Non metti niente che possa attirare attenzione
Qualche giorno dopo il loro incontro, Chiara si trovava sul binario in attesa di iniziare una nuova giornata universitaria.
Stava leggendo degli appunti quando si sentì chiamare: il cuore le iniziò a battere come un matto quando si rese conto che era Luca.
«Chiara, ciao, come stai?» Luca si avvicinò a lei come a volerla abbracciare per salutarla, ma Chiara frappose tra loro la borsa, dentro la quale infilò i fogli che aveva in mano, schivandolo.
«Ciao, tutto bene, tu? Che ci fai qui di mattina?»
«Sto alla grande: la lezione è saltata perciò torno a casa.»
«Che fortuna! A me tocca andare invece» rise Chiara.
Dopo queste parole nessuno dei due sapeva che dire finché il treno non arrivò.
«Posso farti compagnia?»
«Come vuoi, non mi disturbi.»
«Sai che hai una cosa tra i capelli?»
«COSA? Non dirmi che è un insetto!?» si agitò Chiara.
«Ma no, tranquilla è solo un filo. Aspetta. Non muoverti» Luca allungò la mano verso Chiara toccandole una ciocca di capelli.
Mentre lui era intento a toglierle il filo dai capelli, Chiara si concesse di guardarlo: aveva lineamenti normali e un paio di occhi di un bel marrone nocciola. Ma non erano quelli i dettagli che l'attraevano. Lei era ammaliata dalla rughetta che gli si era formata sulla fronte e dalla fossetta che aveva alla guancia destra. Lei credeva di non avere neanche un decimo della sua bellezza per questo non gli sarebbe mai piaciuta.
Mentre pensava questo, non si era accorta che Luca la stava guardando: si sentì avvampare il viso per essere stata scoperta, perciò abbassò subito lo sguardo.
«Ecco qua» Luca porse il filo a Chiara «Ora sei perfetta» dopo quest'affermazione le guance di lei divennero, se è possibile, ancor più bordeaux.
Nessuno le aveva mai fatto dei complimenti e lei si sentiva stranamente euforica ma anche imbarazzata, tanto da spingerla ad alzarsi e a proferire incomprensibili parole di scuse, andandosene.
Luca la seguì e vide che scendeva dal treno.
Erano arrivati a destinazione ma lui l'avrebbe seguita anche se fossero scesi da un'altra parte.
Riuscì a raggiungerla e la bloccò per il braccio prima che potesse scappare ancora.
«Ho detto qualcosa di sbagliato?» chiese confuso Luca «Ti prego, spiegami».
«Tu non hai sbagliato nulla, solo che io non sono abituata a queste cose» rispose Chiara.
«Quali cose? Ti riferisci a qualcuno che ti tocca i capelli o che ti fa i complimenti?» sorrise Luca.
«So che potrebbero sembrarti cose stupide ma sì, non sono abituata a ricevere attenzioni dai ragazzi. Insomma guardami: non mi trucco, non vesto bene, non sono magra, non so conversare: sono un disastro».
Luca si mise a ridere «Non mi interessano quelle cose. Vorrei tanto che ti guardassi con i miei occhi e allora scopriresti quanto sei unica. Di quel genere di ragazze ne è pieno il Mondo invece tu sei dolce ed ingenua e questo mi piace tanto».
Dopo una confessione del genere, chiunque si sarebbe sentito mancare: Chiara aveva sempre creduto che ragazzi del genere non esistessero eppure eccolo lì, in piedi difronte a lei. Doveva essere un sogno.
«Non so cosa dire. Mi mandi in confusione. Non credo che tu sia reale. Ora però devo andare» concluse Chiara.
«Aspetta. Possiamo vederci qualche volta? Tieni questo è il mio numero di telefono. Se vuoi scrivimi».
«Non so... va bene, lo prendo. Ciao Luca».
«A presto Chiara».
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Passarono i giorni e i due continuarono a vedersi la mattina e la sera alla stazione. Quando uno saliva, l'altra scendeva e viceversa; non capitò più che facessero un viaggio insieme ma quello scambio di saluti e auguri per la giornata spinsero Chiara a pensare di contattarlo.
«Chiamalo!»
«E se poi mi dice di no?»
«Almeno ci avrai provato!»
«E se si vedesse già con qualcun'altra?»
«Lui ha detto che non gli interessano le ragazze "normali" e sono certa che non esista nessuno come te! Perciò coraggio: chiamalo. Altrimenti non ti perdonerò mai per aver perso quest'occasione.»
«D'accordo, ma solo perché mi fido di te» Bianca esultò e lasciò Chiara sola.
Il telefono squillò per cinque volte ma poi Luca rispose.
«Pronto, chi è?»
«...Ciao Luca, sono Chiara»
«Chiara, sei tu?! Finalmente mi ha chiamato!»
«Sì, volevo sapere se il tuo invito era ancora valido?»
«Davvero? Vuoi uscire con me!?»
«Solo se ti va.»
«Certo che mi va! Sei libera domani?»
«Sì, è perfetto. A domani»
«Non vedo l'ora».
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