25


È estenuante cercare di tenere impegnato qualcuno che vuole andare a flirtare continuamente col tuo uomo.
Anche se Giò non è che sia proprio il mio uomo.
Comunque ho il pieno diritto di impedire a Bea di andare a fare la gatta morta con lui.
Forse.

Insomma, dopo la sete fulminante, la voglia impellente di un bagno fresco, il bisogno urgente della toilette, e l'aiuto per togliere un inesistente moscerino che mi è finito in un occhio, non sono riuscita a trovare altre scuse per tenere lontana questa Barbie mora dal suo obiettivo. 

La sto guardando mentre si avvicina come un avvoltoio alla sua preda.
Ha gironzolato intorno alla brandina di Giò cinque volte prima di trovare la giusta frase da rimorchio. Andava, faceva un giretto, e tornava da noi per farci sentire se il tono che avrebbe usato andasse bene, o perché controllassimo che il suo costume fosse posizionato strategicamente per mettere in mostra tutta l'abbondanza di cui madre natura l'ha graziata, o ancora per consigliarle se i capelli fosse meglio tenerli sciolti o raccolti in un look finto spettinato.

In tutto questo via vai, il bastardo di Giò ha innocentemente finto di non accorgersi di nulla, facendomi però qualche sorrisetto di tanto in tanto, godendosi le mie reazioni semi isteriche e gongolando di piacere. È chiaro che non abbia idea che mettersi contro di me potrebbe nuocere gravemente alla sua salute mentale e fisica.

Vedo Bea avvicinarsi alla sua sdraio e sedersi sul bordo sorridendo in modo lascivo. Gli porge il tubetto di protezione solare mentre sbatte le ciglia a ripetizione.

Un altro po' e sembrerà che abbia un tic all'occhio.

«Dano ti dispiace aiutarmi? Dietro non riesco a metterla.»
Giò guarda me, fa un sorriso stronzo, e poi si tira su a sedere. 

Credo sia ancora vagamente arrabbiato.
«Ma certo.» Mette un po' di crema sulle mani, le friziona insieme, poi inizia a massaggiare la sua schiena. 

Lentamente.
Molto, molto lentamente.
Il tutto senza staccare gli occhi dai miei. 

Sento spuntare sul mio viso un sorriso estremamente provocatorio mentre il mio piccolo cervelletto elabora la vendetta adatta a questa sottospecie di essere umano che ha più stronzaggine che sangue nelle vene.

Prendo la mia protezione e mi avvio verso il distributore umano di massaggi erotici e li guardo con l'espressione più pacata possibile.
«Posso approfittarne anch'io? Non vorrei ustionarmi.»
Giò mi guarda sorpreso. Probabilmente si aspettava che sarei corsa tra le braccia di Stefano per farlo arrabbiare, giocando al suo stesso gioco.

Oh no piccolo. Rimango qui. Proprio vicino a te.

«Vieni, con lei ho fatto.» E con una leggera spinta invita la bambola ad alzarsi. Gli sorrido estremamente grata per quell'enorme concessione, pronta a fare la mia mossa.
A differenza di Bea, che si era posizionata in cima alla brandina, io mi ci siedo proprio in mezzo, costringendolo a divaricare le gambe per farmi spazio.
Faccio aderire il fondoschiena al suo inguine con una lentezza studiata a puntino.
Mi muovo appena a destra e sinistra, in cerca di una posizione comoda, continuando a strusciarmi. 

Sposto i capelli da una parte, lasciando libero il collo, e spingendomi un po' più indietro per diminuire ancora un po' la già poca distanza che ci separa. Sento subito la risposta del suo inguine che si è teso sotto i miei movimenti. Sorrido soddisfatta -senza farmi vedere- e gli passo la crema.

«Becky!» È un sussurro imbarazzato e nervoso allo stesso tempo.

«Dimmi...» La mia voce non è mai stata così innocente.

«Non fare la stronza.» Lo dice a denti stretti mentre afferra il tubetto e lo spreme sulla mia schiena.

«Ma di cosa parli? Se vuoi chiedo a mio cugino di aiutarmi, ma avevi già le mani sporche e ho pensato di approfittarne.»
Faccio per alzarmi ma lui prontamente mi spinge di nuovo sulla sdraio.

«Non azzardarti a muoverti da qui! Mi farai fare la figura del pervertito!»
Nella mia testa immagino un pubblico immenso alzarsi in piedi battendo le mani alla mia performance.

Grazie! Grazie a tutti! Questo successo lo dedico a voi!

Muovo il bacino ancora una volta e mi giro verso di lui con un sorriso trionfante sul volto.
«Allora? Me la metti o no questa crema?»
«Oh, credimi, ti metterei ben altro in questo momento!»

Lo guardo sotto shock per quello che ha appena detto, facendolo scoppiare in una risata che arriva dritta al mio cuore. La sua risata dovrebbe essere tutelata, come i monumenti e i quadri del mondo.

«Scusa, ma che cosa ti aspettavi? Mi stai strusciando da mezz'ora!» E inizia a spalmare piano la protezione, facendo pressione sui miei punti più sensibili e sfiorandomi il collo col naso.

Mi farà impazzire, lo so!

«Oh ma che esagerato! Doveva esser solo una piccola vendetta, mica una tortura.»
«Una vendetta? E per quale motivo scusa?» chiede con tono innocente.
«Ehi!» inizio di nuovo a muovermi perché non esiste che faccia il finto tonto con me! «Non fare quello che cade dalle nuvole! Prova ancora a spalmare qualsiasi cosa addosso a qualcuno che non sia io e ti assicuro che te ne pentirai.» 

Per tutta risposta Giò smette di muovere le mani e afferra i miei fianchi stringendo la carne in una presa di piacere mista a dolore. Una scarica elettrica mi percorre la spina dorsale quando si avvicina al mio orecchio e lo sento sussurrare con voce roca.

«Adoro quando fai la gelosa. Ma ora dovrai rimediare al danno che hai fatto.»
Non sto pensando più lucidamente. Ho la pelle talmente sensibile che potrei saltare in aria se mi toccasse in qualsiasi altra parte del corpo. Il fiato si è fatto più corto e fatico a farlo tornare regolare.

«Cos-cosa? Come?» La finta sicurezza che ho ostentato fin ora è andata a farsi un giretto tra gli ombrelloni.
«Alla cabina quindici. Tra cinque minuti. Da sola.»

Si guarda attorno per assicurarsi che nessuno lo stia osservando, si sistema il costume che tira un po' troppo nel cavallo, e si avvia verso le casette che stanno all'inizio della spiaggia.

Ma che scherziamo? Ma io nemmeno a diciassette anni con gli ormoni a palla facevo 'ste cose. Siamo adulti, possiamo benissimo aspettare stasera per soddisfare le nostre voglie. Avremo un letto comodo e tutta la privacy di cui necessitano certi momenti intimi. Ma che cos'è, un animale per caso? Ma poi il tono sicuro con cui l'ha detto! Come se fosse stato certo che lo avrei raggiunto per farmi una specie di sveltina con lui. 

Ma per chi mi ha preso?
Ah ma gliene canto quattro appena torna.
Ma pensa te, oh!
Ma sta confidenza poi?
Come si è permesso di proporre una cosa tanto squallida?
Ma roba da matti.
Continuo a non crederci.
E ad avere una sorta di formicolio al basso ventre.

«Becca, dove vai?»
«Al bagno!»

****

«Mi stai facendo diventare una specie di ninfomane, lo sai?» E gli lancio un'occhiataccia mentre finisco di sistemare il pezzo sopra del costume.

Per tutta risposta lo vedo ridere scuotendo la testa e alzando gli occhi al cielo.
«Ma quale ninfomane? Abbiamo solo assecondato un desiderio che avevamo entrambi, non ci trovo nulla di male.» e fa spallucce.

«Non fare l'innocentino con me, siamo su una spiaggia, chiusi in una cabina! Non è una cosa normale per due che hanno passato i diciassette anni da un pezzo.»

«Becky, ti prego. Non iniziare ad analizzare la situazione facendo la lista dei pro e dei contro. Siamo giovani, in vacanza, felici, spensierati, e soprattutto abbiamo anni e anni da recuperare. Ringrazia che non ti abbia presa direttamente sul lettino, davanti a tutti!»
Fa una faccia talmente convinta che non riesco a trattenere una risata. Lo vedo avvicinarsi e chinarsi su di me, poggiando la fronte alla mia.

«Sei bellissima dopo aver fatto l'amore con me.»
Sorrido mentre sento le guance farsi calde. Allaccio le braccia al suo collo e faccio sfiorare le punte dei nostri nasi, prima di lasciargli un bacio dolce sulle labbra.

«Non farlo con nessun'altro.» La sua espressione si è fatta seria pronunciando questa frase.

«Che cosa?»

«Questo. Tutto quello che c'è adesso tra noi due. Non farlo con nessun'altro.» Continua a guardarmi negli occhi come se dalla mia risposta dipendesse qualcosa di importante. 

«Quindi mentre frequento te, non posso baciare o fare l'amore o abbracciare nessuno? Che noia! Ti facevo di vedute più aperte, sai?» Provo la via del sarcasmo per alleggerire un po' la situazione.

«Becky, non sto scherzando. Mi uccide pensarti con qualcuno mentre fai le stesse cose che hai fatto con me. Mentre lo guardi con gli stessi occhi o lo baci con lo stesso trasporto.» Stringe le braccia attorno ai miei fianchi e mi porta ancora più vicina a sé.

«Ma cosa ti salta in mente? Perché dovrei andare con un'altra persona?»

«Non adesso. Io parlo di quando ti mancherò. Ci si manca anche quando si sta insieme, a volte.»

Sono confusa da questa affermazione. Cosa significa? Abbiamo lavori e orari diversi, certo, ma perché pensa che andrei a cercare qualcun altro? Dovrei sentirmi ferita per quello che ha lasciato ad intendere, eppure sono certa che ci sia dell'altro nelle sue parole.
«Pensi che lo farei?»

Lo vedo abbassare lo sguardo e accigliarsi. Poi, nel giro di nemmeno cinque secondi, torna con la solita espressione allegra sul viso.

«Bene, allora non ho di che preoccuparmi. Torniamo dagli altri? Ci daranno per dispersi ormai.»
Non mi convince. È passato da disperato a tranquillo troppo in fretta. Gli prendo il viso tra le mani e lo guardo negli occhi.

«Giò, che cosa c'è?»

«Niente, te l'ho già detto. Semplicemente non vorrei che tu andassi con altre persone mentre stai con me.» E sorride tranquillo, con un sorriso che non è suo.

«Ehi... tra i due sono io quella che fa schifo con le parole e con le bugie. Che cosa volevi dire prima? Perché mi hai detto quelle cose?» Continuo a guardarlo sperando di riuscire a capire quello che non vuole dirmi. Ma tra i due, è sempre stato lui quello bravo a decifrare i silenzi.

«Voi donne cercate un significato nascosto in tutto. Era semplicemente come ti ho detto. Io mentre sto con te non andrò con nessuna, e vorrei tu facessi altrettanto. Siamo adulti, se le cose inizieranno a non andare bene tra noi, parleremo e prenderemo le distanze se necessario. Nel rispetto l'uno dell'altra. Tutto qua.» E alza le spalle come se fosse scontato che volesse intendere solo questo, nonostante gli abbia visto la tempesta negli occhi poco fa. 

Se non ne vuole parlare non posso costringerlo. Magari era solo un attimo di gelosia e si è pentito di essersi esposto. Forse davvero sto cercando qualcosa di sottinteso in un discorso semplice. Gli sorrido mentre mi da un bacio veloce e si incammina per tornare alle brandine. Lascio passare qualche minuto per evitare che ci vedano tornare insieme, e lo seguo.
Poco convinta e con una strana morsa allo stomaco.

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