prima parte


  -Come tutto ebbe inizio. (prima parte)


Il suono della sveglia, i lievi raggi del sole penetrare da sotto le tende appese alla finestra.
La ragazzina bionda di appena nove anni, aprì pigramente gli occhi. Era presto,lo sapeva bene, sarebbe arrivata in accademia parecchio in anticipo rispetto al resto dei suoi compagni, ma poco importava. Ci teneva nel far compagnia a mamma prima che andasse a lavoro, non si fidava molto di lui. Era davvero troppo distratto! E con quell'enorme pancione..! Era diventato anche più goffo del solito.
Con fatica si tirò su dal letto, osservando come i raggi del sole, timidamente cominciassero ad irradiarsi nel cielo. Trovava l'alba qualcosa di meraviglioso. Il modo in cui nero della notte lentamente venisse illuminato dal bagliore del sole. Il cielo nero e tetro, cambiare sfumature lentamente, le chiazze da rosa divenire aranciate, poi gialle finchè il sole forte come un dio nella sua indiscussa magnificenza. Si erge alto in cielo osservando le sue piccole creature dall'alto del suo olimpo.

Era affascinante.
Con calma raggiunse il bagno, gusto per darsi una sistemata e prepararsi per andare in accademia. Probabilmente suo padre era già sveglio.
Con ancora indosso il pigiama scesa le scale di quella villa in cui viveva praticamente da sempre, attraversò il salotto raggiungendo la cucina.
Suo padre, come previsto, in piedi dietro i fornelli, indossava già la divisa da shinobi, le maniche arrotolate intorno hai gomiti, il coprifronte poggiato sul tavolo.
"Già sveglia a quest'ora?"
"Devo accompagnare mamma in ufficio stamattina. Mey è in missione, tu tra poco devi andare... Perciò il compito spetta a me!" Fu la pronta risposta della ragazzina, che con fare disinvolto si accomodò dietro il tavolo attendendo la colazione.
"Quel dobe è inaffidabile!" Sospirò il moro storcendo lo sguardo.
"Non vedo l'ora di conoscere il mio fratellino!" La voce della ragazzina era rimasta calma,ma con una piccola nota di felicità.
"Io non vedo l'ora che nasca così non dovrò più subire gli sbalzi d'umore di quell'usuratonkachi!"
"Sappi, che questo usuratonkachi é parecchio incazzato stamattina!"
Sasuke sobbalzò voltandosi molto lentamente verso quella voce, mentre la piccola Akane era sbiancata incrociando gli occhi azzurri del genitore velati di rabbia.
"Ma tu non stavi dormendo?" Sasuke non riuscì a trattenere la domanda. Da quant'è che quel dobe era diventato così silenzioso?
"Provaci tu a dormire con un bambino che scalcia come un forsennato dentro la tua pancia..!" Rispose aggrottando pericolosamente le sopracciglia raggiungendo stancamente il divano.
Con immane lentezza il biondo si piegò leggermente in avanti, tenendosi il pancione con una mano mentre con l'altra poggiata sulla schiena si sedette sul divano.

Era tutta colpa di quel teme se aspettava un'altro figlio. Colpa di quel borioso teme e del suo insaziabile affare!
Quella mattina era cominciata nel verso sbagliato. Tutta la notte aveva sentito il piccolo rigirarsi continuamente, mentre poche ore prima aveva preso a calciare come un matto. Non che non ci fosse abituato! Questo era già il suo terzo figlio. Peccato che il bambino fosse già grandicello. Mancava davvero poco al parto, è finalmete si sarebbe liberato di quell'enorme pancione riuscendo finalmente a stringere il suo bambino tra le braccia.
"Teme sto aspettando la mai colazione..!" Esordì con tono alterato.
L'Uchiha era davvero al limite della sopportazione. Nove mesi di soprusi da parte di quel dobe avrebbero messo a dura prova chiunque. Ma grazie al cielo! Mancava poco ormai.
"Vuoi che ti porti li la colazione?"
"Perchè? Non si capisce?"
Akane inarcò in sopracciglio sconvolta. Quella mattina il genitore era irriconoscibile.
Sasuke si trattene con tutte le forze dal rispore in maniera molto brutale nei confronti di quel dobe biondo del marito, che aveva preso a trattarlo come il suo schiavo.
Ingoiò il boccone sistemando su un piatto da portata la colazione afferrando delle bacchette raggiungendo il marito sul divano porgendogli l'ambita colazione.
Naruto non appena vide il contenuto del piatto corrucciò le sopracciglia.
"Io volevo del ramen! Perchè non ha preparato il ramen?"
"Perchè non avevo abbastanza tempo! Devo andare in missione con i miei alievi, Hokage-sama!" Calcò intenzionalmente l'ultima parola giusto per far intendere al dobe che era colpa sua se il ramen non c'era.
Il biondo sbuffo seccato impugnando le bacchette cominciando a divorare la colazione, mentre il moro stava dando una riodinata alla cucina. Akane salì in camera sua per cambiarsi, seguita poco dopo da Naruto.


Dopo aver rassettato la cucina, Sasuke esaminò per bene la stanza preoccupato. Sarebbe tornato il giorno seguente. Eppure! Non riusciva a stare tranquillo. Akane aveva solo nove anni, malgrado fosse una bambina molto intelligente era ancora troppo piccola. Mey sarebbe tornata entro sera. Ma lei non era affidabile proprio come il dobe.
Ricontrollò il biglietto attaccato al frigo con una piccola calamita a forma di rana. Augurandosi che il dobe per cena non si fermasse a mangiare ramen da Teuchi, risitemò la divisa da shinobi prendendo la sacca coi i kunai e lo zaino da portare con sè per il viaggio raggiungendo l'ingresso.
"Vai gia via?" Naruto scendendo le scale puntò lo sguardo sul marito che fermo davanti allo specchio stava legando il coprifronte al capo.
"Stavo aspettando te!" Adesso il dobe sembrava decisamente più calmo.
Il biondo con molta lentezza scese le scale tenendo una mano sempre premuta sul pancione, come a volerlo sostenere. Pian piano raggiunse il compagno.
"Allora a domani..!" Si sentiva triste. Non avrebbe decisamente dovuto affidargli quell'incarico pochi giorni prima del parto.
"A domani..!"
Come delicatezza Sasuke poggiò le mani sul viso del compagno facendo collidere le loro labbra in un bacio lungo ma al contempo dolce e casto. Per poi risistemargli il mantello da Hokage sulle spalle, posando un altro piccolo lieve bacio sulle labbra del marito.
"Ciao dobe!"
"Ciao..!" Salutò a sua volta Naruto.
"Andiamo anche noi?" Akane si affiancò al genitore.
"Ok.." Sospirò triste.



Naruto e Akane camminavano per le vie del villaggio tranquillamente, la bambina stringeva la mano della mamma nella sua. Entrambi avevano la stessa identica carnagione ambrata e quei meraviglioso capelli biondo dorato. Ad una prima occhiata la piccola appariva quasi come la reincarnazione di Naruto, solo gli occhi era diversi. Neri e affilati come quelli di Sasuke.
"Che ne dici se stasera appena torna Mey andiamo tutti da teuchi?"
"Papà ha lasciato la cena pronta in frigo."
"Lo so..! Ma ho voglia di ramen..! Sei ancora troppo piccola non puoi capire! Quando sarai grande ed avrai dei bambini saprai cosa si prova!" Sbuffò irritato.
Perchè nessuno lo capiva?
"Se devo ridurmi ad una pazza lunatica come te..! Sappi che dovrai pretendere dei nipoti da Mey!"
"Come osi parlarmi così! Fino a prova contraria sono ancora tua madre e il tuo Hokage! Porta rispetto piccola insolente!"
La bambina inarcò un sopracciglio indispettita, preferendo lascair cadere il discorso prima di finire in punizione senza motivo. Nelle ultime settimane gli ormoni del genitore erano alle stelle. Letteralmente.
Proseguirono per le strade di Konoha camminando tranquillamente, era presto e le vie erano ancora semi deserte.


"Vuoi che ti accompagni sù in ufficio?"
Adesso si trovavano sotto il palazzo dell'Hokage, di fronte alla porta d'entrata.
"Non serve! Non sono ancora così mal messo! Sono incinto, ma non rimbambito!"
Akane storse lo sguardo puntando i profondi occhi neri su quel gigantesco pancione.
"Sicuro?" Il tono della voce scettico.
"Si..! A più tardi tesoro."
Con qualche difficoltà il biondo si calò leggermente in avanti posando un piccolo bacio sulla fronte dalla figlia entrando poi nel palazzo.
"A dopo..!" Salutò osservando il genitore entrare dirigendosi poi verso l'accademia ninja di Konoha sospirando.
L'Hokage sparì dietro le porte del palazzo, mentre la ragazza riprese il suo cammino diretta verso l'accademia ninja.
Visto in netto anticipo con cui si sarebbe presentata in accademia, la ragazzina camminava per le via di Konoha con calma, immaginando il visino del suo fratellino.
"Chissà a chi somiglirà? Speriamo non a Mey..! Non voglio un altro esaltato per casa!"
continuando a riflettere, inconsciamente la bambina si ritrovò di fronte l'accademia semi deserta. Solo i sensei erano presenti.
"Akane!"
"Zio Iruka!"
"Già qui?" L'uomo si avvicinò alla bambina. "Sai che benissimo che qui dovresti chiamarmi sensei!" La ammonì bonariamente.
"Si scusa! Ho accompagnato mamma in ufficio. Posso venire con te mentre attendo l'inizio delle lezioni?"
"Ma certo! Dai entriamo così mi dai una mano!"




Al palazzo dell'Hokage, Naruto stancamente si accomodò dietro la scrivania del suo ufficio osservando l'enorme pila di fogli posta alla sua sinistra. Star lì a esaminare carte, e leggere rapporti era l'unica cosa che desiderava fare in quel momento. Percepiva il bambino muoversi dentro di sè. Con delicatezza poggiò una mano sull'enorme pancione carezzandolo, sentendo il piccolo calmarsi. Era un maschietto, l'ecografia fatta ben cinque mesi prima ne aveva confermato il sesso.
"Anche io non vedo l'ora che tu nasca..! Così potrò abbracciarti e coccolarti!" Sorrise spontaneamente.
Fu allora che Shikamaru varcò la soglia d'entrata di quell'ufficio tenendo strette tra le mani un paio di cartelle, incrociando lo sguardo adirato del biondo.
Più che adirato, pareva sul punto di staccare la testa a qualcuno.
Aggrottando le sopracciglia in un espressione seccata, veloce come era entrato, il Nara fece retrofront preferendo lasciare l'infame compito al suo nuovo assistente.
Era ovvio che l'amico quella mattina fosse di cattivo umore. E per esperienza personale, sapeva quanto potesse divenire irritabile una persona in gravidanza.

Girando per il palazzo alla ricerca del suo assistente, l'uomo con i capelli ad ananas immaginava quel piccolo bambino contenuto nel pancione dell'Hokage , come la reincarnazione di Sasuke. Solo un piccolo Uchiha era in grado di minare al perenne buon umore di Naruto Uzumaki.
In lontananza intravide la figura del suo assistente. Un giovane dal fisico longilineo, alto, ma intelligente.
"Ryu vieni ho bisogno di te!"
Il ragazzo appena maggiorenne si voltò. "Mi dica Shikamaru-sama!"
"Porta queste cartelle all'Hokage. E cerca d'essere gentile. Oggi è di pessimo umore." Finì sbrigativo porgendo le cartelle al giovane.
Il ragazzo sgranò occhi e bocca paralizzato, qualche attimo dopo si ridesto deglutendo a vuoto. "Forse e meglio che gli porti un camomilla!"


Naruto stancamente stava dando un'occhiata generica a tutta quella miriade di scartoffie. Avrebbe preferito di gran lunga stare a casa comodamente accovacciato sul suo letto.
Il bussare alla porta irruppè nella stanza.
"Avanti!"
"Buongiorno Hokage-sama! Le ho portato una bella tisana!"
Il biondo stirò un bellissimo sorriso diretto al ragazzo. "Grazie!"
Il ragazzo con fare gentile si avvicinò alla scrivania, posandovi sopra la tazza con la tisana.
"State attento! é ancora calda, rischiate di scottarvi!"
"Sei davvero un tesoro..! Come farei senza il tuo supporto?" Naruto era intenerito dalle premure di quel ragazzo.
Ryu sorrise per poi porgerle cartelle all'Hokage. "Capisco che per voi è un periodo difficile. Siete al nono mese di gravidanza. Ma vi chiedo di resistere ancora un po'!"
"Mi stai chiedendo in modo carino di mettermi a lavoro?" Si imbronciò il biondo seccato.
Quel ragazzo sapeva coma ammansirlo.
"Già!" Sorrise. "Perciò a lavoro!" Esultò pimpante.
L'Uzumaki rilasciò uno sbuffo scocciato cominciando a lavorare.


Un paio d'ore dopo Shikamaru decise di andare a controllare l'andamento della situazione giusto per assicurarsi che Naruto non avesse fatto fuori quel ragazzino. Quando era in preda agli ormoni, la sua personalità mutava spaventosamente.
Sentì delle voci provenire dall'interno dell'ufficio, con cautela aprì la porta lanciando un'occhiata furtiva.
"Vedo che sei ancora vivo..!"
"Che vorresti insinuare?" Lo voce del biondo arrivò dura e tagliente.
L'uomo inarcò un sopracciglio pronto a fuggire.
"Tranquillo sensei! Va tutto bene. Sto dando una mano all'Hokage !" Il ragazzo cordiale sorrise.
Finalmente il Nara potè rilasciare un sospiro di sollievo. Era andato tutto bene.
"Ok, allora io torno di là, ho altre pratiche di cui occuparmi."
"Si, vattene che è meglio!" Fu la pronta risposta dell'uomo con i capelli biondi.
Shikamaru preferì evitare un confronto diretto con il biondo, uscendo da quell'ufficio.
"Cosa vi ha fatto Shikamaru-sama oggi?" Chiese ingenuamente il ragazzo sorridendo.
"Mi riempie di lavoro! Quando sà perfettamente che non sono in vena!" Rispose stizzito l'uomo incrociando le braccia al petto.
Ryu si lasciò scappare un risolino. "Avete già scelto il nome per il bambino?"
"Si! Itachi! Sasuke non è molto convito...! A me invece piace tantissimo!"
"Trovo si perfetto invece!" Sorrise enigmatico il ragazzo.
"Davvero?" Sorrise di rimando il biondo carezzando il suo pancione entusiasta.
"Perchè non bevete la tisana che vi ho preparato? Penso vi aiuterà a rilassarvi!"
"In effetti..!"
Si sentiva davvero stressato, Prese la tazza con la mano sinistra sorseggiando tranquillamente continuava a tenere stretta nell'altra mano il rapporto di una squadra di ambu appena rientrati da un'importante missione.




A lavoro concluso, Shikamaru stanco decise di concedersi qualche minuto di svago andando a controllare a che punto fosse Naruto. In quelle ultime settimane svolgeva il suo lavoro da Hokage per semplice dovere. In effetti affrontare un tale responsabilità nella sua condizione non doveva essere poi così semplice da sostenere.
Con fare annoiato, il Nara attraversò il corridoio giungendo di fronte all'ufficio. Stranamente silenzioso. Aprì la porta trovando la stanza completamente deserta.
"Forse sarà in bagno?" Si chiese. "Aspetterò qui." Scocciato si sedette sulla sedia posta dall'altro lato della scrivania attendendo pazientemente il ritorno del biondo.
I minuti trascorsero, ma di Naruto ancora nulla.
"Che diavolo starà combinando?" L'uomo con il codino iniziava davvero a stufarsi.
"é incinto maledizione! E se si sia sentito male?" Riflettè.
Alla fine non era nemmeno un'ipotesi improbabile. Mancavano pochi giorni alla data del cesario.
"Ma tu guarda se devo fargli da balia!" Con un diavolo per capello, Shikamaru uscì da quell'ufficio raggiungendo il bagno.
Prima di entrare, preferì bussare per sicurezza. Nulla. Nessuno rumore. Sospirando esasperato, socchiuse gli occhi aprendo poi la porta del bagno.
"Naruto guarda che sto per entrare!" Urlò. Ma nulla nessuna risposta.
Adesso era davvero al limite. Con un tonfo aprì la porta entrando. Prese ad esaminare una ad una le toilette. Dell'Hokage nessuna traccia.
"Dove diavolo si sarà cacciato? E con quel pancione poi..!" Si battè un amano sulla fronte decidendo di fare un giro per l'edificio.
Forse Ryu sapeva dove fosse andato a cacciarsi Naruto. In fin dei conti era stato l'ultimo a vederlo.

Un po' in pensiero per l'amico, Shikamaru cominciò a girare per l'edificio alla ricerca del suo assistente.
Dopo quasi un'ora trascorsa nel setacciare l'intero palazzo. Ancora nessuna traccia dell'Hokage e di Ryu. Adesso il Nara iniziava a preoccuparsi seriamente.
Radunò tutti i ninja presenti all'interno del palazzo interrogandoli uno ad uno. Nessuno aveva visto nulla. La questione stava prendendo un brutta piega.
"Possibile che abbia usato la dislocazione per darsela a gambe?" Riflettè ad alta voce.
"Potremo chiedere agli ambu che sorvegliano l'Hokage?" Esordì uno dei ninja presente nel palazzo al momento della sparizione di Naruto.
"Giusto! Perchè non ci ho pensato prima?" Non aveva riflettuto a quel dettaglio. Stava iniziando a farsi sopraffare dalla preoccupazione.

Sempre più in pensiero per l'amico, l'uomo inviò dei ninja per convocare gli ambu ma al loro ritorno...
"Shikamaru-sama brutte notizie." Il tono di voce funereo. "Gli ambu messi a guarda dell'Hokage... Non tutti morti." Concluse chinando il capo.
"Come sarebbe a dire morti?"
Il silenzio in cui si era chiuso il ninja non lasciava repliche.
Shikamaru si portò una mano a coprire gli occhi sconvolto. Questo poteva significare solo una cosa.
"Date l'allarme. L'Hokage è stato rapito!"




Una riunione straordinaria era stata indetta al palazzo dell'Hokage.
"Come diavolo è potuto succedere?" Sakura agitatissima continuava a camminare avanti e indietro per la stanza.
"Non ne ho idea..!" Shikamaru si accasciò su una sedia sfinito. Sentiva la testa scoppiare.
Per tutta la mattina non aveva fatto altro che dare ordini a destra e a manca. Organizzando squadre di ambu e jonin sparpagliandole in giro per tutto il paese del fuoco. Dando poi l'ordine di raggiungere anche gli altri quattro Kage informandoli dell'accaduto.
"é L'HOKAGE!" Urlò la Haruno. "Mica un ninja qualsiasi!" Proseguì sempre più sconvolta.
"Cosa pensi abbia fatto tutta la mattina?" Il moro puntò lo sguardo irritato verso l'ex compagna d'accademia.
"Appena Sasuke lo scoprirà darà di matto!" Riprese portandosi le mani tra i capelli rosa, mentre continuava ad andare avanti e indietro per la stanza.
"é giusto che lo sappia. è suo marito! Ho mandato un ambu ad avvisarlo."
Il suono della porta sbattere violentemente attirò l'attenzione dei presenti.
La piccola Akane con aria trafelata fece il suo ingresso. Il respiro affannato, il visino pallido.
"Cos'è questa storia? Tutta Konoha è in allarme! é vero?" Chiese, con occhi sgranati.
"Purtroppo si." Il timbro di voce basso e preoccupato dell'uomo.
La ragazzina osservava il Nara sentendo le forze venire meno. Era stata lei stessa quella mattina ad accompagnare mamma in ufficio. Non poteva essere sparito così all'improvviso? Non nelle sue condizioni poi!
"Non ci posso credere..!" Non riusciva a credere ad una sola parola. "Papà e Mey?" Chiese un attimo dopo, ancora sconvolta.
"Ho mandato un ambu alla ricerca della squadra di tuo padre. Tua sorella, dovrebbe essere qui a breve."



Camminando lungo il sentiero seguito dai suoi alievi, Sasuke percepì chiaramente un fruscio tra gli alberi. Qualcuno li stava seguendo.
Attivò lo sharingan pronto ad attaccare. Un ambu balzò giù proprio di fronte a lui insospettendolo. Che fosse successo qualcosa?
"Uchiha-sama!" L'ambu educatamente salutò. "Devo darle una spiacevole notizia. L'Hokage è sparito, Shikamaru-sama crede sia stato rapito."
Sasuke si concesse appena un istante di debolezza, socchiuse gli occhi deglutendo a vuoto, mentre un morsa dolorosa gli opprimeva la cassa toracica. per poi riprendere il controllo di sè. Doveva tornare a Konoha e ritrovare il suo dobe.
"Ti affido i miei alievi. Riportali a Konoha." Disse sbrigativo per poi attivare il rinnegan sparendo.



In breve tempo, la notizia della sparizione dell'Hokage del paese del fuoco, fece il giro di tutto in villaggio.
Kakashi insospettito dall'ambigua notizia decise di recarsi al palazzo per avere maggiori informazioni al riguardo.
Al suo arrivo, il palazzo era semi deserto. Salì al piano superiore raggiungendo l'ex ufficio, prima che Naruto subbentrasse come settimo Hokage.
In quel corridoio regnava un silenzio disumano, con passo svelto raggiunse quella porta aprendola. All'interno della stanza, Sakura parlava animatamente con Shikamaru andando avanti e indietro per la stanza, mentre l'uomo sedeva su una sedia poggiato alla scrivania. Sembrava davvero stanco.
Sul piccolo divano posto accanto alla finestra la piccola Akane in perfetto silenzio osservava il cielo. Per un attimo si soffermò ad osservare la bambina. Somigliava sempre più a suo padre, nonostante l'apparente somiglianza con il biondo, i tratti del suo viso erano quelli tipici degli Uchiha.
"Kakashi!" Sakura fu la prima ad accorgersi dell'arrivo dell'ex sensei. "Ha saputo?" Chiese la donna sempre più in ansia per il suo migliore amico.
"Si. La notizia dilaga per tutto il villaggio. Com'è successo?"
"Qualcuno ci ha traditi." Shikamaru ci aveva riflettuto sù a lungo. Era l'unica ipotesi.
Non c'erano segni di lotta all'interno di quella stanza, era avvenuto tutto così all'improvviso..
"Chiunque sia stato. Deve aver organizzato il rapimento di Naruto nei minimi dettagli." Aggiunse pensieroso.
"Sono sempre più sicura che c'entri anche il tuo assistente! Daltronde è stato l'ultimo a vederlo! E guarda caso! é sparito anche lui!" Sputò velenosa la rosa.

"Sakura calmati! Non è il momento per lasciarsi sopraffare dalla collera!" Bonariamente l'uomo dai capelli argentei cercò di placare l'ex alieva. Anche se in fin dei conti poteva anche comprendere la sua rabbia.
"Non avete riflettuto all'ipotesi che magari se la sua svignata volontariamente con l'aiuto del tuo assistente?" Riprese scettico. Era del tutto assurdo che qualcuno mirasse a rapire l'Hokage. La pace regnava a Konoha da molti anni ormai.
"Allora come me li spiega le guardie ambu trovate uccise?" Sakura lo aveva urlato.
"Mi scusi sensei! Sono preoccupata.." Si ridesto un istante dopo, pentendosi per il tono usato.
In quell'istante, Sasuke irrompè nell'ufficio teletrasportato lì, dal potere del suo rinnegan.
"Ditemi che è uno scherzo!" Esordì il moro notando la figura della sua bambina seduta accanto alla finestra guardare il cielo intristita.
"No. Non è uno scherzo!" Rispose l'Hakate.
A quanto pareva non era affatto uno scherzo. Stava accadendo realmente. Ma perchè proprio adesso?
"Papà!" La bambina si voltò verso la figura del padre raggiungendolo.
Riusciva a riscontrare la preoccupazione dilagare sul suo viso, turbando quella sua calma perenne.

L'uomo dai capelli corvini ancora in piedi, prese in braccio la figlia stringendola al petto. La piccola indispettita, provò a scansare quell'abbraccio, si sentiva troppo cresciuta per certi gesti affettuosi in pubblico. Percependo le mani di suo padre tremare. Capì che ne aveva bisogno. Non poteva negargli un po' di conforto.
"Spiegatemi nei minimi dettagli che diavolo è successo!" Tenendo ancora la figlia tra le braccia, Sasuke con tono duro pose quella domanda.
Shikamaru fece velocemente un piano della situazione. Si era già fatto qualche idea sul come fossero andatele cose, iniziando a sospettare che Ryu fosse realmente coinvolto nel rapimento.




Correndo tra i rami degli alberi Mey dopo aver appreso da una squadra di jonin che pattugliava la zona, infischiandosene altamente degli ordini del suo sensei. Lasciò la quadra correndo a perdifiato verso Konoha.
La ragazzina di appena tredici anni, giunta al villaggio, corse verso quel palazzo che da qualche tempo era diventata quasi come una seconda casa. Fin troppo spesso di era ritrovata lì fin da bambina.
Balzando sul tetto di una casa, proprio di fronte al palazzo dell'Hokage, compiè un ultimo grande salto parandosi proprio davanti alla finestra di quell'ufficio piombando dentro sotto gli occhi dei presenti.
"Mey..! Ti pare questo il modo di irrompere?" Sakura vi voltò verso la ragazzina.
"Ho saputo quello che è successo e sono subito corsa qui!" Gli occhi azzurri sgranati, il viso preoccupato.
Si voltò verso suo padre che teneva il braccio la sorella minore.
"Perchè sei ancora qui?! Dobbiamo andare a cercarlo!"
Sasuke sobbalzò, sentendosi accusato ingiustamente. "Chiudi il becco e ocupati di tua sorella! Noi partiremo!" L'Uchiha si voltò verso i presenti.
"Sakura, Shikamaru! Voi venite con me! Mi serve anche il fiuto di un Izunaka e il byakugan di uno Hyuuga."
"Io non posso unirmi a voi! Chi si occuperà del villaggio?" Shikamaru inarcò un sopracciglio. La faceva facile l'Uchiha. Si stava concentrando solo sulle ricerche del marito, non curandosi di tutto il resto.
"Vai pure! Mi occuperò io del villaggio fino al vostro ritorno!" Si intromise Kakashi.
"Riassumerà la carica di Hokage?" Mey si voltò verso l'uomo ponendo la domanda che al momento frullava nella mente di tutti i presenti.
"Solo temporaneamente. Finché non avrete ritrovato Naruto." Rispose.
"Voglio venire anche io!"
Sasuke allargò gli occhi furibondo voltandosi, verso la figlia maggiore. "Tu rimarrai qui a Konoha!"
"NO!" Urlò la ragazzina. "Io vengo con voi!"
"Mey.. Non farmi innervosire!" Sempre più alterato l'uomo fulminò la figlia.
"Io vengo con voi! Che ti piaccia o meno!" Rispose sicura di sè la ragazzina dai capelli corvini. Non sarebbe rimasta li con le mani in mano.
L'Uchiha già esasperato per conto suo, preferì lasciar perdere. Non aveva tempo per mettersi a discutere con quella peste, doveva trovare Naruto il prima possibile.
"Proporrei di organizzare due gruppi di ricerca." Shikamaru intanto aveva elaborato una strategia.


Nel giro di un paio d'ore, al palazzo erano stati convocati alcuni degli ex compagni d'accademia dell'Uchiha. Il gruppo era stato suddiviso in due squadre.
Nel gruppo di Sasuke avrebbero preso parte: Sakura come ninja medico, Hinata per il suo Byakugan, Rock lee e Sai.
Mentre nel gruppo di Shikamaru: Mey con il suo Sharingan, Kiba e Akamaru per il loro fiuto, mentre Ino e Choji insieme a Shikamaru erano un trio perfetto.
La partenza avvenne il giorno seguente alle prime luci dell'alba.



Al loro rientro in casa, per i tre componenti della famiglia Uchiha fu davvero difficile. Sasuke percependo l'ansia e la preoccupazione attanagliarlo, nel preciso instante in cui varcò la soglia della camera che condivideva con Naruto, richiuse la porta incapace di accettare la realtà.
"Papà!" La voce di Akane irruppè. "Non voglio andare da Iruka.. Vorrei rimanere qui a casa!"
"Andrai da Iruka! Non puoi rimanere da sola. Non sappiamo quanto dureranno le ricerche!"
"Sono abbastanza grande. So badare a me stessa!"
"Non voglio sentire repliche!" Il tono duro. Già l'ansia lo stava tormentando di per sè, ci mancavano solo i capricci delle sue figlie.
La bambina offesa girò i tacchi raggiungendo la sorella al piano di sotto.
L'uomo, socchiuse gli occhi rendendosi conto della reazione esagerata avuta nei confronti della figlia per una cosa da nulla. Tornò ad osservare la porta della sua camera da letto entrando per poi richiudere la porta alle sue spalle.
Diede un'occhiata veloce alla stanza. Era rimasto tutto come lo aveva lasciato quella mattina, notò il pigiama di Naruto abbandonato in un angolo sul bordo del letto, inconsciamente lo raggiunse afferrando il pigiama inspirandone l'odore, sentendo quel dolore nel petto aumentare.
"Giuro che vi riporterò a casa da me! Fosse l'ultima cosa che faccio!" Si dissè sentendo la rabbia invaderlo.
Chiunque avesse osato rapire suo marito e suo figlio l'avrebbe pagata molto cara.


Akane furiosa per il modo insensato in cui suo padre la aveva urlato contro, scesa al piano di sotto raggiungendo sua sorella, che in cucina stava trafficando dietro i fornelli.
"Che stai facendo?" Irruppè la più piccola delle due sedendosi su una sedia con le braccia conserte.
"Preparo qualcosa per il viaggio. E qualcosa da lasciare pronto anche per te!"
"Io vado da zio Iruka non lo sai?"
"Akane..! Ho sentito papà poco fa. Cerca di capirlo! è preoccupatissimo per mamma e il bambino."
"Lo so! Anche io sono preoccupata! Ma non mi metto a urlare contro tutti!"
"Prova a riparlarci più tardi! E prendi una copia delle chiavi di casa per evenienza!" Riprese Mey.
"Sei sempre la solita..!" Akane si concesse un piccolo sorriso intristito.




5 del mattino.
Sasuke accompagnato da entrambe le sue figlie sostava alle porte del villaggio della foglia, attendendo che il resto dei componenti dei due gruppi arrivasse. Era giunto nettamente in anticipo, ma rimanere in quella casa con le mani in mano lo stava dilaniando. Doveva agire subito.
La piccola Akane in piedi vicino alla sorella stava ricevendo le ultime raccomandazioni.
Man mano i componenti del gruppo giunsero al luogo dell'appuntamento.
Sasuke rivolse un ultimo sguardo alle sue bambine. Carezzò i capelli biondi della più piccola.
"Scusami per ieri sera. Sono davvero troppo stressato, mi dispiace aver urlato in quel modo."
"Non fa niente, lo capisco!" La bambina di appena 9 anni chinò il capo, in fondo comprendeva lo stato d'animo del padre.
"So che hai le chiavi di casa. Non sono ancora rimbambito del tutto, ma cerca di stare attenta. OK?"
"Si! Fate presto!" La bambina si voltò verso la sorella maggiore.
"Faremo anche l'impossibile pur di trovarli e riportarli sani e salvi a casa!" La ragazza tredicenne stirò le labbra in un bel sorriso abbracciando la sorellina.

Il gruppo si divise come prestabilito il giorno prima, dando il via alle ricerche.





*****
"Roku-san! Non vorrei sembrare sfacciato.. Ma non pensa sia pericolo?" Ryu sostava in piedi accanto ad un uomo di qualche anno più grande di lui.
"Per questo stiamo procedendo lentamente. Dobbiamo assicurarci che l'Hokage non possa usare il suo chakra o quello della volpe a nove code!"
L'uomo alto dal fisico possente, teneva i capelli castani tirati indietro, osservando la scena con quei suoi occhi di un verde molto scuro, il coprifronte di Konoha legato al collo, mentre un sorriso divertito adornò il suo viso.
Il ragazzo, tornò ad osservare il ninja che stava compiendo un sigillo sull'Hokage, udendo le urla di dolore del biondo.
*****



Un freddo pungente, accompagnato da una serie di dolori indefiniti sparsi per tutto il corpo. Con estrema lentezza l'uomo dai capelli biondi aprì stancamente gli occhi, la tenue luce della luna penetrava da una fessura posta in altro un stanza scavata nella pietra che da giorni era divenuta la sua prigione.
"Quanti giorni sono passati?" Si chiese posando una mano sul pancione tondo. Sentiva il bambino agitarsi dentro di sè.
Non lo avevano ancora ucciso. Si erano limitati nell'imprimergli un sigillo al giorno.
Anche quella mattina lo avevano condotto un quell'enorme stanza,imprimendogli l'ennesimo sigillo. Era stato dolorosissimo, non sarebbe riuscito a sopportare ancora a lungo quella tortura. Fece un conto approssimativo di quanti sigilli gli erano stati impressi.
"Saranno almeno 6!" Riflettè. "Allora è già trascorsa una settimana..!"
Il cigolio della porta attirò la sua attenzione. Con fatica si sedette su quel futon impolverato osservando la figura dell'uomo di fronte a sè.
"Ben svegliato Hokage-sama! Le ho portato qualcosa da mangiare. Non vorrei mai che il suo bambino morisse di stenti..!"
L'uomo sorrise malignamente entrando nella stanza, richiudendola alle sue spalle, portando con sè un vassoio pieno di cibo.
"Perchè state facendo tutto questo?" Naruto aveva provato spesso a chiedersi il perhè di quelle azioni.
"La cosa non la riguarda!" L'uomo, stirò un altro piccolo sorrisetto odioso, inginocchiandosi di fronte al biondo.
"é per Sasuke?" Chiese nuovamente. Proprio non capiva.
L'uomo, poco più grande di lui, scosse la testa, incrociando gli occhi castano chiaro con quelli azzurri dell'Hokage.
"Voglio vostro figlio Hokage-sama!" Scrollò le spalle. "Vedete! Non sono una persona poi così spregevole, mi preoccupo per il vostro bambino e vi parlo ancora usando il titolo che vi spetta! Nonostante non lo meritiate."
Naruto percepiva la rabbia crescere, invadergli il corpo come un veleno. Quel maledetto voleva suo figlio. Per farne cosa?
"BASTARDO! GIURO CHE ME LA PAGHERAI! E CON TE ANCHE TUOI FRATELLI! " Urlò.
Avrebbe tanto voluto riempirlo di pugni fino cancellare quel sorriso odioso dal suo volto. Peccato che non potesse fare molto. Il suo chakra era sigillato insieme a quello di Kurama, per non parlare della gravidanza. Quella gli impediva di compiere qualsiasi cosa.
"Vi consiglio di mangiare qualcosa! Domattina dovete svegliarvi presto!"
"Hiro!"
Naruto sentì una voce provenire dal corridoio attirare l'attenzione del suo carceriere.
L'uomo lasciò un ultima occhiata odiosa ricolma di divertimento sull'Hokage sparendo dietro la porta.

Naruto, sentì l'odio invadergli le viscere come non gli era mai successo in tutta la sua vita. Aveva subito davvero di tutto in vita sua, eppure mai nessuno era riuscito a portarlo a quel punto.
La cosa peggiore forse era: non riuscire a capirne il perchè?
Eichi, Hiro e Roku era sempre stati dei fedeli ninja per Konoha. Per anni aveva svolto i loro compiti in modo diligente. Perchè adesso gli si rivoltavano contro in quel modo?
E sopratutto. Perchè volevano suo figlio?
L'uomo dai capelli biondi percepì il proprio bambino muoversi come un ossesso dentro di sè.
"Hai fame?" Poggiò una mano sul pancione carezzandolo dolcemente.
In effetti anche lui stava morendo di fame. In quei giorni i prigionia si era ritrovato spesso nel perdere i sensi a causa del forte dolore procuratogli dal rituale per i sigilli, saltando i pasti.
Malgrado la rabbia, non poteva nemmeno lasciar morire il suo piccolo. Ingoiò l'orgoglio, avvicinandosi lentamente al vassoio pieno di cibo divorando tutto.
Stanco si accovacciò su quel futon, mentre carezzava il suo pancione intristito.
"Sasuke ti prego..! Vieni a salvarci!"



*****
Hiro camminava lungo quel corridoio scavato nella pietra seguendo suo fratello maggiore.
Gli ci erano voluti mesi e mesi di ricerche per trovare quel nascondiglio. Probabilmente apparteneva a qualche gruppo di ribelli, nel periodo della quarta guerra.
Quando per puro caso ritrovarono quel posto a nord del paese della cascata, quasi al confine con il paese della terra.
"L'Uchiha si sta avvicinando." Esordì il maggiore dei fratelli. "è stato avvistato insieme ad un gruppo di ninja, mentre un altro gruppo capitanato da Shikamaru Nara, è stato avvistato al confine del paese dalla pietra. Domani mattina porteremo a termine il piano. L'Uchiha si muove in fretta, tra due giorni al massimo sarà già qui."
Hiro ascoltò le parole di Eichi, sorridendo sadico. "Non vedo l'ora!" Ghignò l'altro seguendo il fratello, dovevano informare anche il fratello minore: Roku.
*****



"Buongiorno Hokage-sama! Ben svegliato!"
La voce tagliente ricolma di scherno, al contempo divertita di Hiro giunse alle orecchie di Naruto come lame.
L'uomo ad un soffio dal viso del biondo, gli sussurrò quelle parole nell'orecchio.
"Piantala di fare l'idiota! E aiutalo ad alzarsi. Dobbiamo sbrigarci!" Eichi sull'uscio riprese il fratello.
Il biondo sobbalzò colto alla provvista. Tra tutti e tre, il secondo gemito era senza dubbio il più inquietante, sembrava un folle.
"Su bellezza! Andiamo, il dottore ci aspetta!"
"Dottore?!" Nell'udire quel nome, Naruto percepì sempre più prepotente la paura di ciò a cui lo avrebbero costretto.
"Si tesoro mio..!" Sorrise nuovamente stringendolo per le braccia costringendolo a mettersi in piedi contro la sua volontà. "I bambini non li porta la cicogna! Pensavo lo sapessi già!"
"NOOO!!! LASCIAMI!" Urlò di rimando l'altro dimenandosi.
"Ehi, Eichi! Chiama Roku mi serve una mano! L'Hokage fa i capricci!" Urlò verso il fratello tentando di bloccare il biondo che spaventato da quelle parole continuava a ribellarsi.

Pochi istanti ed il minore tornò portando con sè una siringa che conficcò nel braccio dell'Hokage.
Naruto sentì le forze venire meno, rimanendo cosciente, mentre quel pazzo lo prese da sotto le ginocchia avvolgendogli un braccio intorno la schiena caricandolo in braccio.
"Sei un bel tipetto! Come a fatto l'Uchiha a domarti?" Rise sguaiatamanente camminando lungo quel corridoio. Mentre la rabbia dell'Uzumaki si triplicava a vista d'occhio.
Qualsiasi cosa gli avessero iniettato intorpidiva solo il corpo, la sua mente era lucida, perfettamente consapevole di ciò che lo circondava.

Proseguirono per un tempo che al biondo parve infinito osservando quel posto da cima a fondo. Venne condotto in una grande stanza rudimentale, sembrava una sala operatoria allestita alla buona.
Adesso il suo terrore stava prendendo forma. Volevano far nascere il suo bambino.
Con ancora indosso i suoi abiti venne adagiato su quella sorta di lettino. Braccia e gambe bloccate da cinghie rinforzate, mentre un tizio con indosso camice, mascherina, guanti e cuffia da chirurgo, si apprestava nel conficcargli un ago nel braccio seguito da varie sonde.
Naruto sempre più terrorizzato, sentiva le lacrime premere, pregando che Sasuke arrivasse prima che accadesse l'irreparabile.

Il medico accompagnato da altre due persone abbigliate allo stesso modo, si stavano occupando si lui. Fatta l'anestesia, il dottore si preparò ad operare, mentre l'Uzumaki sopraffatto dalla paura sentiva le lacrime rigargli il volto. Avrebbe fatto un'orribile fine se lo sentiva. Fino a quel momento aveva sperato, pregato di salvarsi. Ma il suo destino ormai, pareva inevitabile.

Sentì distintamente dei rumori metallici accanto a sè, vedendo il suo pancione coperto da un telo, mentre il medico armeggiava, pronto a far nascere suo figlio.
Eichi, Hiro e Roku sostavano accanto alla porta in attesa. Quel tempo apparve infinito agli occhi dell'Uzumaki, finchè il pianto di un bambino non irruppè nella stanza. Uno degli infermieri tirò fuori una coperta avvolgendola intorno a suo figlio, non riuscendo a vederlo a causa di quel telo che ancora gli ostruiva la visuale.
"Fammi vere questo piccolino!" Roku i minore dei suoi rapitori si avvicinò pretendendo un braccio suo figlio. Mentre Naruto sentiva sempre più prepotente quel dolore viscerale. Gli stavano portando via il suo piccolo, e non poteva far nulla per salvarlo.
Il medico tornò a trafficare dietro quel telo, mentre Hiro posò uno sguardo compiaciuto sul biondo.
"Lo vuoi vedere?" Gli chiese come a volerlo prendere in giro.
"é mio figlio!" Sbottò l'Hokage sforzandosi, sentendo ancora il corpo intorpidito dalla strana sostanza iniettatagli.
Hiro fece cenno al fratello che ancora teneva tra le braccia il bambino, di avvicinarsi al biondo. Quest'ultimo raggiunse il lettino scostando leggermente la copertina.

Naruto sentì le lacrime sempre più forti. Era bellissimo: la pelle chiarissima,i ciuffetti neri ad adornare la sua piccola testolina, mentre il bambino apri gli occhietti rivelando due iridi nerissime come la notte.
Era tale e quale a suo padre. Naruto avrebbe tanto voluto stringerlo tra le sue braccia, ma le cinghie a cui era costretto glielo impedivano.
"Ho finito!" Il medico tolse i guntati in lattice lasciando la stanza mentre gli infermieri lo liberavano.
Hiro con sguardo divertito si avvicinò al biondo caricandoselo nuovamente in braccio.
"Sei stato bravo! Adesso vieni con me! Abbiamo ancora molto da fare!"
L'Hokage strinse gli occhi percependo il dolore lancinante allo stomaco. I punti tiravano da impazzire e sentirsi prendere e sbattere come una bambola di pezza non lo aiutava affatto.
I suoi rapitori proseguirono per i corridoi di quel covo. Naruto stretto tra le braccia di Hiro che non perdeva occasione per schernirlo, mandandolo in bestia. Mentre Roku teneva in braccio il bambino camminando affianco al fratello.
Il biondo non staccò nemmeno per un'istante lo sguardo da suo figlio. "Voglio tenerlo in braccio!" Rantolò disperato.
"Daglielo!" Ordinò Eichi, giungi in una grande sala dove un'enorme statua demoniaca troneggiava.

Cautamente, Hiro aiutò il biondo nel sedersi a terra poggiato alla piccola scalinata composta da soli tre gradini che conduceva ad un altare posto proprio in corrispondenza della statua demoniaca.
L'Uzumaki osservò quel posto con ansia crescente, mentre Roku gli porgeva suo figlio.
Tese le braccia stringendo forte il suo piccino a sè, percependo i singhiozzi premere in gola per uscire. Ancora si domandava cosa avesse fatto per meritarsi una fine tanto orribile? E perchè Sasuke non arriva? Baciò il visino del suo piccolo, mordendo le labbra per trattenere il più possibile quel magone che gli opprimeva la cassa toracica.
Sentiva il corpo intorpidito dagli anestetici, il chakra bloccato dai sigilli, era senza difese, solo, nelle mani di quei folli.
"Ti voglio un mondo di bene piccolo mio..!" Rantolò rivolto al suo bambino mentre quelle lacrime inesorabile gli appannavano la vista.
"Ti ho sempre amato fin dal primo giorno!" Proseguì mentre la disperazione prendeva il sopravvento.
"Su bellezza dobbiamo iniziare!" Hiro con quei suoi modi odiosi afferrò il bebè porgendolo nuovamente al fratello minore, sotto le imprecazione del biondo, afferandò l'Hokage costringendolo a sdraiarsi su quell'altare.

"Che volete farmi?" Urlò, vedendo il suo bambino venire sistemato su un altarino più piccolo a pochi metri di distanza.
"Penso sia evidente!" Asserì il maggiore stringendo le catene intorno hai suoi polsi mentre il fratello gli legava le caviglie. "Vogliamo anche la volpe a nove code!" Concluse serissimo.
Subito dopo dopo gli scoprì lo stomaco mostrando il sigillo seguito dai punti di sutura freschi, per il parto avvenuto nemmeno un'ora prima.
"Voi non conoscete la chiave per sciogliere il sigillo!"
"Oh..! Certo che la conosciamo! Ryu ci ha fatto da spia per mesi e mesi!" Ghignò divertito quel folle del secondo genito avvicinandosi all'altare lasciando scorrere le dita della mano destra lungo l'addome del biondo carezzandogli il sigillo.
"Ti ho sempre trovato davvero attraente bellezza..! Se non fossi stato difettoso.. Forse ti avrei concesso un sciance!" Terminò allontanandosi.
"HAAA!! TI ODIO! TI DETESTO" Urlò l'altro sentendosi paragonato ad un oggetto mal riuscito. Mentre quel pazzo sogghignava compiaciuto.
"Basta giochetti! Cominciamo!" Decretò sempre il maggiore dei tre.

Naruto vide il maggiore avvicinarsi a lui compiendo alcuni sigilli con le mani poggiandole poi sul suo stomaco sciogliendo il sigillo. Un dolore viscerale lo assalì, sentendosi quasi strappato in due, le lacrime scorrevano a fiotti, mentre suo figlio posto su quell'altarino cominciò a piangere e urlare spaventato.
Nonostante il dolore atroce, voltò il viso verso il figlio, percependo al dolore fisico aggiungersi anche quello emotivo. Intravide Hiro e Roku avvicinarsi ad Itachi compiendo alcuni sigilli mentre il demone veniva liberato imprigionato passando poi nel corpicino di suo figlio.
"Ahhhh!!!!" Urlò sentendo quel dolore fisico drasticamente aumentare sotto lo sguardo impassibile Eichi.
Intravide lo spirito di Kurama passare dal suo corpo a quello del piccolo Itachi che urlava e piangeva disperato. Mentre le lacrime gli appannavano la vista.
Il rituale durò per qualche altro istante, Il biondo si lasciò andare sfinito contro l'altare sempre più debole, mentre quel dolore viscerale pareva soltanto aumentare.

Mantenne lo sguardo rivoltò verso il suo piccolo che piangendo disperato venne preso in braccio sempre da Roku. Gli si avvicinò osservandolo con astio.
"I-Itachi..!" Rantolò il biondo voleva poter stringere un ultima volta suo figlio al petto. Era evidente il fatto che fosse giunta la sua ora.
"Andiamocene!" Ordinò il maggiore dei tre volgendo uno sguardo si sufficienza al biondo.
"é stato un piacere Hokage-sama! é grazie per il regalo!" Sorrise beffardo Hiro indicando il bambino. "Penso che Itachi sia il nome più appropriato!" Concluse allontanandosi con i fratelli lasciandolo li agonizzante.

Naruto sfinito, sentiva la vita scivolargli via dalle mani, il corpo dolorante, diventare sempre più debole, mentre la lacrime scorrevano ancora incontrollate a causa dei dolori al ventre. Si sforzò con tutto le sue forse di sollevare la testa, notando i punti di sutura aperti, il sangue scorrere copioso lungo il suo corpo.
"S-Sasuke.." Rantolò in preda alla disperazione.
Era rimasto lì, completamente solo e agonizzante. Socchiuse gli occhi, sentendo il respiro sempre più stanco, mentre le forze lo abbandonavano letteralmente.

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