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«Che cos'hai fatto?»
Vale ha una brutta espressione in viso.
Brutta davvero eh! 

In tutti questi anni non credo di averla mai vista con un'espressione così brutta!
Le sopracciglia sono quasi unite da quanto le sta aggrottando, ha dilatato le narici un po' troppo, e la bocca è arricciata in una smorfia decisamente arrabbiata. Tutto in lei urla: "cogliona".
Davvero, sembra quasi lampeggiare sulla sua faccia.

«Ti prego, non sgridarmi anche tu. Sono bastati i rimproveri di Gianluca e Lorenzo la mattina seguente. E quelli di Alessandro. E di nonna Caterina!» 

«E non ti è venuto in mente -così, per dire- che tu sia stata un'emerita cogliona?»
Visto? L'avevo detto io che le lampeggiava in faccia!

«Beh...»
In effetti mi ci sono sentita, sì. L'importante è ammetterlo, no?

«E perché io lo so solo ora? È passato un mese!»

Abbasso gli occhi e giocherello con la cannuccia del mio cocktail.
«Perché eri così felice con Matteo... non volevo affliggerti di nuovo con le mie paranoie. Di Giordano abbiamo parlato anche troppo in questi anni.»

Ebbene sì, signori e signore, finalmente la mia amica Valentina sembra aver trovato l'amore della sua vita. E stavolta a dirlo sono io, non lei!
Davvero, lei l'ha detto talmente tante volte che ormai ha perso di significato quella parola in bocca sua.

Ma io ho avuto modo di conoscerlo e di vederli insieme, e posso assicurare che si sono proprio trovati. Certo, rischiano di far venire il diabete a chiunque li incontri, ma sono solo piccoli dettagli.
«A proposito, tu e Matt-»

«Non ci provare neanche!» mi ammonisce.

E ti pareva!
Questo è l'altro motivo per cui ho aspettato a parlarne con lei: Lore ormai si è abituato alla mia instabilità e non cerca più di farmi ragionare troppo; ha capito che l'argomento Giordano non potrà mai avere parti logiche. 

Gianluca è presissimo dall'organizzazione del suo matrimonio, quindi non ha tempo di scervellarsi insieme a me.
 Alessandro sa poco della storia mia e di Giò, quindi non può fare chissà quali domande. 

E nonna... beh, nonna è nonna! Mi ha mandato a fanculo non appena ho finito di confidarmi con lei sull'accaduto, dicendo di nuovo che chi nulla muove nulla ottiene.

Ma Valentina... Vale è tutta un'altra storia. Lei cerca di farmi ragionare anche sulla più piccola delle cazzate, e con le sue domandine mirate, scava così a fondo che mi sembra di essere svuotata quando finisco di parlare con lei. Lo facciamo da sempre: ci aiutiamo ad auto analizzarci a vicenda. 

Il problema è che, un mese fa, proprio non avevo coraggio di guardare dentro me stessa per capire l'enorme errore che avevo fatto. Stasera, invece, complice un pochino di alcol, e con la speranza che la sua storia d'amore la rendesse un po' meno attenta, ho deciso di parlare.
Mai errore fu più grande.

«Povero Giordano.» dice con aria sconsolata.

Ma da che parte sta?
«Non esageriamo, ora! Mica l'ho accoltellato!»

«Beh, conoscendolo gli avresti fatto meno male!»
Appoggio i gomiti sul tavolo e mi prendo la testa tra le mani.

«E non ti ha più cercata?»

«No.»

«Niente? Neanche un tentativo di chiamata? Un messaggino? Un WhatsApp? Un vaffanculo mimato da lontano?»

«No. È sparito anche da Facebook. Credo abbia eliminato il suo profilo.»

«Impossibile! Ha postato una foto proprio ieri!»

«Cosa?» scatto subito con la testa su di lei. «Fammi vedere il telefono!»

«Okay, calmati però!» si mette a trafficare nella borsa, poi «Ecco il perché di quella frase!» urla, puntandomi il dito contro.

«Che frase?»

«Guarda!»
Sblocca il telefono e va sull'applicazione, iniziando a scorrere e controllare minuziosamente.

«Ecco!»
Mi passa il telefono e vedo un post scritto da Giordano il 16 marzo, il giorno seguente al patatrac.

"Almeno trenta euro pensavo di valerli.
Like a bitch"

Cazzo!
«Ma perché io non l'ho visto?»
«Ti avrà bloccata.» risponde con tranquillità, facendo anche un'alzatina di spalle.
«Che bambino!» sputo acida.
«Lui? Rebecca, siete andati a letto insieme dopo che l'hai praticamente pregato, e poi sei scappata di casa durante la notte senza nemmeno salutarlo! Puoi davvero biasimarlo?»

Beh, vista da questa prospettiva sembra brutta davvero ma, insomma, siamo pur sempre grandicelli! Arrivare a bloccare una persona che conosci da otto anni mi sembra esagerato.

«Punto primo: non era notte, ma mattino presto. Albeggiava, addirittura!
Punto secondo: gli ho comunque lasciato un bigliettino.»

«Seh, capirai! Perdonami, non posso. Sai che scuse! Ti sei sprecata...»

«Punto terzo,» continuo, nonostante la sua precisazione «Giordano sa perfettamente con chi ha a che fare. Non sono mai stata una da grandi discorsi, io. E non ce l'avrei fatta a salutarlo di nuovo! L'ho già fatto troppe volte e, credimi, non è stato affatto facile.»

«E allora non dovevi andarci a letto. Così l'hai illuso e sei passata completamente dalla parte del torto! Ma perché l'hai fatto?»

Già, perché l'ho fatto?
Me lo sono chiesta spesso in queste settimane, e la risposta è stata sempre la stessa: perché mi mancava da morire. 

Vederlo lì, trovarmelo davanti, così preoccupato per quello che credeva mi fosse successo; e poi, ancora, sollevato dopo avermi vista tutta intera; vederlo così geloso nei confronti di Alessandro; era così... Giò.
Era solo Giò.
Sempre e solo Giò.
E per quanto io vorrei, non riesco ad allontanarlo mai del tutto dalla mia vita.
A quanto pare ci ha pensato lui, stavolta.

Certo, come se bastasse un'azione così stupida per allontanarci l'uno dall'altra.

Vale deve aver visto la mia espressione incupirsi di botto, perché ad un tratto addolcisce la sua e appoggia delicatamente una mano sulle mie.

«Rebecca, voi due dovete fare qualcosa. Seriamente! Non potete andare avanti facendovi del male a vicenda così. Sta diventando un amore malato, il vostro, non te ne accorgi? Fate questo tira e molla da troppo tempo. Potevo capire all'inizio, eri giovane, avevi poco più di vent'anni, eri spaventata. Ma adesso sei una donna adulta. Vai per i trenta, cazzo! Prendi in mano la tua vita e decidi una volta per tutte!» 

Abbasso lo sguardo e inizio a giocherellare col braccialettino di filo rosso legato al mio polso.
«Non è così facile.»

Vale mi fa un sorrisone, uno di quelli che le fa stringere gli occhi fino a formare una mezza luna.
«lo so, tesoro. Ma lascia che ti dica una cosa: hai rotto i coglioni!»

Lo dice con una tale dolcezza, che non posso far altro che scoppiare a ridere.
Ha ragione.
Tutto qua.
Ha semplicemente ragione.

Finisco in un sorso quello che rimane del mio cocktail, ormai annacquato, e la ringrazio con gli occhi per essere l'amica fantastica che è: sempre pronta ad aiutarmi e a smuovermi, quando io non riesco.

«Dopo quello, non ne ordini più,» dice indicando il mio bicchiere ormai vuoto, «Abbiamo capito che l'alcol tu non lo reggi tanto bene. E i brindisi a S.D.A.C.E. di quella sera lo confermano.» sghignazza.

«S.D.A.C.E.?» chiedo confusa.

Lei spalanca gli occhi e mette su una faccia incredula, come se non si capacitasse del fatto che io non abbia capito.
«S.D.A.C.E.» ripete, «Sesso D'Addio Con Ex! L'hai coniato tu questo nuovo termine, mica io!»

Oh mio Dio. Improvvisamente ho un flashback di quella serata; di me che la trascino al bancone del bar e che ordino due drink per brindare a questo stupido nome inventato da sbronza, e di Lorenzo che chiede spiegazioni, venendo bellamente ignorato dalla sottoscritta e dalla sua amica, troppo impegnate a ridere come due sceme e a non farsi andare di traverso il cocktail.

Cazzarola, è seriamente ora di darci un taglio con l'alcol. Non ho più l'età.

****

«Devo dirti una cosa...»

Lore alza gli occhi dal piatto e mi guarda inarcando un sopracciglio.
Dopo la chiacchierata con Valentina, la settimana scorsa, ho pensato e ripensato alle sue parole. Ero d'accordo; tutto quello che ha detto era dannatamente vero. 

Il problema rimaneva, però, sempre lo stesso: la mia totale incapacità di muovere un passo verso quello che mi renderebbe felice. Quindi ci ho pensato e ripensato, ho cercato di elaborare un piano, e alla fine sono arrivata all'unica soluzione che, spero, potrà aiutarmi.

«Inizierò un percorso da una terapeuta.»

L'espressione di mio cugino è passata da incuriosita a sorpresa nel giro di pochi secondi.
Abbasso lo sguardo e inizio a giocare col bicchiere che ho davanti.

«Sono arrivata alla conclusione che voglio davvero capire quale sia il mio problema. Sto male, Lore, tanto. Ho cercato di distrarmi il più possibile, sono uscita, ho incontrato persone nuove... ma non cambia il fatto che tutte le sere rimanga a rimuginare sulle mie scelte. E vorrei cambiarle, davvero, vorrei trovare il coraggio per prendere di petto questa situazione e fare qualcosa, ma non ci riesco.»

Alzo gli occhi su Lorenzo, a cui ora è spuntato un sorriso dolce sul volto.
«Guarda» mi dice. Poi tira fuori il portafoglio e mi passa un bigliettino. 

Leggo: Dottoressa Silvia Boccucci, Psicologa Psicoterapeuta e Terapeuta.
«Lo tenevi nel portafoglio per me? Insomma anche tu avevi realizzato che tua cugina avesse un disperato bisogno di aiuto.» dico fingendomi offesa.

Lore scoppia a ridere e scuote la testa.
«Tutti ne abbiamo bisogno, ogni tanto. Non ci trovo nulla di male. Anzi, è un bene che tu ti sia resa conto di non riuscire a sbrogliare la matassa da sola.»

Sospiro
«Già... è la stessa da cui sei andato tu?»

Quando siamo tornati da Tenerife, Lorenzo era tranquillissimo per la sua storia appena nata con Joele. Io, conoscendolo, ero un po' meno tranquilla a dire il vero. 

Mio cugino è sempre stato un ragazzo abbastanza abitudinario, che si trova bene nella sua routine collaudata negli anni. Ha avuto diverse fidanzate nel corso della sua vita, quindi questa storia che aveva intrapreso con un ragazzo, sinceramente mi aveva lasciata un pochino perplessa; ma non perché fosse, appunto, con un uomo... il problema è che lo vedevo troppo sereno! 

Dopo una settimana, infatti, ha iniziato ad andare da questa terapeuta, proprio perché iniziava ad andare nel panico per non aver avuto delle crisi di panico. 

È un po' strano, lo so, ma il fatto di non essersi sentito spaesato nemmeno un po', di aver accettato il tutto con tranquillità disarmante, l'ha destabilizzato.
La terapeuta è stata breve e coincisa: ti sei innamorato e all'amore non si comanda, sono settanta euro.
Beh, è stata un pochettino più lunga di così, ma il succo è questo.

«Sì! E vedrai, ti piacerà tantissimo. Parla pochissimo, ma fa delle espressioni che ti spingono a ragionare sulle stronzate che hai appena detto. È forte!»

Sorrido e metto il bigliettino nella tasca interna della mia borsa.
«Speriamo...»

Lorenzo mi fa un occhiolino e solleva le labbra verso l'alto.
«Fidati, andrà bene!»

«Come sta Joele, a proposito?» gli chiedo. Vedo i suoi occhi illuminarsi e inizia a muoversi sulla sedia, come se avesse le formiche addosso. È adorabile.
«Bene, arriva nel fine settimana e starà qui per qualche giorno. Uh, la sai la novità?»

«No, che novità?»

«Bea e Stefano... si sono messi insieme!»

«Noooo!»

«Giuro! Joele ha detto che non si staccano un momento, stanno vivendo in simbiosi per recuperare il tempo perso. Dice che sono quasi vomitevoli!»
Scoppio a ridere a questa affermazione. Pensandoci, comunque, me li immagino davvero bene insieme. 

«Pensa, sono amici da dieci anni e si sono accorti solo ora di essere fatti l'uno per l'altra. Non è romantico?»

«No. Fa schifo pensare che hanno sprecato dieci lunghi anni solo perché sono stati due coglioni.»

Lore ride e scuote la testa.
«Credo che il tuo sia l'unico caso in cui si potrebbe dire: non è il viaggio che conta, ma la destinazione. Chissenefrega se ci metterete più di altri, Becca. Hai un obiettivo ormai, punta a quello e cammina a testa alta.»

«E se inciampo?»

«Qualcuno ti aiuterà a tirarti su. Dopo averti fatto una foto e averti presa un po' per il culo.»
Sorrido a mio cugino e mi alzo per andare ad abbracciarlo.

L'ho già detto che tutti dovrebbero avere un Lorenzo nella propria vita?


Spazio S.

Rebecca che scappa pt. 345862423
Poveri noi, ci farà patire le pene dell'inferno questa ragazza!
Noi ci rileggiamo domani, sperando che non ne combini altre nel frattempo :D
Buona domenica, S.

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