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Non potevo più sopportarlo.
Le sue fattezze mi davano repulsione al primo, fugace sguardo, e la sua voce infestava i miei incubi come un demone del passato. Volevo vederlo scomparire
annegare
soffocare
nella più atroce delle agonie, per tutto il male che mi aveva causato.
Per i capelli strappati,
per la gola scorticata,
per gli organi divorati.
Tutto questo... sparire, morire, svanire, gridare... tutto questo, io glielo avrei fatto!
Era una vendetta che desideravo da anni, meditavo da mesi e pregustavo da giorni.
Fino a quando, ecco! Senza piani metodici, senza armi chimiche, tane degli incubi e inutili orpelli da film dell'orrore. Non servì nulla, e accadde tutto: semplicemente, era il momento.
Quando la mia lama trovò infine il suo collo, gaudio e furore intonarono canti
e sentii inumani vespri provenire dal mio cuore.
Lanciai un'ultima occhiata di vittoria
a quel volto sfigurato.
QUel
VolTo
SfIguRatO.
..cOsì... SimILe...
......
..
.al MIO.
MI trovarono il giorno dopo, riverso nel mio sangue. Il coltello ancora nella gola, lo specchio ormai rotto tra le mani.
Perlomeno, sorridevo ancora.
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