Capitolo Ventottesimo
La tavola è elegantemente apparecchiata con dei piatti in porcellana chiara. Le posate d'argento sono sistemate in ordine di fianco alle stoviglie, e i fiori freschi sono raccolti in un vaso trasparente che ne adornano il centro. L'ambiente curato potrebbe sembrare per alcuni soffocante, ma per Izuku non lo è tanto quanto quel sorrisi intimi che la famiglia Bakugou si scambia di continuo durante la cena. Probabilmente per le persone normali, questo è il vivere nella quotidanietà, ma per quelli come lui abituati ad altro, è tutto fin troppo sconcertante.
Ripercorre velocemente con la mente, gli ultimi pasti che ha fatto dalle varie famiglie affidatarie. Le immagini vivide di quello che succedeva sono ancora ben impresse nella sua testa. Il non poter alzare il viso da tavola neppure per rispondere alle domande dirette, le violente percosse che arrivavano puntuali se non finivi di mangiare tutto il cibo inserito da altri nel tuo piatto e il correre a vomitare nel bagno appena terminato il pasto, per non doverlo poi fare al primo pugno nello stomaco che sarebbe sicuramente arrivato a breve.
Cerca di scacciare il doloroso pensiero, soffermandosi soltanto su una famiglia in particolare. Dai Todoroki non si stava poi così male. Certo, non dovevi farti abbattere né dalla gelida freddezza che usavano normalmente tra di loro i vari componenti, né dagli obblighi verso le ferree regole pretese del padrone di casa.
-Izuku...- La voce pacata di Masaru lo raggiunge all'istante, strappandolo dal turbinio di pensieri agghiaccianti di quel mondo che, per sua fortuna, oramai spera sia soltanto un vago ricordo lontano.
-... puoi prendere da mangiare, solo quello che preferisci. Nessuno qui dentro ti obbliga a fare nulla che tu non ti senta di fare. Non devi sforzarti pensando solamente di farci felici.-
Gli occhi color smeraldo scrutano esitanti il padrone di casa. L'uomo è riuscito a leggerlo dentro in neppure pochi minuti che sono seduti a tavola insieme. Lo esamina ancora, cercando di comprendere se con quella frase stia cercando di metterlo di fronte a qualche test. Una semplice valutazione magari, che possa aiutarlo a scoprire se sia effettivamente adatto a stare insieme a suo figlio.
Allunga tremante le braccia in avanti, per prendere alcune verdure e della carne. Non gli va di assaggiare il riso, o la zuppa, e spera che questa provocazione non crei problemi al buon svoglimento della serata. Ma si accorge ben presto che nessuno degli altri, sta badando minimamente a cosa stia facendo.
Volta lo sguardo verso Katsuki, notando che di fronte a sè ha il piatto pieno di cibo. Lo prende a caso, mentre che sta parlando senza sosta con sua madre.
Borbottano entrambi, digrignando i denti e scambiandosi coloriti insulti.
Non riesce a smettere di guardarli: gli stessi capelli dorati, la stessa espressione feroce che brilla nei gesti concitati, e lo stesso amore incondizionato che si riflette uno negli occhi dell'altro.
-Non farti fuorviare dai loro modi... ehm, discutibili. Si vogliono veramente molto bene.-
L'Omega scrolla le spalle, stirando un sorrisino complice e inforcando alcune verdure. Se le infila in bocca, masticandole lentamente.
-Vede Signor Bakugo, per una persona come me che ha visitato molti ambienti differenti, posso assicurarle che l'affetto reciproco che scorre tra loro, si nota benissimo. E' veramente molto fortunato Katsuki. Ha affianco due persone che lo amano da impazzire.-
-Omega...- Il tono roco dell'Alpha, basso e carico di fermezza, reclama immediatamente la sua totale attenzione. Un lungo brivido eccitato gli percorre impunemente la colonna vertebrale.
-...che cazzo stai blaterando, eh? Le persone che mi amano da impazzire non erano tre? O il mio compagno ha scelto di abbandonarmi dopo neppure pochi giorni di relazione?-
Le guance di Izuku prendono colore. Un imprevisto innalzamento di battiti e di temperatura, lo obbliga ad afferrare un bicchiere d'acqua e berselo tutto d'un fiato. Questo totale accoglimento che Katsuki gli sta donando nella sua vita, lo sta travolgendo. Lo investe facendolo sentire terribilmente amato, ma allo stesso tempo lo piega, rendendolo disperatamente inerme per la paura di perderlo.
Riappoggia il bicchiere sulla tavola, rinfrancato dal fresco della bevanda.
-Sono sicuramente rimasti tre. Io non ho nessuna intenzione di mollarti, e tu lo sai perfettamente.-
-Speriamo ben di no! Io voglio presto dei nipotini!- Dichiara Mitsuki, alleggerendo subito la tensione e portando gli occhi del figlio ad alzarsi verso il soffitto.
-Eccola. Sapevo benissimo che oggi avrebbe tirato fuori questo dannato discorso, e infatti... Non siamo neppure arrivati ad assaggiare il dolce. Cristo Santo 'Ma, ti rendi conto che sei una vera rompicoglioni?!-
-'Suki! Non hai mai avuto nessuno fin a ora, potrò essere almeno un pò contenta del fatto che finalmente ti sei accasato?-
-Accasato?- Ripete Katsuki schifato, sgranando gli occhi.
All'espressione stralunata che fa l'Alpha, l'Omega si morde il labbro, prima di scoppiare a ridere, seguito subito da Masaru.
L'uomo ridacchia ancora qualche minuto, prima di schiarirsi la gola e intavolare il discorso che, sia lui che a sua moglie, premevano di chiarire il prima possibile.
-Sentite ragazzi, prima di assaggiare la pietanza finale, io e Mitsuki volevamo chiedervi una cosa. Sappiamo che siete andati entrambi in ospedale a trovare Shindō. Ci sono stati dei problemi?-
L'Alpha sbircia con lo sguardo l'Omega, cercando di decifrarne silenziosamente la postura rigida e l'odore acre.
-Nulla che non sia facilmente risolvibile.-
-Possiamo aiutarvi in qualche modo?-
-Direi di no. Esattamente come succedeva anni indietro, Yō ha soltanto deciso di svegliarsi e di tornare a rompermi le palle con i suoi patetici bisogni da prima donna. Probabilmente ho sbagliato io a tenerlo legato fin ad ora, o probabilmente doveva solamente andare così. Qualsiasi cosa sia comunque successa, ora ho il mio mate al mio fianco, e ai suoi giochetti mentali non ci casco più.-
L'odore di Immortelle raggiunge Izuku in un istante. E' calmo, rilassato e talmente pieno di note dolcissime che il cuore di Izuku rischia di scoppiare di gioia.
Inspira forte l'aria, prima di sospirare appagato, sentendo di nuovo la pelle del viso tornare rossa e calda.
- E come farete con la gara? Si vocifera in giro che sareste stati squalificati per inadempienza contrattuale. Scusami Izuku se mi permetto, ma la tua fuga improvvisa dalla sala interviste non è stata presa molto bene dai giudici.-
Nuovamente Katsuki prende parola, mettendo anche una mano su quella dell'Omega per tentare anticipatamente di tranquillizzarlo.
-In realtà non so cosa sia accaduto, ma mi hanno chiamato questa mattina dal comitato nazionale per dirmi che potremo recuperarla prestissimo. Domani mattina alle prove ci spiegheranno tutto. -
La testa di Izuku si incassa in mezzo alle spalle. Con tutti il casino che è successo, si è completamente dimenticato di aggiornarlo sul disastro che ha combinato. Sposta la mano portandosela in grembo e, facendo uscire la lingua che va svelta a umettare il piercing.
La mossa colpevole non passa inosservata dall'Alpha che annusa l'aria tutt'attorno, percependo i ferormoni dell'Omega carichi di vergogna e imbarazzo.
Sbuffa infastidito, incrociando la braccia davanti al petto.
-C'e' qualcosa che vorresti dirmi, Deku?-
Il silenzio permane nella stanza alcuni secondi, fino a che Izuku rialza la testa, deglutendo amaramente la saliva.
-Penso di sapere cosa sia successo...-
-Beh, cosa aspetti allora? Spiegati.-
-Il giorno in cui sei stato male, mi sono preoccupato moltissimo per te. Ho immaginato fossi entrato in Rut, ma tu non mi avevi detto nulla e nessuno voleva farlo. Mi sono sentito escluso. Ti avevo già dichiarato che ti amavo e tu mi avevi informato del fatto che volevi recarti in ospedale per recidere il legame con Yō. Insomma, ho creduto fosse meglio per tutti, tornarmene a casa da te. Per... ehm, aiutarti.-
-Non mi stai dicendo nulla di nuovo. Non sono idiota, ricordo benissimo cosa è successo prima, e persino dopo. A tratti anche nel durante.- Mormora ridacchiando.
-Ora però muoviti a buttare fuori la bomba.-
-Beh. Ho detto all'intervistatore che siamo compagni e che dovevo assolutamente correre a casa da te.-
Un rantolo di aria che entra nella gola dell'Alpha, precede lo scoppio di furia. Katsuki sbatte le mani sulla tavola, facendo tintinnare le posate.
-Cioè fammi capire: hai detto a un giornalista, e quindi praticamente al resto del mondo intero, che io e te scopiamo insieme? Senza neppure pensare di avvertirmi o chiedermelo?-
-Si. Ehm... uhm... In realtà ho fatto anche qualcosina di peggio... io, uhm... io gli ho anche promesso la nostra prima intervista, in esclusiva come coppia.-
-Ma tu sei pazzo! Tanto valeva farlo assistere durante uno dei nostri incontri di sesso! E' questo che volevi? Tutto la nazione in visione, ad applaudire mentre emetti i tuoi osceni gemiti?-
L'Omega schiocca infastidito la lingua sul palato.
-Preferivi gli dicessi che eri a casa completamente impazzito e che, nel frattempo che io arrivassi, ti stavi ammazzando di seghe? No, perchè non mi hai neppure dato il tempo di togliermi la giacca, prima di saltarmi addosso come se fossi un animale selvaggio!-
Un ringhio acuto parte dalla bocca dell'Alpha.
-Sei soltanto un piccolo Omega pervertito. Quando torniamo a casa, solo noi due, ti faccio vedere io cosa diavolo vuol dire essere veramente selvaggio. -
Le iridi cremisi fronteggiano quelle color smeraldo nello stesso identico modo dardeggiante di sfida. I due ragazzi si fissano tra loro scoprendo i canini e soffiandosi contro, prima di voltarsi in unisono quando una fortissima risata prorompe nella stanza.
Masaru sta ridendo.
Lo fa prima sommessamente, per poi esplodere chiassosamente davanti alla loro espressione sbigottita.
-Oh, diamine. Scu... ehm, scusatemi. Non sono riuscito a trattenermi. Siete così belli insieme! Ci mancava una persona che fosse veramente in grado di tenere testa a Katsuki. Benvenuto nella nostra famiglia, Izuku Midoriya.-
•
Che Katsuki avesse bisogno di un pochino di tempo per sbollire l'arrabbiatura, Izuku l'aveva compreso fin da subito. La cena era trascorsa serenamente, senza nessuna smanceria da parte sua, ma neppure senza nessuna frecciatina. Una volta arrivati a casa, l'Alpha si era infilato svelto in camera sua... a dormire... dichiarando che fosse stanco morto. La mattina si era svegliato prima del previsto, ed era andato a correre. Durante le prove inoltre, non lo aveva calcolato moltissimo e il pomeriggio Izuku si era praticamente dovuto autoinvitare nell'accompagnarlo nel suo ignoto giro.
La federazione li avevano informati che avrebbe potuto recuperare la gara tra appena due giorni. La data era stata decisa appositamente così vicina, per non dare modo di sollevare lamentele su eventuali favoreggiamenti dagli avversari nei loro confronti. Questo però, voleva anche significare che domani sarebbero già dovuti partire per partecipare a quella famosa intervista.
Dunque, il sistemare le cose tra di loro e decidere una linea comune da seguire, era diventata una rigorosa esigenza.
L'Omega non aveva fatto altro che osservarlo per tutta la mattinata con intenzione, castigandolo silenziosamente con lo sguardo. Sperava che l'altro gli chiedesse qualcosa, o sbottasse, o che gli desse involontariamente un appiglio per iniziare la conversazione. Ma Katsuki si era dimostrato irremovibile: muto e distante come una statua di ghiaccio.
Parcheggia la macchina davanti all'ospedale dei bambini, emettendo un lunghissimo sospiro frustato. Izuku non lo coglie, tanto è preso dalla sopresa di trovarsi di fronte all'edificio. L'Alpha era uscito con talmente tanta fretta, che sinceramente si aspettava volesse recarsi in un altro... ospedale. Scrolla le spalle stupito, facendo il movimento di aprire la portiera. Katsuki lo blocca all'istante.
-Tu oggi non vieni con me. Tu stai qui.-
Dichiara categorico senza neppure guardarlo in viso.
Con uno scatto infastidito, Izuku si toglie le sue mani da addosso. Stira un pallido sorrisino di sfida, umettandosi il piercing.
-Da quando decidi tu quello che devo fare?-
-Deku... - Ringhia l'Alpha, portandosi una mano in mezzo ai capelli. -Non farmi incazzare ancora di più di quello che già sono.-
Continuare a opporsi e farlo infuriare sul serio, è un'idea che per qualche istante gli balena nel cervello. E' ostinato quando si comporta in questo modo e lo innervosisce parecchio. Ma vista la gara imminente, farlo sarebbe una scelta più dannosa che altro. E almeno uno dei due, deve dimostrarsi adulto.
Con un tonfo atterra con le spalle all'indietro, spostando in fuori le labbra e mettendo il broncio.
-Va bene, Kacchan. Me ne rimango chiuso qui in macchina, in punizione, ad aspettare che il mio bravo padroncino ritorni dal giro.-
Una figura con capelli rossi, ruba all'improvviso la sua attenzione. Kirishima è appena passato davanti al suo campo visivo e si è appena posizionato davanti al portone principale dell'ospedale. Si guarda attorno, come se stesse attendendo l'arrivo di qualcuno.
-Hai per caso appuntamento con Eijiro?-
-Si.- Ammette in un soffio, Katsuki.
-Ahhhh..... e come mai sei nel nostro posto, insieme al tuo migliore amico e non con il tuo compagno?-
Un altro verso esausto, lascia le labbra dell'altro. Stringe i pugni, portandoli in avanti e appoggiandoli al volante.
-Cristo Omega, mi farai impazzire uno di questi giorni. Innanzitutto questo non è il nostro posto...-
-Certo che no, era un modo di dire! Ma tu preferisci comunque starci insieme a lui, che a me. Perchè?- Ribatte con tono acido, cercando di calmare inutilmente gli ormoni carichi di delusione e sofferenza.
Katsuki si volta totalmente verso di lui: gli occhi cremisi ardono di rabbia e desiderio.
-Perchè voglio far vedere il reparto pediatrico, a un altro Alpha! Perchè le aberranti leggi del nostro cazzo di mondo, disciplinano che in caso di adozione o affidamento, sia proprio l'Alpha che possa farlo, e non l'Omega!
Sono stanco di vedere quei bambini... e soprattutto quel bambino... chiusi lì dentro. Ogni volta ritornano con sempre più lividi addosso. La società fa schifo e io voglio portarne salvare il più possibile.-
Izuku si sorprende nel ritrovarsi la gola secca. La mucosa orale si è completamente asciugata e raschia come carta vetrata. Al contrario invece, gli occhi gli si stanno riempiendo di lacrime. Cerca nella sua testa l'immagine del bambino che deve averlo scosso così tanto. Immagina che debba essere quello che ogni volta che lo vede, gli chiede di andargli in braccio.
-Ti riferisci a Eien?- Domanda con tono roco.
-Non so come cazzo si chiami. Mi riferisco a tutti in generale, ma vorrei poter aiutare subito quello con gli occhioni grandi, il piccolino che ha sempre un'espressione angosciata sul volto. Il cucciolo.-
-E perché Eijiro vorrebbe adottarlo?-
-Perchè lui e il suo compagno a breve andranno a vivere insieme. Sono carini, e non riescono ad avere figli. Inoltre, ho la presunzione nel credere che i miei amici, siano tutti meravigliosi come io penso che siano. E che aiuteranno direttamente o indirettamente questi orfani, a essere finalmente liberi e felici.-
-Lui e il suo compagno... loro... sono una coppia a tutti gli effetti?- Domanda Izuku storcendosi le mani tra loro. La testa si abbassa verso i palmi, e li osserva attentamente.
-Se te lo stai chiedendo, lo sono come me e te. Non sono ancora sposati, ma si amano. L'unica differenza che abbiamo con loro, è che io non sono adatto per avere dei bambini. O per lo meno, non subito. Voglio prima vincere i Master, girare il mondo e spassarmela alla grande insieme al mio Omega. Quindi direi che potremo provarci tra almeno dieci anni!-
-Dieci anni?- Sbotta Izuku, subito nuovamente incollerito. -Ma ti senti cosa stai dicendo? Tra dieci anni non sarò neppure più in grado di restare incinto!-
-Allora mi cercherò un Omega più giovane, visto che non sono marchiato.- Mette la testa indietro, ridendo di gusto di fronte all'espressione furibonda dell'altro. -Stavo scherzando!- Aggiunge subito, prima di sentirsi tirare dal giubbotto.
Izuku lo avvicina urgentemente a lui. I nasi si scontrano tra loro e le labbra si sfiorano delicatamente.
Un ghigno soddisfatto si apre sul viso dell'Alpha.
-Cinque anni vanno bene? Tre? Facciamo almeno... uno?-
Un sorriso si allarga sul viso di Izuku, che accoglie le labbra di Katsuki sulle sue. Si toccano lentamente, si assaporano con la lingua, mordicchiandosi teneramente sulla piega del collo e della mandibola.
-Mmmm... che sapore travolgente che hai.- Gli sussurra, ritornando sulla sua bocca.
-Ma sono ancora arrabbiato con te.-
Si stacca leggermente, lasciandogli le mani appoggiate sulla guance e gli occhi piantati nei suoi.
- Non voglio mai più che mi tieni nascoste le cose. Non mi interessa che il mondo venga a sapere che siamo compagni, ma devo sapere e decidere insieme a te, come gestire la cosa. Non dovrai mai più farlo, va bene?-
-Hai ragione, mi è passato di mente. Mi dispiace, non volevo..-
Un altro tenero bacio gli plana sulle labbra e Izuku chiude gli occhi, beandosi del morbido contatto.
-Vuoi salire con noi?-
Un lungo sospiro accompagna il sorriso sereno sul volto dell'Omega.
-No, è giusto che tu vada da solo con Eijiro. Io vi aspetterò qui fuori.-
•
Quando i due Alpha entrano nella stanza, i bambini sgranano gli occhi increduli. Scendono dai loro letti, avvicinandosi con prudenza ai due grandi ragazzi che li stanno salutando. Guardano velocemente Bakugou, soffermandosi sulla nuova figura possente di Kirishima. E' alto e muscoloso, e ci girano attorno studiandolo minuziosamente. Ogni tanto qualche "Wow", esplode nella stanza.
Kan si avvicina per primo, e senza nessuna esitazione o paura, lo tasta sulle braccia proprio come aveva fatto in passato anche con Katsuki.
-Amico, sei fatto di pura roccia!- Esclama fissandolo sbalordito.
-Sei il più grosso Alpha che io abbia ma visto.- Dichiara ammirato, facendolo arrossire.
-Ogni mattina mangia un pollo intero crudo e fa cento addominali su una mano sola.- Esclama Katsuki beccandosi un'occhiataccia torva dal migliore amico.
-Cento!- Ripetono in coro i bambini, entusiasti.
-Non ascoltate quel furfante bugiardo. Volete veramente sapere cosa faccio per mantenermi in forma? Si? Allora venite qui vicino che vi racconto!-
Katsuki scuote la testa, sghignazzando di fronte alla profonda tenerezza e dolcezza di Eijiro. Si sposta leggermente da in mezzo alla stanza, appoggiandosi con le spalle al muro. Vuole lasciare tutto lo spazio occorrente all'amico per conoscere meglio l'ambiente e comprendere cosa gli stia effettivamente chiedendo di fare.
Una piccola manina si appoggia alla sua manica, catturandogli lo sguardo verso il basso.
L'Alpha sobbalza sorpreso: eccolo il bambino con gli enormi occhioni da cucciolo. Lo guarda, restando in attesa.
Katsuki lo osserva ancora, notando come questa volta abbia il labbro spaccato da una lunga linea scura incrostata di sangue. Rabbrividisce di fastidio, cercando di dominare l'uscita dei ferormoni per non spaventarlo. Gli mette la mano in mezzo ai capelli, massaggiandogli la testa in una dolce carezza protettiva.
-Sei Eien, giusto?-
Le iridi scure si sgranano di meraviglia, e le guance diventano paonazze. Probabilmente non si aspettava che lo potesse ricordare. Senza preavviso alcune fusa gli partono dal petto.
Annuisce convintissimo, prima di guardarsi attorno e arricciare il naso confuso.
-'Zuzu oggi non c'è?-
-No. Ci siamo solo io e quel fantastico Alpha laggiù in fondo. E siamo venuti fin qui per parlare in particolar modo proprio con te.-
Il bambino guarda le iridi rosse, incantato. Annusa l'odore buono di Immortelle, aumentando il gracchiare nella gola.
-Ho pensato molto ai nostri incontri, e al fatto che tu sia qui dentro un pò troppo spesso per i miei gusti. Questa cosa non mi piace per nulla.-
-Neppure a me.- Dichiara lui, sorridendo.
-Ed è proprio per questo, che ho voluto presentarvi Eijiro. E' la persona più buona, gentile e in gamba che conosco.-
Il bambino annuisce ancora, avvicinandosi cautamente al suo corpo e strusciando la testa sul suo braccio. La mano si rialza e riprende a trastullargli i fini capelli castani. Eien si infila in mezzo alle sue braccia, abbracciandolo affettuosamente.
-E' bravo con gli Omega?-
-Bravissimo. E ha un compagno molto allegro. Un pochino scemo, ma veramente simpatico.-
Il bambino alza la testa, guardandolo confuso. Si osserva attorno guardingo, prima di fare un cenno per farlo abbassare alla sua altezza.
-Kacchan, hai detto una parolaccia.-
-No... Non l'ho detta.-
-Si invece! Hai detto... scemo.-
La mano dell'Alpha va sulla bocca del bambino, a chiuderla prontamente.
-Si va bene l'ho detta. Cancelliamocela dalla testa, ok?-
Un ridacchiare sereno, accompagna le fusa che continuano a uscirgli dalla gola. Ora lo ha alla sua altezza, e si appoggia con la testolina vicino al collo, annusando meglio il suo odore.
-Ma io sono qui per chiederti... vorresti andare a casa con lui?-
Le fusa si bloccano di colpo. Eien alza la testa, guardandolo fermo negli occhi.
-In che senso?-
-Ti piacerebbe se ti prendesse in adozione o affidamento? Per te vorrebbe dire niente più case terribili o genitori cattivi. Staresti benissimo con loro, e noi due potremmo vederci ogni tanto lo stesso.-
L'espressione del bambino, si trasforma in una maschera di sofferenza.
-Certamente Signore.- Dichiara serio.
Il cambio di tono, e il finto sorriso obbligato, portano Katsuki a bloccarsi sul posto. Sbatte le ciglia frastornato, mentre sente agitarsi nello stomaco un molesto gelo.
Guarda come in trance il bambino che si sposta dalle sua braccia e rigido, abbassa la testa nella sua direzione facendogli un leggero inchino.
-La ringrazio per il tempo che ha perso con me.-
Perso? Ripete mentalmente l'Alpha, senza riuscire davvero a capire.
-Ehy, aspetta un attimo. Non capisco cosa sia successo. Non sei obbligato ad andarci se non vuoi. Puoi conoscerlo comunque con calma, o posso aiutarti a trovare qualcun altro.-
Il bambino stira un pallido sorriso.
-Non c'e' problema, va bene così. Io sono veramente grato di avere una possibilità di andare a stare bene. Solo... se avessi potuto, mi sarei scelto un altro... papà. Ma è chiaro che non piaccio a lui, come pensavo gli piacessi.-
Gli occhi gli si riempiono di lacrime. Eien si morde velocemente il labbro, asciugandosi veloce una guancia e girandosi dalla parte opposta. Per qualche istante Katsuki rimane fermo sul posto, come pietrificato.
Osserva sconvolto la schiena del bambino allontanarsi. Lo vede sedersi di fianco a Kirishima e iniziare a parlare con lui.
All'improvviso comprende cos'abbia appena combinato. Si sente spaccato, investito da una sofferenza che non pensava di poter mai provare. E per la prima volta in vita sua, si sente veramente un perfetto idiota.
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Capitolo di passaggio. Ma voi, avete capito che cosa anticipa, vero? ♥
Nel prossimo arriva l'intervista, il dottore e quel dolcissimo e amatissimo Yō Shindō.
Curiosità:
Eien: Questo nome ha un suono delicato e porta con sé il significato profondo dell'"eternità".
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