5. Al buio, in un vicolo cieco.


"Sii forte quando riconosci le tue debolezze, non quando calpesti quelle degli altri."

Stella's Pov.

Osservo quei capelli bruni perdersi nel buio, tra gli alberi.
Dietro di me, i presenti si lamentano.
Avrebbero voluto ascoltare ancora di più quel ragazzo misterioso.
Anche Matteo, Emma e gli altri non capiscono il perché di quella fuga.
Non mi giro indietro per vedere le loro facce meravigliate, rimango ferma con gli occhi fissi su quella figura fino a quando non scompare.

Il vento non si è ancora calmato e mi porta i capelli sulle labbra, in bocca, ma non ci faccio quasi caso. Continua a soffiare sempre più violento, forse anche lui deluso, e forse, arrabbiato.

Chissà come si chiamava, quel ragazzo.

La folla, intanto, bisbigliando, ritorna da dove è venuta.

《Quel ragazzo sembra il figlio dei Newman! Ricordi?》 Sussurra qualche donna pettegola.

Ricordare cosa?

《Sì! È proprio lui! Abita qui davanti, e i suoi quelli ce li hanno!》 Risponde una anziana forse a voce di troppo alta, facendo con la mano il gesto dei soldi.

Capisco subito a quale casa si stanno riferendo. Si trova nella mia stessa via, ci sono passata così tante volte davanti in diciasette anni, visto che la mia villetta si trova quattro o cinque case più dopo.

Ricordo quando da bambina, osservavo incantata i fiori colorati in quel giardino, intenta a toccarli. Mio nonno, che mi teneva la manina, talvolta mi diceva che non erano miei, fermando la mia intraprendenza, altre volte, quando sbattevo i piedi sul marciapiede contrariata, me lo permetteva.

Allora, zitti zitti, ci avvicinavamo cauti alla staccionata, lì dove c'erano piantati i gerani. Lui mi sporgeva in avanti, ed io ridevo e li annusavo. Adoravo quell'odore che mi perforava le narici.

《Adesso basta, altrimenti il riccone ci vede e ti rapisce!》 Mi diceva poi, spaventandomi. Io ci credevo e riappoggiavo i piedi per terra, e dicendogli di fare silenzio con la mano. Era un segreto nostro, solo mio e suo. Allora correvo via, immaginando il viso arrabbiato del proprietario, e il nonno cercava di starmi al passo.

Sorrido da sola al ricordo, sperando che nessuno mi abbia vista e presa per matta.

Per fortuna, quando mi giro verso i ragazzi, sono così impegnati a discutere di scuola e ragazze, che non mi notano.

Meglio così. Non mi faccio spazio tra di loro, perché poi non saprei come mandare avanti una conversazione con la paura di dire cose sbagliate.

Invece, sono io a notare quei fogli.
O meglio, a rinotare.

Sono caduti dallo zaino del ragazzo!

Li ho notati poco fa; si erano poggiati sul prato, sospinti dal vento. Non avevo capito cosa fossero, ma adesso che, sempre grazie al vento, sono a pochi centimetri da me, capisco che sono degli spartiti di musica. Intravedo qualche nota, e poi parole che non riesco a leggere.

La carta si muove e si piega, e quando una folata di vento sta per portarla via, spinta non so da che cosa, mi abbasso e raccolgo quei fogli. Sono troppo curiosa.

Meglio nelle mie mani, anziché in balia delle inteperie.

Prima che gli altri possano vedermi, li ripiego alla velocità della luce e faccio per metterli nella tasca del cappotto.
Emma sembra avermi vista e si avvicina.

《Tutto bene, Stella?》

Devo inventarmi una bugia.

Mi alzo da terra, le sorrido e nascondo i fogli dietro la schiena.

《Sì...》 Balbetto. 《Mi era caduto un bracciale! Tranquilla.》Invento la prima cosa che mi viene in mente e vedo la sua faccia un po' confusa.

Non sono mai stata brava a dire bugie.
Questa non era certo la migliore, perché i bracciali che ho al polso hanno una chiusura che non può aprirsi né ora né mai, da sola.

Cerco di dimenticare il suo viso, sperando di essere stata almeno un po' credibile.

《Okay.》 Si limita a dire e sfoggia un bel sorriso dei suoi. Mi fa segno di andare con loro verso casa.

《Sarà meglio tornare! Non voglio ammalarmi!》

Annuisco e li seguo, mentre infilo i fogli in tasca.

Non vedo l'ora di leggerli.

Prima di attraversare la strada, mi giro verso il mio parco, come ogni sera. Poi guardo in alto, e mi perdo tra le stelle.

Buonanotte nonnino.

Quando tiro fuori il cellulare dalla tasca, vedo un messaggio da "Mamma".

Sono già a casa. Quando rientri chiudi a chiave.

Questa è la normalità. Fredda, distaccata. Nessuna emoji, ovviamente.

Cosa credevi, Stella?

Non le rispondo, esco dalla chat e scorro tra i contatti, così, per noia.

Nessun nuovo messaggio. Anche questa è la normalità. Solo compagni che mi chiedono i compiti. Persone a convenienza.
"Cosa c'è di fisica per domani?" Chiedono, e poi spariscono.
"Di te ci si può fidare!" Dicono ogni volta ed io ci casco sempre.
Stella è quella che sta attenta in classe, quella che segna i compiti, la preferita dei professori, la secchiona.
Devo resistere un altro anno e mezzo. Poi, basta. Università nuova, vita nuova. Una volta finito il quinto anno di liceo, darò una svolta definitiva alla mia vita, fin troppo monotona. Magari cambierò città, o addirittura paese. La Stella di un tempo lascerà il posto a una nuova. Più luminosa, splendente, felice.

《Che canzone era quella di prima?》
La voce di una ragazza mi distoglie dai miei pensieri e dal ricordo di quelle persone che non vedo l'ora di salutare per sempre. O almeno spero, per sempre.

Come fa a non conoscerla?

《Non la conoscevo. Forse una di Shawn Mendes. Oh, io non ne so nulla di questa musica moderna! Chiedemi tutto quello che vuoi sui Queen, sono la mia band preferita in assoluto! Come si fa a non amare le loro canzoni?》 Esclama Emma con gli occhi a cuoricino.
Comincia a saltellare come una bambina alla vista delle giostre. Ci fa sorridere spontaneamente. Ci ha appena svelato che è una fan dei Queen. I suoi gusti musicali, anche se la conosco da appena una sera, si addicono perfettamente a lei, al suo modo di essere, di presentarsi.

Vorrei tanto conoscerla meglio.

《Ah, i Queen! Mio padre li adora! Ha anche la maglietta con la loro stampa!》Risponde l'altra e poi continua《Bravo però, il ragazzo! Ma, secondo voi, perché se n'è andato?》

《Ah, che ne so, io?》 Interviene Matteo, storcendo la bocca. Continua a camminare, sotto la luce dei lampioni, al fianco del biondino, William. Il bagliore dei lampioni illumina il suo viso di profilo e ne approfitto per alzare la testa e guardarlo.

Quel naso è perfetto.
Stella!
Cosa?!
Cosa pensi!

Caccio quel pensiero dalla testa, meravigliata da me stessa. Devo dimenticare lui e le sue lentiggini, lui e i suoi capelli rossicci.

Poi, sta già con un'altra.
Non mi guarderà mai nel modo in cui vorrei.

Non credo riuscirò a stargli vicino per molto. È solo passata una sera, ma un senso di ansia mi invade lo stomaco ogni volta che mi parla o che mi passa accanto. Non la prenderei come una cosa strana, visto che, di solito, mi succede con tutti i i ragazzi. Non so se definirla paura. È una sensazione di imbarazzo, ineguatezza davanti a chi è più grande e possente di me e, in generale, al genere maschile.

《Secondo me si vergognava. Anche io avrei reagito allo stesso modo.》

Mi sa di aver pensato a voce alta.

Improvvisamente, tutti si voltano verso di me, sentendo le parole che ho appena pronunciato senza rendermene conto, ed io vorrei sprofondare nel buio. Intravedo le loro espressione stupite, nonostante l'ombra degli alberi che danza sui loro visi.

《Sarà...》 Sussurra Matteo, ritornando a parlare di scuola, conquiste, giri in moto. Il discorso finisce lì ed io ritorno a passeggiare a testa bassa, dietro gli altri. Mi trasformo di nuovo nel fantasma silenzioso che nessuno vede e sente, mentre raggiungiamo il marciapiede davanti alla villetta numero 5, quella accanto alla casa dei ricconi.

《Ragazzi! Io sto nella casa lì dietro, ci vediamo!》 Esclama William, salutandoci con un cenno della mano e dando una pacca sulla spalla a Matteo. Lo vedo svoltare l'angolo e scomparire in un vicolo poco illuminato per avviarsi verso casa sua.

La mia è la numero 8, poco più in là.
Mentre penso alla frase da formulare per salutarli una volta arrivata al cancelletto in ferro, ecco che la voce allarmata di William ci fa voltare indietro.

《Venite!》

《Perché?》 Grida Matteo, scosso.

A giudicare dalla faccia di William, deve essere successo qualcosa di grave. Ci guardiamo uno ad uno, prima di correre verso di lui che, intanto, pronuncia qualcosa con il labiale, segno che ci fa capire che non può alzare la voce.

Perché non può parlare?
Cosa succede lì dietro?
Chi c'è lì dietro?

《Jo!》 Bisbiglia la ragazza di prima nell'orecchio di Emma.

Quel nome, così corto ma così indelebile nella memoria degli abitanti di questo quartiere, giunge fino alle mie orecchie. Allora capisco.
Tutte le mie domande trovano una risposta, quando sbuchiamo nel vicolo. La scena che si presenta davanti ai nostri occhi, non mi sconvolge quasi per nulla. Emma si porta la mano alla bocca e spalanca gli occhi.

《Oh ca...》

《Matteo!》 William lo interrompe; non c'è tempo per imprecare e per spiegare ai gemelli chi è Jo e chi è Alice.

Ma è evidente. Jo è il bullo del quartiere. Alice, la povera vittima.
Non serve dire altro. Non una parola di più non una di meno.

《Cosa sta succedendo qui?》 Grida William, facendo un passo avanti.
Noi, dietro di lui, assistiamo atterriti alla scena.

Alice è circondata da ogni lato. Joe e i suoi complici la squadrano dall'alto al basso, con gli occhi crudeli di chi gode, di chi vuole far soffrire i più deboli. Il corpo possente, ricoperto di tatuaggi e il piercing sul labbro, incombono sulla povera Alice, che continua a indietreggiare, terrorizzata. Quando sbatte le spalle contro il muro, non può più scappare.
È in un vicolo cieco. Implora aiuto e cerca di urlare, ma un altro ragazzo dalla figura possente, le tappa la bocca.

《Oh, cara cicciona, guarda chi è venuto a farci visita...》Jo volta la testa verso di noi, e le sue parole sfociano in una risata crudele.

《Lasciala stare.》Gli intima William, calmo.

Alice è ancora ferma, con un'espressione atterrita sul viso. Ha paura. Ma non è sorpresa. Non è certo la prima volta che le capita. C'è chi è popolare perché bello e ricco e poi chi lo è perché è la vittima preferita dei bulletti del quartiere, che non hanno niente da fare se non sfogarsi contro una povera ragazzina, la cui unica colpa è quella di essere sovrappeso, goffa, taciturna. Ormai tutti qui la conoscono, così come a scuola. Mi fa sempre pena, quando la incontro nei corridoi, con la testa china sui libri, l'andatura lenta, e la mente tra le nuvole. Allora la seguo lo sguardo, pensando che in fondo ci assomigliamo: chiuse entrambe in un mondo tutto nostro. Poi distolgo la sguardo quando, distratta, sbatte contro il petto di un ragazzo alto il triplo di lei.

《È arrivato il paladino della giustizia a difendere la principessa cicciona senza speranze!》 La voce di Jo mi riscuote da quel ricordo. Dobbiamo fare qualcosa. Ma cosa?

William fa un passo avanti, con il viso sereno. Lo invidio per la calma che riesce a mantenere. Gli intima ancora di lasciarla, ma Jo non ne vuole sapere. Scuote la testa, mentre ordina ai suoi di continuare a deriderla. Insulti di qualsiasi tipo giungono alle nostre orecchie, mentre William avanza ancora e Alice trattiene le lacrime.

《Pensa a quello, tu!》

Quello sarebbe William.

Una figura possente si avvicina al biondino, con un sorriso stampato sulla faccia. Sfrega le sue mani tra di loro e sussurra qualcosa che da qui non riesco a sentire. So cosa vuole fare. Un brutto presentimento si fa strada dentro di me. Non deve succedere.

《William! Vieni qui!》 Grida Matteo, agitatissimo. Ha paura anche lui, e quando fa per andare avanti William gli dice di rimanere fermo. Non ha bisogno di aiuto.

《Oh,no!》 Esclama la ragazza, Nicole, portandosi una mano davanti alla bocca. 《Lascia stare! Ti farai male!》

William è testardo, non ascolta. Sferra un pugno all'altro ma è un pugno debole che non gli fa quasi nulla. Allora lo prende a calci, e per un attimo canta vittoria.

Matteo lo raggiunge.
《Non posso rimanere qui impalato! Voi, state indietro!》 Risponde quando Emma non vuole che vada.

La rossa mi sussurra nell'orecchio che ha paura che suo fratello si faccia male, che non avrebbe una scusa da usare con sua madre. Le dico di stare tranquilla ma sono le ultime parole famose.

Il tizio si rialza da terra e, appena vede Matteo, lo colpisce velocemente in viso, tanto fa farlo scivolare a terra.

《Matteo!》 Grida Emma e la trattengo con un braccio.

《Cosa hai fatto? Fallo anche a me. Sono io che ti ho provocato, o sbaglio?》

《No, non sbagli affat...》 L'altro è già pronto a sbatterlo al muro, se non fosse per Jo che, dopo aver strattonato Alice, lo richiama.

《Andiamo! Per oggi è abbastanza. Ma torneremo, vedrete, ridicoli! Ah, tu, mettiti a dieta! Anzi no, non lo fare, altrimenti dovremmo trovarci qualcun altro!》

Quando scompaiono nel buio, vedo Alice accasciarsi per terra ed Emma correre dal suo gemello.

《Va tutto bene...è solo un po' di sangue.》 Cerca di rassicurala lui, mentre si alza da terra, con il sangue che gli cola dal naso.

《Grazie, amico, ma...mi dispiace...hai pagato tu per me.》 Balbetta William, aiutandolo ad alzarsi. Matteo alza le spalle, come per dire "fa nulla". Dopo gli sorride e lo ringrazia, mentre Emma gli medica le ferite sul viso.

Quando giro la testa verso l'altro lato della strada, vedo Nicole al fianco della povera Alice, in lacrime. Mi avvicino a loro; non ha senso rimanere fermi qui ad osservare la scena.

《Sono un disastro. Faccio schifo!》Singhiozza.

《Cosa? Non lo dire mai! Non è vero, Ali!》 Nicole cerca di rassicurarla, mentre le asciuga le lacrime.

Alice scuote la testa, non è per niente convinta.

《Guardatemi! Grassa, piena di brufoli, impacciata, timida. Hanno ragione loro.》

Nicole le continua a dire che non è vero, mentre le accarezza la schiena e le tocca i capelli quasi biondi che le arrivano alle spalle.

《Perché esisto? Perché?》 Comincia a dire, alzando un po' la voce. Non posso capire come si sente, non avendolo mai provato, ma i suoi occhi lucidi, lei che trema, la scena che ho visto poco fa, le ricorderò sempre. Attimi. Mi chiedo cosa le avrebbero fatto se non fossimo arrivati noi.

《Dai sù, mettiti in piedi.》 Nicole la aiuta ad alzarsi, sorridendole.

Alice obbedisce senza fiatare, e si alza dal marciapiede freddo, nel buio della sera. Controllo l'orologio. Penso che è ora di andare a casa ma, in fondo, perché? Chi c'è ad aspettarmi? Nessuno. Mia madre sarà già a dormire e anche se è in casa non cambia nulla. Sono pur sempre sola.
Sola con le mie mille domande.

《Comunque, io sono Stella, sono anche io della Petrarca, quarta A. Non so se ti ricordi di me, ma io ti incrocio spesso in corridoio!》 Le dico, perché mi sembra la cosa giusta da fare, anche per cambiare discorso.

《Io sono Alice, come avrai ben capito. La sfigata della scuola. Sì, certo, ti ho vista qualche volta, eh...sì, ovvio, chi non mi ha visto almeno una volta sbattere contro i "giganti" ?》 Abbassa gli occhi, balbetta, ancora scossa, e con la voce tremante.

Le sorrido, non sapendo cosa dire. Vorrei dirle che mi dispiace, ma le parole non escono e mi sento una stupida.
Perché mi blocco?

《Andiamo dagli altri, dai, così ci fai amicizia!》 Nicole sembra volerla tirare sù di morale, ma non è poi così facile. Le lacrime non sono scomparse del tutto.

Alice annuisce e ci avviamo verso Emma, Matteo e William, che ci aspettano in fondo alla via. Quando arriviamo, Emma ha quasi finito di asciugare il sangue dal viso di Matteo, che soffre in silenzio.

Proprio carino.
Ancora con questi pensieri, Stella?
Basta!

《Oh, ciao, piacere Emma, mi dispiace tanto, sono nuova qui e non ne sapevo nulla...sii forte, si risolverà tutto!》

Quasi rido nel vedere l'espressione meravigliata di Alice. Invece ride lei, dopo quella strana e veloce presentazione, sfoggiando un bellissimo sorriso.

《Frena, frena, frena, sorella!》

《Perché Matt, mi sto presentando! Come sei maleducato, fallo anche tu!》

Lui sbuffa, ma allunga la mano.

《Matteo, il più figo del quartiere nonché il tuo salvatore!》 Sbotta, facendoci ridere.

《Ora calmo tu, e non vantarti troppo! Sei solo un ammasso di muscoli e basta!》 Ribatte Emma, dandogli un leggero pugno sul braccio.

Alice arrosisce ed è carinissima.

《Alice, mi chiamo Alice. Ehm...beh, cioè...sì, grazie.》 Dice con un po' di fatica. Non credevo di incontrare una persona perfino più timida di me. Forse ci assomigliamo, solo che lei è abituata ad avere maschi attorno, ed io no. Certo, non in modo positivo, purtoppo.

《Okay, lui è William e io Nicole, ma lo sai! Ora le presentazioni sono finite!》 Esclama Nicole. 《Ah, aspetta! Tu abiti qui vicino vero?》 Continua, rivolgendosi ad Alice.

《Sì, un po' più avanti...》

《Ah, perfetto! Anche noi! Se vuoi, possiamo vederci al parco la sera, ci andiamo spesso! Noi ci siamo per qualsiasi cosa, non ti abbattere, sii forte e, soprattutto, racconta ciò che ti fanno quelle cattive persone. Ti raccomando!》Si intromette Emma, come se si conoscessero da sempre.
La abbraccia improvvisamente, stringendola forte a sé. Alice dapprima è sconvolta forse perché, come me, non abituata, poi, però, sorride calorosamente sentendosi considerata.

Dentro di me si fa strada una sensazione strana. Non la so definire. Forse è invidia. Invidia perché io sono fredda lì nel cuore, che non si scalda mai, perché io non sono capace di abbracciare, e quando vorrei farlo mi sorgono mille domande.

E se lei non volesse?

Quindi rimango ferma, davanti a quell'abbraccio, sentendomi un'ingrata.

Perché mi blocco?

《Certo, ragazzi, ora...devo andare.》 Alice si stacca da Emma e, salutandoci con la mano, fa per andare nella direzione opposta.

《Ci vediamo Al! Ti va di vederci domani al parco alle sei?》 Le grida Nicole.

《Zitta!》 La richiama William, visto che è tarda sera e lei ha alzato un po' troppo la voce.

Alice annuisce dopo l'invito di Nicole, anche se mi sembra un po' titubante.

《Comunque, mi dispiace tanto. Raccontaci tutto se vuoi, noi ci siamo, per te.》 Stavolta le parole escono dalla mia bocca, Alice si gira e mi ringrazia con un filo di voce, con gli occhi ancora lucidi.

SPAZIO AUTRICE.

Buongiorno cari lettori!😴

Ed ecco per voi un nuovissimo capitolo, stavolta, dal punto di vista di Stella.

Cosa ne pensate di Alice e di Jo?
Come vi sembrano?
Cosa pensate di questo capitolo?

Oggi abbiamo conosciuto loro, e scoperto anche qualcosa di più sul carattere di Stella. In realtà pensavo di fare il capitolo ancora più lungo, ma visto che ho ritardato nella pubblicazione, ho preferito finirlo qui! Spero che non vi annoi! Ovviamente questi sono i primi capitoli un po' di introduzione, dove Stella conosce i ragazzi e ci svela il suo carattere...poi arriverrano quelli più complessi e ricchi di mistero anche se già un po' lo avete visto, nel capitolo precedente.

Godetevi questo capitolo, spero vi piaccia! 💘

Lasciate una stellina, se volete, per supportarmi, così capisco se vi è piaciuto o meno. 🌟

Detto questo,

alla prossima! 😍

P.s. qui da me fa un caldo bestiale, sto crepando :) AHAHAHAHAH































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