SOLO BELLO E STRANO
Quel ragazzo... ha un viso pulito con tratti sottili, le lentiggini lo fanno sembrare una persona educata, gentile e soprattutto simpatica.
possono essere successe due cose:
O quella stanza è solo in prestito quindi ho sbagliato stanza, o il ragazzo mi sta per minacciare costringendomi ad andarmene, ma vedendolo sono sicura che sia successa la prima opzione.
Cerco di pensare a come si chiama sto ragazzo, poiché durante la "presentazione" alla famiglia che mi ospiterà non ero stata attenta ai nomi di tutti.
Ah! si chiama Alex!
Lui nel frattempo si accorge dello sguardo di me bloccato nel suo viso, poi mi dice con sarcasmo:-Un viso umano, mai visto?- sono rossa, me lo sento, fortuna è notte, quindi non mi può vedere.
Certo che l'ho visto un viso umano, ma come quello no. Diciamocelo: è bello, e strano. Strano semplicemente perché non provo e non ho mai provato niente per persone del sesso opposto a quello mio, e sicuramente non comincerò adesso.
Lui nel frattempo si accomoda nella sedia dello studio, mentre io, invece, mi paralizzo, fuori dalla camera.
-No... cioè sì... ecco... io... - mi fermo che è meglio, non ho niente da perdere, tanto vale fare con comodo, godermi questo gioco.
Così con fatica rispondo:- Ecco, è solo che... pensavo fosse la camera che...- il ragazzo mi guarda compiaciuto- nella quale devi dormire? Sì è questa, e questo sono io, piacere Alexander, ma puoi chiamarmi Alex. E... la stanza è tua da adesso, volevo solo sapere chi sarà la fortunata, che vivrà con noi-.
Capito, è un ragazzo normale, non viziato né antipatico, così almeno riesco ad entrare nella maledetta stanza .-Si... S-Sofia, mi chiamo Sofia- sospiro, guardo nel nulla, mi ricordo di non avere i genitori.
-Facciamo delle regole da rispettare:
1 non puoi nascondermi qualcosa, tu ci hai mentito- fa una pausa, sufficiente a fargli vedere lo stupore nella mia faccia. Poi si alza e comincia a camminare in mia direzione lasciando una distanza di 5 metri tra di noi - hai subito una perdita che ti ha cambiato la vita, ma è successo ieri? o l'altro ieri- il ragazzo fa il massimo per dire la frase con dolcezza, se no sembra sarcastico.
-Ascolta, io... lascia stare, già che mi parli per me è strano-
Lui si avvicina di un altro passo
-Finché vivi a casa mia, con me ed i miei genitori niente è strano- nel dire la frase mi si avvicina ancora di più, dice quella frase nell'orecchio, quasi mi venne paura.
-Sì... signore?-
-Alexander ho detto- adesso lui mi sta a qualche millimetro di distanza.
-S... Sì- poi mi avvicino al letto, vuoto, e cerco di fare il massimo per far capire al ragazzo che se ne deve andare, ma niente; sembra non avere nessuna intenzione di andarsene, così me ne vado, magari al mio ritorno non ci sarebbe stato.
Ma una volta tornata, vedo che sta ancora lì così mi decido a parlare:- Alexander- questo nome mi suona strano ma continuo :- Dovrei dormire quindi... ecco...-
Il ragazzo capisce che voglio pace.
-Non ti lascio stare finché non mi racconti cosa ti è successo-
-Ma chi saresti tu per doverlo sapere- dico la frase e poi me pento, Alexander mi guarda in modo impassibile, come se sa che avrei detto questa frase
-Io... io sono il tuo peggior incubo, oppure il tuo migliore amico-
deglutisco e lui mi si avvicina della stessa distanza che avevamo mantenuto tra noi prima che io andassi in bagno, poi ,mi dice :- Sei tu a decidere come mi vuoi, se amico o nemico, capito?- per dire l'ultima parola lui mi si avvicina, sento il suo respiro, e mi dice nell'orecchio, come prima, come una minaccia o un consiglio.
dico: Ti dirò quello che vuoi sapere, ma prima devo conquistare la tua fiducia- il ragazzo mi fissa e dice:- Bene ma peggio per te se è tutta una messa in scena-.
Finalmente dopo aver finito con lui vado a letto, ho paura delle cose che possono capitare in questi giorni, ma dopo un po ' di minuti riesco a dormire.
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