Capitolo Trentunesimo
Il vuoto: accanto a lui non c'è più nulla. Un abbandono, un disinteressato manto freddo, uno spazio gelido incommensurabile che lo cinge e lo soffoca con le sue spire. Una voglia assurda di dormire, di lasciarsi andare... di non pensare.
Questa mancanza di suoni, di odori e di percezioni lo fanno sentire strano, come se fosse diventato un morbido fantoccio senza nessuna ragionevole volontà.
Poi nell'oscurità, appare una luce accecante e due sottili fessure di colore verde. Eppure non dovrebbe vederle, le palpebre sono ancora chiuse e lui non sa neppure dove si trovi.
Prova a muovere le mani davanti a sè, si sforza di alzare un dito ma il movimento gli risulta alquanto difficile. Si sente stanco, sfiduciato e senza nessuna voglia di provarci ancora.
-Kacchan...-
All'udire il suono sussurrato del suo nomignolo, gli occhi cremisi gli si spalancano di botto e iniziano subito a vagare irrequieti attraverso la stanza in cui si trova. Non riconosce nè le pareti chiare e nè quegli strumenti vicini al suo corpo.
Si osserva stupito la flebo che è attaccata al suo braccio, prima di annusare l'aria e digrignare i denti confuso.
Un singhiozzo angosciato al suo fianco, lo fa voltare di scatto.
-Deku!- Urla trafelato, cercando subito di alzarsi a sedere sul letto. Il rapido movimento gli procura un'imminente vertigine, e un senso impellente di nausea. Si rimette in posizione stesa, portandosi una mano sulla fronte già imperlata di sudore.
Izuku gli si avvicina lentamente, accarezzandogli delicatamente la guancia.
-Shhh, non agitarti troppo. Sei caduto all'indietro e hai sbattuto la testa, rimediandoti una bella commozione cerebrale. Mi hai deluso, sai... io pensavo l'avessi più dura.-
Gli sorride emozionato, tirando su con il naso, prima di girarsi per andarsene. Katsuki sbarra gli occhi in preda al panico, e lo trattiene aggrappandosi alla sua mano.
-Non vado via. Voglio soltanto cercare qualcuno. Sono quasi due giorni che sei incosciente e hai bisogno di farti visitare.-
-Aspetta... aspetta ancora un attimo. Non faranno differenza alcuni minuti in più. Ti prego, rimaniamo un pochino da soli e raccontami cosa diavolo è successo.-
L'Omega si osserva attorno titubante. Le spalle sono rigide e si contraggono nervose, ma nonostante il forte dubbio di non star facendo la scelta giusta, torna comunque indietro per assecondarlo.
Scrolla le spalle, sospirando sconfitto e andando a sedersi sul letto, nel posticino vuoto che l'Alpha gli ha lasciato libero apposta per lui.
-Beh, non c'è poi molto da dire a proposito. Yō ti ha marchiato.-
La mano di Katsuki va veloce a sfiorare la pelle morbida del collo. La tasta accuratamente, sentendo i segni dei denti snodarsi sotto i polpastrelli sudati. Le incisioni sono più di due, e sono pure vicine: il suo ex ragazzo, deve averlo morso più volte e in due momenti differenti.
-Merda...- Impreca sottovoce, righiando infuriato.
-E subito dopo ti ho marchiato anche io.-
La testa saetta verso quella di Izuku. Le ciglia sbattono allibite sulle iridi cremisi.
-Non capisco cosa tu voglia dire.-
Un altro sospiro sofferente lascia le labbra dell'Omega, che si avvicina meglio, prendendogli la mano tra le sue.
-Quando sono uscito dal bagno, ho notato immediatamente Shinso che era a prendere da bere, da solo al bar. Mi sono preoccupato da morire. Ho cercato con lo sguardo dove potevate esservi cacciati tu e Yō, e vi ho scovati seduti in un posto isolato. Vi stavate abbracciando molto stretti... Ma non era un gesto voluto. Ho visto come tu tentavi inutilmente di allontanarti, e come lui invece, non ti lasciasse andare. Sono corso come una furia da te, ma sono arrivato tardi... lui ti aveva già morso. Preso dal panico ti ho tirato all'indietro, e ho subito notato che nel mio tentativo disperato forse qualcosina ero riuscito a fare. Soltanto un canino era sprofondato nella tua pelle, l'altro non era ancora entrato del tutto. Avevo poco tempo a disposizione per ragionare... ti ho marchiato anche io. La tua ghiandola ha ceduto all'istante, l'ho sentita spezzarsi sotto alla forza dei miei denti...-
-Cristo santo! Siano ringraziati tutti gli angeli del paradiso, allora! Quindi ora, io e te siamo compagni?-
-Non proprio.-
Il silenzio carico di tensione avvolge l'ambiente circostante. Izuku non prosegue nel parlare, ma abbassa lo sguardo sulle loro mani, osservandone le dita ancora intrecciate tra loro.
-Cosa cazzo è successo allora? Pensi di dirmelo, o devo provare a indovinare?-
Una piccola lacrima scende lenta a percorrere tutta la guancia dell'Omega. Il ragazzo se ne accorge in ritardo, quando oramai anche l'Alpha l'ha già potuta vedere.
Si stacca da lui, spostandosi la felpa da addosso e stendendo meglio il collo. Glielo mette sotto al naso, incitandolo ad annusarlo.
-Senti qualche odore in particolare?-
La sorpresa che prova l'Alpha è totale: inspira l'aria vicina, strabuzza gli occhi stupito e borbotta colorite imprecazioni. Si strofina contro la ghiandola dell'Omega con impeto: la tocca, la lecca, la odora, senza riuscire a percepire nulla.
Ritorna indietro con la schiena, sentendo il cuore nel petto che batte fortissimo. Sposta lo sguardo verso la porta, cercando di dominare la voglia insensata di scappare da quella stanza diventata all'improvviso, fin troppo piccola. Non riesce a guardare nella direzione di Izuku: ha una paura fottuta di sapere cosa stia veramente succedendo. Serra le palpebre, incassando la testa sulle spalle e portandosi le mani sulle orecchie. Tenta in ogni modo di isolarsi dall'ambiente circostante, desiderando soltanto un pochino di pace interiore.
In questo modo però, non si accorge dello spostamento dell'Omega, che si è alzato per andare a prendere una maglietta da dentro un sacchetto appoggiato a una seggiola. Torna vicino all'Alpha e gliela porge, mettendogliela davanti al viso.
-Kacchan, fammi un grosso favore, annusa questa. Senti... ehm, senti qualcosa?-
Katsuki non ha neppure bisogno di avvicinarsi troppo: il suo odorato è completamente azzerato. Scuote la testa, mordendosi indispettito il labbro inferiore.
-Cosa mi sta succedendo?- Mormora agitato.
-Il tuo cervello ha registrato quasi contemporaneamente, due Omega diversi. Il corpo è entrato in allarme mandandoti per qualche ora, in totale black out.-
Izuku torna a sedersi accanto a lui. Lo guarda fisso negli occhi, prima di spostare lo sguardo verso il basso.
-I medici ci hanno detto che soffri di perdita di olfatto. L'anosmia compare più frequentemente a seguito di un recente trauma cranico. La caduta, inoltre collegata al tuo particolare stato mentale, l'ha attivata come una inaspettata forma di difesa. In poche parole, indirettamente ti stai proteggendo ergendo un solido muro che ti separi da tutti.... e soprattutto da me e da Yō.-
Un righio acuto prorompe nella stanza. E' un suono vibrante, carico di rabbia e di angoscia.
-Ma io voglio te, maledizione! Che cazzo di scherzo del destino, è mai questo?!-
-Fino a che il tuo corpo non deciderà, non sentirai più nessun ferormone. Non sarà un'attesa molto lunga, i medici hanno dichiarato che probabilmente dovrai pazientare soltanto alcuni giorni.-
-Alcuni giorni...Pff... che branco di idioti indovini...!- Ripete l'Alpha arricciando il naso disgustato.
-Kacchan, non fare il solito scortese! Non lo sanno bene neppure loro. Nel frattempo noi...-
-Dov'e' Yō?- Chiede Katsuki, stringendo le mani a pugno. -Dov'è finito, quel piccolo stronzetto bugiardo? Lo vorrei strangolare con le mie stesse mani!-
-E' stato ricoverato. Nel momento in cui ti ha visto a terra esamine, ha compreso finalmente lo sbaglio enorme che ha fatto. Quel ragazzo ha bisogno di cure mediche immediate e la clinica che lo ha preso in carico, insieme a Shinso, lo aiuterà a guarire.-
Il peso di quello che è seriamente successo, piomba addosso a Katsuki in un secondo, e lo porta a sentirsi... inerme. Abbassa il mento verso le lenzuola, e i capelli biondissimi gli ricadono sul viso. Si scuotono, scossi dai forti singhiozzi. L'Alpha si porta le mani verso la bocca, cercando di nascondere quei singulti tormentati.
-Non lo voglio più vedere. Promettimi che non lo vedremo mai più.-
-Io... non posso farlo. Se tu dovessi essere legato a lui...-
Il panico si impossessa furiosamente del corpo dell'Alpha. Alza la testa di scatto, mentre che spalanca la bocca e il corpo inizia a tremare. Le lacrime iniziano a scendere sulle guance candide.
-Mi lascerai? Ti dimenticherai di me e cancellerai tutto quello che ci siamo promessi fin ora? E' questo che vuoi fare? Niente più gare di ballo, niente più vivere insieme... niente più Eien?-
Potenti scariche di Immortelle saturano in pochi secondi la stanza. L'Alpha non le può sentire e di conseguenza non le riesce neppure a regolare. L'Omega si trova in pochissimo tempo, a boccheggiare senza più fiato. Una sensazione di cocente tristezza gli stringe il cuore. Non riesce a vederlo sopraffatto in quel modo. Si lancia sul corpo di Katsuki e ci si spalma contro. Rilascia immediatamente delle chiassose fusa e lo abbraccia più forte che può, baciandolo in ogni minima porzione di pelle nuda che trova disponibile.
-Ehy, ehy, calmati. Non ti lascio! Non lo farò mai! Ricordi cosa ti ho detto fin dall'inizio della nostra relazione? Io non ti mollo e ti starò appiccicato addosso, peggio di una cozza.-
La mano di Katsuki si incastra in mezzo ai folti riccioli verdi. Li tocca con decisione, spostandoli quasi brutalmente da davanti al viso.
-Non ho nessuna intenzione di perderti! Ti amo da impazzire, Izuku.-
•
Cercare di comportarsi come se niente fosse, è una cosa maledettamente difficile. Lo è per Katsuki che non può in nessun modo permettersi di scoraggiarsi, ma lo è altrettanto anche per Izuku, che non può assolutamente piegarsi ai pensieri negativi.
L'Omega osserva l'Alpha da vari giorni, esattamente dal momento in cui sono rientrati a casa dall'ospedale. Nonostante abbia tentato di parlarci, lui si è rifiutato categoricamente di farlo. Continua a ripetergli che sta bene, che è sereno. Inoltre si comporta persino in maniera fin troppo gentile e premurosa nei suoi confronti. Ma è comunque distante, come se si aspettasse da un momento all'altro quel punto di svolta, che però tarda ad arrivare.
Soffre terribilmente, e i suoi ferormoni sono così chiaramente distruttivi, che Izuku si ritrova spesso a doversi nascondere da qualche parte, per urlare e piangere le troppe lacrime che non può permettersi di mostrare di fronte a lui.
Forse quello che si apprestano a fare oggi, lo aiuterà. Anzi, forse li aiuterà entrambi. Magari riusciranno a lasciare scivolare via dalle loro vite le cose vecchie e brutte, e a concedersi sereni per il loro futuro insieme.
All'ennesimo trillo della suoneria, Izuku abbassa gli occhi verso la tasca, portandoci una mano sopra. Estrae il cellulare guardando il display con espressione scocciata. La lingua va veloce a umettare il piercing, e le sopracciglia convergono verso il naso.
-Rispondi.- Dichiara secco Katsuki, sbirciandolo di sbieco. -Ti suona in continuazione da giorni, e la cosa inizia a infastidirmi parecchio.-
-E' soltanto la mia clinica. Mi avranno chiamato almeno cento volte, ma sinceramente non ho le forze necessarie ad ascoltare altre brutte notizie.-
I due ragazzi si fermano davanti alla porta della camera dei bambini. Si sono recati in ospedale per vedere Eien. Vogliono finalmente dargli la buona notizia.
-Senti Deku, io intanto entro in camera e ti aspetto lì. Tu fai quella dannata chiamata, e togliamoci il pensiero una volta per tutte. Sii positivo ogni tanto. Tanto oramai, peggio di così cosa vuoi che vada?-
Izuku annuisce debolmente, stringendo il cellulare tra le dita. Lo guarda sparire all'intero della stanza, prima di dirigersi verso la saletta d'aspetto. Si lascia cadere sulla prima seggiola libera che trova, e inizia a comporre il numero della clinica. Al secondo squillo, la voce di una donna gli da il benvenuto.
-Sono Izuku Midoriya. Qualcuno mi ha cercato.-
-Attenda un secondo in linea, che sento chi possa essere stato.-
L'Omega stende le gambe, osservandosi distratto le scarpe. Poi vaga con lo sguardo attorno a sé, soffermandosi dubbioso sul distributore automatico del caffè. Si alza veloce, cercando alcune monete e infilandole all'interno della fessura. Spinge il tasto del caffellatte, grattandosi il mento.
-Signor Midoriya! Abbiamo tentato infruttuosamente di raggiungerla per giorni!-
La voce del solito dottore che lo sta seguendo da anni, esplode nell'altoparlante del telefono.
Anche se non può vederlo, le guance dell'Omega esplodono dall'imbarazzo.
-Uhm, mi dispiace. Sono successe varie cose che necessitavano della mia totale attenzione. Come mai mi ha cercato?-
-Abbiamo urgente bisogno di averla qui da noi, il prima possibile. Dobbiamo farle degli altri prelievi di sangue, ulteriori test diagnostici e confermare la tesi che è venuta fuori. Lei ne sarà felice... ma diamine!... noi ci siamo sbagliati!-
Il ronzio della macchinetta che sta preparando la bevanda scelta, lo culla delicatamente.
- In cosa vi sareste sbagliati?-
-Lei non è sterile!- Urla il dottore pieno di gioia.
La voce roca dell'Alpha che neppure qualche minuto prima, gli dice di essere positivo, gli rimbomba nel cervello. Senza neppure rendersene conto, un enorme sorriso radioso gli si apre sul volto. Afferra il caffellatte, soffiando sopra al bicchierino.
-Questa è una meravigliosa notizia, Dottore! Lei mi ha donato nuovamente la speranza! Quel macchinario alla fine, era rotto?-
-Oh no, funzionava benissimo.-
-E quei valori, allora? Non aveva detto che erano troppo alti?-
-Oh sì, beh vede.... congratulazioni... Lei è incinto!-
•
Nonostante l'Alpha non riesca a percepire nessun odore e l'istinto animalesco non lo possa guidare prima degli altri sensi, l'espressione smarrita con cui li raggiunge l'Omega è facilmente interpretabile.
Come lo è il fatto che cerchi di sfuggire insistentemente al suo sguardo indagatore, facendo tutt'altro.
Saluta i bambini facendosi abbracciare più del dovuto, sistema alcuni vestiti sparsi in giro per la camera, parla a macchinetta con ogni persona che trova, balbettando un sacco di cose senza senso. E' agitatissimo. Tutte le movenze del suo corpo lo dimostrano a chiare lettere.
Inoltre, non si è ancora avvicinato a Eein, che è rimasto seduto comodamente sopra le ginocchia di Katsuki. L'Alpha gli ha già spiegato che lui e Izuku lo prenderanno a stare con loro, non appena le procedure burocratiche lo permetteranno. Inutile dire che il bambino è esploso dalla gioia. Non riesce a smettere di emettere sonore fusa, e se ne sta lì immobile e incredulo, aggrappato al petto ampio del suo nuovo "papà".
-Oi, Deku. Non pensi che sia il caso che tu venga a salutarci?- Domanda ad un tratto Katsuki, alzando la voce innervosito da questi modi irrequieti dell'altro. Alza un sopracciglio, mettendo una mano in mezzo ai capelli scuri del bambino, che ha spostato la testa per osservare meglio l'Omega.
Izuku inspira forte l'aria prendendo mentalmente coraggio, prima di aprire il viso in un debole sorriso e dirigersi verso di loro. Ma appena fatto un solo passo, non può che sciogliersi d'amore nel vedere la scena dolcissima che si svolge di fronte ai suoi occhi. La mente vaga al pensiero di quanto sarà bello quando saranno finalmente a casa da soli, solamente loro quattro.
Allunga una mano verso il bambino, cercando di toccarlo su una guancia.
-Piccolo...-
Un lunghissimo soffio arrabbiato lo blocca sul posto. Eien ha scoperto i piccolini canini, e gli sta ringhiando contro con tutta la cattiveria possibile. Si stringe maggiormente con il corpo a Katsuki, allontanandosi e girandogli le spalle.
L'Alpha sbarra gli occhi allibito, abbracciandolo stretto. Scende con il volto vicino a lui, lasciandogli un lieve bacio sulla nuca.
-Ehy, ma cos'è successo? E' il tuo 'Zuzu. Il tuo eroe. La tua... mamma...-
-Non è cosi! Non è più così! Lui adesso ti vuole soltanto portare via da me.- Esclama il piccolo, pigolando in un debole lamento.
-Ma cosa stai dicendo? Ti vuole un gran bene e non vede l'ora di averti a casa con noi...-
-Prima... 'Zuzu mi voleva prima! Ora non più. E tu sceglierai sempre quello che deciderà lui!- Dichiara ancora più esagitato, spiaccicandosi con la testa sul suo petto.
Katsuki alza lo sguardo cercando confuso gli occhi smeraldo dell'altro. E' impietrito, non sa come muoversi e avrebbe bisogno di una mano, ma l'altro ragazzo è fermo di fronte a loro con lo sguardo completamente smarrito.
L'Omega si sente distrutto. Si stringe il labbro tra i denti, sbattendo le lunghe ciglia scure. È perfettamente consapevole che il suo odore da gravido debba già sentirsi e il motivo che Katsuki non lo coglie è la sua momentanea perdita dell'olfatto.
-'Zuzu ti porterà via da me!- ripete il cucciolo piangendo, ancora più terrificato di prima.
Izuku deglutisce amaramente la saliva, prima di fare un piccolo passo verso di loro.
-Eien, non è così. Qualsiasi cosa succederà, io e Kacchan ti porteremo a casa con noi... Sempre se tu lo vorrai. Vuoi...?-
Appena sente la mano dell'Omega appoggiarsi sul suo braccio, il bambino inizia a piangere più forte. E' talmente angustiato, che le palpitazioni aumentano e inizia a respirare a scatti.
L'Alpha si alza preoccupato in piedi di scatto, tenendolo ancorato a sè. Lo abbraccia più stretto che può, dirigendosi svelto verso la porta.
-Scusami Izuku, ma ho bisogno di stare un attimo da solo con lui e di provare a calmarlo. Torniamo il prima possibile.-
—-
Capitolino uscito veloce. Brava io?!?
Immaginavate un risvolto del genere? No? 😈
Comunque perdonatemi, ma probabilmente saranno o uno o due alla fine!
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