ascensore sennò sarebbero morti a portarla fino a casa prendendo le scale.

«Una mano?»

Axel gli porse una mano, ghignando. Lennon, in risposta, lo fulminò con lo sguardo.

«Axel» abbaiò con durezza.

«Okay, okay, ti aiuto, rompiscatole.»

✴✴✴

«Cazzo. Cazzo. Cazzo». Lennon si abbassò fulmineo, nascondendosi dietro a una corsia.

Aveva intravisto i suoi migliori entrare nel minimarket e loro non sapevano niente di Axel. Non potevano farsi beccare insieme. Avrebbero fatto troppe domande. Lukas era una persona molto curiosa e sapeva che non lo avrebbe lasciato in pace fino a quando non avrebbe ottenuto risposte.

Lanciò un'occhiata al batterista e lo trovò concentrato nel pesare delle carote. Lo afferrò per un polso e lo tirò verso di lui, cogliendolo di sorpresa e facendogli prendere la presa sulle verdure che caddero a terra e dalle sue labbra un verso di sbigottimento. Lennon, con la mano libera, gli fece segno di stare in silenzio.

Le sopracciglia di Axel si aggrottarono, non capendo minimamente la situazione. C'erano dei suoi fan? O Lennon aveva visto qualcuno di strano?

«Che diavolo succede? Perché ci nascondiamo?» chiese confuso.

«Sono appena entrati i miei amici» mormorò a denti stretti poi si alzò leggermente, facendo sbucare da sopra la scaffalatura solo i suoi capelli rossi e un po' di fronte e con sguardo attento li cercò, trovandoli dall'altra parte del negozio.

Fece un profondo sospiro di sollievo. Aveva ancora tempo per fare uscire Axel prima di farsi beccare insieme.

«E quindi?»

«Quindi??» spalancò gli occhi verdi nel panico, «Sono tuoi fan e pensano tu mi stia sulle palle. Per non parlare del fatto che non sanno che vivevamo insieme, cazzo».

«E cosa dovremmo fare secondo te, eh? Stare qui accovacciati e nascosti fin quando non se ne vanno?»

«No, tu vai alla macchina e aspettami lì.»

Axel scosse il capo, non approvando il piano di Lennon, «Sul serio? Il tuo piano è farmi uscire dal market e poi cosa?».

«Per favore, Lex ― fa' come ti ho chiesto. Ci penso io ai miei amici.»

Il batterista emise uno sbuffo e Lennon ne approfittò per baciarlo a fior di labbra e lasciargli una carezza sul viso, «Dopo mi farò perdonare».

Axel fece scontrare nuovamente le loro bocche, le dita che giocavano nei suoi capelli perché non riusciva a farne a meno ―adorava immergere le mani nella sua chiama morbida. Gli morse il labbro inferiore e poi si staccò, «Ci conto, Neon».

Lennon diede un'occhiata veloce ai suoi amici per controllare dove fossero e quando li vide di schiena, fece segno ad Axel di uscire dal negozio. Il batterista corse velocemente verso l'uscita e una volta fuori, si rialzò da terra, spolverandosi le ginocchia e con nonchalance, si diresse verso i suoi migliori amici, spingendo il carrello pieno di roba.

«Ehi raga.»

Lennon notò le spalle di Lukas sussultare leggermente mentre Jason gridò, come era solito fare quando faceva il cretino. Entrambi si voltarono verso di lui e il biondo nascose qualcosa dietro la schiena, cosa che non passò inosservata a Lennon, ma al momento aveva altro a cui pensare e lo stava aspettando in macchina.

«Lenny, ehi» abbassò lo sguardo sul carrello della spesa e vide tutta la roba che il suo amico avrebbe comprato, «Spesa grande, eh?».

«Sì, mia madre non può perché lavoro quindi ho pensato di farla io.»

Il ragazzo sapeva che con quella bugia non avrebbe destato sospetti. Non era la prima volta che faceva la spesa al posto di sua madre e i suoi amici alcune volte gli avevano anche fatto compagnia. Era solito farla quando nessuno aveva tempo mentre lui era disponibile. E poi non gli dispiaceva passare del tempo a comprare roba che serviva anche a lui. Perciò era sicuro che i suoi migliori amici avrebbero creduto a quella menzogna.

Jason, ghignando, gli intrappolò tra le dita le guance e gliele stritolò, come facevano le anziane quando ti incrociavano per strada e ti dicevano che da piccoli si erano presi cura di te, «Ma che bravo il nostro piccolo Lenny» lo prese in giro.

Lennon gli sferrò un leggero pugno contro il petto che lo fece smettere subito. Jason emise un lamento di dolore poi si accasciò al suolo, fingendo di star per morire. Sia Lennon che Lukas alzarono gli occhi al cielo.

«Alzati imbecille.»

«Sono certo che per colpa di quel pugno il mio cuore abbia smesso di battere per due secondi.»

«La prossima volta te lo tirò più forte, almeno così smette di battere per sempre, idiota!»

Lukas ridacchiò, osservando i suoi due amici battibeccare come due bambini, poi all'improvviso gli tornò in mente il motivo per cui era andato e il suo sorriso scomparve. Lia lo aveva supplicato di comprare un test di gravidanza perché non le arrivava il ciclo da due settimane. Non era lì per divertirsi.

«Scusami Lenny, ma io devo andare» annunciò il biondo, la voce ridotta ad un fascio di nervi, «Jay, andiamo?».

Lennon annuì, nonostante fosse curioso di conoscere il motivo di tutta quella fretta, ma anche perché sembrava sul punto di avere una crisi nervosa.

«Ci sentiamo su Whatsapp.»

Si salutarono velocemente. Una volta solo, Lennon si lasciò andare in un sospiro liberatorio.

Doveva solo ricordarsi di farsi dire da Lukas cosa lo stava facendo preoccupare in quel modo perché non lo aveva mai visto cambiare espressione così velocemente. Un attimo prima rideva e il secondo dopo si era trasformato in un'anima tormentata da ansia e nervosismo. Che diavolo era successo?

Scuotendo il capo, rammentò il motivo per cui era al negozio e si affrettò a tornare a fare la spesa. Prese il necessario. Poi pagò con i soldi guadagnati dalle mance al pub. Ed infine spinse il pesante carrello fino alla macchina di Axel e solo in quel momento uscì per dargli una mano con tutti i sacchetti pieni di roba.

«Ce ne hai messo di tempo, eh.»

«Scusa, mi farò perdonare.»

«Lo hai detto due volte quindi mi aspetto grandi cose da te» gli strizzò la natica, strappandogli un gridolino di sorpresa che gli colorò le guance per l'imbarazzo.

Lennon gli diede una spallata, «Coglione! Non ho intenzione di farmi scopare per avere il tuo perdono» ruggì infine.

Axel credeva che per avere la sue clemenza avrebbe fatto sesso con lui? Se lo poteva scordare. La sua idea era quella di cucinargli qualcosa per cena. Tutto lì. Non il suo corpo.

«Lennon» gli avvolse saldamente una mano intorno al polso e lo fece voltare verso di lui ― il suo sguardo era serio, molto, «Io sto scherzando. Non ti costringerò mai a fare qualcosa che non vuoi, capito?» gli premette le labbra sulla fronte in un bacio casto.

Quelle parole rassicurarono molto Lennon. Gli sembrò quasi che Axel gli avesse fatto intendere che anche lui non voleva fare solo sesso, ma che desiderava qualcosa di più dal loro rapporto. O forse si stava facendo condizionare dai sentimenti che di giorno in giorno crescevano sempre di più per lui.

La grossa mano di Lennon andò a circondare la nuca di Axel e fulminea si mosse per fargli avvicinare il viso al suo. Le loro labbra si incontrarono in una gentile carezza e immediatamente si sentirono come avvolti da una bolla di calore che entrambi riuscivano a creare solo quando stavano l'uno incollato all'altro.

Non importò a nessuno dei due del fatto che si stessero baciando nel parcheggiò del minimarket. Desideravano soltanto che quel momento non finisse mai. Era stupendo quel contatto così ravvicinato delle loro bocche, delle loro mani che ci cercavano e delle loro lingue che giocavano tra loro con passione.

Axel sciolse l'intreccio delle loro lingue con uno schiocco bagnato esploso nell'aria. «Comunque non voglio prendere il tuo corpo, Neon. Desidero che sia tu a prendere il mio con tutta la passione e forza che possiedi» glielo sussurrò sulle labbra e il suo respiro caldo mescolato a quelle parole cariche di sesso, gli provocarono brividi in tutto il corpo.

Lennon provò a voltare il viso per nascondere l'imbarazzo, ma anche quella volta Axel glielo tenne ben saldo di fronte al suo poi lo baciò ancora, «Ma aspetterò fino a quando non ti sentirai pronto perché non sono un bastardo e non ti costringerò a fare qualcosa che non vuoi» glielo ripeté una seconda volta.

Voleva essere certo che lo capissse perché lui non era quel tipo di ragazzo. Quello che obbligava il proprio partner a fare cose gli facevano provare solo disagio, lo rendevano più insicuro o spaventato nel realizzare determinati atti sessuali.

Avrebbe aspettato perché nonostante lo desiderasse seduta stante, non voleva obbligarlo a fare sesso se ancora non se la sentiva.

«Grazie Lex.»

✴✴✴

La mano libera di Lennon ― l'altra faceva da cuscino ― viaggiava sulla pelle liscia della coscia destra di Axel. Con i polpastrelli seguiva lentamente le linee della rosa tatuata mentre fingeva di guardare il film in televisione. Era stato scelto dopo una lunga discussione per il genere e alla fine aveva vinto il corvino con l'horror. Lennon avrebbe voluto vedere qualcosa d'azione, ma almeno ora poteva divertirsi a distrarre l'altro.

«Lennon, smettila che voglio vedere il film» mormorò Axel scocciato.

Sulle labbra di Lennon nacque un ghigno furbo che l'altro ragazzo non vide perché concentrato completamente sul film, in cui era chiaro a chiunque che i primi a morire sarebbero stati i due tizi che stavano per scopare.

Per tutta la durata della cena non aveva fatto altro che pensare alle parole dette da Axel ed era arrivato alla conclusione che anche lui voleva fare sesso, ma temeva di non essere alla sua altezza e di rendersi ridicolo se avesse fatto schifo. Il batterista aveva avuto svariati amanti perciò sapeva benissimo quali fossero le cose che più lo facevano eccitare mentre lui era stato solamente con Tiffany e non aveva tutta quell'esperienza. E poi la sua ex era una ragazza mentre ora desiderava farlo con un ragazzo ― una cosa totalmente diversa.

Alla fine però si era detto che se avesse lasciato che il timore lo bloccasse da ottenere ciò che voleva, non sarebbe mai riuscito a cambiare niente nella sua vita e poi avrebbe perso la sua possibilità di avere rapporti sessuali con Axel perché era ovvio che prima o poi si sarebbe stanco di lui e di aspettare.

Axel continuava a guardare la televisione, provando a non pensare alla mano del ragazzo al suo fianco che con calma stava risalendo la sua coscia e al punto in cui era certo si sarebbe fermata.

Inspirò bruscamente.

Con la lingua, Lennon gli aveva lasciato una scia di saliva sul collo e ora si stava dedicando a tracciare con dei baci la linea della sua mandibola affilata.

«Lennon» mormorò con l'affanno. Ormai il film era diventato solo un ricordo e tutte le sue attenzioni si erano concentrate su Lennon che stava giocando con lui.

La mano del rosso aveva ormai raggiunto la sua meta. La fece passare oltre l'elastico dei boxer di Axel e gli avvolse il membro, strappandogli un urlo e la sua schiena si inarcò in automatico.

«Andiamo in camera da letto, ti va?» il sussurrò bollente di Lennon fece fremere Axel. Il batterista si sentiva avvolto dal calore della mano dell'altro che si muoveva lenta intorno al suo pene.

«Ne sei sicuro?»

Un bacio a fior di labbra fu la risposta di Lennon.

Axel avvolse le braccia intorno al collo di Lennon mentre quest'ultimo tolse la mano da dentro i boxer e gli cinse la vita, abbracciandolo con possesso. Era spaventato ma allo stesso bramava troppo quel corpo e non avrebbe permesso alle sue paura e ai suoi timori di bloccarlo, non adesso.

Quella sera avrebbe fatto sesso con Axel.

Il batterista intrecciò le gambe dietro la sua schiena e gli schioccò un bacio sul labbro inferiore, «Portami in camera, Neon» sussurrò sensualmente con voce roca.

Una volta che ebbe fatto distendere Axel sul letto, Lennon gattonò fino a mettersi in mezzo alle sue gambe poi tornò a baciargli il collo, risalendo infine alle sue labbra. La sua bocca semiaperta da cui uscivano respiri affannati. Gli intrappolò quello inferiore tra i denti e lo succhiò, rubandogli un gemito.

La mano di Axel si arpionò ai suoi capelli, come faceva ogni volta che il bacio iniziava a scaldarsi poi fece combaciare perfettamente le loro bocche. In poco tempo quei baci si trasformarono in qualcosa di famelico. I loro pesanti respiri si mescolarono al rumore degli schiocchi bagnati dei loro baci focosi.

Si sorrisero sulle labbra e quel semplice gesto, diede a Lennon il coraggio di continuare. Di togliere per prima cosa la canotta che Axel usava come pigiama e poi baciargli la pelle calda del petto fino ad arrivare alla stoffa dei suoi boxer neri.

Axel, in tutto ciò, venne travolto da una forte sensazione di piacere che gli aumentò i battiti cardiaci e lo fece ansimare pesantemente mentre cercava di riprendere fiato. Erano poche le volte che stava sotto in un rapporto, ma in cuor suo sapeva che lasciare che a possederlo fosse Lennon era la cosa giusta da fare. Che lo avrebbe soddisfatto come nessuno dei suoi amanti era mai riuscito a fare.

Lennon non si era mai sentito così eccitato in vita sua. Il suo membro pulsava stretto nel suo intimo e tutto ciò che voleva era venir liberato per poi assaporare il corpo di Axel.

Gli tolse anche i boxer e quando puntò lo sguardo sul suo pene eretto, percepì una vampata di caldo colpirlo in pieno viso e il suo corpo divampò come una fiamma ardente e carica di bramosia che lo portò a svestirsi il più in fretta possibile.

Una volta nudo anche Lennon, iniziò a però a sentire il peso dell'agitazione tormentargli lo stomaco. Sarebbe stato in gradi di soddisfarlo completamente? Non faceva sesso da mesi e mesi e poi era la prima volta che lo faceva con un ragazzo. Ne sarebbe stato capace?

Axel lo afferrò dalla nuca e lo trascinò verso di sé. I loro volti erano molto vicini e il corvino notò all'istante che lo sguardo di Lennon stava mostrando tutta l'ansia che lo aveva bloccato dal continuare, «Neon, ehi, stai calmo, okay? Non farti prendere dal nervosismo. Lasciati condurre dall'istinto e vedrai che sarà dannatamente bello» gli stampò un bacio sulle labbra gonfie, abbozzando poi un sorriso che sperava lo avrebbe tranquillizzato un po'.

Lennon inspirò a pieni polmoni, sforzandosi di calmare l'agitazione che lo stava divorando. Scemò solamente quando percepì una mano calda di Axel accarezzargli con delicatezza il viso e lo vide sorridergli. Un sorriso dolce. Un sorriso che riuscì a calmarlo.

Le braccia di Axel si avvolsero con vigore intorno al corpo dell'altro. Lennon si sdraiò sopra di lui, sperando di non schiacciarlo ed entrambi rabbrividirono quando la loro pelle nuda entrò a contatto per la prima volta. Ripresero a baciarsi, strusciando i membri eretti tra loro e delle forti scosse percorsero i loro corpi. Il batterista affondò le unghie nella schiena di Lennon mentre quest'ultimo gemette rocamente nella sua bocca.

Era pronto.

Fanculo tutto il resto.

Fanculo l'ansia.

Fanculo l'insicurezza.

Desiderava Axel. Di tutto il resto non gliene fregava niente.

«Sono pronto» sussurrò Lennon ― la voce interrotta dai profondi respiri.

Axel lo baciò dolcemente, «Anche io».

Quando arrivarono all'atto stesso, entrambi si sentirono al settimo cielo, come se unendosi in un corpo solo avessero raggiunto il loro paradiso terrestre. I due ragazzi stavano percependo una sensazione di sollievo all'altezza del petto, come se avessero appena trovato la persona perfetta con cui condividere tutto. Il corpo, l'anima e la vita.

Lennon si stava trattenendo dal concludere tutto troppo in fretta. Dallo spingersi troppo velocemente in lui e raggiungere l'orgasmo ancor prima di averlo assaporato appieno. Voleva godersi ogni minima sensazione che la carne di Axel avvolta intorno al suo membro gli stava procurando.

Axel invece stava provando un po' di dolore, del resto era da un bel po' di tempo che non lo faceva, ma la voce di Lennon che in sussurri gli chiedeva come stesse, se potesse continuare o se voleva che uscisse, riuscirono a fargli dimenticare le fitte che lo stavano colpendo. In pochi istanti la sofferenza diede spazio ad altre sensazioni piacevoli.

Lennon iniziò a muoversi lentamente e poi sempre più velocemente, accogliendo i gemiti di Axel nella sua bocca.

Finalmente stavano facendo l'amore.

Entrambi si erano convinti che l'emozioni che stavano provando in quel momento non avevano niente a che fare con del sesso sbrigativo e senza sentimenti come avevano creduto di fare all'inizio. Era tutto più profondo e speciale.

Axel non lo avrebbe ammesso ad alta voce e peggio ancora a se stesso dopo quella sera mentre Lennon ormai si era innamorato di lui e quei sentimenti difficilmente sarebbe riuscito a trattenerli.

Lennon diede un'ultima e potente spinta all'interno del corpo di Axel ed entrambi raggiunsero l'orgasmo, gemendo l'uno nella bocca dell'altro.

«Dio, Neon, è stato... Wow... Alla faccia delle tue ansie... Sei stato fantastico» ansimò pesantemente Axel mentre le gambe incrociate sul fondo della schiena di Lennon scivolarono senza più energie sul materasso in un tonfo pesante.

Lennon sorriso rilassato. Farlo con Axel era stata la miglior cosa capitata nella sua vita. Lo aveva fatto sentire così bene, come se finalmente avesse trovato se stesso e la persona giusta con cui passare il resto della sua vita.

«È stato meraviglioso» mormorò in un sussurro poi premette la propria bocca su quella di Axel in un bacio casto ed infine si accasciò su di lui privo di forze.

Lo udì emettere un verso strozzato ma non si risparmiò dal avvolgergli le braccia intorno alle spalle e baciargli la fronte.

Erano entrambi felici di averlo fatto ed erano consci del fatto che quella non sarebbe stata l'unica volta. No, era impossibile, soprattutto dopo le sensazioni provate durante il rapporto sessuale.

«Ti va di rifarlo?»

«Lennon!» strillò Axel colto di sorpresa ― era rimasto colpito dalla proposta del suo amante ― poi scoppiò a ridere, «Però sì, rifacciamolo, ma un attimo che devo ancora riprendermi».

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top