WOW!
Mi sveglio, Alexander non c'è..
Per un attimo non capisco il senso di uscire così presto, poi un messaggio mi ricorda che la scuola continua.
Qualche attimo dopo sento la signora Giovanna che mi chiama-Vieni a fare colazione- vado dalla signora e le dico: -La ringrazio per tutto ciò che mi ha fatto nonostante io sia una sconosciuta- lei mi dice con una voce dolce-Non ti preoccupare e poi anche se non siamo parenti puoi pure chiamarmi zia- Fatta colazione la "zia" mi propone di andare a fare shopping perché non ho un vestito tranne quello che porto addosso.
Sono molto felice, mi sento un pò a mio agio e la signora Giovanna mi rende il tutto più bello con la sua gentilezza, tornate a casa la signora mi consiglia di andare in camera mia per mettere a posto i miei nuovi vestiti.
Ma ho intenzione di sapere di più su Alexander e quindi vado in camera sua a sbirciare, appena entro vedo uno scaffale intero pieno di libri di primo superiore, appena sto per prendere un libro qualcuno apre la porta:-E tu che ci fai qui e perchè hai in mano il mio libro di scienze?- Così rispondo spaventata:- I...io volevo....- La prima scusa che mi viene in mente:
-Io volevo solo vedere cosa si studia nella tua scuola-
-Beh non ti conviene, per questa volta sei perdonata ma se ci riprovi...-
-riprovi a fare cosa?-
-a entrare nella mia camera!- si avvicina a me e mi dice:-Non provare a sostituire le tue intenzioni con una scusa-
-Ma... davvero volevo solo vedere cosa si faceva da queste parti-
-Sicuramente noi non mentiamo- fa una pausa e continua :-Quindi oltre a mentirci sul tuo passato entri anche in camera mia di nascosto?-
-No-
Il ragazzo si avvicina di più:- Dimmi la verità su di te, Sofia-
Sta per avvicinarsi di più ma la voce squillante della signora Giovanna mi salva dall'episodio che stava per succedere..
-Ah, cara ti ho cercato dappertutto, Alexander, vedo che vi state conoscendo...-
-No mamma, ho da fare-
-Ma dai... Sofia non conosce nessuno che le possa fare il tour della città-
-Non conosce neanche me-
Io nel frattempo non ci capisco niente, Giovanna e Alexander hanno già parlato del tour ma Alexander non vuole proprio vedermi.
Poi, ad un certo punto, Alexander mi guarda con lo sguardo che usa una persona con il suo peggior nemico.
-Sai mamma, penso che le farò fare sto' dannato tour-
-Come?- diciamo insieme io e Giovanna, Alexander senza esitare prende le chiavi della moto e con un sorriso finto dice:- Allora? andiamo? ho la moto così facciamo prima-
-Si... ok dalle il tempo di vestirsi mentre prepari la moto-
La signora se ne và e dopo un quarto d'ora io ed il ragazzo ci ritroviamo davanti casa.
-Vuoi salire?-
In realtà io non voglio.
-Si certo-
Con difficoltà salgo e partiamo. Senza volerlo mi ritrovo ad abbracciare Alex per non cadere dalla moto.
-Non forte, Sofia se stringi caschiamo insieme-
Vero, che figura, era da tanto che non abbraccio qualcuno.
-Scusa-.
Dopo un po' di tempo che sembrava infinito, arriviamo al parco.
-Allora Sofia, sei mai salita su un altalena?-
-Si, certo perché tu no?-
-Che ne so', una che non ci dice il suo passato potrebbe non aver provato queste cose-
-Allora ci salirò adesso, per farti vedere che lo sò fare-
mi sto spingendo da sola, Aspetta... qualcuno mi sta spingendo!
-Alexander!-
-Scusa! Non te l'ho detto, ma quando si sta in un altalena si deve essere spinti-
-A casa mia ci si spinge da soli-
-Ma casa tua è casa mia adesso-
Sorrido, mi arrendo e dico - Allora spingimi come si fa a casa tua-
Dopo un' pò l'altalena si ferma, mi giro e lui mi dice:
-Scappa, adesso conto fino a tre e parto correndo, capito?-Deglutisco, annuisco e mi metto a correre con tutto quello che le mie gambe corte riuscivano a fare.
E così inizia una serie di: Nascondino, giostre, scivoli...
Dopo tre ore passate a giocare prendiamo un gelato e ci sediamo su un tavolo per mangiare.
-Sai, è bello vederti sorridere, con me devi sempre sorridere- Dice Alex.
-Anche per me è bello, non sorrido da molti giorni-
-Allora confessi che ti faccio sorridere-
-No, sono i miei ricordi che me lo fanno fare-
-Allora raccontami questi ricordi, così sorrido anch'io-
-Se vuoi sapere la mia storia te la dico, ma mi dovrai portare domani in libreria-
-Mah, per così poco?-
Gli dò la mano e lui ma le stinge.
-Sarà sempre bello fare affari con te-
-Bene, inizia tutto tanto, tanto, tanto...-
-Un altro tanto te lo metto io-
-Dai... stavo per dire "tempo fa"-
-Allora raccontami tutto da tanto, tanto, tanto tempo fa-
Mi avvicino per parlare piano e gli racconto tutto.
-Allora tuo fratello è disperso-
-Sì-
-Lo troveremo te lo prometto, sorella -
-Come, prego?-
-Sor-rel-la-
-Io non sono tua sorella, nè tuo fratello, capito?-
-Allora che sei, l'anno prossimo al liceo gli diciamo che siamo amici che vivono nella stessa casa?-
-Non so e poi come fai a sapere i miei anni-
-Non cambiare discorso-
-Senti lascia stare, non voglio rovinare la giornata-
-Sono le 9 del pomeriggio, è finito il giorno-
-Ma sto' sarcasmo?-
Guardo Alex e dico con un sorriso:
-Grazie per questo pomeriggio non credevo che mi avrebbe fatto stare meglio-
-Prego ma è merito di mia madre, che ne dici torniamo a casa?-
-Si, dovrei fare una bella doccia-
-Bene vado a prendere la moto-
Arrivati mi vado a fare una bella doccia fredda e "per sbaglio" sento Alex parlare con la madre:
-Allora vi siete divertiti?-
-Abbiamo fatto un giro per la città e poi siamo andati al parco-
Il giorno dopo mi sveglio felice e scendo a fare colazione con la famiglia, la zia mi accoglie:
-Ma alla fine ieri ti sei divertita con Alexander?-
-Sì Alex è più simpatico di quanto pensassi-
-Raccontami un po' più di te cosa ti piace fare?-
-Mi piace leggere ,scrivere e il calcio- decido di non parlare tanto, anche se lei mi ha detto "raccontami un po' di te".
-Wow veramente stupendi, qualche volta dovresti allenarti con Alexander anche lui gioca a calcio- fa una pausa, guarda l'orologio e dice- vabbè vado a prendere Alexander da scuola, non se la sentiva di andarci con la moto-
-Ciao-
Dopo esser rimasta sola, mi metto a pensare, a come sia stata la bellissima sera del giorno prima, e penso se anche questa sera ci sarebbe stato un qualcosa di bello da fare.
-Eccomi!-
Alex è davanti alla porta della cucina.
-Come stai?- mi chiede.
-Bene tu?-
-Non lo so, comunque oggi ti voglio portare in un bel posto-
-Quale?-
-Non devi saperlo, è una sorpresa-
Così dopo un pranzo veloce Alex si sbriga e dopo pochi minuti stiamo nella moto.
-Okay, mi spieghi dove andiamo?-
-No, eccoci-
Alza lo sguardo e vede la scritta gigante: BIBLIOTECA.
-Wow-
Il ragazzo mi trascina per le vie e gli scaffali.
-Eccoci, questo è il posto che volevo farti vedere-
-ma è bellissima!-
-Lo so, c'è qualche libro che ti piace?-
-Scherzi! Mi piacciono quasi tutti e leggere mi fà rilassare-
-Io non sono un tipo che va matto per i libri ma comunque non è che li odio-
Ci scambiamo uno sguardo e lui mi dice:
-Entriamo-
-Certo-
O mio dio, è grandissima, per mia sfortuna non potrò prendere niente perché non ho una lira.
Nella mia testa gira la frase "guardo ma non compro" "guardo ma non compro" "guardo ma non compro".
Alla fine vado verso l'entrata, non riesco a resistere un minuto di più, proprio quando sto per uscire tutta delusa Alex mi afferra la mano e mi tira da lui e in quel momento i nostri sguardi si incrociano di nuovo, mi è venuta la pelle cosa ho fatto!
-Che c'è? Non compri niente? Dai vieni-
- No lasciami-
Wow è riuscito di nuovo a strapparmi un sorriso.
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