Capitolo Undici

Avete presente quando l'instabilità diventa un lusso?
Quando tutto è immobile, e tu invece sei lì? Non tira un alito di vento, non percepisci nessun rumore. Sei solamente... cristallizzato. Un piccolo bruco rinchiuso nel suo bozzolo.
Ma poi di colpo qualcosa cambia: le immagini tornano a essere nitide, il mondo riprende la sua normale rotazione e tu... ahhhh, tu improvvisamente ti accorgi che stai di nuovo respirando.

Beh, Izuku non sa per quanto tempo sia rimasto in questo stato, seduto per terra con le ginocchia in alto. Le braccia le cingevano talmente possessivamente, da fargli provare quasi dolore. Gli occhi sono rimasti puntati verso l'enorme vetrata in soggiorno. Lo stesso angolino che l'Alpha usa sempre la mattina presto.

Quando il rumore della porta lo sorprende, si meraviglia nello scoprire che la stanza è avvolta nella semi oscurità. E' già sera: lui non si è ancora cambiato e non ha neppure toccato cibo.
Ha soltanto spento la mente, e accantonato quel piccolo dolore che Katsuki gli ha provocato, involontariamente, di nuovo.

-Che ci fai ancora sveglio?- Domanda l'Alpha scorgendolo per terra. Si volta verso la cucina e l'ambiente circostante, trovando tutto nello stesso identico modo della mattina.
-Non hai neppure mangiato?-

L'Omega sbatte le ciglia alcune volte. Cercare di ritrovare la percezione del tempo e dello spazio, gli sembra essere più difficile del previsto.
-Non avevo fame.-

Gli occhi cremisi lo esaminano attentamente, prima di girarsi e andare verso i fornelli. Mette sul fuoco un bricco che riempie di latte, prima di afferrare una scatola di biscotti e appoggiarla dietro alle sue spalle, sulla tavola.
-Vieni a bere qualcosa di caldo. Sento la tua acidità fin qui.-

Se Katsuki si riferisca al modo in cui ha detto l'ultima frase, o ai ferormoni che ha emanato nel pomeriggio, Izuku non lo sa. Fa comunque come ha suggerito lui: lo raggiunge in cucina senza chiedere nient'altro.
Agguanta un biscotto dalla scatola, portandolo alla bocca e sentendo di rimando un poderoso rumore provenire dallo stomaco.

-E per fortuna che hai appena detto che non avevi fame...- Mormora Katsuki scuotendo la testa.

-Dove sei stato?- Domanda Izuku con la bocca piena. Gli smeraldi sono puntati in mezzo alle scapole. Le spalle dell'altro si irrigidiscono appena.

-In giro.-

-Hai pranzato da Sero?-

-Si.-

-Stai ancora con lui?-

Un ringhio nervoso scuote il petto dell'Alpha.
-Che cazzo è questo? Un'interrogatorio? Non hai nessun diritto di chiedermi cosa faccio quando non sono con te.-

Il tono duro, porta Izuku ad abbassare la testa. Si sente a disagio. Ha perfettamente ragione nello stizzirsi, e quasi si morderebbe la lingua per aver superato il limite. Purtroppo ha come il brutto presentimento che il mezzo bacio che si siano scambiati prima, non li abbia fatti avvicinare, ma addirittura allontanare. Riabbassa la mano con il biscotto addentato. Non ha di nuovo più fame: un crampo sofferente gli attanaglia le viscere.

Katsuki vede il movimento, l'espressione vacua e si sente colpevole. Non voleva ferirlo, ma Dio Santo... Izuku non riesce a non risultargli fastidioso. Ha sicuramente le sue buone ragioni per comportarsi in questo modo, ma la sua priorità assoluta è evitare di farsi del male. Non può, e non deve, pensare agli altri.

-Senti, non so che pensieri ti sei fatto su di... ehm, su di noi. Quello che è successo prima in macchina è stato solo un momentaneo sbaglio di percorso. Quindi, qualsiasi cosa la tua testolina stia macinando, la risposta è comunque no.-

Le braccia scendono molli, senza forze e le nocche si stringono a pugno. Mai uno straccio di misera possibilità. Sempre trattato come l'ultima ruota del carro, come una lercia pezzuola da piedi, usata e buttata in un angolo. Tutti che pensano che lui sia abbastanza autonomo e forte per sopportare tutto. E' stanco di questi falsi comportamenti.

-Quindi adesso stai negando la nostra ovvia attrazione. Come mai ti ostini così tanto nel volerlo fare?- Domanda alzando la testa, con tono risoluto.

-Perchè si.-

-Wow, che risposta adulta mi hai appena dato. Non solo non sai neppure cosa potrei chiederti, ma a priori chiudi qualsiasi spiraglio di una futura conversazione. Complimenti.-

Katsuki afferra la tazza colma di latte caldo, e si avvicina a Izuku, sbattegliela vicina. Nel movimento alcune gocce di liquido bagnano la tavola.

-Merda, sei mi fai incazzare! Ho capito benissimo cosa vorresti da me.-
L'indice si alza e va a picchiettargli con foga la fronte.
-Anzi cosa desidererebbe quella tua mente pervertita da Omega del cazzo che hai. Ed è un no.-

-E' QUI CHE TI SBAGLI!- Urla Izuku con le lacrime agli occhi dal nervoso.
-A me... a me basta anche solo poterti sentire. Non dobbiamo fare sesso per forza! Mi accontento di vederti girare per casa, di saperti vicino, di odorare i tuoi ferormoni così buoni e persistenti. Il fatto che mi eccitano, è una normale reazione fisiologica dovuta ai nostri generi. Ma non per questo, devo per forza saltarti addosso!
Ti prego, resta... rimani con me il maggior tempo possibile...-

Gli occhi cremisi vagano per qualche istante su quel viso così spento. Le guance rosse e l'espressione estasiata della mattina sono state sostituite da un pallore malato e triste.
-Mi devi dare tempo. Io... adesso non ci riesco.-

-Ma io questo tempo non ce l'ho! Tra una settimana dovrò andarmene da casa tua... e ti vedrò soltanto nelle sessioni di ballo. Tu... ahhh! Tu lì ti ostini a non toccarmi neppure. Come diavolo farò a far funzionare il mio corpo in questo modo? Io.. ho bisogno del tuo aiuto. Non ti sto chiedendo di venire a letto con me! Capisco benissimo che io non ti piaccia e che tu abbia qualcun altro, ma almeno non allontanarmi!-

Le mani inguantate corrono tra i capelli dorati. Li spettinano appena, tirandone verso l'alto alcune ciocche. L'Alpha ritorna silenziosamente verso i fornelli, senza proferire parola. Rimane girato di spalle alcuni secondi, intrappolato nella gabbia intricata dei suoi pensieri non detti.
Che non gli piaccia o che abbia qualcun altro, non è vero. E' lui il vero problema... è quella mancanza di controllo che prova quando lo vive più del solito e che lo spaventa da morire.

-Dovresti seriamente bere un pochino di latte caldo, sei pallido... e potresti prendere il telefono e chiamare Shoto.- Dichiara con tono atono, buttando lì la frase come se non fosse una granata in procinto di esplodere.
-Sta soffrendo del fatto che tu non gli stia rispondendo.-

Un aggrovigliamento nervoso porta a Izuku un sapore amarognolo fino in gola. Il cambio repentino di discorso, il tono intimo con cui ha nominato il nome del suo migliore amico... e il fatto che stia parlando di situazioni che a lui dovrebbero essere sconosciute, lo porta a sbuffare inviperito.

-Tu come fai a saperlo?-

-Lo so e basta.-

-Ahhh... ancora questo tuo modo egoistico di chiudere argomenti di cui non vuoi parlare. Sei uno stronzo Katsuki. Un meraviglioso esemplare di fottutissimo stronzo!-

La figura nuovamente si rigira verso di lui.
-Cosa cazzo dovrebbe importarti del come? Sei sempre pronto a fare domande, senza comprendere la giusta essenza delle cose. Cambierebbe qualcosa se te lo dicessi? Dio santo, Izuku... cresci un pochino.- Si allontana velocemente, sfiorandolo appena con un braccio. La sua assenza pesa come un macigno in quell'enorme stanza rimasta vuota. Soltanto i ferormoni lo stanno ancora cullando nell'illusione e speranza di non aver inteso bene cosa stia succedendo.




<< Ciao Shoto, sono... ehm...>>

<<Izuku! Mi hai fatto preoccupare tantissimo!->>

Le guance dell'Omega prendono fuoco dall'imbarazzo. Il tono dell'amico è talmente sollevato, da farlo sentire un vero idiota: ha fatto star male, la probabile unica persona che tiene davvero a lui.
L'immagine del viso magro e dei fantastici occhi profondi del suo migliore amico, appaiono nella sua mente, come un ancora di salvezza. Un piccolo sorriso gli increspa il volto.

<<Mi dispiace Sho, non volevo farlo. Io... sto passando un momento un pò particolare...>>

<<Stai male?>>

<<No... insomma, non proprio.
Solo... preferisco stare da solo. Fino a che non passa.>>

Un lungo sospiro rassegnato lo pungola in mezzo al petto.

<<Izu... Lo capisco e lo accetto. Ma se non mi avesse detto Katsuki che non eri malato, e che preferivi non parlarmi, ti sarei venuto a cercare nella scuola dove balli.>>

Le labbra scivolano velocemente verso il basso. Un brivido di fastidio gli percorre la schiena. Che genere di rapporti stanno avendo quei due? Come mai Shoto lo chiama per nome? Come mai si sentono, si vedono... e parlano di lui?

<< In realtà come io stia realmente, lui non lo può proprio sapere! Visto che continua a fare sempre lo stronzo con me! E non dovrebbe essere a conoscenza neppure dei miei rapporti con te. Cosa sta succedendo? >> Ribatte stizzito.

Dall'altra parte si apre un silenzio raggelante. Todoroki si schiarisce la gola alcune volte, prima di rispondere alla domanda.

<<Lui mi parla spesso di... ehm, di voi... e visto che te lo starai chiedendo, so qualcosa di quello che vi sta capitando. Ma preferirei spiegartelo meglio a voce.>> Dice solamente lasciando intendere tutto e niente.

Izuku si umetta il piercing, prima di agguantarlo con i denti dall'interno e muoverlo.
Sospira forte, cercando di disperdere il nervosismo.
Sta parlando con l'unica persona che lo ha sempre trattato come un suo pari, pur non essendolo. Gli vuole bene, e di rimando è sicuro che gliene voglia anche lui. Qualsiasi cosa stia succedendo tra lui e Katsuki, non deve diventare un loro problema.

<< Tra due giorni partiamo per la gara, appena rientro ti chiamo per vederci. Tu come stai, piuttosto?>>

Un rumore insolito proviene dall'altro capo.

<< Direi bene.
Anzi... più che bene.>>

<<Cos'e' questo tono strano? Stai per caso ridacchiando da solo?... Hai novità importanti, mi sembra  di capire...>>

<< Beh, direi di si.
Amico... mi sono innamorato>>

Izuku si sente il sangue raggelare. Ipotetici scenari che non avrebbe neppure voluto mai pensare, si delineano nella sua mente. Non è possibile che Katsuki sia collegato a Shoto in questo modo... L'Alpha non lo avrebbe mai baciato altrimenti... giusto?

<< E di chi?>>

Domanda con voce tremante.
Un piccolo risolino si perde nell'altoparlante del cellulare.

<< Beh... lo conosci! Ma preferirei raccontarti tutto nel nostro incontro dal vivo.
Ti anticipo solo che stiamo uscendo insieme da quella sera che mi hai invitato fuori con i tuoi compagni.- >>

Purtroppo anche la finestra temporale corrisponde.
Izuku si appoggia una mano sul cuore. Il petto si alza e si abbassa alla ricerca di maggiore aria. Si sente, pur non volendolo, furibondo. Con Katsuki, con sè stesso... e purtroppo anche con Shoto.
Il solito sentimento di inadeguatezza che cerca di nascondere da una vita, lo avvolge completamente.

<< Va bene. Ci sentiamo al mio rientro, ok?>>

Il cambio di tono non sfugge all'amico che trattiene il fiato.

<< Certamente. Ma... Izu?
Posso darti un consiglio veloce?
Smettila di pensare di non essere abbastanza.
Le cose si aggiusteranno per te, sono convinto che succederà presto.>>

Come se fosse facile, come se lo schifo che si portasse dietro potesse essere tranquillamente nascosto con una veloce passata di scopa, sotto al tappeto del suo cuore. Come se l'unica persona che riuscisse a smuovere il suo corpo, non fosse un enorme pezzo di merda che probabilmente si sta pure scopando il suo unico vero amico.

Come se la vita ancora una volta, non chiedesse a lui di saldare il conto delle mancanze degli altri.
Lo ferma malamente, prima che possa continuare con altre frasi, che a lui fanno venire solamente il mal di stomaco.

<< Si si, certamente. Come nelle favole.... troverò il principe azzurro che mi porterà in salvo in sella al suo destriero bianco. E finalmente tutto andrà meravigliosamente per il verso giusto. Ci sentiamo presto, Sho.>> Dichiara freddo, prima di chiudere la chiamata.





L'arrivo a  Kōenji, nell'area di Tokyo che accoglierà il Festival di danza Awa, viene accolto dai due ballerini in modo totalmente differente. Non si sono quasi rivolti parola per tre lunghissimi giorni. Anzi, a onor del vero, Izuku non ha fatto altro che guardarlo storto e sbuffare ad ogni suo passaggio.

Ma quando arrivano vicino alla grande struttura che li ospiterà, la sorpresa supera per l'Omega, di gran lunga l'arrabbiatura.
La bocca gli si spalanca e un forte odore di lime viene rilasciato dalla sua ghiandola.

-Caspiterina! Ma quanto è grande questa competizione?- Domanda agitandosi e schizzando con la testa a destra e a sinistra.

Katsuki sospira. Si allontana con il corpo da lui, avvicinandosi verso la portiera. Essendo una coppia nel ballo, tutti gli spostamenti e le altre attività, sono state prenotate dai responsabili della competizione, per essere fatte... uniti.
Come il taxy, in cui si trovano ora.

-Si presume ci sia una media di circa centoottantotto gruppi composti da dodicimila ballerini. Ma non tutti sono qui per le stesse ragioni. Alcuni non competono. In pratica fanno le inutili comparse di riempimento.-

-Carino come al solito...- Borbotta Izuku girandosi di spalle e guardando fisso un altro punto.

Katsuki aggrotta la fronte e scruta la nuca piena di ricci capelli verdi.
-Pensi di continuare in questo modo per tutto il tempo che staremo insieme?-

-Insieme! - Sbuffa ancora Izuku.
-Pfffff, che parola sbagliata per definire noi due.-

-Senti Omega del cazzo, ti ricordo che tra qualche ora abbiamo un'intervista... insieme...- Rimarca Katsuki alzando il tono della voce con timbro irritato.

-Ah, se è per questo abbiamo anche una gara... insieme... che tu, Alpha arrogante, vuoi vincere ad ogni costo. Forse avresti dovuto pensarci prima.-

Katsuki si muove velocissimo e con un balzo gli è quasi addosso.
Lo spinge con una mano sul sedile, avvicinando la testa alla sua. Il pugno inguantato stringe rabbioso la felpa dell'altro.
-Se non vuoi che dica a tutti che non sei un beta, e che hai mentito alla compagnia e anche a me, sarà meglio che cerchi di fare del tuo meglio per farmela vincere. Ti è ben chiaro ora, che cosa devi fare?-

Izuku lo guarda negli occhi cremisi. Fuoco nello smeraldo. Si morde l'interno guancia, ricacciando indietro le parole che premono sulla punta della lingua. Vorrebbe dirglielo, anzi no. Vorrebbe gridarglielo, che non gli fa paura e che questo è nulla in confronto a quello che ha già passato. E che anche lui ha un benedetto sogno, che per colpa sua rischia di non potersi mai più realizzare... Ma avrebbe senso ricordarglielo ancora?
Con Katsuki è sempre e soltanto, tutto un casino: è un passo avanti e tre indietro.

-Certamente, mio padrone.- Ribatte facendogli un sorrisetto ironico e toccandosi il collarino con un dito.

Quel maledetto stringe e fa più male di quello che vorrebbe. Sta lì, appeso al suo collo, soltanto per ricordargli che nonostante quello che ha pensato potesse mai esserci tra lui e l'Alpha, in realtà rimane ai suoi occhi, soltanto una fastidiosa nullità e basta.

---

Non siate tristi. Nel prossimo capitolo ci sarà l'intervista... in cui vi ricordo, abbiamo lasciato un Izuku arrabbiato nero. Già... Darà il meglio di sé.

E... ehm... un altro avvicinamento...

Volevo anche dirvi:
Non ho una scaletta di tempo di uscita capitoli. Scusatemi per questo.
Come sempre vado a sentimento 🤣🤣🤣

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