Cap.3 Navigatrice @Aliluceleona : la piccola editoria

Come promesso, mi sottopongo io stessa all'interr... all'intervista, rispondendo come posso alle domande preparate. 

1) Quale opera, nata su Wattpad, hai pubblicato, quando, con quale titolo (spesso ne viene utilizzato uno diverso) con quale nome o pseudonimo?

Il 21 febbraio 2021 è uscito in libreria La leggenda di Mezzafaccia con lo stesso titolo con cui l'avevo pubblicato su Wattpad ma firmato con il mio vero nome: Cinzia Fabretti.

2) Hai pubblicato. Lo faresti di nuovo?

Sì.

Aggiungerei un MA. Forte della prima esperienza di pubblicazione cambierei alcune scelte, soprattutto pianificherei in modo molto diverso il lancio del libro, che è del tutto mancato con La leggenda di Mezzafaccia.


3) Quale strada hai scelto per pubblicare? In che formato lo hai fatto? Come è possibile acquistare il tuo libro? Quali considerazioni hai fatto, che sono quindi state alla base delle tue scelte?

Ho scelto di tentare la pubblicazione con una tradizionale casa editrice (non EAP, cioè non a pagamento). Piccola casa editrice del trevigiano, la Brè Edizioni  vende su Amazon sia il cartaceo che il digitale, ma il libro può ordinarsi anche in una libreria fisica, mettendo in conto l'attesa, ovviamente, perché non lo troverete già a scaffale (salvo miracoli).

Mi era stata proposta un anno prima la pubblicazione, per lo stesso romanzo, con il crowdfunding, ma rifiutai perché mi pesava  dover chiedere agli amici e potenziali lettori di anticipare la spesa per l'acquisto di un libro che, però, sarebbe stato pubblicato SOLO qualora avessi procurato un numero sufficiente di preordini. Avrei dovuto trasformarmi in piazzista di me stessa, col rischio di non arrivare alla soglia fissata. Le somme anticipate sarebbero state rimborsate, certo, ma mi pareva di approfittare della disponibilità di gente che avrebbe avuto, nel migliore dei casi, il libro dopo diversi mesi.

Ho esaminato a lungo anche la possibilità del self, che richiede un investimento davvero minimo. Ma l'ho scartato per un motivo personale legato al mio temperamento insicuro. Alla prima critica (e le critiche a qualsiasi libri sono CERTE) sarei probabilmente sprofondata nell'infelicità e nei dubbi. Aver superato in un certo senso un esame, quello di un editore che ha ritenuto la mia storia pubblicabile, mi ha dato una rassicurazione che mi è molto servita per affrontare il confronto con i lettori seguito alla pubblicazione.

4) Come hai preparato il tuo testo per la pubblicazione?

Ho lavorato sul testo con l'aiuto di un vero editor. Per una serie di circostanze favorevoli, di quelle casuali che a volte influiscono tanto nella nostra vita, ho conosciuto una persona che univa a una piacevole personalità una competenza in materia che mi ha conquistato. Ho contrattato un compenso, perché dell'amicizia non si deve approfittare, e mi sono fatta un regalo. Un editing ben fatto.

5) Cosa volevi ottenere, pubblicando? Hai stretto in mano la copia cartacea del tuo libro. Era tutto quello che volevi?

Perché sono capace di mettermi in difficoltà da sola? A questa domanda mi è difficile rispondere, perché spesso abbiamo obiettivi razionali ma insieme spinte interiori meno consapevoli, o di cui stentiamo a parlare con gli altri.

Io ho desiderato scrivere libri fin da bambina, ma credo si trattasse di quel desiderio di approvazione che i piccoli nutrono spontaneamente nei confronti degli adulti che venerano. Mio padre era un fortissimo lettore e trattava i libri come oggetti di grande valore. Volevo che fosse fiero di me e scrivere un libro sarebbe stata la strada più certa che potessi immaginare.

Poi ci fu il desiderio di vivere avventure impossibili, che nell'adolescenza si tradusse in trame fantastiche. Poi fui risucchiata della vita vera, dal vortice del tempo che mi lasciò andare, infine, qualche anno fa, già superata di parecchio la metà di quel percorso che le statistiche dicono di vita probabile. A quel punto il pensiero di scrivere era ancora lì, ancora vivo, magari animato da desideri diversi. 

Quello di entrare in contatto con gli altri, con un mondo più grande di quello che vedevo dalla mia finestra, per esempio. La scrittura è diventato un modo per rivolgermi a chi avevo intorno, che lo potessi conoscere e chiamare per nome non era necessario. Potevo dialogare, parlare delle cose che amo, dei valori in cui credo. 

Pubblicare è stato allora uno sbocco naturale, diversamente che dialogo sarebbe stato? Non ho alcuna ambizione di guadagno economico, quindi non mi frena la consapevolezza di scrivere qualcosa di poco 'commerciale' (parlo della scelta di generi magari poco cercati sul mercato). Non ho neppure l'ambizione di diventare un nome noto della letteratura, gli artisti che cercano l'immortalità con i loro capolavori mi fanno un curioso effetto (spero che l'immortalità, se esiste, premi altro che non solo la raffinatezza e l'abilità tecnica). 

Vorrei però essere letta e soprattutto vorrei che dai miei scritti scaturisse un legame amichevole col lettore. Vorrei che mi facessero sapere che ho ricambiato la fiducia dell'acquisto con un tempo piacevole e interessante, che ho lasciato un sorriso e una sensazione di benessere, e dei pensieri positivi (e con questo anticipo la domanda successiva: sì, cerco di fare pubblicità al mio libro).

6) Fai pubblicità al tuo libro? Come? Hai un nuovo progetto già in cantiere? Hai, infine, un consiglio TUO per chi sta per buttarsi in quest'avventura?

Come dicevo su, cerco di far sapere  al mondo (!) che La leggenda di Mezzafaccia ora è in libreria. Prima di pubblicare (ma troppo poco tempo prima!), mi ammonirono che il mio libro avrebbe venduto solo un pugno di copie se non mi fossi impegnata a promuoverlo. In quel momento non ho realizzato cosa significasse con esattezza, ho ritenuto che avrei fatto il possibile e che, intanto, l'importante era pubblicare. Ho commesso in tal modo un errore di valutazione, dettato in larga parte dal timore di crederci. Mi spiego meglio: credere nella possibilità di un libro di piacere a un vasto pubblico significa esporsi al grave rischio della delusione. Sapevo che i titoli che vendono più di un centinaio di copie sono pochi, i numeri sono contro gli esordienti. E io non volevo crederci e poi fare i conti con un sogno infranto.

Dopo aver pubblicato, però, qualcosa ho dovuto fare, per obbligo di coscienza, e mi è successo di parlare di questo libro più di quanto avessi mai fatto (cosa facile, perché non ne avevo parlato mai, che scrivessi era un segreto quasi per tutti i miei conoscenti!)  Più rispondevo alle domande di amici e lettori, più scoprivo cosa avevo messo davvero, in quelle pagine. Più lasciavo uscire allo scoperto i pensieri che avevo trasformato in vicende e personaggi, più riconoscevo quanta parte di me ci avevo messo.

Insomma, sono stata costretta ad ammettere quanto ci credessi, in realtà, quanto mi piacesse e quanto lo ritenessi una buona lettura. Sono stata costretta a essere... presuntuosa, forse, ma comunque a smettere la finzione che lo ritenessi una cosa da poco. 

Ho dovuto riconoscere con me stessa: vorrei che fosse letto. 

Lo vorrei tanto anche perché potrei tornare dall'editore, lo stesso o anche un altro più autorevole, e mostrando un buon risultato in termini di vendite offrire un altro romanzo. Insomma, un domani vorrei poter scrivere in una immaginaria carta d'identità: professione scrittrice!  Così, mi sono ritrovata alle prese con quello che si può fare per spargere la voce. 

Cosa ho fatto? A questa sezione dedico qualche parola in più, perché gli spunti non sono mai troppi, e perché di alcune di queste cose avrei voluto avere cognizione PRIMA. Va da sé che per il futuro (il progetto amato e mai abbandonato di portare in libreria Il paese dei Venti) cercherò di fare queste cose e magari altro ancora, che le esperienze di chi risponderà dopo di me potrà suggerirmi.

Presentazioni on line. (L'assessore alla cultura del vostro comune promuove la conoscenza degli artisti del territorio? Il mio sì, da una pagina facebook intitolata alla biblioteca comunale. Vi lancio l'idea, informatevi).

Pagina facebook personale e instagram. Scontato informare gli amici tramite questo canale.

Una pagina Facebook intitolata al libro? Questa è una cosa su cui mi sto ancora informando, ma altri autori sono avanti chilometri, chiedete a loro.

Librerie fisiche del paese. Le ho contattate, chiesto di ordinare alcune copie, stampato bigliettini da dare a chiunque indirizzando la gente che chiedeva alla libreria fornita. ( C'è chi non ama Amazon, a loro dovete sapere come rispondere indicando un luogo fisico dove comprare. Vostra cura anche assicurarvi che qualche copia ci sia sempre ).

Ho smanettato e confezionato (ma se ve lo fate fare da un esperto è anche meglio) un booktrailer e diverse cards. Le pubblico alternando i soggetti su Instagram e Facebook, a distanza di giorni ma con pazienza, rinnovando l'attenzione.

Dedico ogni giorno un po' di tempo ai blog che parlano di scrittura. Fatelo, leggete e commentate qualche articolo, interagite. Questo PRIMA di pubblicare. Cercate Blogger a cui piaccia il vostro genere, e proponete loro il libro per una recensione. Anzi, contattateli PRIMA di pubblicare, pregandoli di segnalare l'uscita del vostro libro. In genere hanno una pagina apposta per questi annunci. Naturalmente potete chiedere anche in un secondo tempo che segnalino l'uscita del libro, non è mai troppo tardi. Una recensione invece non è detto che ve la facciano, dipende. Dipende dal genere, da quanti libri hanno per le mani e anche da come vi ponete. Pare che i duecento autori che pubblicano ogni giorno vadano in giro a chiedere a brutto muso:

"EHI, TU! Ho scritto il libro più bello del mondo. Lo vuoi comprare e leggere? Ci guadagni, a recensirlo, io te lo dico, sei fortunato che ti avviso".

Beh, così pare che non vi prendano in considerazione!

Se invece scrivete con un po' di garbo, e vi fate carico di offrire loro una copia gratis, magari vi accontentano e potete far sapere del libro a un po' di persone che non fanno parte del vostro giro.

Che altro? Non so, ma spero che altri autori lancino, a me e a voi, altri suggerimenti.

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