Capitolo Ventunesimo
La mattina del quarto giorno, sorprende gelidamente Izuku. E' un risveglio attutito, una resa dei conti inaspettata e aspra, una secchiata di acqua fredda che ti aggredisce all'improvviso in pieno viso. Il ragazzo sbatte le ciglia alcune volte, guardando spaesato la stanza in cui si trova. Ha la bocca impastata, la testa che gli gira, i muscoli che sussultano da soli... e un gran dolore ovunque.
Sposta gli occhi verso l'alto, fissando il soffitto neutro alcuni secondi, prima di girarli e dirigerli alla sua sinistra. Fatica a riconoscere le pareti bianche immacolate, i soprammobili di gusto classico e i pochi libri lasciati abbandonati su alcuni scaffali.
Incastra la mano in mezzo ai riccioli intricati, grattandosi la testa e cercando faticosamente di mettere a fuoco l'ambiente.
Camera "sua" - Casa di Bakugou.
Si alza di botto a sedere sul materasso, districandosi faticosamente dalle coperte e accartocciando il volto in una smorfia infelice. La schiena, e in particolar modo soprattutto la parte in fondo, gli pulsa da matti.
Esce velocemente dall'involucro fatto di lenzuola, soffermandosi a osservare perplesso le gambe nude martoriate dai morsi. Si alza la maglietta avvampando furiosamente alla vista dei tatuaggi che si perdono in mezzo ai lividi che gli deve aver lasciato l'Alpha con i denti.
Si tocca con uno scatto il collo, tastando con circospezione il collarino. Sfiora lentamente il tessuto freddo, trovandolo lì, come sempre fermo e immobile al suo posto. Sospira incredulo, mentre un tenero sorrisino compiaciuto gli si apre sul volto.
Ha appena passato felicemente il suo primo calore.
Esce silenziosamente dalla stanza, dirigendosi a piccoli passi verso la sala. La prima e unica cosa che gli frulla insistentemente nella testa, e' cercare dove possa essere finito Kastuki. Lo trova seduto sul divano: lo sguardo perso rivolto verso la vetrata e la schiena dritta in una posa intirizzita. I raggi solari gli si infrangono sui capelli dorati e l'Omega sente immediatamente pervaderlo una voglia irrefrenabile di raggiungerlo e urlargli quanto diavolo sia bello.
Già, perchè senza nessunissima ombra di dubbio, l'Alpha è stupendo.
Mentre lui... ahhhhh, lui invece è irrimediabilmente fottuto. In questo momento non ricorda praticamente nulla di quanto sia accaduto in questi vari giorni, ma quello che sente di provare è ugualmente reale e vero.
E' incondizionatamente e perdutamente, innamorato pazzo di lui.
Sprofonda con il naso dentro la maglietta, annusando l'odore dell'Alpha ancora rimastogli catturato sulla pelle. Deglutisce la saliva frastornato dalla fragranza fortissima di Immortelle che emana, dirigendosi a testa bassa verso la cucina. Non ha precedenti esperienze che lo possano aiutare a capire come dovrebbe comportarsi, quindi evita colpevolmente qualsiasi contatto visivo. Peccato che non abbia calcolato le iridi infuocate che gli stanno marchiando la schiena.
Blocca la camminata davanti al lavandino. Appoggia i palmi al freddo marmo emettendo lunghi sospiri che, spera, possano aiutarlo a calmare la tempesta emotiva che sente agitarsi nel petto. Il fantastico odore di Katsuki è ovunque: circonda la stanza, impregna i vestiti... investe il suo cuore.
Afferra tremante un bicchiere vuoto, riempiendolo fino all'orlo con acqua corrente. Beve avidamente tutto il liquido, cercando conforto nel freddo pungente. Non sente nulla, nessun miglioramento.
Un leggero movimento alle sue spalle lo porta immediatamente a impuntare meglio i piedi a terra. Lui è lì, troppo vicino e troppo pronto a smascherarlo.
-Omega, cosa ti è successo oggi? Insieme al calore ti sono passate anche le buone maniere? L'educazione è alla base di ogni relazione che si rispetti. Non si saluta neppure più?-
Izuku serra per qualche secondo gli occhi, maledicendo la situazione assurda e stringendo maggiormente il bicchiere con le dita. L'unica opzione che trova plausibile, è farsi forza e non mostrargli il tumulto interiore che lo sta uccidendo.
Si volta di scatto, senza sorridere.
-Buongiorno, allora.- Dichiara ironico, alzando scanzonato un sopracciglio verso l'alto. -La fase bollente è passata e io so perfettamente che di prima mattina non hai nessun piacere di avere rotture di scatole. Dovresti essere contento che ti sto lasciando i tuoi tanto amati spazi personali.-
Katsuki ignora il tono acido dell'altro, e fa scivolare lo sguardo languidamente lungo tutto il suo corpo. Nota come gli stiano tremando le mani, come i muscoli delle gambe siano contratti, e come le sue iridi color smeraldo cerchino, in ogni modo, di sfuggire alle sue. Ridacchia sfrontato, avvicinandosi meglio e spingendolo verso il muro.
L'Omega si ritrova, ben presto, intrappolato tra il freddo intonaco e un corpo caldo.
Una mano inguantata si appoggia al suo fianco, e lo arpiona strizzandolo con bramosia. Un gemito involontario lascia le sue labbra.
-Diciamo che ero fermamente convinto che, dopo avermi pregato per giorni interi di sbattertelo in qualsiasi tuo buco immaginabile, fosse cambiato qualcosa. Credevo che le tue cazzo di paranoie di merda, fossero terminate. Mi sbagliavo dunque?- La lingua rosea passa delicatamente sulle labbra, umettandole lentamente.
-Kacchan!- prorompe Izuku, guardandolo storto.
Imbroncia il muso spingendolo in fuori, e appoggia le mani su quelle dell'altro. Lo fissa negli occhi, sfidandolo a fare qualcosa. Gli andrebbe bene, in realtà, qualsiasi cosa. Sente il cuore battergli fortissimo nel petto, e il desiderio di azzerare le distanze tramutarsi quasi in una urgente necessità. Nonostante ciò non vuole farlo. Attende che sia l'Alpha a dimostrargli che quello che è successo tra di loro, non è accaduto solamente per merito del calore.
I secondi passano e la situazione di stallo, però, rimane. Izuku sente la ghiandola non rispondere a nessuno dei suoi muti desideri di trasparenza. Butta fuori ampie scariche di lime inasprito di paura.
Il naso di Katsuki si arriccia in modo buffo, mentre annusa l'aria attorno. Sbatte le palpebre stupito, sgranando gli occhi.
-Senti... potresti fare una cosuccia piccolina per me?- Gli alita vicino all'orecchio, facendogli increspare la pelle di innumerevoli brividi.
Alla strana domanda, la mente si assenta all'istante e la volontà di non mostrarsi debole e piegato alle sue voglie, lo abbandona del tutto.
-Dimmi pure...- Risponde a voce bassa. -Puoi chiedermi qualsiasi... ehm, qualsiasi cosa tu voglia.-
E' consapevole della risposta facilmente fraintendibile, come pure del fatto che sia molto vicino al punto di non ritorno. Non riesce a ricostruire nulla di quello che è successo in questi giorni tra di loro, a parte qualche misero spezzone in cui godeva in modo assurdo. Eppure, nonostante ciò, non ne ha avuto ancora abbastanza. Probabilmente stare con Katsuki significherebbe essere sempre... affamato.
Il dito inguantato si avvicina alle guance piene di efelidi. Le sfiora dolcemente, per poi passare a fare la stessa cosa prima sulla mascella e poi sotto al mento. Glielo alza, portandolo in alto verso il suo.
-Qualsiasi cosa... Ahhh, questa tua arrendevolezza ai miei più sordidi desideri, mi fa proprio impazzire. Allora... vestiti. Ti porto fuori a fare colazione. Hai bisogno di mangiare per bene, dato che sono giorni che ti nutri pochissimo. Ho proprio in mente un posticino delizioso in cui vendono delle brioche buonissime.-
•
L'atmosfera calda e rilassata del locale, porta Izuku a guardarsi attorno a occhi sbarrati. Un enorme bancone attrezzato con una moltitudine di paste di ogni tipo, spicca in bella mostra nella zona in fondo del bar. La vivace varietà di profumi diversi che gli sbattono sul naso, gli fanno venire fin da subito l'acquolina in bocca.
Lo stomaco inizia a brontolare forte. Al rumore risonante, si porta imbarazzato una mano sulla pancia guardando Katsuki da un mezzo alle lunghe ciglia.
-Lo sapevo benissimo che avevi fame. Non sono per niente stupido. E quando dico fame, intendo fame fame... sai, di cibo. Penso che per l'altro genere, sia riuscito a soddisfarti almeno un pochetto.- Aggiunge ridacchiando e portando Izuku ad alzare gli occhi verso il soffitto.
Si siedono in un tavolino appartato, sopra a delle morbide seggiole imbottite. L'Omega ringrazia mentalmente l'Alpha per l'ottima scelta, visto che il suo sedere a ogni movimento che compie urla di dolore. Passa i polpastrelli sul tessuto soffice, beandosi della consistenza piena e sorridendo soddisfatto.
-Come conosci questo meraviglioso posto?- Domanda incastrando gli occhi in quelli dell'altro.
Ne scruta le tonalità cremisi con fermezza, mordendosi accigliato il labbro inferiore. Katsuki continua a guardarlo in modo strano da questa mattina e seppur non mostrandolo apertamente, sembra che lo stia testando. I modi che sta usando, che sono oltretutto molto più gentili del solito, lo stanno mandando in piena confusione. Per quanto dovrebbe esserne contento, qualcosa continua a non tornargli: l'Alpha è nervoso. Muove impercettibilmente le gambe e i suoi ferormoni sono carichi di tensione.
-Da piccolo i miei genitori mi portavano in questo bar quando sussistevano determinate circostanze. Dicevano che mangiare dei dolci buoni serve per accettare meglio le cattive notizie.-
-Ah...- Esclama solamente Izuku, zittendosi all'istante.
Non riesce veramente a comprendere cosa gli stia indirettamente suggerendo. Lo osserva con più tenacia, tralasciando l'esame nascosto che gli stava facendo solo pochi minuti prima e mostrando il suo coinvolgimento apertamente. Il sorriso che indossa questa mattina Katsuki è chiaramente fasullo. A quella verifica minuziosa e assidua, l'Alpha abbassa gli occhi a disagio verso terra, totalmente colto in flagrante.
-Siete pronti per ordinare?-
-Si grazie.- Dichiara svelto, schiarendosi la voce sollevato dall'interruzione.
Izuku si umetta il piercing nervoso. L'arrivo del cameriere, proprio non ci voleva.
-In realtà non ho avuto abbastanza tempo per pensarci.- Annuncia secco.
-Non lo ascolti, lui è sempre un grandissimo bugiardo. Il mio amico gradirebbe provare la brioche ripiena di marmellata con arancia amara e peperoncino. Forse sarebbe meglio averne due, visto che non mangia decentemente da giorni. Per me invece, può portare la delizia al limone.-
-Da bere?-
-Un caffè nero, senza zucchero e possibilmente alto, e un enorme tazza di caffelatte tiepido.-
-Ma scusami!- prorompe Izuku alzando la voce.- Stai seriamente scegliendo per me!? Cosa ti fa davvero credere di conoscermi così bene?-
-Il fatto di averti scopato ininterrottamente per giorni interi.-
L'espressione tranquilla di Katsuki, porta Izuku a spalancare la bocca scioccato. Si guarda circospetto attorno, cercando di capire se qualcuno abbia appena sentito la frase svergognata che ha appena pronunciato. Per fortuna nessuno li sta osservando. Si convince quasi di essersela sognata, se non fosse che il cameriere praticamente scappa dal loro tavolo completamente rosso in viso.
Sposta lo sguardo sull'Alpha, ammonendolo furioso con lo sguardo sull'enorme insolenza che ha appena detto. Ma il modo in cui lo sta silenziosamente reguardendo, non tocca minimamente l'altro. Ha spostato le braccia all'indietro, posizionando il corpo in un modo arrogante e saccente.
-Omega... c'è per caso qualcosina che senti ardentemente il bisogno di confidarmi?-
Ora Izuku è sicuro che nei giorni passati, deve essere successo per forza un'inghippo. Katsuki è troppo sicuro di sè stesso. Le iridi gli sfarfallano di ardente nervosismo: avrà combinato senza volere, un disastro?
Si mordicchia il labbro inferiore, chiamando in soccorso tutto il possibile autocontrollo.
-Non direi... e tu? Hai per caso ucciso qualcuno e ti occorre un alibi?-
L'Alpha non raccoglie la leggera punzecchiatura, ma anzi... allarga il sorrisino compiaciuto.
-Non ti ricordi proprio nulla di quello che è successo in questi giorni, vero?-
Il tono scanzonato lo porta a sbuffare spazientito.
-Solo di aver goduto immensamente. Era questo, per caso, che volevi sentirti dire? Sei stato più che bravo e hai superato abbondantemente le mie aspettative. Vuoi un ringraziamento in pubblico?-
Le pupille cremisi brillano di divertente malizia.
-Nonostante sia consapevole di essere un vero stronzo megalomane e mago del sesso, no... non era a questo che mi stavo riferendo.-
Si guardano negli occhi per minuti infiniti, scostando lo sguardo solo quando il cameriere porta al loro tavolo le ordinazioni. Le lascia sparpagliate dove capita, con mosse frettolose e secche. Una ventata di giglio inasprito arriva alle narici di Izuku che alza lo sguardo sbigottito.
Katsuki attende che siano da soli prima di spingergli in avanti una briosche.
-Si, è il suo odore quello che hai appena sentito. Poveretto... Lo abbiamo innervosito.-
Izuku scrolla le spalle, esasperato. Afferra la pasta dandoci un generoso morso nel mezzo. La sfoglia fragrante, la confettura acre ma gradevole che si mischia con le note frizzanti del peperoncino, lo fanno mugulare di piacere. Se la caccia tutta in bocca, masticandola a fatica.
-Cristo Santo, Deku!- Esclama sbalordito Katsuki, ridendo.- Ma che bocca enorme che hai! E per fortuna che a momenti non volevi neppure assaggiare quello che ti avevo ordinato!-
Lo fissa attentamente, picchiettando con le dita sul tavolo e aspettandosi delle scuse.
L'Omega deglutisce il boccone, portandosi un fazzoletto alla bocca e pulendo il disastro che ha appena combinato. Prende la seconda, cercando disperatamente di darsi un contegno e lasciandoci sopra un piccolo morsino contenuto.
-Dimmi un pò, Kacchan. Mi hai portato fin qui perchè sei preoccupato di avermi sfinito di sesso, o per una ragione in particolare che non conosco?-
Il sentore di bruciato lo raggiunge all'istante. L'Immortelle è pieno di venature aspre e dure. Izuku si pente immediatamente della domanda. Il respiro gli si è mozzato in gola e tutto d'un tratto la brioche non ha più il sapore allettante che aveva soltanto un secondo prima.
Si porta una mano alla maglia, stringendola forte. Non ha neppure bisogno di avere una vera risposta.
E' tutto fin troppo evidente.
-Ho... ehm... ho fatto qualcosa che non dovevo.- Asserisce sicuro.
Katsuki lo fissa forzatamente, abbassando la tonalità della voce a un debole sussurro tremante.
-Mi hai detto una cosa.-
Il pugno si chiude febbrilmente più forte nel tessuto. Lo comprime con vigore, appallottolandolo. Adesso ha seriamente paura. I contorni svaniscono e rimangono vivide solo quelle labbra rosee che stanno parlando.
-Mi hai detto che ti piaccio e che mi hai scelto come tuo Alpha.-
La maschera di menzogne che ha intessuto magistralmente fino ad oggi, cade di botto sul pavimento. Izuku abbassa la testa verso terra, stravolto. Non regge lo sguardo accusatorio dell'Alpha, si sente esposto e nudo davanti a un intero plotone di esecuzione. Deglutisce dolorosamente il groppo in gola, percependo la consapevolezza e la rabbia, farsi spazio nel suo corpo.
-Mi hai portato in questo bellissimo posto per fare quello che facevano i tuoi genitori con te? Per indorarmi la pillola e dirmi che me ne devo andare da casa tua? Che non sono alla tua altezza? Beh, accomodati pure. Spezzami, ferisci... distruggimi! Puoi farlo tranquillamente: sono abituato a non piacere, a servire solo all'uso o a non essere abbastanza.-
La testa si rialza verso di lui. Gli occhi color smeraldo brillano di lacrime.
- Oppure preferisci lasciarmi nel dubbio? Usarmi come sarebbe giusto che tu facessi. Dopotutto era il nostro patto fin dall'inizio. Fallo, e poi dimenticati per sempre che esisto. Ah, ma forse tutto questo non è abbastanza, perchè tu vorresti persino umiliarmi! Vuoi sapere se è vero quello che ti ho detto? Si, Kacchan. Il mio Omega interiore ti ha scelto come suo compagno per la vita e io... beh, io sono innamorato di te.-
Il petto di Izuku è percorso da pesanti rantoli agitati. Il cuore gli martella a mille e le ciglia tremolano impazzite. Katsuki sorride ancora, questa volta in modo più dolce e partecipe. Appoggia una mano sulla sua, massaggiandogliela appena.
-Tu non te lo ricordi, ma anche io ho risposto a quello che mi hai detto.-
La saliva gli si secca in gola. Non è sicuro di volerlo sapere, non è convinto che sia la scelta giusta avere ancora una speranza. Non l'hai mai avuta, perchè la vita gliene regalerebbe una proprio ora?
Eppure, l'espressione facciale di Katsuki è morbida.
-Ti ho detto che anche tu mi piaci. Che sono sicuro che tu sia il mio Mate.-
Izuku trattiene il respiro allibito. Sta seriamente accadendo quello che sognava da una vita? Si è innamorato del suo Alpha, ed è ricambiato? Potrà finalmente, costruire una famiglia?
Eppure, nuovamente un campanellino di allarme risuona nella sua testa. L'Alpha è troppo rigido e composto, il suo odore non è pulito e la sua gamba irrequieta ne tradisce l'agitazione.
-Nonostante ciò, c'è un ma. Giusto?- Mormora guardando le loro mani ancora troppo vicine. Alza lentamente un dito portandolo a incastrarsi con quello dell'Alpha.
-Vedi Deku, c'è stato un tempo lontano in cui anche io sono stato un adolescente molto stupido. Credevo che l'amore e lo stare insieme, fossero una robina molto più semplice. Pensavo che se una persona ti dimostrasse anche solo un minimo di interesse, era perché veramente ti desiderava. Ho conosciuto questo ragazzo quando eravamo ancora piccoli. Siamo cresciuti praticamente insieme, e siamo diventati con gli anni più che... ehm, amici. A un certo punto però, non so cosa sia successo: lui è cambiato e ha iniziato a usarmi. Io... beh, non riuscivo ad accettare la situazione. Avevo perso la testa per la persona sbagliata e l'ho marchiata in un momento di follia. Lui non era innamorato di me, ma io lo avrei tenuto lo stesso, anche sapendo che per lui ero soltanto un misero ripiego.-
La mano inguantata si alza da quella dell'Omega. Si incastra tra le ciocche bionde, spettinandole in un chiaro gesto agitato. L'Alpha emette un lunghissimo sospiro tormentato, prima di riprendere a parlare.
-Beh, l'epilogo di questa storiella è molto breve e triste. Visto che non voleva stare con me, ha tentato di uccidersi.-
Le labbra di Izuku si stringono tra di loro in una posa dura.
-Io non lo farei mai.- Dichiara aspro.
-E' ancora vivo, in coma e in un letto d'ospedale da anni. Sta... uhm, bene. Solamente la sua mente non si vuole più risvegliare. E io, beh, io sono ancora legato a lui.-
L'Omega annuisce. Stira un sorrisino amaro, sbattendo le ciglia varie volte.
-Comprendo la situazione orribile, e ti ringrazio per avermela raccontata. Non essendo cosciente, lui ovviamente non può recidere il legame. Ma Katsuki, ehy! A me va bene lo stesso! Non sei obbligato a mordermi, e io neppure. Possiamo stare insieme in questo modo, potremmo lo stesso... insomma, non lo so cosa potremmo fare, ma mi andrebbe bene ugualmente.-
-Izuku non dire cazzate. Non potrei mai darti dei figli, e tu lo sai.-
Il tormento che sente crescergli nel petto lo sta dilaniando. Gli sta lacerando a pezzi gli organi interni, e li sta buttando a casaccio sparsi nel suo corpo. Un buco enorme si sta facendo spazio brutalmente nelle viscere, squarciandogli a brandelli ogni cosa... soprattutto il cuore.
- Allora potremmo adottarli un giorno, che ne dici?-
Un ringhio nervoso esce dalla bocca di Katsuki. Scopre i canini in un gesto intenzionalmente inflessibile.
-Tu non ascolti quello che ti sto dicendo! Lui lo ha rifiutato il legame, ma sono io che non l'ho ancora fatto. E prima che tu me lo chieda, non ho nessuna intenzione di farlo.-
La mano ora va diritta al cuore. E' ancora lì? Pulsa... è vivo? L'aria non arriva, le orecchie rimbombano e i colori si sono spenti.
-Perchè?- sussurra senza fiato.
-Le motivazioni sono veramente troppe. Forse perchè ho paura che potrebbe morire, forse perchè mi sento terribilmente in colpa, forse perchè è tutta la vita che sto vivendo in questo assurdo modo, o ancora forse perchè non mi sento abbastanza forte da lasciarmi tutto alle spalle e vivere finalmente felicemente... insieme a te.
Oh, Izuku, ti prego non piangere!- La mano torna nuovamente sulla sua. La stringe, cercandola.
-E come diavolo faccio? Visto che sai tutto di me, di te e di cosa dovrebbe succedere... Me lo vuoi spiegare tu come cazzo faccio a non piangere? Mi hai appena confidato che mi hai riconosciuto come tuo Mate, che ti piaccio seriamente, ma che nonostante tutto questo, noi non staremo comunque mai insieme. Se lo sapevi già, perchè diamine me lo hai detto lo stesso? Perché non mi ha lasciato vivere nella menzogna... nella cieca convinzione che ti fossi indifferente. Non capisci il dolore atroce che mi stai causando?-
Le dita stringono più forte le sue.
-Izuku per favore, cerca di capire.-
L'Omega si alza di scatto facendo voltare verso loro due, tutti i presenti nel locale. Ha le guance rigate di lacrime e l'espressione distrutta. Alza l'indice puntandoglielo contro.
-No, adesso basta. Non hai sofferto solo tu nella vita e dovresti sforzarti di cercare di capire anche gli altri . Non mi riesci neppure a toccare a mani nude, ma scommetto che tu e i tuoi guantini del cazzo non esistevano prima di lui, vero?-
Anche Katsuki si alza dal tavolino. Lo guarda occhi imploranti, facendogli un breve cenno con la testa verso la seggiola.
-Non andartene. Siediti e parliamone ancora. Cerchiamo di trovare un compromesso. Io... maledizione! Non riesco a vederti ridotto in questo stato.-
-Beh, te ne dovrai fare una ragione invece. Sto di merda ed è tutta colpa tua. Continui a prendere decisioni egoistiche e autodistruttive. Sinceramente, ora come ora, non me ne frega un cazzo di quello che non riesci a fare e di quello che vorresti che io facessi. Forse hai bisogno di sentirtelo dire... Non puoi decidere per me perché io non sono il tuo Omega. Argh! Sono talmente arrabbiato che è meglio che me ne vada subito da qui prima che combini un casino. Ci vediamo a casa dopo che mi sarò schiarito le idee.-
-Quando?-
La domanda di Katsuki è un tiepido mormorio intriso di dolore.
-Non lo so... probabilmente quando mi andrà. Tu non aspettarmi e non chiamarmi. Per ora non ho nessuna voglia ne' di vederti, ne' di stare con te.-
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Lo so, capitolo triste... ma dai, ve lo aspettavate un piccolo litigio, no?
Solo che, lo immaginavate proprio così?
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