Capitolo Dieci

Il rombo del motore, accompagna dolcemente i primi dieci minuti del tragitto in macchina.
Nell'abitacolo stretto, Katsuki guida piano, con andatura tranquilla. E' rilassato: non ha neppure voluto accendere la musica, tanto si sta godendo questo momento di silenziosa tregua.

La strada è poco trafficata e l'ambiente all'interno è caldo. Izuku si bea dell'aria satura di Immortelle e di quel retrogusto leggermente piccantino e speziato, che l'Alpha emette soltanto quando è veramente sereno. Deve riconoscere che stare in sua compagnia, in questo modo, è estremamente piacevole.

-Sai, avresti dovuto seriamente dirmelo. Sarebbe dovuta essere una mia scelta, giusta o sbagliata che fosse, decidere di venire o meno, in ospedale.-

L'Omega porta la testa all'indietro: socchiude gli occhi aprendosi la zip della felpa. Un formicolio persistente gli sta pizzicando tutto il corpo. Si porta una mano al collo, tastandosi il collarino scuro.

-A dire il vero, ci ho pensato. Ma poi mi sono detto che se ti avessi lasciato libera l'opzione, avresti fatto lo stronzo come al solito.-
Un ringhio frustato, porta Izuku a sghignazzare divertito.
-Ma non stiamo a discutere di cose già successe! Dimmi piuttosto... Veramente facevi tutte quelle cose da piccolo? Addirittura davi la caccia alle povere, lucertole indifese...-

La mano si porta in mezzo ai capelli verdi: li sposta un pochino dalla fronte e le labbra si schiudono leggermente.
Katsuki lo esamina di nascosto. Izuku ha le gote rosse, le ciglia che sfarfallano sulle palpebre e leggere gocce di sudore sulla fronte.

Porta una mano alla plancia, attivando il riciclo dell'aria.
-Non mi dire che tu non l'hai mai fatto... Tutti i bambini, almeno una volta nella loro vita, hanno dato il tormento agli animali o agli insetti.-

Nuovamente le dita di Izuku sfiorano un lembo di pelle. Si appoggiano alla maglietta e la tirano in basso. Allungano il colletto, già abbastanza largo, rivelando una porzione di petto ambrato con i segni scuri di un tatuaggio.

-No. Posso affermare, senza alcuna ombra di dubbio, che la mia infanzia è stata completamente differente dalla tua. A parte per il correre sull'erba bagnata... piaceva molto anche a me. Soprattutto quando potevo liberarmi dei vestiti schifosi che mi obbligavano a indossare. Ahhhh, quella orribile divisa grigia. Era l'emblema dell'essere un povero, omega, orfano. La odiavo. Appena potevo la buttavo nel pattume, e giravo in mutande.-

Per alcuni attimi la testa si gira verso di lui: gli occhi si aprono e la lingua saetta verso il percing.
L'espressione divertita e completamente su di giri dell'Omega, non sfugge a Katsuki, che si irrigidisce mordendosi il labbro.

L'Alpha non ha potuto fermare l'immagine che gli si è creata immediatamente in testa: una meravigliosa tela dipinta di verde. Izuku su un prato rigoglioso, senza vestiti addosso, con quei sensazionali smeraldi a dipingergli il volto. E le bellissime efelidi... che chissà fino in quale parte del corpo gli arrivano.
Un tepore piacevole prende a scorrergli in mezzo alle gambe. Le guance si colorano d'imbarazzo.

Senza volere, un'altra zaffata di Immortelle viene rilasciata dalla sua ghiandola e raggiunge le narici di Izuku, che si allargano fremendo incontrollate. Porta la testa nuovamente all'indietro, rilasciando un leggero gemito dalla gola. Con la mano scende sul ventre, in un modo talmente lento ed erotico, che l'Alpha si sente andare a fuoco... ovunque.

-Ehm... Izu... merda... Izuku... stai male?-

Un angolino del labbro si alza sfrontato verso l'alto.
-Oh, no. Anzi, direi tutto il contrario. Mi sento molto... uh... bene. Sparato in un altro mondo... ma bene.-
Alcune fusa gli scuotono il petto, che si alza e si abbassa a ritmo con loro.

Nel sentirle, il membro di Katsuki si irrigidisce.
-Oh, Sant'iddio benedetto!- Borbotta sgranando gli occhi, improvvisamente agitato. Le mani corrono a stringere con foga il volante.
Sarà l'ansia, la percezione dello spazio ristretto, la situazione strana... ma inizia a sentirsi alticcio pure lui. E quel rumore, quel raschiare di gola continuo, lo sta portando con la testa direttamente all'altromondo.

-Non c'e' bisogno che ti agiti. Prrrrr... Sto... prrrrrr.... veramente bene!-

Le iridi di Bakugo sono diventate un tutt'uno con la sclera. Deglutisce saliva, mentre con la mano corre velocemente a spingere il tasto di apertura dei vetri. Non gli basta la poca aria che sta circolando da fuori... sente l'ammanco avviluppargli i polmoni, sta annaspando. Pigia più volte con il dito, malmenando brutalmente il povero tasto.
Appena il finestrino si abbassa e uno sbuffo gelido arriva sulla guancia di Izuku, questo trasale guardandone irritato la direzione da cui proviene.

Si sporge verso l'Alpha. Sbuffa ostinato, bofonchiando da solo e cercando di bloccarne il movimento. Purtroppo nel farlo, quasi gli si spinge addosso e i visi si avvicinano pericolosamente.
-Scu... scusa. io... ehm. Non volevo darti fastidio. Ma veramente, vorrei tantissimo che tu lasciassi tutto com'è. Questa atmosfera a me... piace.-

-Mmm, va bene.- Mugugna l'Alpha, rabbrividendo. Lo ha toccato sulle dita. Nonostante i guanti, ha sentito il calore dellla sua pelle propagarsi a macchia d'olio e salire su su, fino alla punta dei capelli. La stranezza, è che non ha sentito il fastidio che pensava.
Si stringe il labbro tra i canini, prima di respirare alcune volte dando continue occhiate all'Omega che non è tornato seduto al suo posto, ma è rimasto vicino a lui. Lo fissa come se ne fosse ipnotizzato.

-Che cazzo c'è, adesso?- Gli ringhia esasperato. Tra poco, o lo sbatte fuori... o lo sbatte e basta. Non vede l'ora di arrivare a casa e fuggire da questo... incubo.

-Penso che tu abbia ragione.-

Questa volta guardarlo in viso diventa quasi un obbligo. Lo ha spiazzato totalmente. Non gli è assolutamente chiaro dove diavolo vuole arrivare.

Izuku alza le spalle, noncurante della tensione a un tanto così dall'esplodergli in volto, e si sposta di nuovo quella maglietta larga, che rivela altri scorci di pelle morbida.
-Hai proprio ragione: sono un bugiardo. Ma non lo faccio per la motivazione che pensi tu. Cioè... potrebbe anche essere, ma non penso che tu sia così tanto intelligente.- Un leggero ridacchiare accompagna l'espressione sempre più confusa dell'altro.
-Ad ogni modo, lo sono. Lo potrei anche urlare: SONO UN BUGIARDO! E' che mi risulta veramente difficile dirti le cose. Sei sempre così acido con me. Ma cazzo! Non riesco a stare zitto questa volta: sei bello! Sei veramente un gran figo!-

Katsuki sbatte le ciglia impazzito. Fissa la strada senza vedere nulla in realtà. Ha il cuore che gli batte forte e un senso di opprensione al petto.

-Però sei anche stronzo. Kacchan... - Lo richiama con un tono talmente dolce, da fargli emettere un lungo sospiro agitato.
Conficca le unghie nel volante, respirando a bocca aperta.
Quanto cazzo manca ancora? Hanno spostato casa sua? Dio santo, non capisce più niente!

-Perchè sei così cattivo con me?-

-Ma come!- Sbotta l'Alpha, digrignando i denti.
-Ti senti quando parli? Mi fai un complimento, e subito dopo mi dici che sono uno stronzo. Non ti capisco, Deku! Maledizione, non ti capisco proprio!-

-Ma scusa, che tu ti comporti in maniera spregevole con me, è un dato di fatto. Guarda anche ora! Ti ho appena detto che stavo benissimo e tu hai comunque aperto i finestrini!-

Un altro ringhio arrabbiato, esce dalle labbra di Katsuki.
-Meh? Cos'altro avrei dovuto fare? Mi dici una cosa e ne pensi un altra! E' da quando siamo partiti dall'ospedale che sei tutto teso e agitato. Ti contorci sul sedile, come se ti avesse morso una tarantola. E il tuo sguardo... maledizione ... Sembra che tu voglia catapultarti fuori dalla macchina da un momento all'altro!-

Una leggera risatina, mischiata ad una fusa, scuote il petto di Izuku.
-Per essere un Alpha dominante, sei veramente un gran cazzone, mio caro. Sono soltanto... eccitato. Il mio corpo non ha mai recepito altri ferormoni, e ora deve cercare di farlo... un pochino alla volta. Ho le pulsazioni al massimo, la testa leggera e... beh, non ti dico cosa mi sento di moooolto duro.- Ridacchia di nuovo.
-E la mente non vuole saperne di collaborare... Mi sento come se fossi ubriaco!-

Katsuki sospira tristemente, parcheggiando finalmente la macchina. Guidare decentemente stava diventando praticamente impossibile. Spegne l'accesione, prima di abbassare le braccia dal volante e girarsi nella sua direzione. Scruta preoccupato le pupille sgranate e la fronte imperlata di piccole goccioline di sudore.

-Ubriaco?-Ripete alzando un sopracciglio.

-Si, fradicio. E ho pensieri stranissimi che mi vorticano in testa... Ah, mannaggia! Ho talmente tanta voglia di baciarti adesso....che potrei seriamente morire!.- Esclama serio, lanciandosi indietro con la schiena, in una mossa ridicolamente teatrale.

L'ha detta sul serio quella frase? Oh sì, l'ha detta veramente. Non è tanto sorpreso Katsuki, ma quanto più Izuku. L'omega si porta una mano davanti al viso, nascondendosi le gote rossissime prima di ridacchiare di nuovo.

L'Alpha invece prende tempo: alza gli occhi sul tettuccio, si muove sul posto, stende i muscoli cercando di evitare di pensare troppo alle fastidiose mutande diventate improvvisamente troppo strette.
-Potresti morire... ehm, se lo fai o se non lo fai?-

La lingua di Izuku corre svelta a umettarsi il piercing.
-Potrei morire se lo fai. Se mi baci, mi prenderà sicuramente un infarto... così potresti finalmente liberarti di me. Pensaci... potrebbe essere un'ottima occasione... Ahhhh, se fossi in te, io la prenderei al volo.-

L'abitacolo è zeppo di aromi: non solo l'Immortelle sta saturando l'ambiente, ma anche il lime, che esce smanioso dalla ghiandola di Izuku. La fragranza è mischiata con alcuni sentori di menta selvatica. L'Apha arriccia il naso, a disagio. Lo adora, non può negarlo. Si rende conto che sta per compiere una cazzata ancora prima di farla: allunga una mano e delicatamente gli tocca un'efelide sullo zigomo. E' scura, piatta e frastagliata. Ne tocca un'altra, poi un'altra ancora. Il polpastrello scorre sulla pelle, fino a soffermarsi alle labbra.
Piene, morbide... invitanti.

Alza le iridi cremisi, titubante. Gli smeraldi lo agguantano subito, e lo accompagnano in posti mai visitati.
Hanno un sapore impalpabile di paura, ma anche di richieste mai fatte, di bisogni nascosti... e di parole appena sussurrate.
Si avvicina pianissimo con il collo e, nonostante l'Omega sia sempre con lui, sfrontato e sopra le righe, lo sente tremargli sotto le dita.

-Morirai sul serio, se lo farò?- Domanda con un sorrisetto beffardo a un centimentro dalla sua bocca.

Le fusa aumentano, soffocano le parole che non riescono a essere articolate.
Le labbra si schiudono appena, ci provano ancora a muoversi, ma poi rimangono immobili quando gli archi di cupido si sfiorano.
L'alito caldo gli solletica il piercing e Izuku si ritova costretto a chiudere gli occhi perchè quello che sta provando è veramente... troppo. E' come regalare "uno dei cinque sensi" a qualcuno che per tutta la vita, non l'ha mai avuto.

-Io... ehm... penso di star già per morire...- Mormora con il fiato spezzato.

-Vuoi che mi faccia indietro?-

-Non ti azzardare!-

Le mani di Izuku scattano verso i capelli dorati dell'altro e li tirano verso di lui. L'incontro è un connubio talmente dolce e sensuale, che i ragazzi si trovano entrambi ad annaspare uno dentro la bocca dell'altro.
Le labbra si spingono forte, con irruenza e passione. Si aprono, e i denti si scontrano in un'accozzagliata sconclusionata e caotica. Non si toccano neppure con la lingua, ma prendono a mordersi a vicenda, con selvaggia irruenza.

Izuku sente caldo, e allo stesso tempo un gran freddo. Sta sudando: percepisce le goccioline che scendono sulla schiena, ma ha anche brividi che gli increspano tutto il corpo. E il cuore? Quello è andato: galoppa talmente impazzito, che il pensiero di avere un infarto lo sta seriamente facendo preoccupare.

Katsuki non ha mai provato quello che sta sentendo ora. In definitiva, non si stanno neppure baciando per bene, le lingue non si sono neanche sfiorate, ma sente un intorpidimento continuo che gli fa vibrare tutti gli organi interni.
Dio Santo, vorrebbe spalancargli la bocca e cacciargli tutto quello che ha, giù fino in gola...

Driin-Driin-Driin.

Merda! Pensa l'Alpha staccandosi di botto. Con la mano si tasta il pantalone. Si sente agitato: ha ancora gli occhi cremisi piantati in quelli verdi dell'Omega. Affera il cellulare, lanciando una veloce occhiata allo schermo.

Driin-Driin-Driin.

-De... devo rispondere.- Dice di malavoglia, portando lo sguardo e il corpo nuovamente davanti a sè.

<<Dimmi...>>

<<Ciao Katsuki. Sono da Sero. Oggi  riesci a passare?>>

<<Io... ehm si.>> Dichiara svelto, passandosi una mano sul viso cercando di ricomporsi in fretta. Alza lo sguardo per controllare l'orario.
<<Parto adesso da casa.>>

<<Ti fermi anche a  pranzo?>>

<<Ok. Ma ora metto giù che sono... impegnato.>>

Nonostante abbia chiuso la comunicazione, la testa rimane in basso. L'Alpha continua a guardare con espressione persa, lo schermo vuoto del telefono.
Ha appena fatto un gran casino e ha oltrepassato un limite che era riuscito a tenere ben distinto e delineato, con tutti gli altri Omega. E' scosso e ha bisogno di pensare a cosa diavolo gli sta succedendo. Andare dove sta andando, può soltanto fargli del bene.

-Katsuki...- sussurra Izuku strappandolo dai sui pensieri.

-Scendi, ho un altro impegno.-  Annuncia secco, sempre senza guardarlo. Il portamento rigido e il modo indisponente, fa sospirare tristemente Izuku.

-Va bene. Ma dopo possiamo parlare?-

-Non so quando rientrerò. Se lo farò ad un orario in cui sarai ancora libero, e non sarà troppo tardi, va bene. Tu non aspettarmi. Non ho nessuna intenzione di affrettare le cose... per... per tornare da te.-

—-

Cosa ne pensate di questo primo bacetto?

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