03
Ok Becca, ce la puoi fare!
Sei grande, no? Sei adulta! È vero che è la prima volta che viaggi da sola;
è vero che hai pregato tuo cugino piangendo di venire con te presa da un attacco di panico ieri sera al telefono;
è vero che l'ultima volta che ti sei persa era nel parcheggio di un centro commerciale ma, andiamo, è solo una vacanza no?
E poi voglio dire, una volta là imparerai le strade per andare e tornare e muoverti e orientarti, giusto? Giusto!
E allora su, forza e coraggio Becca, non farti intimidire dal fatto che l'ultima volta che sei stata in vacanza è stato solo grazie al tuo ex se sei riuscita ad evitare un arresto mentre compravi cocaina da uno spacciatore!
In mia difesa posso dire che avevamo affittato un mini appartamento, e che Valerio (detto anche dentista fedifrago-bastardo) mi aveva detto di aver taaanta voglia di mangiare la mia torta margherita, guardandomi con quegli occhioni così dolci da non essere proprio riuscita a rifiutarmi di prepararla. Quando, dopo essere rientrati dal supermercato in cui avevamo fatto spesa, mi ero accorta di non aver comprato lo zucchero a velo INDISPENSABILE per la torta ed ero uscita per procurarmelo, mi era sembrato un sogno aver fatto solo due passi ed aver sentito la voce di un ragazzo chiedermi se volessi dello "azucar muy bueno"... D'altronde si sa che in Spagna le persone sono cordiali e solari, no? Lo so, l'ingenuità e la fiducia non pagano in questo mondo.
Scaccio l'immagine di me stessa mentre urlo alla polizia "por favor, por favooor soy inocente" dalla mia testa e riguardo per la centordicesima volta la lista che mi ha fatto fare ieri sera Lorenzo nel tentativo di farmi smettere di piangere come una poppante.
Intimo e pigiami: messi
Abbigliamento estivo casual: messo
Abbigliamento estivo vagamente elegante: messo
Scarpe comode, sandali pseudo chic, ciabattine e décolleté: messe
Cardigan e felpe leggere che non si sa mai potrebbe rinfrescare: messi
Costumi vari ed eventuali: messi
Caricabatterie: messo
Beauty col necessario a trucco parrucco e stucco: messo
Preservat-
Preservativi? Stupido Lorenzo!
Bagnoschiuma shampoo e crema corpo: messi
Spazzolino dentifricio e collutorio: messi
Crema con protezione solare cinquanta e crema doposole: messe
Libri e giornaletti con rompicapo: messi
Ombrello: preso
Ecco, se non ho dimenticato niente, ho preso tutto!
Faccio mente locale di nuovo, cammino avanti e indietro per la camera pensando a cosa potrebbe servirmi e decido che non sto andando in paese sperduto in mezzo al deserto, quindi qualsiasi cosa io abbia dimenticato, potrò comprarla in qualche negozietto e magari anche sfruttarla come souvenir personale.
Guardo la valigia stracolma e penso che sicuramente le persone che partono in Erasmus per quei sei/nove mesi portano con loro meno roba di me, che devo stare via solo una settimana!
Bando alle ciance, a noi mia cara! Appoggio la parte superiore della valigia sui panni, facendo un po' di pressione, e noto che manca quasi un palmo per congiungersi con la sua dolce metà.
Non ci siamo!
Cerco di spingere verso il basso la montagna di panni con più forza, ma manca ancora troppo per riuscire a chiudere la cerniera.
Vuoi la guerra? E guerra sia!
Mi lancio con forza su questo dannato coperchio -o come diavolo si chiama- e cerco di far forza con gli addominali che non ho. Mi sento un'anguilla appena tirata fuori dall'acqua.
Dopo cinque minuti buoni di lotta e minacce, riesco finalmente a chiudere le due cerniere, una da destra e una da sinistra.
Soddisfatta scendo dalla valigia malefica e vedo che ha assunto un aspetto leggermente deformato: la parte che dovrebbe essere rigida e coi dentini tutti ben sigillati, sta facendo una specie di piccola onda, i dentini sono aggrappati gli uni agli altri e mi sembrano in procinto di lasciarsi definitivamente andare come Jack sulla famosa porta del Titanic con Rose.
Mi dispiace per voi, cari, ma a differenza della Winslet non basterebbe spostare il mio culo per aiutarvi.
Mi guardo un'ultima volta allo specchio: riavvio i capelli che scendono in morbide onde stando a testa in giù e tirandola su di colpo, et voilà! Sono prontissima!
Faccio in tempo a mettermi i vestiti che avevo già preparato sul letto e sento il telefono suonare: mia mamma mi ha scritto che sono arrivati e mi aspettano di sotto.
Doveva accompagnarmi Lorenzo, ma all'ultimo ha avuto non so quale imprevisto a lavoro e non è riuscito a liberarsi.
Dovrò comprargli un regalo grande quanto la mia valigia-bomba da Tenerife per sdebitarmi per questo viaggio! Prendo la borsa, afferro il manico della cosa che sta per esplodere e scendo col sorriso stampato in viso.
****
«Hai preso la sciarpa amore?»
«Mamma ti prego, ci saranno trentacinque gradi là!»
«Si? Come l'ultima volta a Lazise?»
«Papà!» faccio una faccia offesa incrociando le braccia al petto come quando avevo cinque anni.
«Ho controllato stavolta» dico abbassando la testa.
Mio padre scoppia a ridere e mamma gli dà una gomitata; mi passa la valigia e mi abbraccia.
«Mi raccomando, stai attenta, memorizza le strade meglio che puoi, e non parlare con gli sconosciuti!»
«Ma non ci sono mai stata, saranno tutti sconosciuti!»
«Hai capito quello che intendo.» dice muovendo una mano per aria con noncuranza.
Veramente no.
«Ci vediamo tra una settimana, ricordatevi di venire a prendermi per favore, non come l'ultima volta!»
«Per quanto ancora vorrai rinfacciarci questa storia, Becca?» chiede mio padre alzando gli occhi al cielo.
Pure.
«Papà, avevo cinque anni e mi hai lasciata fuori dall'asilo per tre ore!»
«Beh? C'era suor Elisa, no? Potevi stare con lei.»
Sarebbe inutile ribadire per l'ennesima volta che Suor Elisa era una piccola pinguina infida e bastarda che si divertiva a far stare i figli di ritardatari in ginocchio a pregare per chiedere perdono del ritardo.
Ma che perdono? Ma che è colpa mia se il buon Giancarlo Forti aveva deciso che il torneo di briscola c'era solo una volta all'anno, mentre sua figlia poteva andare a prenderla tutti i giorni? Il tutto senza avvisare mia madre, per giunta!
Alzo gli occhi al cielo ridendo e abbraccio i miei genitori, fingendo di essere estremamente tranquilla e per nulla preoccupata del fatto che probabilmente dovranno venirmi a prendere direttamente sull'isola a causa del mio pessimo senso dell'orientamento.
Mi avvio a passo deciso e inizio a vagare tra la gente che affolla l'aeroporto.
Mi guardo attorno affascinata come sempre quando sono in luoghi in cui si parte o si arriva, li adoro! Ci sono gli abbracci più veri in questi posti.
Mi guardo intorno in cerca di qualche scena super romantica da film, e vedo un ragazzo seduto che picchietta col piede per terra e guarda continuamente l'orologio; gli si illumina il viso quando vede una ragazza andargli incontro, la prende tra le braccia e gira su sé stesso con lei in braccio mentre ridono, prima di lasciarsi andare ad un bacio di quelli che solo a vederli da fuori ti fanno venire la pelle d'oca.
Sorrido come una scema da sola, guardandoli, finché lei non intercetta il mio sguardo, corruga la fronte e mi fa il segno internazionale del "cazzo vuoi" stringendo le dita insieme e muovendo l'avambraccio avanti e indietro.
Ma che modi mamma mia!
Attorno a me uomini e donne con mazzi di fiori che aspettano chissà chi, qualcuno col sorriso rilassato, altri impazienti. Signori distinti vestiti di tutto punto con tanto di cartello che riporta il nome o cognome di qualche personaggio importante.
Più avanti, tre persone nascoste dietro tre cartelloni, grandi almeno un metro l'uno, con su scritto: "La nostra. Bellissima. Signorina".
Ma quanto sarà felice la signorina in questione quando tornerà da chissà dove e troverà tre suoi amici o parenti lì ad aspettarla?
Non faccio tempo a finire di domandarmelo che i cartelloni cominciano ad alzarsi ed abbassarsi facendo una specie di ola. Sarà sicuramente arrivata, quindi mi guardo intorno per intercettare l'espressione entusiasta di qualsiasi ragazza che vada nella loro direzione.
Guardo di nuovo verso le tre persone nascoste, e rimango a bocca aperta quando il primo cartellone si abbassa mostrando una faccia conosciuta: Gianluca!
Punto immediatamente gli occhi sul corpo che sta in mezzo, che rivela il suo viso piano piano, prima le sopracciglia alzate, poi gli occhi spalancati, e infine la bocca con un sorriso a cinquantasette denti: Lorenzo.
Contagiata da quelle espressioni euforiche mi porto la mano alla bocca, a metà tra lo shock e la felicità e guardo il terzo cartellone aspettando impaziente che si abbassi per rivelare l'identità della persona che si nasconde dietro.
Il mio cuore perde un battito quando scende appena mostrando una chioma di riccioli neri arruffati; un altro battito quando vedo due occhi verdi puntarsi nei miei, e un ultimo quando si abbassa del tutto mostrando il viso per intero con un sorriso che si allarga ancora di più notando il mio rossore.
È Giò.
Non faccio quasi tempo a realizzare il tutto, che il manico della valigia mi sfugge di mano. La vedo suicidarsi sul pavimento e BOOM, un'esplosione di colori invade i miei occhi.
Quello che tanto temevo è accaduto.
In mezzo ad un aeroporto.
Con circa trecento persone.
La valigia è esplosa e i miei vestiti sono sparsi ovunque.
Buon inizio vacanza, Becca.
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