#06 - Chasm - Secrets you keep

Salve mie adorate cavie, andiamo dritti al sodo perché oggi ho parecchio da dire. Dunque, la bella cavia che ho sul tavolo del mio laboratorio è "Chasm - Secrets you keep" un thriller paranormale ad opera di Skadegladje. Personalmente conoscevo già l'autrice per il suo fantastico servizio di grafica con il quale fa davvero lavori mozzafiato (dovrò chiederti qualcosa quando scriverò una storia originale ahah), ma non avevo letto nulla di suo. Ebbene non è brava solo con photoshop! Chasm è un'opera cruda, scritta bene e con una trama intrigante come il genere impone, provate per credere. 
Per quanto riguarda la mia modifica, ho deciso di rovinare la prima parte del primo capitolo "REPORT 00100 - Ordinary day".
Buona lett... no, fermi! Ancora un'ultima cosa. Facciamo un gioco.
Ho inserito varie citazioni tratte da roba a caso che mi è venuta in mente, voglio vedere se riuscite a trovarle tutte. Alcune sono difficili, vi avverto! Buona caccia e buona lettura!

Jane posò la solita tazza di caffè fumante accanto al suo vecchio scudo. Una piccola pila di rapporti era già sistemata davanti a lei, la sua biro nera con il tappo mangiucchiato era l'ultima superstite che se ne stava al sicuro nel portapane, tutte le altre le aveva ciulate durante la pausa pranzo e ficcate in borsetta. Beccatevi questa, bastardi.

Si sedette imprecando contro i postini maledetti, pronta a portare avanti un'altra di quelle giornate che rompono più palle di un circolo bocciofilo in un quartiere residenziale, quando vide un post-it giallo evidenziatore attaccato allo scudo rotondo a strisce bianche e rosse ed una stella al centro in campo blu.

"Scemo chi legge" c'era scritto, in una grafia ignobilmente disordinata e più inguardabile dell'ultimo tatuaggio di Leonard Shelby.

Non c'era neanche il nome di chi l'aveva lasciato ma, vista la grafia al limite dell'analfabetismo, non ce n'era davvero bisogno.

Alcuni, lì all'Agenzia Investigativa dei Casi Umani di New Raccoon City, ne venivano direttamente dal lavoro sul campo, inteso come campo di patate. Erano degni discendenti dei braccianti medievali. Tarzan non si era mai scomodato di far capire subito cosa volessero dire tutti i suoni gutturali e gli insopportabili sputacchi con cui ci annaffiava in continuazione (RASENGAN, FANCUL, 'TACCI TUA e tante altre). Diavolo, certe volte sembrava parlasse completamente tutt'altra lingua, di certo affascinante, ma avrei dovuto lasciarlo nella foresta a pulirsi il culo con le foglie. Jane era sicura che Tarzan a volte ci prendesse veramente gusto a fracassare le pelotas alla gente. Gli piaceva quasi quanto le banane; ma almeno lui le mangiava soltanto, le banane.

Lanciò una sfera arancione con quattro stelle dietro la nuca di un collega dell'ufficio, facendogli rovesciare il caffé sul computer; aveva due ore prima di una riunione, quindi perché non rompere il cazzo a qualcuno nel frattempo? Magari se la riunione non fosse durata troppo, al suo ritorno avrebbe potuto spostare la macchina sul retro del palazzo, vicino l'uscita d'emergenza, concludere il lavoro e poi dileguarsi con la fotocopiatrice nuova nel bagagliaio. E perché no? Forse avrebbe anche potuto provare a ciucciarsi via il televisiore al plasma della sala conferenze. Gli serviva proprio con la nuova ps4.

Le venne quasi da ridere. Chi l'avrebbe mai detto? In un'organizzazione vasta e importante come quella in cui lavorava lei, in cui per essere assunti bastava impressionare il capo dello staff con un rutto di almeno dodici secondi, la sua più grande preoccupazione era quella di tornare a casa con qualche apparecchio elettronico in più. La pagavano troppo poco, bastardi.

Sorseggiando il caffè tiepido, iniziò a leggere dei rapporti a caso per ammazzare il tempo.

Il primo rapporto, codice 555-2368, era un semplice intervento di disinfestazione, con l'obiettivo di assicurarsi che una certa merdina verdognola, secondo le loro leggi, lasciasse in pace un famoso Hotel di lusso. Qualche danno di troppo, ma la missione si era conclusa con un successo.

Il secondo riportava di un ebete sovrappeso che ha devastato mezza città lottando contro un pollo umanoide estremamente tenace, tutti i dati riportati con incredibile minuzia.

Il terzo era su un matto che andava a cagare nei serbatoi dell'autolavaggio di Walter, cosicché i clienti si ritrovassero letteralmente in un mare di merda.

Gli ultimi due rapporti citavano le posizioni Hill Valley e del Rivendell, con date di esecuzione rispettivamente venticinque ottobre 1985 e venticinque ottobre 3018.

Aggrottò le sopracciglia e rilesse con attenzione gli ultimi due rapporti. Le consegne delle missioni erano a 1033 anni di differenza, e nemmeno nello stesso universo narrativo. Era difficile che i Sistemi Operativi esponessero in quel modo una situazione che si sarebbe potuta rivelare pericolosa, anche perché 1) Windows fa cagare 2) iOS è inutile quanto un buco del culo sul gomito e 3) Android si impalla. Tralasciando il fatto che i Sistemi Operativi raramente vengono comprati in negozio.

Jane si grattò il sedere, lì dove sulla sua pelle era impresso il marchio di uno stivale taglia 44; era in momenti come quelli che si ricordava di non andare a ficcare il naso nel ripostiglio dei detersivi, a farle capire tutto, ci aveva pensato l'Inserviente, con una bella pedata di quelle sorde e dolorose.

Chiunque entrava in quello stanzino riceveva la pedata una volta raggiunto il momento giusto, a sorpresa, un calcione di quelli che ti fanno fare una capriola sul posto tra gli applausi generali.

Il marchio, a seconda dello stivale, indicava la forza della pedata. Quello di Jane era molto sottile, vagamente violacea, il che significava che l'aveva presa di suola e non di punta o collo. Ma a lei andava più che bene così.

Da quando aveva abbandonato il lavoro al Paiolo Magico come consulente, il poco potere che l'AICU le aveva fornito era come andato scemando.

Non che le fosse mai dispiaciuto il lavoro d'ufficio, ormai riusciva quasi a gestire un mercato nero con i beni trafugati all'azienda. Il fatto di avere le rate da pagare della macchina le dava la giusta motivazione.

Eppure quella sensazione che sembrava galleggiare costantemente oltre i limiti della sua percezione...

SPOILER: Qui di seguito si fa riferimento ad eventi del Trono di Spade, se non l'avete visto/letto potreste voler terminare qui la lettura per evitare anticipazioni. Era troppo perfetta questa scena per non inserirla!

"Ehi." Una voce la distrasse dal suo ragionamento. Sollevò lo sguardo e incontrò quello di Sam; stava sorridendo e si erano formate delle piccole rughe intorno ai suoi occhi. Aveva ancora la mantella nera addosso, doveva essere appena arrivato, ma i suoi occhi erano pieni di felicità.

"Ciao Sam, come va?" rispose lei, ricambiando il sorriso.

"Un mucchio di bruti, come al solito. Ha ricevuto l'invito?" Jane sollevò le sopracciglia; invito?

"Che invito?" chiese dubbiosa, portandosi alle labbra la tazza di caffè ormai quasi vuota.

"Del matrimonio!" Jane quasi si strozzò per la sorpresa. Sam scoppiò a ridere, ma le diede qualche pacca sulla schiena per non avere quella povera bastarda sulla coscienza. "Immagino che tu non sappia ancora niente, ho un amico che ha lo stesso problema" commentò ancora con fare divertito.

"Avanti allora, non tenermi sulle spine, chi ha fatto il grande passo?"

"Robb" rispose lui con un sorriso.

"Robb e Talisa? Ma è meraviglioso, sono fantastici insieme." Il sorriso che si stava allargando sulle sue labbra era genuino. I due si erano incontrati sul campo di battaglia; Robb aveva appena iniziato la guerra contro i Lannister. Nel giro di pochi mesi aveva presentato a tutti Talisa, la ragazza di Volantis era diventata automaticamente parte della loro grande famiglia di sfigati. Il loro matrimonio era una fantastica notizia. Per i Frey. "L'invito sarà sicuramente sepolto sotto tutti questi rapporti," commentò Jane sollevandone sgraziatamente alcuni. "Grazie per avermelo detto, almeno so cosa devo cercare" concluse con un sorriso.

"Eh, figurati, ero certo che ti avrebbe fatto piacere saperlo," rispose con una piccola risata. Poi sollevò la mano per salutarla. "Buon lavoro!" E con un ultimo sorriso si voltò, dirigendosi verso il cavallo per tornare alla Barriera.

Jane rilasciò un lungo sospiro, il sorriso che ancora le aleggiava sulle labbra. Il lavoro procedeva alla grande, tutti intorno a lei erano felici.

Andava tutto bene.

È solo un matrimonio, cosa potrà mai succedere?

Spazio del rovinatore
Eccoci giunti alla fine di quest'altra piccola avvenuta? Quante citazioni avete trovato? Ci sono anime, serie tv, libri, film... non mi sono risparmiato ahah
Spero vi sia piaciuta, perché io mi sono divertito parecchio a modificarla! Fatemi sapere nei commenti cosa ne pensate e ancora grazie per il grandioso supporto. Una pedata affettuosa a tutti!

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