PROLOGO.

"Non è nelle stelle che è conservato il nostro destino, ma in noi stessi."

(William Shakespeare)

《La vedi, piccola? 》

《Sì, nonnino. Eccola.》Stella la indica con il dito. La stella Polare brilla nell'oscurità. La più grande di tutte, la più luminosa. La bambina osserva il cielo con attenzione, un'espressione incuriosita sul viso, le manine strette intorno al telescopio del nonno.

《Brava Stellina! Guardala, ti assomiglia. Bella, vero?》

Stella annuisce; è proprio bella. Si stacca dal telescopio, e i suoi occhi azzurri sembrano sorridere.

《Vedi le altre stelle? Ecco, a cosa assomigliano? 》continua Francesco.

《A un carro! 》risponde la nipotina dopo averci pensato un po'. Il venticello estivo le scompiglia i capelli biondi, della stessa lucentezza delle stelle.

Francesco è meravigliato: sua nipote conosce le stelle, come se fossero sue amiche, è in grado di capirle, meglio di lui. Sorride, senza parole.

《Quindi, giusto? 》

《Si, Stellina, giusto. 》Il nonno fa una lunga pausa, chiude gli occhi, respira l'aria fresca, e sorride di nuovo.
《Gli antichi Romani lo chiamavano Piccolo Carro.》Riprende poi.

Lei, questa volta non risponde. Francesco la sorregge e continua a parlarle, a dirle di essere stato lui a scegliere il suo nome, a raccontarle di tutto ciò che sa sulle stelle, la sua più grande passione.

SPAZIO AUTRICE.

Ciao ragazzi, ecco il prologo della storia... Come vi sembra? Fatemelo sapere con un commento! 💕

-la vostra piccola scrittrice! 🌟

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