OMBRE E SOLITUDINE

MILANO, 19/04/2025

Oggi io e la mia famiglia stiamo a Milano per festeggiare i miei 14 anni. Io amo le Stelle, più di quanto amo me stessa, le Stelle sono affascinanti. Amo guardarle, immaginare di saltarci sopra, immaginare come vivono loro... insomma, ho questa passione per le Stelle sin da quando ero piccola. Mio fratello Jonathan, anche se piccolo, inventa battute sarcastiche per evidenziare il mio amore per le Stelle, ma a volte io lo noto che guarda quei piccoli pianeti con passione, forse perché ci vede qualcosa di magico. Comunque ogni volta che usciamo amo guardare le Stelle, quindi c'è sempre la sosta. Siamo arrivati a Milano da qualche ora, ma adesso stiamo in strada, verso... non ne ho la minima idea.

Sto vagando con la mente, di sottofondo sento si antes te hubiera conocido di Karol G. Penso ai miei eventi, ai miei ricordi e alle mie Stelle.

-Papà, fermati!- Mio fratello Jonathan chiede a papà di fermarsi lungo la strada?

-Che c'è?-

-Lì- indica con il ditino e continua-Ci sono delle Stelle, possiamo vederle?-

Io faccio una smorfia, mentre lui ( eccitato e felice ) sorride.

-Ok John, vediamo le Stelle- Guarda mamma per un attimo e dopo accosta per vedere le Stelle.

Ci fermiamo e mentre papà e mamma parlano per far passare il tempo, io accendo la Polaroid.

Faccio una foto con quella e una con il telefono, poi metto un braccio intorno alle spalle di John e gli sussurro- Vedi quella? L'orsa maggiore, la vedi?-

-Sì- Risponde il mio fratellino,- La prima stella sono io- la indico e continuo a parlare- La seconda sei tu, la terza è per la mia futura amica, la quarta per il mio futuro amore- faccio una pausa -E la terza?- mi chiede lui- La terza è per mamma e papà-

-E io? posso avere una costellazione?-

-Si, facciamo che la tua è l'orsa minore-

-Va bene- risponde sorridendo, stringendomi la mano con quelle mani paffutelle. Lui mi vuole bene, anche se a volte prende in giro le mie stelle.

Gli accarezzo la schiena, mentre immagino John che gioca tra le stelle.

-Ok, adesso andiamo- Dice papà e così ci avviamo.

-Papà, guarda quella è la mia costellazione!- papà e mamma girano lo sguardo, perché da loro non si vede, nel frattempo la macchina va avanti...

-Quella è per lei, quella per...-

-Papà! Guarda davanti!-

-Cosa?- Non sento niente oltre quello, perché il clacson del camion che ci sta davanti fa andare tutto a pezzi, anche il mio cuore.

-Papà, mamma!- Jonathan, a soli 5 anni, vede quella scena.

Papà non respira nel pozzo di sangue che si è creato intorno a lui, Invece mamma ancora giace, ancora qualche respiro.

-Mamma, rispondimi- Dico bagnandole le mani che tengo strette con le lacrime

-Sofia- -Mamma, aiutami, alzati chiamo un ambulanza- -No, per me è finita- -Mamma!- John da dietro la sta chiamando

-Sofia, Tu e tuo fratello siete come stelle- Quello fu il suo ultimo respiro, l'ultimo battito, l'ultimo momento usato per una raccomandazione, una promessa, una preghiera. Io e John non sappiamo cosa fare. -Mamma e papà...- dice l'unica cosa che adesso possiedo. -Jonny, Noi adesso dobbiamo restare uniti, siamo soli, ma mamma e papà ci sono... sono solo diventati stelle- Lui però la verità la sa, e si mette a piangere, a piangere perché loro adesso non ci sono.

-Adesso, tu dormi in macchina, e io vedrò un modo per risolvere- -O-Ok, adesso vado a dormire- Gli accarezzo la schiena, gli do il bacio della buonanotte e mi do da fare, chiamo ma non c'è campo. Devo cercare un posto dove c'è campo, è difficile concentrarsi con i corpi delle persone che amavi di più nella vita buttati, ma io ce la farò. Vado un po' lontano.

Sono le 7:00 non so come mi sono addormentata, ma sto tra i cespugli vicino alla... No! la macchina non c'è.

-Jonathan!- urlo il suo nome, ma niente. -Jonathan!- Niente, non c'è! i corpi dei miei genitori non ci sono, non c'è niente.

Adesso sono sola. Mi metto in ginocchia e piango, piango e piango finché non dormo, per poi svegliarmi e ritrovarmi in un posto che non conosco.

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