9.
Il mattino seguente arrivò anche troppo presto, Harry non chiuse occhio e si trovò alle sette a portare il pane e le focacce a Sue sbadigliando sonoramente.
-Abbiamo fatto le ore piccole, eh?- Scherzò la donna, aiutandolo a scaricare il pianale del calesse.
-Più che altro, non ho proprio dormito. La pioggia mi ha colto alla sprovvista ed ho dovuto aspettare che cessasse un po', prima di poter rientrare- spiegò lui, con la voce roca. Al mattino risultava sempre più ruvida del normale, ma sospettava di aver preso freddo la sera precedente. Dopo un tempo che gli era parso infinito, Louis aveva insistito per accompagnarlo a casa, nonostante la pioggia non fosse cessata. Louis gli aveva prestato una giacca spessa, ma erano comunque entrambi zuppi ed infreddoliti. Louis l'aveva salutato al limitare degli alberi, senza farsi vedere da eventuali spettatori alle finestre; precauzione inutile, perché Harry trovò tutti profondamente addormentati. Si era asciugato ed aveva tentato di scaldarsi sotto alle coperte, continuando a rabbrividire fino a che non aveva dovuto alzarsi con lo zio per recarsi al forno.
-Vieni qua, ecco, tieni. Ti farà bene- gli disse Sue, materna come sempre, mentre gli porgeva un bicchiere fumante di latte caldo e miele. Harry la ringraziò e si sedette qualche momento vicino alla donna, intenta ad asciugare bicchieri, mentre sorseggiava, guardando fuori.
La strada era quasi del tutto asciutta, ma la pioggia aveva abbassato la polvere, per cui l'aria era tersa, ed il Pikes Peak in lontanaza era di una bellezza mozzafiato. Harry accarezzò con lo sguardo i fianchi delle montagne, coperte di verde scuro, ripensando alla sensazione delle labbra di Louis sulle sue. Non vide più la bellezza del panorama, rivivendo dentro di sé l'emozione ed il batticuore dell'abbraccio, del suo fiato leggero sul collo, mentre guardavano fuori dalla finestra.
-Harry? Ci sei?- Lo richiamò Sue. Si riscosse, scusandosi con un sorriso.
-A cosa stavi pensando, caro?-
-Ad una cosa bella. Grazie Sue, ora devo andare. A più tardi- rispose il giovane, alzandosi e procedendo con le sue commissioni.
Dopo pranzo, finito di riordinare la cucina assieme a Grace, andò a riposarsi nel fienile. Era tanto tempo che non ci andava; i cumuli di fieno erano più piccoli, e l'aria era leggermente polverosa. Harry stese una coperta, ci si buttò sopra con l'intenzione di leggere, ma si addormentò nel giro di qualche minuto.
Stava sognando di Louis, di carezze urgenti e di baci bisognosi di non essere interrotti, e venne svegliato da una mano fresca che gli accarezzava la fronte. Si trovò di fronte l'oggetto del suo sogno, e per qualche attimo non riuscì a capire se fosse sveglio o meno. Louis gli sorrise, spostandogli i ricci sudati dalla fronte.
-Da.. da quanto sei qui?- borbottò Harry, ancora stordito dall'insolita dormita pomeridiana.
-Da mezz'oretta; ti ho svegliato perché ti stavi lamentando nel sonno-
-Oh.. grazie- rispose Harry, prendendo coscienza della fastidiosa erezione che il sogno gli aveva regalato. Si posizionò su un fianco, spostandosi, in modo che Louis non potesse vedere, imbarazzato come non mai.
-Cosa sognavi?-
Harry deglutì, passandosi una mano sul viso ed alzandosi per recuperare la borraccia di acqua fresca al suo fianco, per prendere tempo.
-Dove sono i miei zii? Sanno che sei qui?- Chiese invece.
-Sì, si stavano preparando per tornare alla fiera. Ho detto a tuo zio che sono venuto a fare quattro chiacchiere con te, dato che è passato molto tempo dall'ultima volta che sono stato qui- Rispose Louis, stendendosi all'indietro ed incrociando le mani sotto alla nuca. L'immagine non aiutò affatto il povero Harry, che non riusciva a darsi pace.
-Cosa ti prende, Harry?- Disse Louis, aggrottando la fronte.
Umiliato, Harry strinse i pugni e gli diede le spalle, al che Louis si alzò in piedi a sua volta e gli circondò la vita con un abbraccio, la guancia di nuovo sul suo collo. Harry gli si appoggiò contro, lasciando che le mani di Louis lo calmassero con carezze gentili sul suo petto, dondolando dolcemente sui propri piedi per cullarlo.
-Non vergognarti, piccolo. E' normale- gli sussurrò contro la mascella, facendo arrossire Harry ed al contempo desiderando che continuasse ad accarezzarlo. Non si era nemmeno reso conto di ansimare leggermente. Louis lo cullò ancora, aspettando che il cuore di Harry rallentasse un pochino, sentendo pulsare il sangue contro la sua guancia ancora appoggiata al collo di Harry.
Harry con un sospiro si girò, ricambiando l'abbraccio e cercando un bacio che il più grande gli negò.
-Non qui, Harry. Ricomponiti; i tuoi zii si aspettano di vederci alla fiera. Su-
Harry borbottò qualche protesta, facendo il broncio, e Louis gli pizzicò un fianco per farlo ridere.
-Dai, non tiriamo troppo la corda, piccolo. Andiamo-
E Louis aveva ragione, perché mentre scendevano stava salendo Peter, per chiamarli.
-Ehi, voi due. Venite?-
-Sì. Mi ero addormentato, e Louis mi ha svegliato. Andate avanti, mi cambio ed arrivo- fece Harry, correndo verso casa. L'acqua fresca lo aiutò a calmarsi ed a ricomporsi, e quando uscì dalla sua camera trovò Luis ad attenderlo, con un sorriso.
Mentre passeggiavano tra le bancarelle, Louis considerò:
-Non ho mai avuto modo di visitare la riserva indiana. Com'è?-
Peter si volse a guardarlo:
-E' ormai deserta; la maggior parte degli Cheyenne ha abbandonato la zona-
-C'è una radura bellissima, lì vicino. Una volta ero lì a pescare, ed un vecchio indiano dai capelli grigi mi ha salutato. Raccoglieva erbe- intervenne Harry. Peter gli sorrise:
-Tu dai troppa confidenza, ragazzo mio, ma sono quasi certo che si trattasse del vecchio Honiahaka-
-Peter, non è saggio che tu racconti queste cose, lo sai- lo ammonì Emily, posandogli una mano sul braccio.
-Chi hai detto che sarebbe? Tu conosci degli indiani? Voglio dire, di persona?!- Si stupì Harry, con una espressione stupita che rivelò quanto fosse ancora giovane. Louis si intenerì a quella vista. Peter alzò un sopracciglio:
-Sono molte le cose che non sai di me, Harry. Comunque sì, conoscevo alcuni degli anziani-
Harry lo fissò sgranando gli occhi, non ne aveva la minima idea. La concezione dell'epoca riguardo alla questione indiana era semplice: erano tutti banditi, ladri e criminali, e come tali andavano isolati nelle riserve, o esportati come manovalanza.
-Ripetimi come si chiama- supplicò, sfidando l'occhiataccia di rimprovero della zia.
-Honiahaka, piccolo lupo. Ed ora basta, o tua zia mi metterà in punizione e mi impedirà di mangiare uno di quei meravigliosi cosciotti- fece Peter indicando una bancarella.
Harry guardò Louis, stupito, e questi alzò le spalle.
-Se vuoi un pomeriggio ti porto alla radura, Louis, a pesca. Sai pescare?- Chiese Harry.
-Non ho mai preso in mano una canna da pesca in vita mia- rivelò Louis, godendosi la vista di Harry che scoppiava in una risata incredula.
-Veramente? Ma com'è possibile?!-
-Harry, Louis viene da Boston- intervenne Emily.
-Non ci sono scusanti, devi imparare a pescare- decise Harry, facendo sorridere i tre adulti. Grace intanto si era fermata a giocare con due sue amichette sotto al portico dell'emporio.
Il pomeriggio scivolò via senza intoppi, serenamente, e in un battito di ciglia arrivò il lunedì. Louis accolse una nutrita schiera di bambini nuovi, che prima non avevano frequentato la scuola, o che finora avevano studiato a casa. La recita aveva fatto conoscere Louis, e smosso un po' la faccenda. Non era ancora in vigore l'obbligo scolastico, anche se vi era l'usanza di mandare i bambini a scuola, e quindi molte famiglie semplicemente non li mandavano, dovendo farsi aiutare nei campi e nel lavoro. Louis si trovò all'improvviso una classe di quasi cinquanta bambini e ragazzini.
La faccenda si era fatta seria, perché, dopo alcune rinunce, ma davvero poche, la classe si assestò sui quarantatré, tanto che, con il sindaco ed i consiglieri, non avendo a disposizione nessuno del posto che potesse assumersi l'incarico, si giunse alla conclusione di dover chiamare anche un altro insegnante. Nell'attesa, Louis si barcamenò come poteva, aiutato dalla signora White, e differenziando per età in due fasce orarie, mattina e pomeriggio.
L'impegno, dunque, divenne particolarmente gravoso per il giovane maestro, non sentendosi in coscienza di poter dire di no a nessun nuovo iscritto, e volendo svolgere il proprio lavoro nel migliore dei modi. Il tempo per tutto ciò che non riguardava la scuola diminuì drasticamente, e di conseguenza anche il tempo che poteva trascorrere con Harry, o chiunque altro. Arrivò la fine di maggio, e con essa la fine dell'anno scolastico, ed i due giovani non erano ancora riusciti ad andare a fare la loro escursione alla radura.
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