Capitolo Otto


La cosa più difficile da accettare di questa situazione, definibile senza nessunissima ombra di dubbio "di merda", è la totale trascuratezza che Katsuki sta consapevolmente usando nei suoi confronti.

Ha deciso di applicare la stessa identica linea dura sia nella convivenza che nel ballo. In parole povere? Lo ignora completamente.
Se Izuku prova a domandargli qualcosa, fischietta allegramente girando la testa dall'altra parte e facendo finta di nulla. Se tenta di avvicinarsi, lo dribbla con garbo allontanandosi veloce. Non lo guarda mai negli occhi, gli si siede lontano e balla con lui, a malapena sfiorandolo. Passa molto più tempo fuori casa di prima, rientrando a orari assurdi. E, cosa ancora più difficile da accettare, non fa più colazione nell'angolino di sala che tanto amava.

Nonostante i giorni stiano passando, e la prima settimana sia già giunta al termine, non ha mollato per un istante il colpo. Izuku inizia seriamente a sentirsi oppresso, disperato, a un passo dal burrone. Il suo sogno di diventare madre potrebbe seriamente andarsene a quel benedetto paese.

Ma ancora non è pronto a mollare la presa del tutto. Ha subito ben di peggio nella vita, deve solo farsi coraggio e stringere maggiormente i denti.
L'orgoglio? Beh, quello deve ficcarselo giu' fino in fondo alla gola e seppellirlo al più presto. Certo, poi verrà fuori nel momento meno opportuno, ma per ora non serve preoccuparsene.

E' il tardo pomeriggio del sabato. Insieme ai ragazzi del corpo di ballo, hanno trascorso la mattinata a fare delle prove. Poi ognuno ha pranzato per i fatti suoi, come di consuetudine. Normalmente sarebbe rientrato a casa subito dopo, ma oggi Izuku si è preso del tempo da solo, per passeggiare e pensare.
In testa ha un groviglio di dubbi e incertezze che, spera, verranno sciolti in serata.

Non gli è ancora ben chiara quale possa essere la linea migliore da adottare con Katsuki.

Si ferma da Starbucks a prendere due caffè, prima di dirigersi verso "casa".
Con la solita aria fintamente sicura, si appoggia con il sedere alla macchina sportiva, tenendo le due bevande ben visibili davanti a lui.

In questi lunghissimi giorni ha avuto modo di studiare attentamente la routine dell'Alpha.
Ogni giorno alle diciotto in punto, si catapultava fuori per andare chissà dove.
E infatti, puntale come un orologio svizzero, eccolo uscire dalla porta di casa.
Sul viso la solita espressione rude e in mano un paio di occhiali scuri. Se li porta al viso, sistemandoseli velocemente. Una mano corre tra i capelli dorati, spettinandoli ulteriormente.
Nonostante Izuku non lo comprenda, non può che constatare quanto sia bello e sexy.

La camminata baldanzosa si ferma di botto in mezzo alla strada, quando nota l'Omega appoggiato alla sua macchina.
Alza gli occhiali sulla testa in un gesto seccato: gli occhi cremisi diventano una lunga linea affilata. Un ringhio arrabbiato gli si alza dalla gola.
-Ricominciamo con sta storia del cazzo? Spostati subito dalla mia bambina!-

-No.- Ribatte serafico con un sorrisetto Izuku, sfiorandola con un polpastrello.

-NON.TOCCARLA! Merda! Sei... sei... insopportabile!- Urla l'Alpha raggiungendolo in un baleno.

-Ma come? Perchè fai così tanto il cattivo con me? Ti ho portato anche il caffè.- Ribatte innocentemente, sbattendo le lunghe ciglia scure.

-Non me ne frega un cazzo di cosa mi hai portato!-

Izuku gli appoggia sul petto il contenitore, senza smettere di sorridere. Lo scatto di rabbia dell'altro non lo ha scalfito minimamente.
-E' quello che preferisci. Ti ho fatto aggiungere il caramello e una spolverata di cannella sopra.-

Katsuki alza un sopracciglio. Lo scruta qualche istante valutando se è davvero idiota come sembra o gli piace farlo. Afferra il bicchiere stringendolo rude tra il palmo. Con l'altra mano ne apre la parte superiore e lo rovescia con un ghigno per terra.
-Buonissimo.- Sibila senza smettere di fissarlo. - E adesso... ti levi gentilmente dal cazzo? ... dovrei andarmene.-

-Secondo me invece... adesso... potremmo parlare un pochino e cercare di chiarire cosa è successo che ti ha dato così tanto fastidio.-

Gli occhi rossi vanno per qualche istante a osservarsi le mani inguantate, prima che un indice si alzi e si puntelli contro il petto dell'Omega.
-Arghhh.... sei tu che mi dai fastidio. Tu, sempre e fottutamente, tu! Come diavolo posso fartelo entrare in quella inutile testolina che hai! Non mi piaci!-

A quella frase, l'espressione divertita di Izuku, diventa più ampia. L'omega deve trattenersi dal non ridacchiargli apertamente in faccia.

-A me non sembra invece, che non ti piaccia.- La fragranza di lime arriva al naso di Katsuki talmente inaspettata, che la bocca gli si spalanca dalla sorpresa. L'istinto di prenderlo e scoparselo sul cofano della macchina, è immediato e lo porta a ringhiare di nuovo.

-Smettila subito!-

-Di far cosa? Non hai appena detto che non ti piaccio?-

Rosso nel verde. Gli sguardi di fuoco si incontrano in una battaglia nuova. Dentro a quelle iridi uniche, Izuku ci legge rabbia, ma anche così tanti altri diversi sentimenti, che abbassa lo sguardo volutamente. Possibile che abbia frainteso... ma era forse paura quella che ha intravisto? Comunque, non vuole farlo arrabbiare, non è il suo intento. Vuole farlo uscire allo scoperto, per poi farsi accettare come partner sessuale.
Qualche scopata, ciclo ristabilito... e fine della storia. E' tutto talmente semplice!

-Ci vediamo a cena più tardi?- Domanda con tono dolce, guardandolo di sottecchi.

Katsuki non risponde. Deglutisce la saliva, destabilizzato dai suoi ferormoni e da questi cambi continui di personalità dell'altro. Non lo capisce, non riesce proprio a comprendere questa cocciutaggine che ha verso di lui. Nonostante lo tratti di merda, rimane lì, appiccicato al suo culo.

-Ti devi arrangiare. Io sono fuori a cena.- Dichiara serio, spostando con una manata il ragazzo e fiondandosi dentro alla macchina.

Izuku rimane immobile a osservare l'Alpha che se ne va. Solo quando la macchina gira l'angolo e non è più visibile, scoppia a ridere divertito: lo sapeva benissimo che non c'era a cena... sono entrambi stati invitati nello stesso posto!



La villa a più piani della famiglia Bakugou, è veramente magnifica. Lo sguardo viene subito rapito dalla severa linea esterna arricchita d'archi d'altri tempi. Un enorme parco secolare attornia la struttura e uno dei più grandi soggiorni che Izuku abbia mai avuto modo di vedere, ne cattura l'entrata.

Il ragazzo spalanca la bocca, sconvolto. Cavolo, a soldi se la competono ad armi pari con i Todoroki.

A pensare alla sua ultima "famiglia", un crampo allo stomaco gli stringe le viscere. Non ha più risposto a nessuna delle chiamate di Shoto, non ha neppure letto i suoi messaggi. Il terrore che possa guardarlo con disgusto per quello che sta facendo, lo ha fatto propendere per questa amara decisione. Quando tutto sarà finito glielo spiegherà, sperando che possa perdonarlo.

Infila un dito nel tessuto del dolcevita scuro, allargandone il colletto che nasconde il collare. E' stato combattuto fino alla fine su cosa indossare. Ha optato per qualcosa di sportivo, da abbinare ad un pantalone dal taglio morbido e a delle sneakers verdi che riprendono il colore smeraldo degli occhi.

-Izuku, stai benissimo vestito così.- Mistuki lo accoglie nella stanza adibita all'aperitivo, aprendo le braccia in un gesto intimo. Nota il suo nervosismo e gli va incontro, stringendolo in una tenera stretta che gli scioglie il cuore.

Lo allontana un minimo, passandogli una mano sul viso arrossato.
-Ti trovo un pochino sciupato. Tutto a posto?-

Prima di rispondere, Izuku si prende alcuni secondi per cercare con gli occhi la figura di Katsuki. L'Alpha è trasalito nel vederlo, ma poi la linea tesa della mascella ha mostrato come si sia subito messo in una posizione di difesa. Lo fissa, in attesa della sua risposta.
-Tutto bene. Grazie molte dell'interessamento, Signora Bakugou. E anche dell'invito.-

Si impone di sorridere, di farsi scivolare addosso il senso di inferiorità che prova, e di dirigersi verso Masaru, che gli tende la mano appena lo vede avvicinarsi verso di lui.
-Vivi ancora con Katsuki, giusto? Come mai siete arrivati ognuno per i fatti propri?-

Nuovamente Izuku rimane in silenzio e involontariamente fa saettare le iridi sul volto livido dell'altro.
Gli occhi dell'Alpha sono ancora piantati su di lui.
-Dovevo fare alcune... ehm... cose... prima. Gli ho chiesto io... io...di venire separati.-

Uno sbuffo irritato prorompe dalle labbra di Katsuki.
-Ma che inutile Omega del cazzo... Neppure le bugie sai dire. Mà, pà, cosa diavolo stiamo facendo stasera? Perchè avete chiamato il nerd? E perchè in casa nostra, addirittura c'è pure quello lì?-

Un dito corre ad indicare una figura semi nascosta in un angolo. Il Dottore tiene tra le mani un bicchiere di scotch e li osserva senza proferire parola.

-Stiamo organizzando una festa per i poveri disperati?-

-Katsuki!- Esplode Mitsuki marciando verso il figlio e strappandogli dalle mani il bicchiere di vino mezzo vuoto.

-Figliolo...- Mormora Masaru a tono basso.- Cerca di essere più educato... Volevamo avervi qui entrambi, per parlarvi di una cosa per noi... uhm... importante. Il dottore, mercoledì, ci ha comunicato che i parametri di Izuku stanno migliorando. Probabilmente servirà ancora un mesetto, o al massimo due, ma poi sarà totalmente guarito. E' una bella sfida "vinta" per la scienza medica. E' un radioso traguardo mai raggiunto che potrebbe dare speranza ad altri Omega Recessivi che sono nelle sue stesse condizioni. L'esito, sarebbe corretto presentarlo al collegio dei medici.-

-In che senso? - Le mani di Katsuki vanno svelte a prendere un altro bicchiere colmo di vino.

-Nel senso che sarebbe opportuno svelare anche al resto degli ospedali, la procedura adottata. E per farlo servirebbe la tua accettazione per rendere pubblici i dati.-

-Ma che porcata è mai questa? Siete venuti fin qui, di soppiatto, per parlare dei cazzi miei con i miei genitori? Sono maggiorenne e decido io come diavolo voglio muovermi!-

Il dottore sospira piano. L'Alpha ha sfogato la sua frustrazione su di lui. Con una lentezza esasperante, prende fuori dalla tasca una pezzuola e con quella inizia a pulire le lenti degli occhiali. Non rialza lo sguardo quando parla: nel tono della voce si sente però perfettamente come stia tentando di trattenere l'irritazione.

-In realtà io sono qui soltanto perchè sono stati i tuoi genitori, a chiedermelo. Sono stati loro a contattare la struttura e a informarsi sui vostri progressi. Se fosse stato per me... o per Midoriya... non te l'avremmo neppure chiesto. Il ragazzo sa perfettamente, che non le interessa.- Le ultime parole vengono dette in modo strascicato.
L'uomo ha cercato di imitare il solito tono strafottente che l'Alpha utilizza soventemente con loro.

-Vaffanculo!- Sbotta Katsuki con le guance che bruciano dall'imbarazzo, uscendo dalla stanza.

Mitsuki stringe le labbra tra loro, prima di mormorare un sommesso -Mi dispiace- e seguire fuori dalla stanza il figlio.
Sapeva che non sarebbe stato facile questo discorso, ma non si aspettava comunque un'opposizione del genere.
Lo trova sul balcone, con le spalle appoggiate al muro e gli occhi chiusi.

-Tesoro...- Sussurra facendolo sobbalzare.

-Mamma, sono arrabbiato e non ho voglia di parlarti! Tu e papà mi avete teso una trappola. Io, con quelli lì, non ci voglio avere niente a che fare!-

-'Suki non puoi sempre comportati in questo modo con le persone.-

-Arghhhhh.... Tu non capisci. Io...io... non lo sopporto!-

Gli occhi brucianti di Mitsuki, così tanto simili ai suoi, si addolciscono in un tenero sguardo pieno di comprensione.
-Non sopporti Izuku, o il fatto che ti ricorda...-

-Non azzardarti a dire quel nome!-

La mano della donna si appoggia sulle spalle di Katsuki e le stringono. Si avvicina al figlio con estrema delicatezza, prima di mettergli i palmi sulle guance fredde.
-Non tutti gli Omega sono uguali, non tutti sono cattivi. Tu devi dare alle persone la possibilità di farsi conoscere.-

-Lui non la merita. E' un essere provocatorio, lascivo e testardo! Mi stuzzica in continuazione.
Mamma... lui... uff... lui vuole venire a letto con me!-

Un sorrisino si forma sul viso di Mitsuki. Questa confessione gli sembra buffa ma anche tenera allo stesso tempo.
-E questo sarebbe un male? Tu... tu non lo vorresti? Sai che il rapporto con gli Omega è più appagante di quello con i Beta, vero?-

L'Alpha si porta entrambe le mani sugli occhi, arrossendo sulle guance.
- Ma che discorso surreale del... del cazzo! Dover stare con mia madre, al buio e al freddo, a colloquiare sulle mie probabili future scopate. Ah, ma non mi freghi! Tu ti interessi soltanto perchè vorresti che mi accasassi! E' per questo che spingi tanto su Izuku? Pensi che lui.. lui possa cambiarmi?-

-Io non spingo su nessuno, testone che non sei altro! Ma siete entrambi feriti e se vi deste una chance, potreste guarirvi a vicenda. Tesoro... io non so se lui sarà il tuo per sempre, ma qualcosa lo è. Siete affini, nonostante continuiate a farvi la guerra. Una madre certe cose le sente. E non ho nessuna intenzione di lasciar sfuggire qualcuno che potrebbe... salvarti.-

Per qualche ragione che non comprende, Katsuki sente il sapore delle lacrime mischiarsi con quello della saliva. Trattiene il fiato, abbassando lo sguardo e guardandosi le mani libere dai guanti.

-Io... ho paura. Non so se me la sento di averlo in giro per casa per altri due mesi. Se tu dovessi avere ragione, e se io... perdessi di nuovo il controllo. Dio santo! Non riesco neppure a pensarlo!-

- Tenta lo stesso. Se dovesse poi diventare una situazione ingestibile, o se dovesse andare qualcosa di traverso, io e tuo padre ti aiuteremo. Come del resto, abbiamo sempre fatto.-





Il dottore scuote la testa, sbattendo i piedi per terra a disagio dalla situazione che si è appena creata.
-Mi dispiace, forse è il caso che me ne vada e che vi lasci alla vostra cena.- Dice sommesso, mentre Masaru annuisce a testa bassa.

-Midoriya, ti ricordo che domani i bambini ti aspettano in ospedale.-

L'Omega saluta con un cenno la figura del medico che esce dalla stanza. Emette un lungo sospiro incerto, si porta la lingua sul piercing e ci gioca distrattamente. Esce dalla stanza, guardandosi attorno e chiedendosi se sia il caso che se ne vada anche lui. La situazione ha preso una fastidiosa piega imprevista. Volta la testa osservando le pareti, prima di fermarsi incuriosito davanti alla grande fotografia appesa al muro.

Un ragazzino con lunghi capelli biondi, occhi magnetici cremisi e un enorme sorriso sul volto, fa il segno del vincitore, abbracciato a dei ragazzi. Alcuni guardano in camera mentre uno in particolare invece lo fissa, non riuscendo a dissimulare l'ammirazione che si legge nei suoi confronti.
E' gracile, con ricci capelli castani e qualche lentiggine sul volto. Potrebbe vagamente assomigliarli.

Riporta l'attenzione sull'immagine felice di Katsuki.
Ha lo sguardo pulito e fiero, sicuro nella convinzione che niente potrà mai intaccarlo.
E' questo che si prova ad avere una famiglia che ti ama ?E' così che ci si sente quando sai di poter contare su qualcuno, qualsiasi cosa accada?
Ma poi, cosa gli è successo di così brutto da farlo diventare scorbutico e totalmente chiuso alla vita?

-Era molto dolce Katsuki... Aveva anche tantissimi amici. Riusciva a farsi amare da chiunque.-

Il polpastrello di Izuku sfiora per qualche secondo la cornice, prima di riabbassarsi svelto.
-E poi cosa gli è successo? E' caduto e ha sbattuto la testa?-

L'uomo non riesce a nascondere una risatina compiaciuta. Questo ragazzo gli piace proprio, e sembra perfetto per quell'animo ribelle di suo figlio.
-E' successo quello che prima o poi, succede a tutti. Si è innamorato. Ha conosciuto un ragazzo. Stavano sempre insieme e si definivano... migliori amici. Ma qualcosa, ad un certo punto, è cambiato.-

Izuku sbatte le lunghe ciglia scure alcune volte, mettendo un punto fermo ai pensieri. Osserva nuovamente la foto, più interessato di prima.
-Era un Omega, giusto?-

-Giusto. Beh, Katsuki perse la testa... Iniziò a non voler passare tempo con altri se non con lui. Lo aspettava, lo assillava. Questo ragazzo crescendo, aveva preso brutte strade. Si faceva vedere solo quando aveva bisogno di soldi o di protezione.
Mio figlio lo aspettava come un cagnolino... Vedeva bene che tornava da lui soltanto per usarlo, ma era accecato da quello che provava. Un giorno esagerò: Katsuki dopo innumerevoli scontri con noi e con i pochi amici rimasti, aveva finalmente aperto gli occhi. Aveva detto di no, che gli stava chiedendo troppo, ma lui... beh... lo implorò in modi abbastanza convincenti. Così preso dal momento, perse il controllo... e lo marchiò.-

Izuku abbassa lo sguardo, respirando a pieni polmoni. Sembra che l'aria si sia mischiata improvvisamente con qualche sostanza acida che gli sta corrodendo la pelle e gli organi interni.

-Ti racconto questa cosa perchè vorrei farti capire che mio figlio non è cattivo. E' spaventato. Ha fatto anni di terapia, ma non è riuscito a venirne fuori. Ma ora, questa cosa che state facendo insieme, serve tanto a lui quanto a te. -

-Masaru...- Mormora Izuku con gli occhi lucidi.-... non voglio prenderla in giro. Io e Katsuki non andiamo d'accordo. Passiamo la maggior parte del tempo a litigare e a dirci cose molte brutte. Non sono capace di prenderlo nel modo in cui lui, o voi, vorreste. Io... non ne sono capace.-

L'idea della sua vita, dei suoi continui spostamenti in famiglie dove la violenza era di casa, dove mangiare tutti i giorni era un lusso, dove avere un abbraccio era un regalo, gli si palesa in testa.
Per quanto si renda conto che anche l'Alpha è un essere spezzato come lui, non riesce a comprenderlo fino in fondo. Non è in grado di trovare il modo giusto per far funzionare la cosa.

-Grazie Izuku.- Il tono saldo dell'uomo lo riporta al presente. Alza gli occhi smeraldo verso di lui, guardandolo stranito. -Nonostante io abbia saputo cos'hai passato, sei comunque qui, di fronte a me, a provarci... Se qui a dimostrare a tutti noi, che avere dei sogni conta qualcosa.
Grazie veramente... per quello che stai facendo.-

Le lacrime adesso gli pizzicano seriamente gli angoli degli occhi. Si morde il labbro con foga, incapace di dire altro.

-E cosa starebbe facendo?- La voce roca di Katsuki, raggiunge Izuku in un secondo. Con estrema difficoltà, si porta una mano sul cuore e cerca di riportare il respiro ad un ritmo normale. Gli angoli delle labbra tremano, ma si tendono verso l'alto.
-Sto sopportando te, non basta?-

L'Alpha sbuffa: aggrotta la fronte e lo guarda storto.
-Tu ? Tu... che sopporti me? Bella cazzata questa!-

- E' una settimana che mi tratti di merda! Ora devi farti perdonare! Domani mattina vieni con me in ospedale.... abbiamo alcuni bambini da andare a trovare. Saranno felicissimi di conoscere un super Alpha dominante come te! Sai quanti pochi ne esistono al mondo?-

Gli occhi rossi si sgranano di stupore.
-Ma tu sei pazzo! Io non vado in mezzo ai malati a fare... il clown guaritore del cazzo.-

-Katsuki! Ma di cosa abbiamo parlato fino a un minuto fa!- Mitsuki alza un dito con fare arrabbiato. Lo sguardo tenero di prima ha lasciato il posto ad un cipiglio burbero identico a quello del figlio. L'alpha riabbassa gli occhi, sbuffando.

-Merda! Va bene, cazzo! Ma ora non azzardarti a dire più nulla! Muovete tutti il culo e andiamo a tavola che sto morendo di fame!-


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Cosa ne pensate di questi due tesorini?

Team Katsuki: Poveretto.

Team Izuku: Poveretto.

A parte gli scherzi: ho enfatizzato un pochino, ma tutte le persone che conosciamo hanno dei passati non rosei. A volte sono proprio quelli che stanno peggio, ad aiutare chi sta meglio.
Non dovremmo mai permetterci di giudicare la vita e le scelte altrui.

Momento serietà finito.
Caput!
Vi si ama!♥️

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